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Domotica E Risparmio Energetico


ronny84

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Salve a tutti, sono nuovissimo del forum. :)

Sono uno studente del terz'anno della facoltà di Ingegneria Edile al Politecnico di Milano.

Possiamo dire che tutto ciò che riguarda la nuova tecnologia, l'informatica, l'automazione mi ha sempre affascinato particolarmente (anche non avendo grande cultura ed esperienza nel campo) ed è da un bel po' che ho il desiderio di avvicinarmi a questo ambito associandolo al mio percorso di studi, ossia l'edilizia. Prima ancora di sapere dell'esistenza della domotica, ho maturato il desiderio sviluppare la mia tesi triennale proprio sul connubio informatica/automazione-edilizia residenziale. Durante l'ultimo semestre affrontato ho avuto modo di conoscere le basi della domotica (mooolto basi :D) e quindi tutto un mondo che già opera da diverso tempo verso i miei interessi.

Dall'altra parte sono molto sensibile alle problematiche del risparmio energetico sia passivo (partizioni, coperture, inerzia termica etc) che attivo, quindi gli impianti veri e propri.

E' quindi abbastanza palese che la mia tesi si svolgerà proprio su questi due aspetti: la domotica applicata per il risparmio energetico. Essendo le varie applicazioni abbastanza numerose, illuminazione, carichi elettrici, riscaldamento, condizionamento, acqua calda sanitaria, abbiamo deciso (parlo al plurale perchè non sono solo nella tesi ;)) con il relatore di concentrarci in particolar modo sul problema estivo, quindi l'automazione di tutto ciò che porta benessere d'estate, condizionatori, controllo delle schermature etc.

Ma come ho scritto all'inizio di questo post, purtroppo l'interesse è tanto ma le basi molto scarse. :embarassed: Ho girovagato un bel po' nella rete e mi sono ritrovato sommerso da tonnellate di informazioni che prese così singolarmente chiariscono poco il quadro. Ho addocchiato un paio di libri da comprare e studiare che sicuramente mi potranno fare chiarezza.

Però mi sarebbe molto molto utile il parere di qualche esperto nel settore come possono essere molti di voi, magari con qualche dritta particolare, suggerimenti, segnalazioni di ditte e letture specifiche. Penso che l'esperienza di molti possa darmi preziosi consigli per maturare sia il mio lavoro che la mia cultura. ;)

Spero di aver scelto una sezione del forum abbastanza legata all'argomento trattato, devo dire di essermi un po' perso all'inizio! xD

Grazie a tutti anticipatamente!

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Ciao ronny84,

Non sono esperto di domotica, ma il connubio <<domotica - risparmio energetico>> non mi convince molto.

Un impianto domotico richiede centraline, sensori e unità di I/O attive costantemente alimentati, per cui, per quanto ridotto, il loro è pur sempre un consumo ulteriore rispetto ad un impianto "passivo".

Da una parte, il senso comune insegna a spegnere, per esempio, il televisore con l'interruttore principale perchè la modalità stand-by "consuma" e dall'altra, invece, si auspica la diffusione di impianti che consumano molto di più della "lucetta" del televisore anche quando sono inutilizzati.

Non ti sembra un paradosso?

Immagina se tutti gli impianti fossero domotici... Quante centrali nucleari dovremmo costruire per farli funzionare anche quando sono inutilizzati? Fai due conti... :ph34r:

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Mmh, non mi trovi d'accordo con quanto affermi..

Sicuramente un impianto domotico è un investimento in più ed ha un costo in energia elettrica superiore ad un impianto normale. Sinceramente non so quanto esso sia in termini monetari, ma non credo poi tanto. Però sicuramente possono garantire un controllo molto più preciso del manuale. Ho letto su alcuni pdf di analisi che è facilmente ottenibile, ad esempio, un risparmio del 50% dei dispositivi elettrici e di illuminazione. Per quanto riguarda invece l'orientamento che voglio prendere io e quindi il raffrescamento estivo, penso che il risparmio ottenuto ottimizzando al meglio l'impianto quindi con accensioni/spegnimenti mirati e calcolati in base a vari parametri come carico termico convettivo e radiativo, presenza o meno dell'utenza, ventilazione, possa essere notevole e sicuramente superiore al costo di gestione dell'impianto stesso. :)

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Un impianto domotico richiede centraline, sensori e unità di I/O attive costantemente alimentati, per cui, per quanto ridotto, il loro è pur sempre un consumo ulteriore rispetto ad un impianto "passivo".

Vero, ma il risparmio dipende da come sono realizzati, sia l'impianto passivo che l'impianto domotico.

