CicloProfesso Inserito: 18 luglio Segnala Inserito: 18 luglio Ciao a tutti! Una domanda forse un po' curiosa, ma che mi ha sempre fatto riflettere: sotto la pioggia, conviene camminare o correre per bagnarsi di meno? Ho letto pareri contrastanti: alcuni dicono che correndo si urta più pioggia davanti, altri che si resta meno tempo esposti. Mi chiedevo se c'è una spiegazione fisica chiara, magari con qualche semplice modello o formula per stimare quante gocce ci colpiscono in base alla velocità e all'intensità della pioggia. Qualcuno ci ha mai ragionato sopra o ha esempi pratici? Sarebbe interessante anche sapere se ci sono stati esperimenti su questo. Grazie!
Alessio Menditto Inserita: 18 luglio Segnala Inserita: 18 luglio Il ragionamento si basa sulla composizione vettoriale che si studia alle medie, la pioggia cade in verticale ovviamente, questo dipende dal tuo sistema di riferimento se sei fermo. Se invece avanzi, in parole povere tu cambi il tuo sistema di riferimento, per cui la componente vettoriale della pioggia non è più verticale, ma diagonale, quindi se da fermo in teoria ti saresti bagnato solo la testa (ma in pratica l’acqua scende per il corpo e alla fine ti bagni lo stesso) correndo le gocce che prima non avrebbero colpito la parte davanti del corpo adesso la bagnano, perché nel nuovo sistema di riferimento in corsa la pioggia non cade più verticalmente ma diagonalmente. Lo si vede bene quando nevica in auto, a macchina spenta i fiocchi cadono verticalmente, a macchina in movimento il fiocco si vede benissimo cadere in diagonale.
ALLUMY Inserita: 18 luglio Segnala Inserita: 18 luglio Questa domanda mi incuriosisce. Sarebbe interessante sfruttare la matematica statistica (che io non so 😁), come ad esempio: quando piove "normalmente", quante gocce possono cadere perpendicolarmente in 1m2 in 1s? E quante gocce possono scorrere nello stesso tempo ma viste su un ipotetico piano verticale della stessa superficie?
TecnicoFaro Inserita: 22 luglio Segnala Inserita: 22 luglio (modificato) Il 18/07/2025 alle 19:09 , CicloProfesso ha scritto: Ciao a tutti! Una domanda forse un po' curiosa, ma che mi ha sempre fatto riflettere: sotto la pioggia, conviene camminare o correre per bagnarsi di meno? Ho letto pareri contrastanti: alcuni dicono che correndo si urta più pioggia davanti, altri che si resta meno tempo esposti. Mi chiedevo se qui c'è una spiegazione fisica chiara, magari con qualche semplice modello o formula per stimare quante gocce ci colpiscono in base alla velocità e all'intensità della pioggia. Qualcuno ci ha mai ragionato sopra o ha esempi pratici? Sarebbe interessante anche sapere se ci sono stati esperimenti su questo. Grazie! Molto interessante il discorso sul sistema di riferimento! Provo a semplificare con un esempio: Se camminiamo a 1 m/s e la pioggia cade a 9 km/h (cioè 2.5 m/s), allora con un po’ di trigonometria si può stimare l'angolo con cui le gocce ci colpiscono. Forse possiamo fare un piccolo disegno vettoriale per capire quanto aumenta la superficie esposta frontalmente rispetto a quella orizzontale? Modificato: 22 luglio da TecnicoFaro
Alessio Menditto Inserita: 23 luglio Segnala Inserita: 23 luglio Si può fare, ma a che serve? Il concetto è chiaro, più la velocità aumenta più la goccia cade trasversalmente, ai fini della domanda questo basta, se però c’è un bravo matematico, vediamo volentieri il grafico!
Leone2285 Inserita: 23 luglio Segnala Inserita: 23 luglio La superficie esposta dovrebbe essere sempre la stessa. Se prendiamo un cubo ed una pioggia perfettamente perpendicolare alla faccia superiore quando il cubo è fermo si bagna solo la supercicie superiore. Se lo stesso cubo lo mettiamo in movimento in una direzione perpendicolare ad una delle facce laterali anche questa faccia comincerà a bagnarsi. Un corpo in movimento investe la pioggia è non viceversa, quindi io prenderei come sistema di riferimento quello di un osservatore esterno. All'aumentare della velocità aumenterà sempre di più la quantità di acqua presa frontalmente nell'unità di tempo. Nella realtà il correre presuppone di raggiungere un punto di riparo nel più breve tempo possibile tuttavia davanti saremo più bagnati e dietro più asciutti.
