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Rimessa A Norma Impianto Elettrico


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Mi servirebbe un consiglio.

Un'amica mi ha chiesto se potrei rimetterle a norma l'impianto elettrico, che attualmente è il classico impianto dell'epoca di Marco Caco con fili rigidi di sezione infima, colori arbitrari e tutto il resto

Insomma come sapete meglio di me si tratta di estrarre tutti i fili, passare le due dorsali per luce e prese e poi tutti i cavi con sezione secondo norma ecc ecc ecc., insomma nulla che non abbia già fatto (ho fatto per anni l'elettricista per varie ditte e di lavori del genere ne ho fatti svariati)

Il problema è che so farlo, già l'ho fatto ma avendo sempre lavorato come dipendente non sono iscritto a nessun albo professionale quindi non potrei certificare la messa a norma.

Quindi domando a voi: la certificazione serve anche in caso di impianti residenziali, no? Nel caso, si potrebbe chiamare un perito e far certificare a lui i lavori compiuti? Con quale spesa?

La casa non è di proprietà, è un appartamento delle case popolari, ed anche lì mi dovrei informare su cosa spetta al proprietario e cosa all'inquilino.

Intanto vi ringrazio :)

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Il certificato è obbligatorio per qualsiasi uso si fa dell'impianto, al limite cambiano le prescrizioni.

Un perito non potrebbe dichiarare cha ha installato a regola d'arte se hai fatto tu il lavoro, mi sembra il caso dove si potrebbe parlare di rispondenza, ma per questo aspetta altri pareri.

Immagino che l'abitazione abbia meno di 400mq e che non superi i 6kw, quindi non dovrebbe esserci obbligo di progetto redato da un professionista.

Se proprio vuoi coinvolgere qualcuno per il certificato puoi chiedere anche ad un installatore, ma prima di fare i lavori, in modo che lui approvi quello che diventerà una sua responsabilità.

Per la questione economica non saprei quanto sia conveniente per il committente dover pagare due figure differenti quando potrebbe farlo fare ad un installatore abilitato.

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Buona serata Darlington , buona serata maxpala 2003

io domani sera vado in pizzeria , con la famiglia ed una coppia di amici . Per risparmiare porto io al pizzaiolo la mozzarella , anche un chilo di doppio 0 , tanto la avevo in casa...ma al momento di entrare in pizzeria mi faccio firmare un foglio dove chiedo la responsabilità civile e penale al pizzaiolo se faccio indigestione nonostante abbia portato io gli ingredienti : al momento del conto farò le mie rimostranze perché logicamente pretendo uno sconto esagerato , dato che ho portato io la roba da casa .

Giuro che non voglio fare polemica , ho solo fatto un esempio che calza a pennello , anzi nono.... di pizza non si muore , l'indigestione passa dopo 2 gg di folgorazione si, e la responsabilità è del dichiarante

non del certtificante, ovvero , l'elettricista non certifica, semplicemente dichiara conforme alla norma applicabile all'impianto

rimango a Vostra disposizione per quanto io possa essere di aiuto

A domani , buon proseguimento :thumb_yello:

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Se sono case popolari, le certificazioni degli impianti spettano al proprietario dell'immobile, ovvero l'istituto che le gestisce.

E' chiaro che, il predetto impianto era condivisibile all'epoca della realizzazione , nel rispetto della normativa del tempo

Semmai, solo la 46/90 ha imposto per gli impianti antecedenti all'entrata in vigore della predetta, un minimo sindacale, ovvero il differenziale ove non previsto precedentemente, ovvero anche dove non predisposto l'impainto di terra.

Se l'immobile è di proprietà altrui, e il nostro amico non è iscrtitto all'albo, non vedo come si possa procedere in merito.

La normativa, o le norme aggiornate, non impongono sempre l'aggiornamento obbligatorio dell'impianto.

dato che chi affitta un immobile, è tenuto alla promozione della certificazione degli impianti alla richiesta dell'inquilino, se la persona interessata ne fa richiesta al proprietario, ovvero in questo caso l'istituto che ne detiene la gestione, esso deve produrla o riparare alla lacuna tecnica.

Modificato: da Elettroplc
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dato che chi affitta un immobile, è tenuto alla promozione della certificazione degli impianti alla richiesta dell'inquilino, se la persona interessata ne fa richiesta al proprietario, ovvero in questo caso l'istituto che ne detiene la gestione, esso deve produrla o riparare alla lacuna tecnica.

Scusa ma non riesco a seguirti... è l'ente proprietario dell'immobile (ATER) a certificare che l'impianto è a norma?

E dato che l'Ater non mi risulta mandi elettricisti a fare lavori di manutenzione (aka: se li chiami e gli chiedi come procedere, ti dicono "chiama qualcuno, fai fare i lavori, pagalo di tasca tua e poi se ne riparla), sulla base di cosa certifica l'impianto? Deve esserci qualche dichiarazione di chi ha fatto i lavori che certifica a sua responsabilità che il lavoro è stato eseguito a regola d'arte?

