mapism Inserito: 26 giugno 2019 Segnala Inserito: 26 giugno 2019 (modificato) Mi scuso sin da ora perché immagino che a voi esperti la domanda sembrerà banale. Sto valutando la sostituzione su un camper di un vecchio termostato Perry ad isteresi fissa (in teoria a 0,8 gradi, ma in pratica molto superiore, presumo per usura) con un modello più moderno, a display digitale e con isteresi regolabile. Entrambi operano con 1 contatto in deviazione libero da potenziale (col deviatore per uso estivo o invernale), ma le specifiche di quello vecchio riportano 10(2)A/250V, rispetto a 5(3)A/250V di quello nuovo. Ora, il mio dubbio è duplice: 1) prima dell'eventuale installazione del nuovo modello, devo verificare che il carico dei fancoil sia inferiore a 5A? 2) cosa significa il dato tra parentesi? Grazie in anticipo! Modificato: 26 giugno 2019 da mapism
mapism Inserita: 28 giugno 2019 Autore Segnala Inserita: 28 giugno 2019 Caspita, non immaginavo che fosse un quesito così complicato... 😃
Alessio Menditto Inserita: 28 giugno 2019 Segnala Inserita: 28 giugno 2019 Forse è sfuggita, pazienza e fiducia.
Alessio Menditto Inserita: 28 giugno 2019 Segnala Inserita: 28 giugno 2019 Salve, ho tra le mani l'interruttore in oggetto (di quelli con serigrafia 0-1 luminosi!!!). Il negoziante mi ha detto che il primo valore (10A) è la corrente massima se ci piloto un carico resistivo mentre il valore tra parentesi (2A) va considerato se ci piloto un carico induttivo... Ammesso che sia vero... perchè c'è questa differenza (ben 8 ampere) tra le due differenti applicazioni? La corrente è corrente nooo??? Volevo conoscere il vostro pensiero. Quote La corrente è corrente .... Detto in parole povere: una cosa è interrompere una corrente resistiva, un'altra una corrente capacitiva. Al di là della trattazione matematica, ciò è facilmente intuibile. Se hai un circuito in c.a. con resistenze e bobine (induttanze), in queste ultime avrai un'energia elettromagnetica immagazzinata, che per ovvi motivi non si potrà annullare all'atto dell'interruzione del circuito, causato dalla separazione dei contatti (fisso e mobile) dell'interruttore. Ragion per cui tra i due contatti scoccherà una scintilla (arco elettrico) e attraverso esso la corrente continuerà a fluire. Ovviamente ciò comporterà uno stress dell'interruttore, che sarà tanto più sollecitato, quanto più alta è la componente reattiva della corrente. In un circuito ohmico-induttivo, immagina la corrente come un "bastian contrario"... , se la vuoi interrompere questa vuole continuare a circolare (facendo scoccare una scintilla), se la vuoi stabilire (chiudendo l'interruttore) questa fa storie a stabilirsi. In un circuito resistivo, non essendovi energia immagazzinata, non si riscontrano tali problemi, pertanto, l'interruttore non essendo stressato può lavorare a correnti più alte. risposta molto esaustiva. Parlando di energia immagazzinata ho subito pensato: 1) ai diodi di ricircolo che si mettono in parallelo alle bobine dei relè per salvaguardare l'elettronica di pilotaggio; 2) alle categorie dei contattori (AC-3 piuttosto che AC-1, ecc...) in cui per ogni categoria si ha una portata in corrente diversa e ad esempio Iac-1 sempre > di Iac-3 e anche questo tornerebbe a fronte dei discorsi fatti. Poi credo ci siano molti altri esempi legati alle correnti induttive. In pratica, tornando all'interruttore in oggetto, se lo utilizzo per sezionare una corrente induttiva (es: bobine, motori, ecc..) non dovrò eccedere i 2A mentre se invece ci devo collegare una resistenza posso tranquillamente spingermi fino a 10A. Saluti Ho fatto copia incolla da una vecchia discussione
mapism Inserita: 3 luglio 2019 Autore Segnala Inserita: 3 luglio 2019 On 6/28/2019 at 2:53 PM, Alessio Menditto said: ... Ho fatto copia incolla da una vecchia discussione Tutto chiarissimo, molte grazie! 👍
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