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Telecronaca Della Chiusura Di Uno Stabilimento


Livio Orsini

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Livio Orsini

Ieri sera TV3 ha tramesso la telecronaca dell'ultimo giorno di attività dello stabilimento Mivar, che lavorava a ranghi ridottissimi.

La vera tristezza è stato il vedere uno stabilimento bellissimo, anche se con qualche scelta discutibile a parer mio, completamente vuoto.

Capannoni ampli e luminosi; a luce unica, ovvero senza pilastri o colonne nel mezzo, in modo da offrire la massima sfruttabilità, completamente deserti.

Una cucina ed una sala mensa bellissime e funzionali, in grado di ristorare oltre mille persone, rimaste inutilizzate.

Mi ha fatto impressione l'intervista al "vecchio" propietario. Un novantenne più giovane di tanti trentenni rampanti del nostro panorama politico industriale.

Praticamente con la chiusura di Mivar ha chiuso l'ultimo stabilimento Europeo di televisori!

Sembra impossibile che nonostante il propietario dichiari la sua disponibilità a cedere in uso gratuito lo stabilimento ad altra società produttrice di televisori, purchè faccia lavorare maestranze italiane. non sia stato raccolto da nessuno.

Soprattutto mi deprime l'assordante silenzio governativo.

Era una buona occasioen per dimostrare con i fatti l'interesse per promuovere investimenti industriali in Italia! Ma nessuno si mosso, nemmeno il segretario di un sottosegretario che si sia dato da fare per ricercare partner tra i 3-4 produttori di LCD. :angry::(

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Caro livio la nostra classe politica ha creato una generazione di imprenditori a loro immagine, in modo da poter aver il controllo totale del paese.

E grazie al loro egoismo ed incoscienza, porteranno tra qualche decennio alla distruzione totale del paese piu' bello del mondo. :toobad:

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l'italia, unita o meno, è sempre stata terra di conquista: cosi' è e cosi' sarà

l'impero romano è finito da un pezzo: da li è stato un lento ed inesorabile declino

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Livio Orsini

l'italia, unita o meno, è sempre stata terra di conquista: cosi' è e cosi' sarà

l'impero romano è finito da un pezzo: da li è stato un lento ed inesorabile declino

No rifiuto questo fatalismo.

La generazione dei mie genitori e la mia hanno ereditato un paese agricolo, con agricultura arretrata, distrutto da due grandi guerre di cui l'ultima disastrosa ed in meno di 20 anni lo hanno trasformato on una potenza industriale.

Neglia anni '90 eravamo a disputarci con Francia e Inghilterra il quarto posto nella graduatoria mondiale; davanti c'erano stabilmente solo USA, Giappone e Germania..

E' vero che altri paesi come la CIna, anche grazie al cambiamento di politica economica, sono emersi con tutto il loro potenziale economico e,soprattutto, di risorse naturali e di dimensioni fisiche.

Però da 30 anni a questa parte la nostra classa dirigente pensa solo a divorare, le nuove generazioni crsciute nella bambagia, cercan solo ....il massimo del divertimento.

Sentire le parole di Venchi, splendido novantenne, mi è venuto il magone.

In Italia son rimasti solo i vecchi a cercare di far qualche cosa, invece di godersi il meritato riposo. :angry:

Lo si è visto anche qualche mese addietro; son dovuti andare a pregare un quasi novantenne di rimanera ancora per sette anni al suo posto, perchè non eran nemmeno ingrado accordarsi su di uno più giovane ma di buon carisma. FOrse anche perchè non ci sono più personaggi sufficientemente autorevoli, ma solo nani travestiti da persone normali, nemmeno da giganti.

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Secondo me non è un problema di capacità o voglia da parte dei giovani ma di buonsenso. Nessuno con un minimo di senno oggi apre un'impresa in italia carico fiscale enorme costi trasporto, energia ecc.. superiori a quelli di un qualunque altra nazione. Basta spostarsi di poco rimanendo in europa senza andare in cina per abbattere i costi.

Hai voglia a giustificare il maggior costo dei prodotti italiani con il made in italy ...Aggiungi l'ipergarantismo dei dipendenti se ti capita un fannullone devi sperare che muoia per liberartene. Noi intanto si discute (attenziione si discute non si decide quello mai) di leggi elettorali e parità di genere.. ma è vietato parlare di politca.