Dumah Brazorf Inserita: 23 luglio Segnala Inserita: 23 luglio (modificato) C'è un episodio dei MythBusters a riguardo. Cerca che magari la trovi sul tutubo. Modificato: 23 luglio da Dumah Brazorf
Livio Orsini Inserita: mercoledì alle 16:26 Segnala Inserita: mercoledì alle 16:26 2 ore fa, Leone2285 ha scritto: e prendiamo un cubo ed una pioggia perfettamente perpendicolare alla faccia superiore quando il cubo è fermo si bagna solo la supercicie superiore. No, perchè l'acqua scivola via e si bagnano anche i 4 lati latereali per colatura.😊
reka Inserita: mercoledì alle 16:47 Segnala Inserita: mercoledì alle 16:47 io ho sempre pensato che fosse perchè correndo si rimane sotto meno tempo.
Leone2285 Inserita: mercoledì alle 17:05 Segnala Inserita: mercoledì alle 17:05 (modificato) Ciao Livio, bella osservazione. In realtà a noi interessa la situazione in movimento per cui l'acqua in eccesso dovrebbe scivolare senza bagnare le superfici laterali. Difatti se stiamo fermi l'unica speranza che abbiamo di non bagnarci è che smetta di piovere 🤣. Comunque ai fini dell'esperimento sulla superficie superiore potremmo creare degli spigoli tali che la goccia non scivoli ma si stacchi senza colpire la faccia laterale. Questo semplice quesito nasconde una certa complessità. La domanda più corretta sarebbe vengo colpito da più acqua correndo o camminando? Altrimenti dovremmo affrontare il concetto di bagnabilità che è correlato al materiale con cui l'acqua viene in contatto. Modificato: mercoledì alle 17:06 da Leone2285
Livio Orsini Inserita: giovedì alle 05:57 Segnala Inserita: giovedì alle 05:57 12 ore fa, Leone2285 ha scritto: In realtà a noi interessa la situazione in movimento per cui l'acqua in eccesso dovrebbe scivolare senza bagnare le superfici laterali. Non succede nemmeno questo; devi considerare la composizione vettoriale dei due moti: l'acqua che scende per forza di gravità e contemporaneamente è soggetta al moto trslatorio orizzontale. Nr risulta uno scorrimento obliquo sulle facce laterale, mentre la faccia frontale è soggetta all'acqua che cade dal cielo intercettata dal modo traslatorio in avanti. Contemporaneamente il moto traslatorio in avanti fa scivolare una parte maggiore dell'acqua raccolta dal lato orizzontale superiore verso il retro facendolo cadere sulla faccia posteriore. Se metti una specie di frondaia per non far cadere l'acqua sui fianchi laterali e posteriore, allora il solido non è un cubo. Però se torniamo alla domanda iniziale: Il 18/07/2025 alle 18:09 , CicloProfesso ha scritto: sotto la pioggia, conviene camminare o correre per bagnarsi di meno? A perer mio è indifferente, è illusorio pensare che correndo ci bagnamo meno. Se nel percorso che dobbiamo fare la densità dell'acqua è costante, riceviamo la stessa quantità d'acqua sia se si corre, sia se si cammina. Camminando impieghiamo un tempo un poco superiore per percorre il medesimo tragitto, quindi riceviamo la medesima quantità d'acqua distribuita in più tempo.
Leone2285 Inserita: giovedì alle 13:26 Segnala Inserita: giovedì alle 13:26 6 ore fa, Livio Orsini ha scritto: A perer mio è indifferente, è illusorio pensare che correndo ci bagnamo meno. Se nel percorso che dobbiamo fare la densità dell'acqua è costante, riceviamo la stessa quantità d'acqua sia se si corre, sia se si cammina. Camminando impieghiamo un tempo un poco superiore per percorre il medesimo tragitto, quindi riceviamo la medesima quantità d'acqua distribuita in più tempo. Davanti a noi penso che prenderemo la stessa quantità di acqua ma sulla testa se non corriamo ne prendiamo di più. Io ad esempio ho sempre corso quando piove. La sensazione istintiva è quella che davanti mi sia bagnato di più. Una cosa però è certa dietro sono quasi asciutto. Ai fini pratici forse sarebbe meglio correre lateralmente per esporre la minore superficie nella direzione del moto. Il mio scopo di eliminare l'acqua che scivola era proprio quello di considerare solamente l'acqua che ci colpisce direttamente. Bagnare presuppone un interazione fisica dell'acqua col materiale con cui viene a contatto. Ad esempio vi è mai capitato di essere colpiti da una goccia d'acqua che scivola senza bagnarvi come se fosse di mercurio. Non so se ciò che sto per dire è una verità in assoluto ma mi sembra che istintivamente tutti ci muoviamo più velocemente quando piove. Forse correre ci preserva meglio, anche perché ai fini pratici la pioggia tende ad aumentare nel tempo quando comincia, per cui è tanto meglio quanto prima raggiungiamo un punto di riparo. Quando piove forte e sei senza ombrello diventa un dilemma sul cosa fare, sembra di dover attraversare una strada in cui le auto vanno ad alta velocità. Il tutto perché non vogliamo bagnarci ma anche perché non vogliamo perdere tempo. Avvolte ti metti a correre come un dannato ti bagni dalla testa ai piedi e dopo un minuto smette di piovere. Ci spaventa di più bagnarci o perdere tempo?
