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Scelta Mtd Su Una Linea Lunga


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Linea 105 metri interrata

Pinst. 3KW

V=230v

Cavo FG7OR 3x6 mmq

Salve a tutti

ho un dubbio sulla scelta di un MTD, in quanto per le linee lunghe bisogna considerare la corrente di c.c. a fine linea( Icc Min).

L'MTD è collocato a monte di tre MT, uno da 10 e due da 16 A, distante da quest'ultimi di 105m

Scegliendo un MTD di tipo C In 20A si ha un leggero sottodimensionamento per l'intervento magnetico a fine linea. (Verifica lunghezza max di una linea)

Scegliendo un MTD di tipo B sono apposto.

La domanda è : posso installare un MTD di tipo B In 20A con a valle tre MT di tipo C (10A-10A-16A)

Grazie

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remo williams

Due domande.

I 3 kW.Sei certo della potenza? Sei certo di non prevaricare il limite?

Per mtd,di classe B,cosa intendi Tu?La tipologia di protezione differrnziale o altro?

Opinione personale.

Una linea da 6mmq,la cucini .

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Devi considerare una caduta di tensione se non sbaglio nel peggiore dei casi del 4% e un coefficiente per il cavo interrato...anche secondo me un 6mmq e' piccolo, poi per questo tipo di tratte interrate dovresti dare informazioni tipo se è' posato con altri cavi e come dice Remo spiegati meglio sul tipo B.

Anche la questione della Icc di fine linea non mi è' chiara, cosa vuoi dire?

Bye...

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La corrente di cortocircuito che si può sviluppare alla fine di linee molto lunghe ha valori bassi e solitamente le protezioni magnatotermiche in queste zone sono scelte con curva di intervento B (quindi con interventi mi pare tra 3 e 5 volte la loro In) perchè mettendo un curva C o peggio ancora un curva D si rischierebbe un non intervento della protezione in caso di corto.

La domanda è : posso installare un MTD di tipo B In 20A con a valle tre MT di tipo C (10A-10A-16A)

Quel che mi viene da pensare è che per un guasto sull'impianto avresti un intervento del generale B20 perchè i curva C intervengono nel range 5-10 volte la In...quindi se prendi un guasto sul magnetotermico 16A a valle, nell'ipotesi di taratura C16=7,5xIn e B20=4xIn (valori medi nel loro range di funzionamento):

16Ax7,5=120A

20Ax4=80A

Interverrebbe prima il curva B a monte e saresti al limite anche con i C10...tieni conto che se le condizioni sono peggiori (B20 tarato basso, C10 tarato alto) interverrebbe sicuramente sempre il curva B.

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Sul tipo B intendo la curva d'intervento magnetica-termica, non la classe del differenziale.

La c.d.t è verificata (2.5%)

Una linea da 6mmq,la cucini .

Il cavo è ben dimensionato: FG7oR 6mmq posa 61 Iz=49A

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remo williams

Rino.

La mia domanda era appunto,se u stessi parlando,del ipo di differenziale,o del tipi di mt.

Sicuramente sono io che sbaglio il calcolo.

Ma,a me per avere 3kW,sui 105 metri,230V,viene piu di 16mmq.

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Sinceramente anche a me il calcolo viene 16,7mm (senza perdita di potenza % e con cos fi 0,8)....forse c'è da considerare una perdita di potenza?

Con una perdita di potenza del 3% effettivamente viene 5,5mm

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Rino. Ora che rivedo il manuale mi sono ricreduto, ho fatto un errore di valutazione. Le scelte tabellari secondo il mio parere ti danno ragione, ma credo che siamo rosicati con il mt a monte 20 A mi sembra piccolo, tra cdt e un aumento leggero del cos potrebbe essere in crisi, non mi convince la questione della Icc a fine linea... Con un curva B potresti essere a posto ma sono d'accordo con Riccy, avresti problemi di coordinamento , voto il C25. Non credo che la Icc a fine linea sia sotto i 250A... Bye

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La portata termica di un cavo è la massima corrente che un cavo può sopportare senza superare la massima temperatura di servizio dell'isolante che in sede normativo hanno stabilito in 70 °C nel caso del PVC e di 90 °C nel caso della gomma EPR/HEPR. Questo valore di temperatura dovrebbe assicurare una conveniente durata di vita al materiale isolante di circa 20-30 anni; si ricorda che maggiore è la temperatura è più precoce (veloce) sarà il decadimento delle proprietà meccaniche dell'isolante stesso.

La portata termica di un cavo varia a secondo del tipo di posa, del numero di conduttori attivi presenti nel luogo di posa, dal tipo di utilizzo previsto nonché della tempartura dell'ambiente in cui si trova normalmente ad operare il cavo stesso.