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Grazie a Livio abbiamo la certezza della morte della nostra industria di televisori,(gia in passato ho letto un articolo simile apparso sul forum dove si annunciava questo evento), quanto tempo ho passato sui telai di questa (amata) marca dai ricambi con costi contenuti, rispetto a marchi più blasonati ma non di miglior pregio tecnico. Purtroppo come avete gia commentato della nostra situazione economica tutti avermmo qualcosa da dire o una bella ricetta da proporre,purtroppo la politica delle sole chiacchere a fatto si che perdessimo la nostra vera identità di un paese privo di materie prime e basato solo sulla forza lavoro per trasformare ciò che importiamo in prodotti finiti da vendere all' estero. Ora molte famiglie vivono con i sussidi della cassa integrazione......................a quando la caduta nel baratro o la rinascita, è solo questione di tempo....... un ciao a tutti

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Luigi Di Donato

Chi in italia ha voglia di lavorare lavora, l'unico problema e che per ogni persona che lavora ci sono 7,8 parassiti che devono mangiare su quelle spalle, senza produrre niente, che vivono solo di chiacchiere e disgrazie altrui ,i portabandiera sono i politici, seguono i falsi invalidi , corpi statali inutili ecc ecc.

Se ha chiuso la Mivar che speranze hanno gli altri???

la situazione piu' o meno e' questa:

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Riccardo Ottaviucci

E grazie al loro egoismo ed incoscienza, porteranno tra qualche decennio alla distruzione totale del paese piu' bello del mondo.

ce l'hanno già portato un decennio fa quando hanno fatto la scelta di entrare nell'Euro.....

Livio,si chiama Vichi e non Venchi.... :whistling:

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Livio Orsini
Livio,si chiama Vichi e non Venchi..

Hai ragione Riccardo, Venchi fabrica o fabbricava cioccolata e dolciumi.

Giggino la tua storiella sarebbe divertente se non fosse la tragica realtà.

Comunque la Mivar non ha chiuso per tasse ma per i costi.

Stando alle dichiarazioni della figlia del sig. Vichi è da 10 anni che la società produceva televosori dove già il solo schermo LCD costava all'azienda più di quanto ricavava dalla vendita dell'intero televisore. :toobad:

Già avevamo un problema con la costruzione dei CRT, perchè l'unico produttore nazionale di CRT a colori era la fabbrica di Frosinone che produceva CRT con tecnologia non certo d'avanguardia.

Purtroppo l'industria televisa italiana ha ricevuto la prima grossa mazzata non per le tasse, ma per la cervellotica opposizione all'introduzione delle trasmissioni a colori.

Avevo 18 anni, quando un pomeriggio di sabato grasso ambrosiano, lìinsegnate di ripresa televisiva che era un dirigente RAI, ci portò in visita alla sede RAI di corso Sempione a Milano. Vidi per la prima volta la TV a colori. Erano 2 anni che trasmettevano, in ore strane, da Milano al Penice che ritrasmetteva a Milano. Tutto questo per prove tecniche. Ma secondo i tecnici RAi era tutto pronto per iniziare le trasmissioni regolari.

Purtroppo un così detto economista nonchè parlamentare da sempre e più volte ministro di ministeri economici, ovviamente stimato in tutta Europa, si opponeva all'introduzione del colore perchè, a suo giudizio, le famiglie italiane invece di risparmiare avrebberoa cquistato televisori.

Così fummo gli ultimi europei ad avere il colore e solo quando cadde il monopoli. Intento la nostra industria che era una delle migliori europee, andò a catafascio.

Ora però ci sono anche altri problemi.

In tutta Europ, ma anche neglio USA, non c'è un solo produttore di schermi LCD. SOno tutti prodotti da giappone si e koreani.

Anche in questo caso non solo l'Italia ma anche il resto d'Europa e gli USA si son dimostrati molto .....preveggenti.

Se ripenso che nei primi anni '70, quando alvoravo ad Ivrea nei laboratori di ricerca Olivetti, c'era un laboratorio che si occupava di riciercare sulle tecnolofie di stampa termica e sui visualizzatori a cristalli liquidi.

Poi arrivò Demaledetti e per prima cosa chiuse la ricerca, poi si spolpò tutto il malloppo... :angry::(

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Riccardo Ottaviucci

Purtroppo un così detto economista nonchè parlamentare da sempre e più volte ministro di ministeri economici, ovviamente stimato in tutta Europa,

chiamiamolo per nome,è giusto che chi non lo conosce lo sappia : Ugo La Malfa.