Io di tutta la parte burocratica, ne so praticamente niente... ricordo solo un caso, nella mia carriera, dove la ditta per cui lavoravo venne chiamata per rimettere a norma un impianto di una casa al mare dove era già passato un precedente "elettricista" che, a detta dei proprietari, aveva "rifatto l'impianto a norma"...

...uso le virgolette perché il concetto di "rimettere a norma" del precedente "elettricista" è stato prendere uno scatolone di frutti, placche e supporti Vimar 8000 per 503, tagliare le staffe per i due frutti più laterali in modo da far entrare quel che rimaneva nella scatolina rotonda, fissare tutto quanto con due tasselli per ogni supporto e lasciare però fili rigidi e giunte con nastro in tela...

dubito che quel tizio si sia preso la responsabilità di rilasciare dichiarazioni di conformità o di impianto a norma...

Modificato: da Darlington
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Juri Cioffo IL Professore

In caso di alloggi popolari, il proprietario, comune o ATER o altro ente, è tenuto in fase di assegnazione a consegnare l'alloggio con l'impiantistica a norma, certo che se l'assegnazione è avvenuta 50anni fa, l'impianto rispetterà le normative in vigore all'epoca, per quanto riguarda la manutenzione ordinaria/straordinaria dell'impianto elettrico del singolo alloggio, essa è a carico dell'inquilino totalmente, escluso solo la parte tra vano contatori ed ingresso alloggio, su impianti vecchi normalmente l'ATER o altro ente, si tutela installando il "salvavita" a fianco al contatore, mettendo una palina e portando il cavo terra e/o la canalizzazione per esso fino alla porta di ciascun alloggio, se vuoi rifare l'impianto elettrico o modificarlo, è tutto a carico dell'assegnatario. La norma, per lo meno in Toscana, prevede una raccomandata A/R all'ente che cura le assegnazioni, descrivendo il lavoro che si intende effettuare, dopo 15gg dal ricevimento della stessa, senza risposta, si ha il tacito consenso ad effettuare i lavori, l'eventuale Di.Co. o Di.Ri. """se è il caso di farla""", dovrà essere consegnata dall'elettricista all'inquilino e poi dall'inquilino all'Ente proprietario. Questa è la prassi, poichè ho avuto modo di realizzare impianti e/o modifiche per conto di enti proprietari di case popolari.

Modificato: da Juri Cioffo IL Professore
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su impianti vecchi normalmente l'ATER o altro ente, si tutela installando il "salvavita" a fianco al contatore

Questo lo posso confermare.. vivo anche io in appartamento dell'ATER, solo che quando ci sono entrato io (20 anni fa) hanno rifatto tutto l'impianto a norma (e pure fatto bene, nel mio caso hanno fatto anche opere murarie e steso tubi corrugati e scatole nuove). Gli altri condòmini erano dentro da più tempo ed avevano (hanno?) ancora il classico impianto vintage.

Svariati anni fa l'Ater ha installato differenziali e magnetotermici dopo il contatore... a tutti gli altri, perché io il centralino già ce l'avevo dentro casa :)

A parte questo, comunque, confermi che non c'è nulla di particolare da fare a livello burocratico? Nulla insomma che debba essere fatto da persona iscritta all'albo della categoria?

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buona giornata a tutti voi

quindi Cioffo tu stai confermando che il rifacimento di un impianto può essere fatto anche da persona non iscritta all'albo......

nulla di particolare vuole dire che una persona può mettere mano all'impianto di una abitazione non sua , per conto di una amica, e tutto fila liscio perché citiamo la frase DiCo e DiRi "se è il caso di farla....." :roflmao:

Vogliate perdonarmi , io viso su un altro pianeta.....

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Luigi, ma noi viviamo nel paese delle meraviglie.

Può capitare di tutto ed il suo contrario.

In questo bel paese molte cose scarseggiano, ma non certo i professori.

Modificato: da Livio Orsini
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Juri Cioffo IL Professore

No, non confermo che chiunque può rifare l'impianto elettrico, è ovvio che bisogna rivolgersi a " soggetti abilitati", casomai in questo caso il vuoto è che alla fine all'ente ATER o chicchessia, poco gli importa di che modifiche fai all'impianto elettrico e soprattutto gli interessa poco anche "chi fa queste modifiche" poichè secondo la LORO normativa, è l'inquilino che deve trasmettere la Di.Ri. o Di.Co., LORO però non te la chiedono, anche se sono a conoscenza delle modifiche o rifacimento!