Convenzionalmente si è stabilito che per la posa interrata la temperatura sia di 20 °C mentre la posa in aria libera sia 30 °C, valori questi che standardizzati che come tali in caso di dati certi possono essere modificati.

Una volta determinata la Porta Termica dei cavi di una Linea, se i cavi sono protetti dal sovraccarico automaticamente sono protetti anche dal cortocircuito sempre che il dispositivo di protezione sia installato a monte della linea e che abbia un potere di interruzione adeguato al punto di installazione.

La protezione della conduttura contro il sovraccarico è assicurata se entrambi le due seguenti condizioni sono verificate:

1) La corrente nominale del dispositivo di protezione (In) è maggiore od uguale alla corrente di impiego (Ib) ed è minore o uguale alla portata del cavo (Iz) ossia quanto è verificato che [ Ib <= In <= Iz ]

2) la corrente di intervento (If) del dispositivo di protezione è minore od uguale ad 1,45 volte la portata del cavo (Iz) ossia quando è verificata la condizione [ If <= 1,45 Iz ].

Con la condizione 1) si vuole garantire il funzionamento del sistema in condizioni normali ed impedire il costante funzionamento del circuito in condizioni di sovraccarico. Con la condizione 2) si raggiunge un compromesso tra la necessità di non pemettere sovraccarichi eccessivi (la protezione ideale si avrebbe per If = Iz) e nel contempo consentire piccoli sovraccarichi temporanei che non devono però essere troppo frequenti.

Nel caso degli interruttori magnetotermici If è sempre inferiore od uguale a 1,45 In e pertanto la condizione 2) è automaticamente soddisfatta se è soddisfatta la condizione 1).

Nel caso in cui la protezione sia un fisibile If = 1,6 In sostituendo tale valore nella condizione 2) si ha che 1,6 In >= 1,45 Iz e quindi In = 0,9 Iz e pertanto nel caso di fusibili si deve scegliere che la loro corrente nominale (In) risulti [ Ib <= In <= 0,9 Iz ] con una minore possibilità di sfruttare, rispetto all'interruttore automatico, la portata della conduttura.

Se il dispositivo non protegge il cavo dal sovraccarico deve essere verificata la condizione [ I^2 x t <= K^2 x S^2 ] a fine linea se la protezione è assicurata da un fusibile mentre ad inizio e fine linea nel caso la protezione sia un interruttore automatico.

S è la sezione del conduttore e K un coefficiente che tiene conto del tipo di conduttore e dell'isolamento (es. Cavo anima in Rame e isonte di PVC K = 115 , Cavo anima in rame e isolante in gomma K = 135 (valori riferiti a cortocircuiti di durata inferiore a 5s)].

Una volta stabilita quale sia la sezione minima che il cavo deve avere perchè la portata termica sia cordinata alla rispettiva protezione si dovrà verificare se questa sezione sia ancora sufficiente a garantire che a partire dalla sorgente di alimentazione (es. morseti del contatore nel caso di un abitazione) sino al punto più lontano asservito dalla linea oggetto del dimensionamento la caduta di tensione non superi convenzionalmente il 4%. In pratica se dal contatore la linea va ad alimentare direttamente un utilizzatore allora è corretto contenere la caduta di tensione entro il 4% ma se invece la linea di 105 parte dal contatore e va ad attestarsi su di un quadro locale allora la caduta di tensione dovrà essere commisurata alla caduta che potrei avere nel tratto di circuiti che andranno poi dal quadro locale sino agli utilizzatori finali e quindi è buona norma dimensionare detta linea di distribuzione non oltre l'1%-1,5% di modo che rimangano poi un 3-2,5% di caduta per i circuiti finali.

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Rino, ho trovato un po' di tempo per questo dilemma, visto che sono un po' arruginito ho rinfrescato il vecchio manuale...e anche la mente addormentata in cui si erano insuinati atroci dubbi e visto che non si smette mai di imparare sbattendoci la testa.

-Calcolo sezione ho usato il metodo dei momenti amperometrici considerando una cdt% di 2,5 e un cavo EPR e un cos a 0.9.

risultato un Ib=15,89A cavo 10mm (da calcoli 8,7mm) con una Iz=66A con tutti i coefficenti a 1(cavo in epr da tabella X.29 manuale HOEPLi cavo multipolare tubo interrato)

-Interruttore metto un C20 soddisfo la condizione Ib<In<Iz

Questione dell ICC

-quoto time

-proviamo a fare 2 conti

la R e X a monte del circuito le reputiamo trascurabili, rimane R del conduttore F e N e X dei medesimi.