Aveva paura che gli italiani si indebitassero troppo,mentre i suoi amici di governo da allora hanno lasciato in eredità ad ogni italiano,anche neonato,un debito di oltre 30 mila euro.Uno dei responsabili della morte dell'elettronica di consumo in Italia fu proprio lui e le sue idee retrograde.Io ancora mi ci inca....bip :angry:

Poi arrivò Demaledetti e per prima cosa chiuse la ricerca, poi si spolpò tutto il malloppo... :angry::(

e ancora va cercando chi spolpare... :whistling:

Modificato: da Riccardo Ottaviucci
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E' sempre demoralizzante leggere queste notizie, soprattutto quando si parla di aziende serie che hanno sempre lavorato onestamente senza chiedere niente a nessuno. Io non sono daccordo quando si dice che i giovani non sono capaci, che hanno poca volontà ecc, è vero ci sono gli scansafatiche ma non sono tutti così. Io ho perso il lavoro diverso tempo fa e da allora sto cercando disperatamente qualsiasi cosa ma è un impresa molto difficile, tra l'altro al sud la situazione è ancora più tragica.

Aprire un' attività oggi è un rischio troppo grosso vista la situazione economica e quindi si vive in una condizione di stallo non sapendo cosa fare.

Quando leggo che negli anni 80 il lavoro ti "veniva a cercare" di quando si stava bene rimpiango quell' epoca ma nessuno poteva immaginare che avrebbero ridotto così il nostro paese!

Purtroppo si fanno solo chiacchiere ma fatti concreti non ne vedo, ma quanto potremmo resistere ancora?

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Livio Orsini
Inserita: (modificato)
Quando leggo che negli anni 80 il lavoro ti "veniva a cercare" di quando si stava bene rimpiango quell' epoca ma nessuno poteva immaginare che avrebbero ridotto così il nostro paese!

Non è proprio così.

Già negli anni '80 non era troppo facile, almeno oper chi non aveva specializzazioni. A meno di accontentarsi di lavori di manovalanza e facchinaggio.

Nei primi anni 70 potevi permetterti, se avevi una buona specializzazione, di cambiare azienda due o tre volte al giorno! Un mio ex collega lo fece; aveva 3 offerte, accettò la prima, non gli piacque, al pomeriggio provò la seconda azienda, ma prima delle 17 si era già dimesso e fatto assume re dalla terza (dove rimase sikno alla pensione circa 30 anni dopo :smile: ).

Però c'erano altri, le paghe non erano molto alte, in rapporto al costo della vita. Non tanto per i beni primari come vitto, alloggio (se ti accontetavi di poco), trasporti pubblici e riscaldamento. Erano molto costosi i telefoni, le automobili (ora però stiamo ritornando su quei livelli), e tutto quanto poteva essere voluttuario. Cenare al ristorante, per una famiglai di lavoratori, era un evento eccezionale, gia andare in pizzeria, che costava molto poco, era una specie di lusso che la maggior parte si permetteva qualche volta in vacanza e poco più. Le vacanze, per chi poteva permettersele, consistevano nell 2 settimane in una pensione romagnola, oppure per i più avventurosi 2 settimane in campeggio. Anche perchè avevi diritto solo a 2 settimane di ferie, a meno di avere più di 5 anni di anzianità nella medesima azienda. I diritti sindacali erano ancora ridotti.

Poi le cose si sono rovesciate, da pochi diritti si è passati ai soli diritti, dallo straordianrio obbligatorio si è passati al diritto alle due settimane di "malattia" fasulla. Diritto non scritto nel contratto ma accettato in molte grandi aziende per "pace sociale".

Poi ci si è messo anche lo stato a drenare soldi ai lavoratori.

Gli stipendi non eran alti ma la tassazione media, ai tempi della Vanoni, per un lavoratore non superava il 15%, non c'era IVA, l'IGE che ne era l'antenata incideva per il 3,3% e solo su alcuni prodotti.

Poi con l'armonizzazione Europea è arrivata lIVA, che è stata un ottimo pretesto per i commercianti: rincari a non finire per colpa dell'IVA, così dicdevano loro.

Da quel momento chi poteva ha cominciato a spremere il limone.

Ora siamo arrivati al punto che non solo non ci sono qausi pòiù limoni, ma anche gli alberi che li producono son pochi e malandati.

:(:angry::(

Modificato: da Livio Orsini
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Sono daccordo con quello che hai detto ma è innegabile che negli anni 80 il lavoro ancora c'era ovviamente se eri specializzato potevi puntare a qualcosa di più altrimenti ti toccava fare l'operaio. Però oggi giorno non si trova lavoro neanche come operaio quindi il salto in negativo è tantissimo.

