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Allaccio cella frigorifera


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Salve a tutti, dovrei allacciare una cella frigorifera, con motore trifase 400V, alla rete elettrica, è la prima volta che mi capita per cui vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione come avrei pensato di procedere.

Ossia realizzazione di un quadretto a parete con grado di protezione minimo IP55 con:

  • interruttore generale magnetotermico 4 P (non inserisco caratteristiche dei vari dispositivi poiché non conosco ancora i dati di targa della cella che dovrò rilevare al momento dell'allaccio)

  • contattore con bobina di comando 12/24V subito a valle del MT

  • salvamotore subito a valle del contattore

  • termostato con alimentatore 12/24V collegato sulla bobina del contattore e su alcune ventole di cui mi hanno accennato e sulle quali pensavo di mettere oltre ovviamente al MT 2P 230V un secondo contattore sempre 12/24V.

Volevo cortesemente chiedere cosa ne pensate a coloro che avete avuto già esperienze.

Grazie a tutti

Francesco

Modificato: da ceschino
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I contattori a 12V non sono facilmente reperibili, quindi direi 24V. Poi non devi fare cicli di sbrinamento, gestione ventole, valvola gas, compressore? Magari il compressore ha bisogno anche che funziona il riscaldamento dell'olio quando non è in funzione.

Chiedere al costruttore o frigorista come deve essere la gestione.

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Cicli di sbrinamento non credo, sarà usata per conservazione di prodotti ortofrutticoli e mi parlavano di temperature intorno ai 4 gradi.

Per il compressore, non so se a torto o ragione, ho pensato che il suo avvio sia gia' coordinato a quello del motore. In quanto al riscaldamento dell'olio. ..beh sinceramente non saprei. 

Grazie molte Max per il tempo dedicato.

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Marco Fornaciari

Scusa, ma l'impianto frogorifero dovrebbe essere fornito già con il suo quadro di comando, pertanto basta portargli solo l'alimentazione.

 

Se devi fare tutta la logica, la questione si complica.

Se è una cella costruita come si deve, cioè come da norme specifiche, c'è tanta roba da gestire: compressore/i, evaporatori, olio, ventole, temperature, fascie orarie, porte, valvole, allarmi vari, ecc..

La base di partenza è il progetto della cella, accompagnato dal ciclo di lavoro.

 

P.S.

I 3/6 gradi sono queli a norma per la conservazione di tanti prodotti alimentari.

 

Modificato: da Marco Fornaciari
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15 minuti fa, Marco Fornaciari scrisse:

Scusa, ma l'impianto frogorifero dovrebbe essere fornito già con il suo quadro di comando, pertanto basta portargli solo l'alimentazione.

 

Se devi fare tutta la logica, la questione si complica.

 Se è una cella costruita come si deve, cioè come da norme specifiche, c'è tanta roba da gestire: compressore/i, evaporatori, olio, ventole, temperature, fascie orarie, porte, valvole, allarmi vari, ecc..

Si, da quel che ho letto un po' in rete credo sia proprio come dici ma nel caso in oggetto si tratta della  cella di un autocarro disposta a pavimento quindi direi un po' adattata.

Ad ogni modo ho parlato con il frigorista che mi ha chiesto di installargli il quadro citato in precedenza con un solo MT per una linea monofase, oltre ovviamente alla parte trifase, dove si allaccerebbe per alimentare le ventole e ( questo mi lascia un po' dubbioso, io avrei optato per 24V) termostato.

In buona sostanza un punto a 400V per allacciare il motore e uno a 230V composto da un solo MT per allacciare con tutto il resto:senzasperanza:.

Grazie Marco.

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Marco Fornaciari

Se è un impianto per autocarro la cosa è un pò diversa.

Intanto c'è da sapere a quale tensione lavora l'impianto: 24 Vcc o alternata trifase 400 V, monofase 230 V.

Per quel che ne so io ormai sugli autocarri montano impianti trifasi, o monofasi se furgoni, con generatore a bordo, indipendente o collegato al motore del veicolo, quindi predispongono le alimentazioni da rete per quando sono fermi e con la cella da mantenere fredda.

Ma attenzione, qui oltre alle norme CEI entrano in gioco anche quelle sui veicoli.

Prima di fare qualsiasi cosa, accertati che il frigorista sia autorizzato a montare impianti sui veicoli. Vale anche per te.

Modificato: da Marco Fornaciari
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Maurizio Colombi
51 minuti fa, Marco Fornaciari scrisse:

Ma attenzione, qui oltre alle norme CEI entrano in gioco anche quelle sui veicoli.

 

A quanto pare non è sul mezzo, ma a terra.

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52 minuti fa, Maurizio Colombi scrisse:

A quanto pare non è sul mezzo, ma a terra.

Si è così. È posizionata a terra in via definitiva.

 

1 ora fa, Marco Fornaciari scrisse:

Prima di fare qualsiasi cosa, accertati che il frigorista sia autorizzato a montare impianti sui veicoli. Vale anche per te.

In tutta sincerità non ho molti elementi per valutare  professionalmente il sedicente frigorista se non che ho visto barcollare le sue convinzioni.

