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Normativa Numerazione Fili E Componenti Su Schemi Elettrici


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Buonasera,sono un nuovo utente e approfitto per salutare tutti.

Probabilmente l'argomento è già stato trattato in precedenza, ma non sono riuscito a trovarlo sul forum.Forse non ho cercato nell'area giusta.

Premesso che non sono un esperto,lasciatemi dire che mi è capitato di lavorare con schemi elettrici relativi all'automazione industriale forniti da aziende differenti e ho visto numerazioni di componenti elettrici,fili,quadri e morsettiere completamente diverse l'una dalle altre.

Ci sono disegnatori che chiamano un filo PIPPO,STEFANO oppure SERGIO e sostengono che sia utile per chi deve preparare i manuali utente delle macchine e anche per chi lavora da anni sulle stesse macchine realizzate sempre con gli stessi nomi (in questo modo si va a memoria).

Altri seguono scrupolosamente una numerazione impostata sul numero di pagina ( che a mio avviso è più semplice per chi deve mettere le mani poi nel quadro e nel bordo macchina)

Ma un elettricista che deve fare un intervento di manutenzione per la prima volta su una macchina nuova e che quindi non conosce lo schema a memoria, quanto tempo impiegherà per trovare la pagina di schema a cui si trova il filo chiamato PIPPO?Lo stesso problema riguarda anche il quadrista o l'elettricista che deve lavorare sul bordomacchina in fase di costruzione della stessa.

Ci sarà un limite alla fantasia e una direttiva da seguire.

A questo punto la domanda che vorrei porvi è questa: quale normativa disciplina la nomenclatura sugli schemi elettrici di componenti elettrici a borbomacchina, nei quadri e dei fili?

Leggendo qua e la su internet ho trovato dei riferimenti alla IEC 750/EN 60445 , ma è quanto di più aggiornato ci sia ?

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ciao

di schemi ne ho visti tanti e le regole che ho visto maggiormente applicate sono:

numerazione del filo incrementale , dal primo filo si incrementa in numero 1..2...3..4....ecc

numerazione pagina colonna

numerazione pagina colonna riga

numerazione pagina colonna riga e tipo di filo ,se potenza o comando

numerazione pagina colonna riga e ubicazione in macchina , in quale quadro in quale zona.

e alcuni ci mettano alche il colore bk,wh,,,ecc , la dimensione del cavo .....

poi se prendiamo uno schema tedesco , uno americano e uno italiano c'è da divertirsi...

probabilmente c'è una normativa ma siccome non li ho mai visti tutti uguali sono ben pochi ad applicarla

ma dare nomi ai fili come il tuo esempio non mi è ancora capitato :superlol:

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  • 4 weeks later...

Per quanto riguarda i cavi:

CEI 3-59

Spero di esserti stato utile...

P.S. Sono risalito a questa norma dalla guida blu "Segni grafici per schemi elettrici"...Con la funzione cerca del sito CEI a quest'ora la stavo ancora cercando...

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Beh senti sono oltre 15 anni che faccio schemi e programmo plc per automazione,

all'inizio usavamo Autocad per fare schemi,

poi vista la problematica tutte le volte di creare simboli a norma secondo le varie norme UNI e ISO abbiamo deciso nel 2001, secondo me giustamente;

di avvalerci di un software apposito per la creazione di schemi con annessa preventivazione materale e legenda materiali utilizzati, (Elettrorapido Antek)

quindi per ciò che riguarda la numerazione dei fili e delle morsettiere abbiamo adottato la strategia prevista dal software che ci permette varie metodologie,