Se la domotica è funzionale alla comodità, può esserci solo un costo aggiuntivo, ma se è utilizzata per rendere ogni ambiente singolarmente illuminato e condizionato in funzione della presenza/assenza degli abitanti, ad esempio, o per programmare i consumi elettrici evitando sovraccarichi, o per irrigare solo quando il terreno è secco, il consumo dei nuovi componenti può comunque portare a consumi complessivi minori.

La domotica aggiunge potenziale intelligenza, sta al progettista farla rendere... ;)

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La domotica aggiunge potenziale intelligenza, sta al progettista farla rendere...

Un vecchio detto recita... "quel che non c'è non si rompe mai"...

Cosa farai con il tuo impianto domotico quando qualcosa si rompe e/o manca la corrente?

La serratura a combinazione non ti lascerà entrare in casa e, comunque, se anche ci riesci, non potrai aprire le tapparelle... :rolleyes:

E poi, ricordiamoci che un impianto elettrico deve durare decine e decine di anni, possibilmente quanto la casa che lo ospita. Che mi dite allora del sistema operativo WinCE del panel PC a touch-screen che avete installato, che già dopo sei mesi sarà superato, come pure l'hardware su cui gira?

E il resto dei componenti attivi, come saranno tra vent'anni?

E se devo cambiare un componente, siete sicuri che tra vent'anni troverò lo stesso modulo di I/O o, perlomeno, compatibile con il mio bus? A me il settore sembra ancora una giungla, ognuno con il suo bus proprietario o addirittura dittarelle che propongono moduli fatti nel sottoscala... :ph34r:

Sono disposto anche a cambiare idea sulla domotica, ma avete una bella gatta da pelare. :D

P.S.: in ogni caso, se decidessi di fare un impianto domotico, io installerei componenti industriali.

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P.S.: in ogni caso, se decidessi di fare un impianto domotico, io installerei componenti industriali.

Anch'io, senza dubbio.

Un vecchio detto recita... "quel che non c'è non si rompe mai"...

Anche le biciclette, ormai, hanno più componenti dello stretto necessario: è il contrappasso del progresso. Inoltre non è detto che il componente che aggiungi duri di meno di quello essenziale...

Cosa farai con il tuo impianto domotico quando qualcosa si rompe e/o manca la corrente?

La serratura a combinazione non ti lascerà entrare in casa e, comunque, se anche ci riesci, non potrai aprire le tapparelle...

Non è vero, dipende da come realizzo l'impianto.

E poi, ricordiamoci che un impianto elettrico deve durare decine e decine di anni, possibilmente quanto la casa che lo ospita. Che mi dite allora del sistema operativo WinCE del panel PC a touch-screen che avete installato, che già dopo sei mesi sarà superato, come pure l'hardware su cui gira?

Quello che conta, in questo senso, è il SW. Se sbaglio l'HW di interfaccia, a meno di sfighe clamorose, è perché non sono capace di progettare l'impianto ;)

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  • 1 month later...

Rieccomi qui! ^_^

Siamo in scrittura tesina! Avrei però un dubbio che mi attanaglia. Allora, stiamo realizzando questo piccolo impianto domotico residenziale, concentrandoci sul controllo ed ottimizzazione del riscaldamento/condizionamento. Le automazioni che abbiamo pensato e che ci piacerebbe integrare sono:

- Gestione dei carichi termoigrometrici in base alla rilevazione tramite sensori

- Chiusura/apertura elettrovalvole in locale governato dai serramenti (nel senso che aprendo un serramento si interrompe l'apporto termico)

- Tapparelle/tendaggi automatizzati in base al livello di illuminazione rilevata in facciata (funzionamento estivo).

- Spegnimento degli impianti in caso di inserimento dell'antifurto interno (vuol dire che non c'è nessuno in casa)

- Creazione di un profilo particolare che accenda/spenga i fan-coil nei locali in base alla presenza o meno di persone sfruttando i sensori dell'impianto di antifurto (questo in modo da ottimizzare l'impianto quando c'è poca gente in casa)

Visto le comunque ridotte conoscenze ed esperienze in materia, visto tutto ciò che ho apreso leggendo libri sulla domotica ed essendo una piccola applicazione domestica, ho optato per un sistema ad intelligenza distribuita. Restringendo il campo ho selezionato due aziende da prendere in considerazione per progettare l'impianto, ovvero Bticino e ABB.