Io dal canto mio ammetto candidamente di non conoscere impiantisticamente  tali macchine ma fatto sta che dopo gli opportuni chiarimenti, sui lavori da eseguire, il mio compito si limitera' all'installazione del quadretto per l'alimentazione per cui sarà sua cura tutto la parte refrigerazione.

Trovate corretta la soluzione del quadro?

E per il termostato non pensate anche voi che una soluzione a 24V sarebbe stata più opportuna?

Grazie ancora.

Francesco. 

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hai una targhetta identificativa ?

il compressore frigorifero e separato dal motore con una cinghia meccanica di collegamento o è tutto un blocco?(magari una foto un po più d'insieme)

 

poi non si doveva interessare il frigorista del collegamento elettrico :unsure:

 

Modificato: da click0
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Marco Fornaciari

Dalla foto, potrebbe essere che il motore del compressore, se trifase, può essere di tre tipi:

- avviamento stella-triangolo

- doppia velocità Dahlander

- doppia velocità a due avvolgimenti.

 

Ma tutto il resto dell'impianto elettrico dov'è?

Il quadro originale c'è?

C'è il disegno dell'impianto frigorifero?

 

Sono anni che non faccio più celle frigorifere, ma i fondamentali quelli sono.

Oltre al motore c'è da gestire e comandare:

- la/le valvole sulla testa del compressore, a maggior ragione se un avviamento stella-triangolo

- il pressostato di sicurezza

- il termostato di sicurezza sul gas

- le varie ventole

- il/i termostato/i in cella

- lo sbrinamento.

In tutto questo la seguenza di avviamento e arresto del compressore prevede sequenze ben precise: esistono/esistevano anche apparecchiature specifiche per l'uso.

 

Se tu devi fornire solo energia elettrica, verifichi la somma delle potenze dei motori (ventole comprese), e pure delle resistenze di sbrimamento, aggiungi 500 VA per gli ausilari, e poi metti un interruttore tetrapolare adeguato, 3F+N: il tuo compito è finito.

Se manca il quadro di comando, e pure il frigorista non sa come funziona il tutto ... onestamente ti suggerisco di lasciare perdere.

 

 

 

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 Buonasera, invio qualche foto in più per darvi un quadro più chiaro della situazione.

Prima di tutto voglio ringraziarvi per l'attenzione prestata

20190630_095636.jpg

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il 29/6/2019 at 21:37 , click0 scrisse:

hai una targhetta identificativa ?

il compressore frigorifero e separato dal motore con una cinghia meccanica di collegamento o è tutto un blocco?(magari una foto un po più d'insieme)

 

poi non si doveva interessare il frigorista del collegamento elettrico :unsure:

 

Purtroppo non sono riuscito a fotografare bene la targhetta identificativa del motore perchè è così vicino alla parete esterna da non riuscire nemmeno a calarci il telefono Ne è venuto un mosaico di foto da mettere insieme per poter decifrare qualcosa.:unsure:

 

Il sedicente frigorista, che mi pare non ci capisca niente nemmeno lui, ha ritrattato dicendo che lui fa il frigorista e la parte elettrica spetta a me. Non sto a raccontarvi la discussione che è seguita per ovvi motivi.

 

 

il 29/6/2019 at 22:59 , Marco Fornaciari scrisse:

Ma tutto il resto dell'impianto elettrico dov'è?

Il quadro originale c'è?

C'è il disegno dell'impianto frigorifero?

 Tutto ciò che si vede nelle foto, non c'è altro

 

 

il 29/6/2019 at 22:59 , Marco Fornaciari scrisse:

Se manca il quadro di comando, e pure il frigorista non sa come funziona il tutto ... onestamente ti suggerisco di lasciare perdere.

Ne sono straconvinto anche io, Marco, infatti mentre si discuteva ho fatto notar loro di aver assolto al mio compito com'era giusto che fosse e che non ero assolutamente disposto a imbarcarmi e perdermi in un contesto dove so di non averne le competenze.

 

Ma poi, dato che il proprietario della cella è un mio cugino, ho deciso quantomeno di cercare una persona, esperta nel ramo, disposta a venire a dare un'occhiata. Pare che l'abbia trovata e domani dovrebbe venire.

 

Grazie a tutti voi per il tempo dedicato

Vi farò sapere 

Francesco

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Marco Fornaciari

Dalle ultime foto si capisce poco di più su di cosa si tratta, cioè abbiamo la marca di alcune apparecchiature, ma finisce lì.

Lasciando perdere la parte meccanica, e il gas: che qui potrebbe essere che ci sia tanto da rivedere o rifare.

Dal punto di vista elettrico, direi che la logica di comando e controllo c'è, pertanto basta solo portare l'alimentazione, però ...

però vedo 7 relè del tpo per veicoli, per cui magari serve anche il 24 Vcc (forse il 12 Vcc).

Conludendo, senza schemi elettrici, almeno della solo parte alimentazione, non si combina nulla. Ma se la cella è stata smontata in modo maldestro, ci si immerge in grane.