NovellinoXX Inserita: giovedì alle 14:41 Segnala Inserita: giovedì alle 14:41 (modificato) Si capisce? In grigio il corpo che si bagna sotto la pioggia Nella prima rappresentazione la colonna di pioggia che bagna il corpo fermo in un secondo Nella seconda rappresentazione il corpo grigio in movimento orizzontale alla stessa velocita verticale della pioggia che cade nello stesso tempo di un secondo Nella terza rappresentazione, sempre in un secondo, il corpo grigio si muove orizzontalmente a velocita doppia rispetto a quella verticale della pioggia che cade. Il volume dei corpi in azzurro e' la quantità di pioggia che bagna il corpo in movimento. E' evidente che muovendosi si prende più pioggia. Cambia solo dove prendi la pioggia, nel primo caso la prendi tutta in testa negli altri casi la prendi quasi tutta sul d'avanti. Modificato: giovedì alle 14:45 da NovellinoXX
Livio Orsini Inserita: giovedì alle 15:19 Segnala Inserita: giovedì alle 15:19 1 ora fa, Leone2285 ha scritto: La sensazione istintiva è quella che davanti mi sia bagnato di più. Una cosa però è certa dietro sono quasi asciutto. La quantità d'acqua totale è sempre la stessa.😀 Se ci fosse vento significativo alle tue spalle, avresti le terga più bagnate del fronte, anche correndo. 1 ora fa, Leone2285 ha scritto: on so se ciò che sto per dire è una verità in assoluto ma mi sembra che istintivamente tutti ci muoviamo più velocemente quando piove. È una reazione istintiva! Comunque per conto mio questo è solo un trastullo, un gioco speculativo intellettuale. In effetti volendo si potrebbe anche fare una simulazione ed alcuni calcoli. Per prima cosa bisonga ricostruire le superfici corporee espsoste alla pioggia nella varie situazioni, Poi, ipotizzando che la quantità di pioggia che cade per unità di tempo sia rigorosamente costante, ed ipotizzando una distanza media tra le gocce, si può calcolare la qualtità d'acqua per unità di tempo, che investe il corpo in posizione stazionaria. poi in funzione dell'altezza del corpo e della velocità della corsa Si potrebbe calcolare la quantità di pioggia ricevuta dalle varie superfici del corpo in movimento ad un data velocità costante. Se proprio non si ha di meglio da fare potrebbe essere un passatempo di un uggioso pomeriggio autunnale dominato dalla pioggia.😃 Ci sarebbe poi un metodo sperimentale. Usare una specie di tettoia costituita da tubi forati ed affiancati da cui fuoriesce acqua in modo costante far muovere un simulacro umano rivestito da materiale che raccoglie tutta la piogga che lo colpisce e la convoglioa in un serbatoio. Far muovere il manichino lungo il percorso a varie velocità costanti, misurando ogni volta la quantità d'acqua raccolta. Magari qualche "maker" ha voglia di realizzare un modello in scala e fare queste verifiche sperimentali.😛
Leone2285 Inserita: giovedì alle 16:07 Segnala Inserita: giovedì alle 16:07 Prima dovremmo stabilire delle regole però. La distanza da percorrere deve essere la stessa sia camminando che correndo. La pioggia deve essere perfettamente perpendicolare. Forse io mi sbaglio ma aumentando il tempo di esposizione in testa sarò colpito da più acqua.
