claudio Inserito: 19 settembre 2008 Segnala Inserito: 19 settembre 2008 Gentilissimi partecipanti al forumMi rendo conto di inserirmi in una discussione che sicuramente tratta problematiche assai più importanti e onerose delle mie, ma il fatto è che altrimenti non saprei dove andare a cercare delle risposte.Sono un docente di un ITIS di Modena, e sono il responsabile dela laboratorio di automazione presente nella scuola.Al suo interno sono presenti divere macchine (nastri trasportatori, qualche robot a portale) che ho messo insieme in alcuni anni facendo molto ricorso alla "pietà" di qualche azienda del comprensorio (che talvolta ha donato l'attrezzatura e talvolta l'ha venduta a prezzi molto contenuti) e lavorandoci per ore e ore, andando a progettare e costruire centraline di controllo e soluzioni meccaniche con l'obbiettivo di avere macchine molto vrsatili per poterci svolgere sopra innumerevoli applicazioni.Il fatto è che, anche su input dell'allora preside (adesso è cambiato) non conoscendo niente in materia di sicurezza delle macchine mi ero solamente concentrato sullo sviluppo delle esperienze e sullo studio delle innovazioni tecnologiche che potevano essere apportate alle macchine.Ora però mi si pone il problema di cercare di mettere il più a norma possibile le macchine, perchè altrimenti si corre il rischio di chiudere il laboratorio.E' evidente che la cosa mi dispiacerebbe molto, anche perchè a detta di molti addetti ai lavori un laboratorio così attrezzato non esiste nele nord Italia (qualche tempo fa è anche venuta la RAI a farci un servizio), ma d'altra parte non posso prendermi la responsabilità di farci lavorare degli studenti con la paura che se poi succede qualcosa sono grossi guai.Vi chiederei pertanto se qualcuno potesse darmi qualche indicazione su come muovermi; in particolare, se esistesse la possibilità di considerare una macchina sperimentale presente in una scuola come qualcosa che possa essere utilizzata senza particolari protezioni, ma magari seguendo alla lettera una precisa serie di normative scritte in un libretto d'uso dettagliato.Mi sono permesso di allegare anche una foto di una delle macchine presenti nel laboratorio, cercando di non far apparire niente che possa richiamare a una qualsiasi forma di pubblicità.Sono comunque in grado, a richiesta, di produrre ulteriri fotoRingraziando per l'attenzione concessa, auguro a tutti una piacevolissima giornataSalutiClaudio
ifachsoftware Inserita: 19 settembre 2008 Segnala Inserita: 19 settembre 2008 Innanzitutto omplimenti per l'iniziativa !Al riguardo delle normative potresti cercare di capire se è fattibile di racchiudere le macchine in un recinto di Plexiglas (in modo tale da poterle osservare dall'esterno) con dei sensori a norma sui cancelli che bloccano tutte le macchine in maniera sicura (vedi arresti di emergenza certificati).Tutti i comandi ed i test li fai fare con pulsantiere portate fuori dalla zona operativa.Naturalmente devi assicurarti di poter riarmare l'impianto senza nessuno studente in zona pericolosa ; questo potresti ottenerlo dotando il riarmo dei cancelli di chiave unica in tuo possesso.Ciao
meda75 Inserita: 19 settembre 2008 Segnala Inserita: 19 settembre 2008 Mi associo ai complimenti del post precente.La prima cosa che mi viene da dire è: attenzione lei sta costruendo una macchina , quindi deve produrre la certificazione CE.L'art. 2 comma 2 del Dpr 459/96 (direttiva macchine) impone l'obbligo di certificazione CE per le macchine costruite dall'utente per uso interno, e questa definizione mi sembra proprio ricalcare il suo caso.Quindi per produrre la certificazione è necessario produrre il fascicolo tecnico (cosa non così semplice) e quindi la targatura della macchina con targa CE riportante i dati anno, tipo , modello , matricola e dati costruttore (che in questo caso è lei...).Senza questa dichiarazione la questione responsabilità diventa piuttosto complessa e su tal argomento non sono preparato perciò....Comunque ammiro molto la sua iniziativa e moralmente ha il mio pieno appoggio.Saluti