Una volta ho visto un documentario degli anni 70 mi pare, per chi veniva dal sud già all' uscita dalla stazione c'erano i botteghini delle aziende (alfa romeo, pirelli, ecc) che ceravano operai, quindi appena arrivavi avevi già un lavoro.

Come hai detto anche tu le condizioni non erano ideali perchè le paghe erano basse e si dovevano fare moltissimi sacrifici inoltre con pochi diritti.

Però anche dopo aver conquistato i "diritti" come saprai anche tu, non per tutti erano validi perchè in alcune aziende si lavorava e si lavora anche oggi al limite delle regole.

Credo che quei tempi non torneranno in più, il tessuto industriale secondo me è compromesso e poi a differenza di quegli anni ce un concorrenza agguerrita con i paesi emergenti che ci ha stroncato.

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E visto che ci siamo vogliamo dire anche che le banche hanno contibito in modo determinante a incanalare l'economia verso lo sfascio, prima ci hanno illuso con facili guadagni borsistici, poi hanno concesso prestiti a chiunque bastava avere un amico giusto e manco ti chiedevano che lavoro facevi per pagare il debito, ora chi chiede prestiti per sostenere la sua attività (sempre che ci sia)ti respingono anche se garantisci la copertura della richiesta, ritornando a noi mi auguro solo una ripresa del settore per vedere facce sorridenti e non solo commenti negativi, ma la politica non ci aiuta........troppi interessi personali sia a destra che a sinistra e il centro non c'è. un ciao a tutti e scusate la lungaggine ma sono molto inca..ato sull' argomento.

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ma si ma è inutile: siamo raddoppiati come popolazione negli ultimi 40 anni: la ricchezza è questa ed è sempre più da spartire

finchè non ci sarà una catastrofe di massa che riporterà la popolazione sui 3/3.5mld di persone sarà un lamentarsi in perpetuo

per niente...

Modificato: da fraandco
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Il grande Carlo Vichi, un uomo dal cuore d'oro, è triste leggere notizie come queste, sopratutto per chi come me abita a meno di 10 km dalla Mivar, e dove ai tempi della scuola avevamo fatto una visita guidata a vedere come era una fabbrica ultramoderna che fabbricava dalla A alla Z i televisori. :(

In merito alla nonstra classe politica, preferisco astenermi dal fare commenti........

Modificato: da Ivan Botta
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Livio Orsini
ma si ma è inutile: siamo raddoppiati come popolazione negli ultimi 40 anni: la ricchezza è questa ed è sempre più da spartire

Non solo ma il lavoro è anche diminuito.

Alcuni esempi.

  • Nelle aziende l'informatica ha fatto sparire quasi tutti i cosidetti impiegati d'ordine: dattilegrafe, archivisti, amministrativi noin specializzati, etc.
  • In produzione più dei 2/3 delle posizioni ora è occupata da macchine automatiche.
  • Le nuove figure professionali che assistono le linee automatiche oltre ad aver compensato si e no un decimo dei oosti di lavoro persi, richiedono competenze teoriche e pratiche molto specialistiche, almeno a livello di diploma professioanle.
  • Nel campo elettronico son spariti quasi tutti gli addetti all'assiemaggio e collaudo di schede elettorniche. La fila di banchi di montaggio componenti e postazioni di collaudo fa parte dell'archeologia industriale, il tutto in circa 25 anni.

Tutto questo sembra essere ignorato da chi si è assunto il dovere o, peggio, arrogato il diritto di dirigere la nazione.

Anche nel resto del mondo occidentale, ma non solo, senbra che queste persone facciano di tutto affinchè la popoloazione non riesca acomprendere questo stato di cose.

Noi poi abbiamo aggravato la situzione mettendoci del nostro.

Poi con il nostro istinti masochista e la predisposizione all'autoflagellaziane desciviamo le cose anche peggio di quello che sono nella realtà

Caso emblematico la stima della corruzione. La nostra stampa che ogni giorno aggiunge qaulche miliardo alla cifra presunta, con la stampa straniera a cui non pare vero di rilanciare la notizia acrescendo le stime.

Finalmente l'unico ente che può e deve dare notizie vere, la Corte dei Conti, ha scritto che non è possibile un'esatta qauntizzazione e che comunque le cifre apparse sulla stampa (60 miliardi!) oltre ad essere dstitute da ogni fondamento perchè è impossibile quantificare l'esatto ammontare, sono sovrastimate di circa un ordine di grandezza.

La situazione non è rosea, però cerchiamo di non vederla più nera di quello che è nelal realtà. Inquesto modo si alimenta una spirale perversa sempre più deprimente.