NovellinoXX Inserita: giovedì alle 16:36 Segnala Inserita: giovedì alle 16:36 (modificato) 44 minuti fa, Leone2285 ha scritto: Prima dovremmo stabilire delle regole però. Il quesito e' chiaro: Perché ci bagniamo meno sotto la pioggia camminando o correndo? La variabile e' unica; fermo o in movimento ! la densita della pioggia si pone la stessa in ogni caso. Tutte le altre variabili, se puoi raggiungere un riparo, se hai un ombrello, etc etc. esulano dal quesito. Forse il disegno precedente in prospettiva era poco chiaro. Posto lo stesso disegno ma con la vista sul piano ortogonale al suolo e alla direzione del movimento. Modificato: giovedì alle 16:52 da NovellinoXX
Leone2285 Inserita: venerdì alle 03:04 Segnala Inserita: venerdì alle 03:04 Questo interessante articolo spiega bene come stanno le cose. https://science4fun.org/videoscience4fun/correre-o-camminare-sotto-la-pioggia/
Livio Orsini Inserita: venerdì alle 06:51 Segnala Inserita: venerdì alle 06:51 3 ore fa, Leone2285 ha scritto: Questo interessante articolo spiega bene come stanno le cose. Si affronta il tema abbastanza bene ma, siamo sempre alla teoria. La conclusione trattandosi di un motociclista, sembra esista una velocità ottimale in cui si ottiene di ricevere la minima quantità di pioggia. Però i presuppostisono che la quantità di pioggia che cade per unità di tempo rimanga costante su tutto il percorso, che la quantità di piogga per unità di suerficie sia costante, che la direzione del vento sia costante come la sua intensità. Se una di queste costanti diventa una variabile salta tutto. Purtroppo nella realtà queste costanti son tutte veriabili. Nel medio evo alcuni eremiti scrivevano ponderosi tomi per disquisire del sesso degli angeli; questo mi sembra un argomento molto simile. L'unico modo per minimizzare la quantità d'acqua ricevuta da una camminata sotto la pioggia, è...disporre di un buon ombrello.
NovellinoXX Inserita: sabato alle 22:24 Segnala Inserita: sabato alle 22:24 (modificato) Provo a rappresenta il fenomeno con un approccio diverso: Sotto e' schematizzata una cascata d'acqua come proveniente da un unico tubo gocciolatore di lunghezza infinita e sono stati assegnati valori numerici concreti per rendere intuitiva la situazione rispetto alle nostre normali possibilità di percezione sensoriale. --- Nella parte alta del foglio è rappresentato il caso di in corpo prismatico (lo spessore non importa dato che tutte le gocce giacciono su un unico piano verticale). --- Nella parte bassa del foglio è rappresentato il caso generale nel quale il corpo è cubico e di dimensione unitaria (ma il risultato di base non cambia). Modificato: sabato alle 22:28 da NovellinoXX
thinking Inserita: domenica alle 07:21 Segnala Inserita: domenica alle 07:21 Io faccio un ragionamento più sempice e pratico. Il 99% delle volte mi troverò in una città sotto un portico. Devo arrivare al portico seguente bagnandomi il meno possibile e che si trova ad una trentina di metri. Supponiamo i casi più estremi: Vado a passo di lumaca e faccio i 30 metri in 4 ore. Oppure corro il più che posso e arrivo in 20 secondi. Mi sembra molto evidente come mi bagnerò il meno possibile. Devo correre il più che posso.
Riccardo Ottaviucci Inserita: domenica alle 08:03 Segnala Inserita: domenica alle 08:03 oggi piove: uscirò con una casseruola in testa e percorrerò il campo sportivo prima camminando e poi correndo,misurando in entrambe le situazioni il peso dell'acqua caduto nella casseruola e poi vi dico....🤣 Io la penso come thinking comunque
NovellinoXX Inserita: domenica alle 08:36 Segnala Inserita: domenica alle 08:36 31 minuti fa, Riccardo Ottaviucci ha scritto: uscirò con una casseruola in testa 😆 stai attento che ti ricoverano 😅🤣😂
Livio Orsini Inserita: domenica alle 10:58 Segnala Inserita: domenica alle 10:58 3 ore fa, thinking ha scritto: Vado a passo di lumaca e faccio i 30 metri in 4 ore. Oppure corro il più che posso e arrivo in 20 secondi. Se poi ti fermi per un ora sotto la pioggia di acqua ne prendi più.😃 Sono 2 i parametri da considerare: il tempo di permanenza sotto la pioggia e la quantitè d'acqua ricevuta per superficie esposta. La comparazione deve essere fatta onestamente comparando un passo normale con una corsa a velocità normale sempre relativamente alla stessa persona. Il viale di casa mia è lungo 100m. Non posso comparare la quantità di pioggia che riceverei se camminassi andata e ritorno oppure se facessi il medeismo percorso in bicicletta, anche ammesso che nelle 2 prove la quantità di acqua caduta per unità di tempo e di superficie si identica.
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