claudio Inserita: 20 settembre 2008 Autore Segnala Inserita: 20 settembre 2008 Vi ringrazio tantissimo per il tempo che mi avete dedicato nel rispondermi e per i complimenti, che però non so se merito perchè in fin dei conti ho solo cercato di svolgere al meglio la materia che peraltro insegno.Purtroppo mi sa che mai riuscirò a ottemperare a quanto previsto ed indicato da Meda75; sebbene la sua osservazione mi sembri esattamente applicabileal mio caso, credo di non avere la più pallida idea su come possa essere redatto un manuale tecnico nel quale (suppongo) dovranno essere inseritedelle specifiche relativamente alle caratteristiche meccaniche delle macchine, che però non conosco.Tra l'altro sono di formazione elettronica e quindi, come immaginerete, la cosa è ancor più complessa.Quanto suggerito da ifachsoftware mi parè più "accessibile" per le mie conoscenze, pur se non ho idea di quanto potrebbe venire a costare la cosa.Perchè ho anche questo problema di cui tenere conto; finora quello che ho cercato di mettere insieme l'ho ottenuto o per donazioni da parte di aziende o usufruendo di un finanziamento su un progetto di automazione che avevo presentato alcuni anni fa a una fondazione e che era stato approvato e autorizzato.Adesso però i soldi sono finiti (a dire il vero sono nella maggior parte stati utilizzati per creare/aggiornare altri laboratori presenti nella mia scuola)è quindi anche l'acquisto di pannelli di plexiglas potrebbe essere un bel problema . . Comunque non demordo, almeno finchè il ministro non deciderà di chiudere gli ITIS e con essi tute le attività pratiche . . .Vi ringrazio ancora per i suggerimenti che mi avete dato, e spero che possiate ancora supportarmi in questa mia iniziativa "disperata"Cordiali salutiClaudio
meda75 Inserita: 20 settembre 2008 Segnala Inserita: 20 settembre 2008 Per redarre il fasicolo tecnico è necessario raccogliere i fogli tecnici e dichiarazioni dei componenti usati per fabbricare il "prototipo" e nel caso lei abbia "recuperato" motori , valvole etc... sarà comunque difficile reperire tali documenti.Non dimentichiamo che nel caso lei riesca a produrre tutta la documentazione e la targatura CE(perdoni il mio scetticismo , ma è una possibilità remota) , il costruttore diventa lei!!! Quindi non ci si scappa allora saranno sue e solo sue le responsabilità in caso di incidente.L'unica cosa da fare è costruire barriere FISICHE (e diffilmente asportabili) che impediscano l'accesso alle zone pericolose e far funzionare il tutto alle minime velocità e dinamiche.Per esperienza , altri potranno confermare, se esiste soltanto una zona pericolosa in un impianto sarà proprio da lì che passano tutti!!!Le posso comunque consigliare dei finecorsa a strappo per le barriere asportabili e delle elettroserrature per i ripari apribili.Tenga duro , perchè gli studenti che faranno quelle esperienze saranno coloro che diventeranno realmente tecnici e progettisiti in gamba.Saluti
claudio Inserita: 22 settembre 2008 Autore Segnala Inserita: 22 settembre 2008 (modificato) Gentilissimo Meda75Come ha giuastamente immaginato le macchine sono per la maggior parte realizzate con materiale di recupero, per il quale è impossibile risalire talvolta alla documentazione tecnica relativa..Questo (per fortuna) mi toglie ogni dubbio sul fatto di dover pensare a produrre una certificazione, che comunque non sarei sicuramente stato in grado di redarre.Di conseguenza, come anche da lei suggerito, cercherò di orientarmi a una soluzione che preveda l'installazione di barriere fisiche, sperando che qualche azienda dei dintorni possa ancora una volta venirmi incontro.La ringrazio tanto anche per il supporto morale che mi sta dando: non ci crederà, ma incoraggiamenti come il suo, detto da qualcuno che presumo tutti i giorni ha a che fare con le problematiche sulle quali un giorno andranno a scontrarsi i neo diplomati, mi aiutano molto nel tener duro.Non so se si tratta di pubblicità occulta, ma avrei piacere se potesse visitare il sito della mia scuola (www.itiscorni.it) clicca qui in cui attraverso il link "Eccellenze nella scuola" clicca qui potrà visionare il servizio che la RAI ha realizzato nel laboratorio in questione.Così magari mi potrebbe anche dare un suo parere sulle attività che lì vengono svolte.Grazie per l'aiutoCordiali salutiClaudio*NOTA DEL MODERATORE*Ti ho aggiunto i link.Non ti preoccupare, non è assolutamente pubblicità!!! Modificato: 22 settembre 2008 da Benny Pascucci