La R di un cavo in epr del 10mm 1,91ohm/km riporto a 90°(epr) e calcolo a 105m viene circa 0,25ohm

L del 10mm e' circa 0,274x10-3 H/KM riporto in X e viene circa 0,08ohm/km...a 100m viene 0,008 ohm/km

ora abbiamo tutti i dati, un corto circuito F-N

E0/2(radice quadrata di R al quadrato + x al quadrato)....viene circa 460A.

Perdona la scrittura ma non riesco a riportare radice e formule in modo convenzionale...

Credo che sia giusto....bye

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visto che sono un po' arruginito ho rinfrescato il vecchio manuale...e anche la mente addormentata in cui si erano insuinati atroci dubbi e visto che non si smette mai di imparare sbattendoci la testa.

-Calcolo sezione ho usato il metodo dei momenti amperometrici

Anche io ieri ho rispolverato il buon manuale cremonese e ho usato lo stesso metodo, considerando cos fi 0,8 e cdt 3% mi uscivano quei 16A...

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Metodo approssimato per il calcolo della corrente di cortocircuito minima

Si possono utilizzare le seguenti formule approssimate, riportate dalla norma CEI 64-8:

Tipo di guasto
Formula
Fase - neutro per linea monofase
Icc min = 15 Uo S / L

Io ho utilizzato questa formula

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Un Cavo multipolare Tipo FG7OR 0,6/1 kV con formazione 3G6 mmq con posa interrata entro un tubo di protezione su terreno o sabbia con un normale contenuto di umidità anche nell'ipotesi che sia posato in un tubo assieme ad un'alra linea monofase determina una portata del Cavo (Iz) almeno di Iz = 43,5 A. [secondo tabella CEI UNEL 35375 se fosse posato come sopra ipotizzato ma in un tubo dove è da solo la Portata sarebbe Iz = 52 A]

A questo proposito è bene ricordare che il cavo in oggetto avendo l'isolante in gomma EPR (G7) ha:
- Tempertatura massima di funzionamento: 90 °C (temperatura più elevata a cui può essere assoggettato con continuità l'isolante).

- Tempertura massima di cortocircuito: 250 °C (temperatura più elevata che può essere tollerata dall'isolante durante brevissimi periodi (massimo 5 secondi).

Ora se a protezione del cavo ipotiziamo di installare ad inizio linea un interruttore modulare di tipo magnetotermico con corrente nominale (In) = 20 A la norma stabilisce quanto segue:

A) La protezione contro il sovraccarico è assicurata se entrambe le due condizioni di seguito riportate sono verificate:

1) Ib <= In <= Iz nello specifico anche ipotizzando Ib = 20 A avremmo che 20 A <= 20 A <=43,5 A [Condizione Verificata];

2) If <= 1,45 In [Condizione sempre verificata per interruttori magnetotermici in quanto ciò è richiesto dalla loro norma di prodotto]

Nell'ipotesi di interruttore con In = 20 A, la corrente di intervento del termico (If) è If <= 29 A. Nella pratica risulta quindi che il relè

termico dell'interruttore con In = 20 A se attraversato da una corrente di 29 A, entro un tempo limite di 1 ora (essendo In <= 63 A)

interverrà aprendo l'interruttore.

Per completezza di informazione ricordiamo che la Corrente convenzionale di non intervento (Inf) deve essere Inf = 1,13 In con tempo t >= 1 ora. (Quindi essendo In = 20 A abbiamo che Inf = 22,6 A che tradotto significa che per correnti sino a 22,6 A il termico non interverrà mai)

Ipotizzando che nella linea circolino 20 A, la temperatura di funzionamento del cavo è di circa 46 °C.

B)La protezione contro il cortocircuito è assicurata quando sono verificate contemporaneamente le seguenti due condizioni:

1) Icn <=IcM dove sono (Icn = potere di interruzione dell'interruttore - IcM = corrente di cortocircuito presunta nel punto di

installazione dell'interruttore) [icM logicamente dipende dalla Sorgente di alimentazione]

2) I^2 t <= K^2 S^2

- Nel caso di un modulare curva C abbiamo che il termico interviene entro 0,1 secondi con I= 10 x In = 10 x 20 = 200 A

- Nel caso di un modulare curva B abbiamo che il termico interviene entro 0,1 secondi con I= 5 x In = 5 x 20 = 100 A

in pratica abbiamo

- Curva "C": I^2 t = (200 x 200) x 0,1 = 40.000 mentre K^2 S^2 = (143x143) x (6 x 6) = 736.164 [Condizione 2 Verificata]