In un caso che facevo manutenzione in un edificio, un NON udente, si era fatto un campanello a 220V sulla pulsantiera a 12v, con tante belle lampadine da 60w a 220v, in casa al posto della suoneria, peccato che lo aveva fatto da solo e pure male, un giorno mi chiamarono per un guasto ai citofoni, il 220V per un filo staccato era passato direttamente sul 6volts del posto esterno, questo per farti capire che non ci sono controlli di niente e se ci fossero sarebbero molto difficili! E' quindi lecito pensare che in molte situazioni, c'è chi si rivolge al "soggetto non abilitato". Un conto è la teoria e le normative che devono essere applicate e rispettate, un conto è la pratica, e facendo interventi, ho visto di tutto e di più! E poi i suddetti enti vogliono il risparmio, gare al ribasso su tutto!

Diverso è il caso, in cui operi direttamente per l'ATER, in questo caso ti chiedono si tutte le certificazioni ed i requisiti! Addirittura in caso di gara di appalto, devi dimostrare in toscana, che il tuo magazzino e/o sede si trovi nel raggio di 50km, dalla zona in cui loro ti chiedono la prestazione!! E si riservano anche di verificare di persona!

Modificato: da Juri Cioffo IL Professore
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Io non conosco la burocrazia dell'ATER , ma l'ATER non è un soggetto normativo che fa proprie leggi , al massimo regolamenti interni per coordinare le manutenzioni o le attività, semplicemente è Obbligato a rispettare la normativa in campo elettrico nazionale .

Il fatto che non richieda copia della dichiarazione di conformità non vuole dire che in caso di un grosso problema, l'ente non posso che chiedere il "conto" a chi ha fatto il lavoro

Cioffo la mia è una riflessione semplice.....se disgraziatamente succede un infortunio o un incidente.... per prima cosa vanno a prendere l'inquilino e gli chiedono se aveva fatto modifiche

sul contratto di affitto o comodato ci sarà sicuramente la clausola che il conduttore/usufruttuario dell'alloggio è tenuto alla manutenzione.....ed in buono stato.....conservazione del bene.... frasi di questo tipo

il rifare sostanzialmente un impianto ( al di la della discussione se tocchi a chi e come, inteso come manutenzione ordinaria o straordinaria ) da una persona che alla fine non può dichiarar conforme quanto realizzato contrasterà sicuramente con quanto scritto appunto nel contratto

quello che citavi tu nelle ultime frasi è una normativa locale o una richiesta specifica per un appalto , ed alla fine è normale chiedano copia della DICO

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Questo argomento mi interessa moltissimo ma ci sono troppe cose da dire e andremmo a discutere per migliaia di post ne sono sicuro, non voglio criticare nessuno o burocrazie o modo di fare lavorare o chi che sia, ma ho letto alcune diciamo imprecisioni che rimangono moltissimo nascoste e nessuno le svela mai o comunque molto spesso.

Domanda: nessuno ha mai visto un impresa di elettricisti fare uno o più impianti da ragazzi o operai che nemmeno sapevano quello che facevano perché privi di esperienza o addirittura di titolo di studio specifico, tanto si tratta di tirare 4 fili e fare 4 giunte, poi il datore di lavoro certifica l'impianto/i ?

Io ne vedo ancora di queste imprese, l'importante è che il lavoro poi sia certificato con tutte le regole che ci vogliono, ma chi l'ha eseguito veramente non interessa a nessuno,anzi ultimamente ho visto muratori semi elettricisti a contratto mettono giù tutte le scatole e se vuoi ti passano anche tutti i fili......peccato la crisi che li ha un po' bloccati, bye

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OT:

Domanda: nessuno ha mai visto un impresa di elettricisti fare uno o più impianti da ragazzi o operai che nemmeno sapevano quello che facevano perché privi di esperienza o addirittura di titolo di studio specifico

Visto, visto... :angry: quando mi avevano mandato a rifare l'impianto di una villetta, dove congiuntamente c'era un sistema d'allarme da installare, assieme a due baldi giovanotti, che a detta del titolare si sarebbero occupati di prese e punti luce mentre io mi concentravo sull'antifurto.

A parte il dover interrompere il mio lavoro ogni tre per due perché 'sti due tizi non avevano idea di come fare le deviate e le invertite, alla fine del lavoro provo un pò di punti luce interrotti e... in tutti quanti salta il MT luce appena premi l'interruttore, perché il wannabe li ha collegati tutti quanti fra fase e neutro

...il bello è che dopo avergli smazzato tutto l'impianto antifurto (consegnato perfettamente funzionante), io sono stato congedato con ennesimo pacco di scuse imbecilli, mentre i due cialtroni hanno continuato a lavorare, mi auguro che abbiano creato danni veramente seri da qualche parte e che lui sia stato costretto a risarcire di tasca sua

fine OT

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Purtroppo non è così, quei signori (imprenditori elettrici) e c'è ne sono moltissimi guadagnano un casino di soldi sulla bassa qualità di manodopera tanto gli va sempre bene tutto ,bye

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Maurizio Colombi

Purtroppo non è così, quei signori (imprenditori elettrici) e c'è ne sono moltissimi guadagnano un casino di soldi sulla bassa qualità di manodopera tanto gli va sempre bene tutto ,bye

Beh....il guadagno è relativo! Se metti in conto tutte le volte che si ritorna per mettere a posto le "magagne".......dovrebbero farsi pagare il doppio!