Lì ci vuole un frigorista che all'epoca della messa in servizio (1988) aveva già una discreta esperienza su quelle macchine.

 

Tra l'altro ho trovato questo (io ho solo sbirciato il contenuto):

ttps://industriaeformazione.it/2014/12/01/importante-informazione-per-i-proprietari-di-celle-frigorifere-e-condizionatori/

http://www.centrogalileo.it/nuovaPA/Articoli tecnici/sakande/obblighi_properietari_celle_frigorifere_e_condizionatori.htm

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Allora, ritengo giusto e doveroso mettervi a conoscenza degli ultimi sviluppi raccontando, in maniera sintetica giusto per evitare di essere noioso, l'epilogo del dilemma.

In buona sostanza la macchina era completa di tutto ad eccezione del quadretto di comando ma lo pseudo-frigorista voleva sfasciare tutto l'apparato per rifarlo a sua inventiva, tra cui l'eliminazione dei dispositivi a 12V (tagliando molte delle parti con smeriglietto :senzasperanza:) quali ventole, termostato, ecc... per sostituirli poi (a suo dire) con componenti a 230V, ragion per cui mi chiedeva, oltre a quanto già considerato nel quadretto, l'installazione di un punto di allaccio a tale tensione.

Ma dopo aver combinato più danni che altro e crollato nelle sue convinzioni, non sapendo più che pesci pigliare, voleva che mi assumessi io l'onere di realizzare quanto lui intendesse.

A quel punto, visto che la mia conoscenza di tali macchine, in una scala da 0 a 10, si attesta a 0, ho ritenuto opportuno contattare un esperto del ramo che ha subito preso atto della situazione ripristinando i danni apportati e mettendo tranquillamente in funzione la macchina con quanto già a bordo di suo.

 

In pratica bastava allacciarsi ad una presa a 400V o ad un  MT dopo aver corredato la macchina di un suo quadretto di controllo e comando.

E' stata comunque un'esperienza che mi ha fatto capire di cosa parlavamo ma soprattutto che mi ha permesso di poter dire che nella stessa scala da 0 a 10, la competenza del sedicente frigorista è...diciamo 0,5? :whistling:

 

Saluti.

Francesco

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Maurizio Colombi
50 minuti fa, ceschino scrisse:

ma soprattutto che mi ha permesso di poter dire che nella stessa scala da 0 a 10, la competenza del sedicente frigorista è...diciamo 0,5? 

Capita sempre più frequentemente di "inciampare" in personaggi con tali "caratteristiche"...

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Ciao ceschino,

solo per pura curiosità, (se mi puoi / vuoi rispondere, altrimenti non importa), ho seguito anch'io con interesse questa discussione ma non sono ferrato in materia quindi mi sono astenuto dal rispondere, ma lo "pseudo frigorista da conoscenza 0,5" era stato chiamato inizialmente dal cliente committente?  E cos'ha detto quest'ultimo quando il tuo frigorista ha sistemato tutto?

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Marco Fornaciari
7 ore fa, Maurizio Colombi scrisse:

Capita sempre più frequentemente di "inciampare" in personaggi con tali "caratteristiche"...

Purtroppo c'è in giro troppa gente che "sapendo fare il lavoro fisico" ,a magari sempre quello da anni, ritengono di sapere anche tutto il resto.

Oggi la varietà delle soluzioni e delle tecniche di soluzione di problematiche, magari banali, è talmente vasta da riuscire perfino a complicare l'accensione della plafoniera della toilette: così la fai al buio sulle scarpe.

Sorvoliamo sulla teoria progettuale, ma almeno le teorie della pratica, a cominciare da accettere i propri limiti, bisogna saperle e in particolare usarle.

 

Detto ciò.

Congratulazioni a Francesco che ha saputo gestire la situazione.

Modificato: da Marco Fornaciari
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11 ore fa, ROBY 73 scrisse:

Ciao ceschino,

solo per pura curiosità, (se mi puoi / vuoi rispondere, altrimenti non importa), ho seguito anch'io con interesse questa discussione ma non sono ferrato in materia quindi mi sono astenuto dal rispondere, ma lo "pseudo frigorista da conoscenza 0,5" era stato chiamato inizialmente dal cliente committente?  E cos'ha detto quest'ultimo quando il tuo frigorista ha sistemato tutto?

Si, era stato chiamato dal committente che diceva, per sentito dire, che fosse bravo. Quando si è entrati nel vivo della questione e sono emerse tutte le lacune professionali del tipo ho cercato di metterlo in guardia dal proseguire su quella strada, che correva il rischio di sfascio totale della cella, facendogli notare che persino suo figlio che è appena un ragazzo si è accorto che non ci capisce più niente.

Sicché, anche perché diversamente io avrei mollato tutto lì, si è convinto e non vi dico la faccia che ha fatto quando il frigorista chiamato da me gli ha esposto lo stato delle cose.

 

11 ore fa, Marco Fornaciari scrisse:

Congratulazioni a Francesco che ha saputo gestire la situazione.

Grazie Marco, comunque ha giocato a mio favore il fatto che il committente è un mio parente.

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