- Curva "B": I^2 t = (100 x 100) x 0,1 = 10.000 mentre K^2 S^2 = (143x143) x (6 x 6) = 736.164 [Condizione 2 Verificata]

Per correttezza di informazione è bene precisare che secondo la norma tecnica applicabile in questo caso, quando la protezione di un cavo è assicurata da un interruttore magnetotermico modulare con curva d'intervento del relè magnetico tipo B o C, una volta verifica la protezione contro i sovraccarichi non è necessario eseguire la verifica se il cavo è protetto contro il Cortocircuito salvo i casi in cui l'eventualità del verificarsi di un cortocircuito sia poco frequente questo perché nel caso di una sovracorrente qual'è la corrente di cortocircuito avremmo comunque l'apertura entro un tempo limite di un ora dell'interruttore per intervento del relè termico considerato che a livello pratico l'aumento di temperatura dell'isolante nel caso di un cortocircuito non è lineare ed entro in gioco diversi fattori che non sto qui ad elencare che fanno si che se è vero che l'isolante del cavo si deteriora più velocemente è risultato che tale invecchiamento non si è dimostrato così veloce come si può pensare ben inteso che il cortocircuito sia un evento sporadico nell'arco di vista previsto per un cavo (circa 20-30 anni).

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Va bene il rinfrescare le formule.

Se ragioniamo in maniera pragmatica.

Linea sottodimensionata.

Potenza sottovalutata.

Non lo vrdo molto bene il cavo.

Altro che venti /trent anni.

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Quanto riportato era solo per chiarire che anche un magnetotermico modulare C20 poteva proteggere tale linea e nulla più.

Per quanto attiene al ragionamento sul dimensionamento dobbiamo tener presente che la corrente di cortocircuito è in funzione della sorgente di alimentazione di conseguenza anche ipotizzando che la corrente di cortocircuito ad inizio linea sia 500 A, qualora si abbia un corto a fine linea la relativa corrente di cortocircuito non sarebbe almeno 300 A.

Siamo tutti dìaccordo che 105 m di linea da 6 mmq per una corrente di 17 A circa determinerebbe una caduta di tensione inaccettabile se parliamo di una linea di distribuzione visto che già la linea stessa determinerebbe una caduta di tensione di oltre 4,5%.

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Grazie mille time.

La protezione contro il cortocircuito è assicurata quando sono verificate contemporaneamente le seguenti due condizioni:

1) Icn <=IcM dove sono (Icn = potere di interruzione dell'interruttore - IcM = corrente di cortocircuito presunta nel punto di

installazione dell'interruttore) [icM logicamente dipende dalla Sorgente di alimentazione]

2) I^2 t <= K^2 S^2

- Nel caso di un modulare curva C abbiamo che il termico interviene entro 0,1 secondi con I= 10 x In = 10 x 20 = 200 A

- Nel caso di un modulare curva B abbiamo che il termico interviene entro 0,1 secondi con I= 5 x In = 5 x 20 = 100 A

in pratica abbiamo

- Curva "C": I^2 t = (200 x 200) x 0,1 = 40.000 mentre K^2 S^2 = (143x143) x (6 x 6) = 736.164 [Condizione 2 Verificata]

- Curva "B": I^2 t = (100 x 100) x 0,1 = 10.000 mentre K^2 S^2 = (143x143) x (6 x 6) = 736.164 [Condizione 2 Verificat

Quindi per il cortocircuito (anche per le linee lunghe) basta verificare Icn <=IcM e la verifica dell'energia passante?La icc minima a fine linea non viene considerata?

Grazie

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x RIno8.

Quanto ti ho riportato ti consente di fare un impianto considerato "a regola d'arte" ossia un impianto che ha i requisiti necessari per ridurre il rischio elettrico al di sotto del limite accettabile non che è un lavoro ben fatto.

Nella valutazione della sezione di una linea dobbiamo sempre tener presente il tipo di utilizzo e le ore di utilizzo previsto per detta linea in quanto nella scelta della sezione da adottare dobbiamo sempre fare un compromesso costi e benefici tenendo presente che minore resistenza si traduce In:

- maggiore caduta di tensione, e quindi

- minore tensione ai capi dell'utilizzatore alimentato, e quindi

- maggiore corrente assorbita dall'utilizzatore stesso, e quindi

- maggiore temperatura di funzionamento del cavo, e qundi

- maggiori perdite per effetto joule sulla nostra linea, perdite che alla fine della fiera le pagherà il cliente nella fattura del fornitore di

energia

In sostanza, nel dimensionamento di un cavo non basta coordinare la sezione del cavo con il relativo dispositivo di protezione ma devo considerare diversi altri parametri non da ultimo un possibile incremento futuro della potenza sulla linea stessa, ecc..

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