infatti può essere numerato i fili secondo vari metodi ma per noi vista l'esperienza fatta è forse quella migliore, la numerazione viene data in ordine di colonna e da sinistra a destra attraverso una numerazione semplicemente incrementale per ciò che riguarda la parte ausiliaria, in questa maniera la numerazione risulta più semplice. Non utilizziamo numerazioni riguardanti la pagina ma solo una numerazione incrementale con riportato sulle varie pagine i rimandi eventuali dei vari fili che passano da una pagina all'altra, specificando per ogni rimando di filo la pagina a cui si rimanda il filo e il suo cross reference alla pagina di rimando in modo da identificare immediatamente la posizione del filo alla pagina indicata sul rimando. Le morsettiere sono numerate alla stessa maniera del filo in modo che a "tot" filo collegato corrisponde la medesima "tot" numerazione del morsetto, suddividendo eventualmente le morsettiere a gruppi a seconda delle esigenze di collegamento esterno delle morsettiere. Insomma più semplice è la numerazione degli schemi più semplice è l'interpretazione di chi lo deve leggere e anche usare per cablare.

Mi sono imbattuto spesso anch'io per riparazioni a dover intepretare schemi tedeschi e doverli applicare alla realtà delle cose, il casino è che spesso la strategia del "tira il filo" è risultata spesso la più veloce e utile per rintracciare guasti e capire il cablaggio perchè spesso sui quadri tedeschi è così, la numerazione dei fili NON esiste e ditemi voi come fa un santo riparatore a trovare il cablaggio se non vi è numerazione dei fili?

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sui quadri tedeschi è così, la numerazione dei fili NON esiste

Lo so bene, non la usano, ma rispettano esattamente la pinatura, se un filo è disegnato sul pin 13 di un contattore lo troverai collegato lì, e non sul 53 o sul 14 o su qualsiasi altro contatto n.o.

Il casino viene fuori quando devi cambiare un componente, devi spostare un filo per volta dal vecchio componente a quello nuovo altrimenti sono guai, comunque con un po di attenzione si riesce anche lì...

Tornando alla numerazione fili, quella che preferisco è "pagina-nr_incrementale(azzerato ad ogni pagina)", al posto del trattino mi sta bene anche un punto, in questo modo quando vedo un filo apro subito la pagina giusta dello schema. Idem come leleviola per i morsetti che hanno lo stesso numero del filo.

Non mi piace legare il nr di filo anche ad altre variabili oltre alla pagina (colonna, riga ecc.) perchè è troppo restrittiva in caso di modifiche (p.es. non posso spostare un componente a destra o sinistra nella pagina dello schema perchè se mi cambia colonna devo cambiare nr. di filo!!!)

Comunque la CEI16-1, IEC391 permette anche la marcatura di fili in altre maniere, p.es. ogni spezzone di filo invece che un numero univoco riporta su ogni estremo la sigla e il pin del componente collegato dall'altro capo del filo (oppure in quel capo del filo)...

Ma sinceramente preferisco la numerazione univoca...

Modificato: da JumpMan
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Mi sono imbattuto spesso anch'io per riparazioni a dover intepretare schemi tedeschi e doverli applicare alla realtà delle cose,..

Premesso che a me non piace questo metodo e che preferisco il filo numerato con pagina e colonna, è solo una questione di metodo e abitudine.

Non hai bisogno di tirare, muovere, battere i fili.

Se sullo schema germanico c'è un collegamento tra il morsetto X del componente A ed il morsetto Y del componente B, il cablatore esegue esattamete come indicato da schema,non c'è "cablaggio creativo" come da qualche volta avviene da noi. :(

Inoltre si può essere sicuri che l'apparecchiatura avrà gli schemi aggiornati allo stato del cablaggio, a meno di interventi successivi da parte di amnutentori un poco....italici.

Anche la mappatura dei componenti sul disegno relativo alla dispsosizione meccanica è accurato e preciso. Questo nella normalità: poi le eccezioni si trovan sempre, ahimè.