La prima, ossia la Bticino, offre un'immensa documentazione tecnica e innumerevoli schemi costruttivi, un impianto molto efficente e un buon numero di componenti. Il problema è la poca integrabilità (sistema semi-proprietario) e una configurazione che a quanto ho sentito è solo a livello hardware con i cavalletti sugli attuatori e sui sensori. Al che mi sorge spontanea una domanda: è possibile programmare facilmente tutte le combinazioni di funzioni che ho proposto sopra senza agire sul software ma solo sull'hardware? (ovviamente senza sclerare!)

La ABB invece la conosco molto meno. Ho letto un po' di documentazione sul sito e mi sembra un buon sistema.. il problema è che è tutto in inglese! :P Come funziona in questo caso la programmazione? Software o Harware? Sono disponibili tutti i componenti che mi servono? E' integrabile con altri sistemi facendo parte del Konnex?

Grazie anticipatamente! :)

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un immpianto del genere comunque (per ora ) da considerarsi di lusso, quindi orientato ad una clientela di un certo tipo e che ha molto danaro da investire.

nelle comuni abitazioni si cerca di risparmiare a volte oltre il dovuto, figuratevi cosa va' incontro l'elettricista che propone una cosa simile.

daccordissimo con trunk per quanto riguarda i potenziali problemmi, anche considerato il fatto che allo stato attuale uno standard unico ardware e software non esiste.

IMMAGINATEVI cosa succedera' se tra 5 anni c'e' un guasto alla parte elettronica e lo standard su cui e' stato sviluppato l'impianto non sara' piu' usato ( e statene certi i relativi componenti non saranno piu' venduti)

ivano65

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IMMAGINATEVI cosa succedera' se tra 5 anni c'e' un guasto alla parte elettronica e lo standard su cui e' stato sviluppato l'impianto non sara' piu' usato ( e statene certi i relativi componenti non saranno piu' venduti)

Condivido solo in parte. D'accordo che stiamo parlando di un settore ancora all'inizio del proprio cammino, ma ragionando così dovremmo ancora automatizzare gli impianti industriali con logica a relé.

Considerando poi che non si tratta di realizzare immediatamente un impianto del genere, ma si tratta di scrivere una tesina, non vedo cosa ci sia di sbagliato nel voler realizzare un progetto un pò sofisticato.

Anche il discorso "quello che non c'è non si rompe" lascia il tempo che trova. Seguendo questo principio gli impianti industriali sarebbero ancora quelli di 50 anni fa: installare un plc. E se si rompe? Installare una scheda controllo assi. E se si rompe? Installare un inverter. E se si rompe? Installare un pc. E se si rompe?

Avanti tutta con la domotica, sperando che diventi presto lo standard per la realizzazione dei nuovi impianti civili, a partire da abitazioni popolari.

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tieni presente che le 2 realta' sono molto diverse.

in quella industriale se si volevano costruire macchine complesse ed affidabile come quelle odierne non

si avevano alternative se non passare ad un'elettronica simile al plc o al pc.

nella fase intermedia (25 30 anni fa' ) si sono usate soluzioni a componenti discreti i quali hanno avuto vita piuttosto breve proprio per la difficolta' di assistenza in caso di guasti.

nel campo civile si tratta di aggiungere funzionalita' che non tutti riuscirebbero ad apprezzare, se non come ho gia' detto una clientela esigente e comunque particolare.

va' detto che realizzare un impianto domotico per avere un impianto con funzioni normali non ha molto senso.

comunque pensare che la domotica diventi lo standard negli impianti civili in breve tempo mi sembra un po' azzardato.

ivano65

Modificato: da ivano65
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francamente mi sembra un discorso un poco troglodita

guarda il livello di NECESSARIO progresso nelle auto

la domotica non e' un hobby da ricchi, e' un'imperante necessita', e chi non se ne accorge e' un'asino

e non torniamo ancora sulla vecchia barzelletta del risparmo energetico attuato con lo spegnimento dell'interruttore fisico

del resto, gia' in una discussione precedente ho sfidato chi ci crede a fare una misura elettroca rigorosa

naturalmente non sulla radio del nonno, su un device di ultima generazione

esempio eclatante, i monitor lcd

verificate e vedrete che dal punto di vista energetico l'interruttore non serve ad una beata fava

sono invece convinto che ronny84 abbia assolutamente ragione

l'unica via per un serio risparmo e' una esasperata automazione

e non parlo di giochini e giochetti, tipo rilevare le presenze per spegnere le luci

parlo di cose serie

parzializzazione dell'illuminazione in relazione all'apporto esterno

correzione della curva di calcolo delle temperature di risc/raffr in relazione all'irraggiamento o alla velocita' del vento

apertura automatica delle tapparelle ( di giorno, ovviamente ) in assenza di piogga e vento in inverno se l'irraggiamento e' elevato

e atri odelli evoluti ad altissimo e velocissimo ritorno economico

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Per quanto riguarda Bticino, prova a dare un occhio qui: www.myopen-bticino.it?