Se ci rompe la testa piangere e lamentarsi è di poca o nulla utilità: Molto meglio fasciarsi la testa ed assumere un antidolorifico.

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Inviato Oggi, 14:28 da fraandco

ma si ma è inutile: siamo raddoppiati come popolazione negli ultimi 40 anni: la ricchezza è questa ed è sempre più da spartire finchè non ci sarà una catastrofe di massa che riporterà la popolazione sui 3/3.5mld di persone sarà un lamentarsi in perpetuo per niente...

Ma che razza di discorso è il tuo?

Con più siamo e con più bisogna produrre per accontentare tutti, quindi più fabbriche o stesse fabbriche con più dipendenti e quindi meno disoccupati.

Non penso che intendevi di favorire l'eliminazione di tutti i pensionati e di castrare tutti i maschi per ridurre la popolazione.

Non mi trovo d'accordo neppure con quelli che infieriscono sui datori di lavoro che vogliono spostare le loro produzioni in paesi più vantaggiosi, oserei dire che agiscono nel loro interesse.

Ho ancora sotto gli occhi la locandina che il sig. Vichi ha esposto al termine della costruzione del nuovo stabilimento che ora vuole affittare gratis a chi assume 1200 dipendenti.

Diceva di rimetterci 1 milione di Lire al giorno, ma lo teneva vuoto perchè non voleva interferenze dei sindacati.

Vorrei pure suggerire ai nostri politici di abolire la Cassa Integrazione che praticamente viene pagata da tutti quelli che pagano le tasse.

Basterebbe proporre alle ditte che la richiedono, che per tutto il periodo richiesto possono trattenersi le tasse che dovrebbero pagare sugli stipendi.

Teoricamente i dipendenti incasserebbero lo stesso mensile ed alle ditte i dipendenti costerebbero il 50% in meno senza smettere di lavorare.

E' vero che lo stato non incasserebbe i contributi, ma non dovrebbe neppure sborsare soldi per la cassa integrazione.

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Con più siamo e con più bisogna produrre per accontentare tutti, quindi più fabbriche o stesse fabbriche con più dipendenti e quindi meno disoccupati.

il pianeta è sempre quello, più persone più bocche da sfamare da dissetare ecc

anche l'acqua dolce disponibile è sempre quella che si ricicla e rigenera

i terreni coltivabili pure:

e le materie prime ecc ecc

purtroppo per andare su marte è ancora presto e temo non sia cosi' conveniente rigenerarlo dato che non sarebbe in grado di trattenere l'atmosfera a lungo...

ti rimando a un interessante documentario della national geographic channel in cui descrivono cosa succederebbe con 14 miliardi di persone...

Non penso che intendevi di favorire l'eliminazione di tutti i pensionati e di castrare tutti i maschi per ridurre la popolazione.

ci hanno già pensato: in cina un figlio a coppia, non di più altrimenti non ci si sta più dentro...

Ho ancora sotto gli occhi la locandina che il sig. Vichi ha esposto al termine della costruzione del nuovo stabilimento che ora vuole affittare gratis a chi assume 1200 dipendenti.

quella era una barzelletta probabilmente

Modificato: da fraandco
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io invece condivido il pensiero di fraandco

Facendo un "bilancio energetico" il numero di lavoratori necessario a sostenere il consumo mondiale è inferiore al numero di potenziali lavoratori.c'è un surplus di offerta di lavoro. Forse è venuto il momento di pensare a una società diversa da come la vediamo noi. Dovremo pensare a come mantenere un equilibrio non a sostenere uno sviluppo costante. Vantaggioso non sarà quello che costa meno ma quello che provocherà meno perurbazioni a questo equilibrio.

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del_user_83838

Poco fa a “La vita in diretta” c'è stato un servizio dedicato alla Mivar, con tanto di collegamento dalla sede della ditta, intervista a Carlo Vichi e servizio sull'ultimo TV prodotto regalato – stando al servizio – allo stesso Carlo Vichi. Da quello che ha detto il giornalista pareva che la produzione si sia conclusa pochi giorni fa, mentre io invece sapevo che s'era conclusa a Dicembre.

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Riccardo Ottaviucci

la Rai arriva sempre tardi a diffondere certe notizie,che nella loro negatività,potevano avere anche un risvolto di speranza con l'offerta di Vichi di affittare gratuitamente il suo stabilimento a chi volesse riaprire una qualsiasi attività nel campo dell'elettronica.

Modificato: da Riccardo Ottaviucci
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