Modificato: da Livio Orsini
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Scusami ma non l'ho capita

Tranquillo, ogni tanto mi scappa qualche parola in dialetto veneto, sono i primi 3 nomi venetizzati (Antonio, Giuseppe, Giovanni) che mi sono venuti in mente in riferimento a questa frase:

Ci sono disegnatori che chiamano un filo PIPPO,STEFANO oppure SERGIO

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Il problema dell'interpretazione delle siglature presenti sugli schemi delle macchine derivanti dalla Germania spesso si crea perchè la stesura degli schemi elettrici si rifà alle siglature dei componenti a cui i fili sono collegati, insomma si vuole creare un sistema per complicarsi l'esistenza

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insomma si vuole creare un sistema per complicarsi l'esistenza

Si, sono specialisti in U.C.A.S., solo che per loro è il modo più logico di lavorare. :smile:

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Il problema dell'interpretazione delle siglature presenti sugli schemi delle macchine derivanti dalla Germania spesso si crea perchè la stesura degli schemi elettrici si rifà alle siglature dei componenti a cui i fili sono collegati, insomma si vuole creare un sistema per complicarsi l'esistenza

Non è una cosa prettamente Tedesca , è una marcatura prevista dalla CEI 16-1, come ho già scritto al #5, che poi piaccia o meno dipende dal modo di ragionare più o meno arzigogolato, e in questo i Tedeschi sono specialisti :) (anche se non ho mai visto un quadro Germanico così siglato, tutti senza sigle).

Comunque quella marcatura prevede che se da un morsetto partono 2 fili su ognuno dei 2 fili c'è una sigla diversa che identifica il componente (e il pin del componente) attaccato dall'altra parte, se uno vuole complicarsi la vita può anche farlo...

Un altra possibilità è di marcare invece il pin e la sigla del componente collegato, non quello dall'altra parte, questo potrebbe anche risultare utile per sostituire velocemente, anche senza schema, un apparecchio difettoso.

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La siglatura "tedesca" permette al manutentore, per tutta la durata della vita della macchina, di cambiare i componenti senza lo schema elettrico (basta raggrupparli con una fascetta os crivere nell'etichetta anche il numero del componente).

Permette al progettista di non sbattesi a numerare i fili, di aggiungere righe pagine e colonne senza diver rinumerare lo schema

Per me .... numero 1.

PS:

Le macchine tedesce senza siglatura non e' che hanno il fili marcati direttamente sulla guaina?

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Le macchine tedesce senza siglatura non e' che hanno il fili marcati direttamente sulla guaina?

Nein !

Ne ho viste parecchie, in diversi settori, nessun numero!

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Per me .... numero 1.

De gustibus...... ;)

Sei l'unico favorevole, ci sarà un perchè, o no? ;)

Modificato: da Livio Orsini
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sara' perche mi hanno violentato il cervello appena uscito da scuola (un bel po' di tempo fa) con il TKE (manuale manoscritto in tedesco con le regole di kostruzione).

Per me dipende molto dal campo di applicazione, per esempio macchina utensile, produzione circa sempre quella, ci sono i cablatori che con targhette stampate a modo e maniera (belle lunghe 20mm), guardano lo schema solo di striscio e tirano fili velocissimi.

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citazione da Werner:

La siglatura "tedesca" permette al manutentore, per tutta la durata della vita della macchina, di cambiare i componenti senza lo schema elettrico (basta raggrupparli con una fascetta os crivere nell'etichetta anche il numero del componente).

Permette al progettista di non sbattesi a numerare i fili, di aggiungere righe pagine e colonne senza diver rinumerare lo schema

Per me .... numero 1.

PS:

Le macchine tedesce senza siglatura non e' che hanno il fili marcati direttamente sulla guaina?

Si come dice Livio UCAS

non mi veniva la sigla ma l'ufficio è quello...

perchè ciò implica che il manutentore della macchina utente con la numerazione in stile tedesco sia obbligato a sostituire l'eventuale apparecchiatura difettosa con altra identica e ciò non è affatto un obbligo per l'utente in quanto lo stesso decide secondo le proprie necessità e non secondo le necessità del costruttore

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  • 3 months later...

Se posso dire la mia, come numerazione preferisco i numeri sequenziali e come sigla dei componenti cerco di seguire le sigle P&ID per le utenze fuori quadro ma i componenti dentro il quadro sono nello standard

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