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PLC Forum


Cicloconvertitori - Addio agli inverter?


Mario Maggi

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Ciao a tutti

Mi risulta che un produttore giapponese (H...) di inverter stia per lanciare un prodotto elettronico di potenza sostitutivo dell'inverter.

Si tratta di un sistema con 18 IGBT, senza bus DC, chiamato convertitore matriciale o cicloconvertitore. Da non confondere con un altra tipologia di vero inverter prodotto in Giappone (Y....) con 18 IGBT ma con bus DC e condensatori, assenti nel cicloconvertitore.

In realta' il campo di utilizzo ha diversi limiti, ma il fatto di effettuare una sola conversione (AC-AC) anziche' due (AC-DC e DC-AC) risulta vantaggioso per il rendimento, soprattutto con motori grossi. In effetti l'unica applicazione di cicloconvertitore che ricordo in Italia e' relativa ad un motore da 30 MW o giu' di li.

L'innovazione sta in un nuovo tipo di IGBT "bidirezionale", assimilabile ad un IGBT senza diodo di free-wheeling.

Se avete altre informazioni su questo progetto, ben vengano.

Ciao

Mario

P.S.: lunga vita agli inverter, non hanno ancora espresso tutte le potenzialita'.

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So che all'università di Bologna trafficavano attorno ad un convertitore matriciale AC-AC per azionare degli ascensori già 3-4 anni fa, un mio amico ha fatto la tesi di dottorato su questo argomento, ma adesso è in Africa e non lo posso contattare in breve tempo, comunque appena lo becco gli chiedo lumi.

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Vero, Igor.

Finora pero' si erano usati tiristori (lentissimi) e transistor puri (senza diodi, difficili da reperire e da comandare con elevata corrente a tensione flottante) con scarsissimi risultati pratici.

L'applicazione su ascensori mi sembra particolarmente difficile, ma e' giustissimo che l'Universita' faccia ricerca.

Impiegati con motori per ascensori gearless, potrebbero risultare molto efficienti.

Attendo news

Ciao

Mario

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Pietro Buttiglione

non so se sia giusto chiamarlo "cycloconverter" visto che qs. nome aveva una volta

altro significato....

comunque da qualche parte io ho una nota tecnica dell'ing.Venturini che ne parlava gia'

circa ventanni fa e lo chiamava giustamente 'convertitore diretto'.

ciao

pietro

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Bentornato Pietro!

Chiamalo come vuoi, di fatto parliamo della stessa configurazione.

Convertitore diretto = cycloconverter = matrix converter.

Nato nel 1930 con celle a vapori di mercurio, e' stato molto usato per convertire la frequenza a 16,66 Hz in Europa per la trazione ferroviaria, oppure per grossi motori sincroni a rotore avvolto.

Si tratta in tutti i casi della seguente configurazione tra linea L1 L2 L3 e motore UVW:

L1>U

L2>U

L3>U

L1<U

L2<U

L3<U

L1>V

L2>V

L3>V

L1<V

L2<V

L3<V

L1>W

L2>W

L3>W

L1<W

L2<W

L3<W

Quindi 9 IGBT in un senso (L>motore) e 9 nell'altro (L<motore)

Se leggermente sovradimensionato e se protetto da 18 fusibili, in caso di guasto di uno o due IGBT il cicloconvertitore continua ad azionare il motore con una distorsione di tensione accettabile.

Spariscono i circuiti di frenatura, in quanto l'energia di ritorno viene recuperata in rete dagli stessi 18 RB-IGBT

(ReverseBlocking IGBT). L'impiego su grosse gru, carriponte, sollevatori da miniera, ecc. risulta particolarmente allettante.

Il produttore giapponese e' F..... (e non H....., non ho potuto correggerlo).

Ciao

Mario

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Pietro Buttiglione

di quell'articolo dell'ing. Venturini io ricordo due cose:

- il fatto che allora NON esistevano ancora componenti

di potenza che lavorassero alle frequenze necessarie

- l'idea che qs. sistema permetteva davvero tante diverse strategie di controllo,

da cosfi' unitario a uscita sinusoidale...

- confermo che' e' un 4 quadranti.

ciao

pietro

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