Benny Pascucci Inserita: 23 settembre 2008 Segnala Inserita: 23 settembre 2008 (modificato) Ciao Claudio,ho visionato anche io il filmato della Rai, con un senso di ammirazione frammisto ad una leggera invidia. Ho pensato, infatti, magari i nostri studenti potessero avere la possibilità di operare in laboratori come i vostri.Il problema che poni è reale ed è ovvio che qualcosa per incrementare il livello di sicurezza di tali azionamenti deve essere pur fatto, infatti, gli stessi che oggi si complimentano con te per le esperienze che consenti di fare ai tuoi studenti, diventerebbero i tuoi giudici più inflessibili e ascolteresti frasi del tipo."Ma come, non avevi previsto che c'era un evidente pericolo di trascinamento dovuto ad azionamenti privi di carterizzazione" etc.Contro di te ci sarebbe anche la vecchia 626, oggi Testo Unico sulla sicurezza che assimila gli studenti di un istituto tecnico o professionale, quando svolgono attività di laboratorio a lavoratori dipendenti e il docente di laboratorio a preposto del preside che è il vero datore di lavoro della scuola.La questione non può quindi essere affrontata con sufficienza, ma richiede conoscenza delle normative tecniche vigenti.Io, da parte mia, ti consiglio di lavorare in sinergia con il RSPP del tuo istituto, individuando le lavorazioni pericolose, stilando un programma degli interventi per ridurre il rischio legato all'utilizzo della apparecchiature.Come già correttamente indicato in qualche post precedente, l'utilizzo delle macchine può avvenire in sicurezza, dotando le apparecchiature di ripari fissi, ripari asportabili solo con attrezzo, fotocellule che impediscano l'avvicinamento degli studenti alle parti che possano produrre: impiglio, cesoiamento, proiezione di oggetti, etc.Sarebbe buona norma, inoltre, far seguire agli studenti, prima dell'accesso al lavoratorio una serie di lezioni che illustrino i principali rischi del comparto e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (camice, guanti, occhiali antinfortunistici, etc), unitamente al comportamento da tenere in caso di incidente e alle modalità per prestare il primo soccorso a un infortunato.Sono dell'avviso e per fortuna credo di non essere il solo, che ogni attività lavorativa debba essere svolta in condizioni di massima sicurezza e quindi di minimo rischio per i lavoratori, ma nello stesso tempo la sicurezza non deve essere vissuta come uno spauracchio per giustificare l'ingiustificabile, che nel tuo caso sarebbe la dismissione dell'intero laboratorio, perchè non a norma.Scusami se sono stato prolisso, ma è un discorso che mi stava particolarmente a cuore, essendo io stesso un docente teorico, ma che svolge almeno il 50% delle sue ore in laboratorio.Ti rinnovo i miei complimenti per la bella realtà che avete costruito e un'ultima cosa.....su questo forum ci diamo tutti del TU.Ciao Modificato: 23 settembre 2008 da Benny Pascucci
claudio Inserita: 23 settembre 2008 Autore Segnala Inserita: 23 settembre 2008 Ciao BennyHo letto molto attentamente quanto hai scritto, e devo dire che non sei stato affatto prolisso.Anzi, mi hai dato delle indicazioni che, assieme alle altre già ricevute, direi che mi hanno completato il quadro in cui andare a muovermi.In effetti una cosa che attualmente manca nell'offerta formativa che stiamo dando ai nostri studenti è la consapevolezza che una macchina può anche essere pericolosa, e che quindi bisogna renderla sicura.E' vero che mi attende un sacco di lavoro per cercare di mettere a norma le macchine (ministro permettendo, se lascerà ancora in piedi gli ITIS), ma alla fine penso che mi sarò fatto una certa esperienza in materia, esperienza che non mancherò di trasferire agli studenti, al pari di come si programma un PLC o di come si va a configurare un bus di campo.Magari un'altra volta prima di cominciare a costruire una macchina partendo dall'elettronica di controllo, penserò a come fare per renderla sicura . . . Grazie ancora per il supporto morale che mi hai datoBuona giornata a tuttiCiaoClaudio
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