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Molto spesso sono magagnate che restano nascoste per molto tempo, e guarda caso ....troviamo noi le sorprese dopo anni per una modifica o il guasto famoso e poi non è sempre facile spiegare cosa è successo al cliente, sembrano sempre le solite scuse per alzare il prezzo dell'intervento, bye

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Le cose certe sono tre:

1) Il cliente non si sente sicuro del proprio impianto elettrico.

2) L'ente gestore non farà nulla altrimenti con fiducia la cliente si sarebbe rivolto a questi.

3) Il cliente, non essendo casa sua, vuol risparmiare al massimo (come dargli torto).

cui si aggiunge:

1) Se l'impianto lo fa un elettrecista abilitato costa di più e (forse) può tentare il rimborso dall'Ente.

2) Oppure spende il minimo possibile a condizione di avere un buon impianto.

Per le responsabilità penali in caso di incidente non saprei:

Se l'impianto è fatto bene, con o senza conformità si taglia la testa al toro!

Credo che con la conformità, fattura ecc..ecc..il cliente riesca (alla lunga, molto alla lunga) a recuperare le spese.

OT (mica tanto)

Passiamo ora al burocratico divertimento:

Chi l'ha detto che l'impianto non è sicuro e va rifatto? Il cliente? Il cliente non è un tecnico qualificato e se lo fosse sarebbe parte in causa. Ci vuole quindi una Dichiarazione di NON rispondenza da parte di un tecnico da allegare in copia alla richiesta di mettere a norma l'impianto e passato un certo tempo (quanto? boh!) far rifare tutto ad un tecnico abilitato, pagare e presentare il conto all'Ente gestore. Si certo, questa sembra una buona strada..chissà che qualche associazione di consumatori non abbia delle indicazioni.

Modificato: da Nino1001
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e (forse) può tentare il rimborso dall'Ente

Le possibilità di ottenere un rimborso sono praticamente nulle già se parliamo di interventi strettamente necessari (tubi murati che perdono ed inzuppano i muri per esempio), se poi vuoi farti rimborsare per un intervento che hai deciso di eseguire tu per star tranquillo (come rifacimento dell'impianto elettrico) allora le possibilità di ottenere rimborso sono ancora inferiori a quelle che ho io di andare a letto con Lorella Cuccarini.

Chi l'ha detto che l'impianto non è sicuro e va rifatto?

E' una decisione che ha preso lei, io mi sono limitato anni fa ad andarle a cambiare una presa (dell'anteguerra) e notare che, per un motivo sconosciuto, con differenziale e tutti i MT aperti c'era comunque passaggio di corrente, difatti ho preso una certa scossa.

Non era di sicuro 220 (ho anche misurato con il tester ma non ricordo la lettura, passato troppo tempo), ma l'ho avvisata che l'impianto aveva certamente qualche problema, oltre a questo l'esiguità dei conduttori della FM era degna di nota...

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E consigliato ripristinare l'impianto a 2 line 1 linea presa e 1 linea luci con 2 magnietotermici da 10 e 16 A il salva vita da 20 A la messa a terra e importante.

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In questi casi,....la razio pone due scelte obbligate:

1- manutenzione straordinaria, si cambia quello che si può sosotituire nel limite del possibile, si ristabilisce di fatto la sicurezza elettrica nei limiti della fattibilità; rimane a parte il livello funzionale.

2- rifacimento integrale o quasi ..dell'impianto con opere murarie volte a consentire le dorsali di alimentaizone, almeno due circuiti, ed il numero di punti protafrutto minimi in base alla metratura; oneroso e dispendioso, necessita certamente di antipatiche opere murarie.

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Di certo non farei opere murarie, sostituirei i fili mantenendo i tubi che già ci sono ed ovviamente sostituirei tutti i frutti.

Si riesce tranquillamente a passare le dorsali e dividere l'impianto in due circuiti (luce-FM)

Di sicuro sarebbe meglio che (provare a) fare manutenzione ad un impianto costruito secondo le norme vigenti chissà quando, dove non ci sono conduttori di colori definiti e comunque la sezione dei fili era dimensionata secondo i canoni degli assorbimenti dell'epoca (quattro lampadine in croce e pochissimi utilizzatori da attaccare alla spina)

Modificato: da Darlington
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