Pubblicano il protocollo openwebnet che puoi utilizzare per interagire da tcp-ip con il loro sistema.

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Ovviamente mi trovo d'accordo con batta e Piero. :)

La domotica non va vista solo come uno sfizio per ricchi per avere una vita più agiata dove fischiando ti arriva la cena pronta, ma come un mezzo per ottimizzare tempi e soprattutto risorse. I costi sono purtroppo ancora alti (anche se in calo), questo è vero, ma con una mentalità rigorosamente tradizionalista tali resteranno. Se all'uscita dei PC nessuno li avesse considerati, sarebbero rimasti un prodotto di nicchia a prezzi esorbitanti, senza che le loro immense potenzialità venissero introdotte nella vita di tutti i giorni. Ora invece non te li tirano dietro, ma quasi! :P Insomma, ogni nuova evoluzione va analizzata per le sue effettive potenzialità, per i suoi vantaggi e i suoi svantaggi e, secondo me, in un mercato affermato la domotica può solo portare benefici nel residenziale.

[ivano65] Non serve? Questo è tutto da vedere. Guarda solo in estate quanto sale la richiesta di energia elettrica per alimentare i condizionatori. Ebbene io ho visto situazioni veramente di spreco dove quindi non solo ciucci energia per raffrescarti, ma ne usi molta più del necessario. Caso lampante sono i condizionatori "dimenticati" accesi con finestre spalancate per fare entrare aria. Oppure condizionatori accesi in tutta la casa quando si è per l'80% del tempo in salotto. Oppure condizionatori accesi a pieno regime non tanto per una vera esigenza ma perchè psicologicamente si ha bisogno di fresco. Non sempre queste situazioni sono volute, quindi se un impianto può sopperire l'errore umano portando benefici a livello locale, metropolitano e mondiale, allora ben venga! :)

va' detto che realizzare un impianto domotico per avere un impianto con funzioni normali non ha molto senso.

Ma un impianto automatizzato non ha funzioni normali. A parita di dispositivi installati su 1 impianto tradizionale e uno domotico, quest'ultimo permette un numero molto maggiore di funzioni e di personalizzazione. Ti faccio un esempio: prendi una villetta. Consideriamo 3 impianti, quello di riscaldamento/raffrescamento, quello di illuminazione e l'antifurto. Ora, in un sistema tradizionale i sensori di presenza dell'antifurto fungono unicamente nel campo security; segnalano la presenza di eventuali estranei ad antifurto inserito. In una rete domotica, invece, essendo interfacciati con tutte le periferiche, possono svolgere anche una funzione legata al riscaldamento o all'illuminazione in caso di antifurto disabilitato, come l'accensione/spegnimento dell'impianto. Stessa cosa per i sensori a finestra. Così come uscendo di casa ed inserendo l'antifurto, in un impianto domotico questa azione può interfacciarsi con gli impianti di illuminazione e condizionamento portandoli a condizioni di funzionamento ottimizzate (spente le luci, al minimo l'apporto termico). come vedi a parità di dispositivi, le possibilità sono molto maggiori in un verso. :)

Tornando un secondo alla mia tesina.. ho scaricato un sacco di documentazione dal sito dell'abb e considerando la loro soluzione molto valida, opterei per questa. Il preblema è.. i costi! :ph34r: Ora o ho letto male i listini della abb e della bticino, ma a partita di dispositivo, quelli della abb costano almeno 4 volte tanto! Dite che è 1 errore mio? Tenete anche conto che della bticino ho solo il listino 2004 visto che i furboni permettono il download solo a chi provvisto di codice installatore..

Grazie!

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Ovviamente mi trovo d'accordo con batta e Piero.

Anch'io.

comunque pensare che la domotica diventi lo standard negli impianti civili in breve tempo mi sembra un po' azzardato.

E' l'altra faccia della medaglia, ritengo anche questo corretto.

Credo che il problema maggiore non sia tanto per la componentistica di automazione, quanto per i dispositivi da controllare: la calderina è tipicamente un sistema chiuso, il condizionatore idem, non parliamo dell'antifurto. Applicare la domotica a un impianto esistente o per un capitolato di utenze "standard" è seriamente discutibile: puoi fare una ragionevole supervisione, ma una scarsa automazione.

Il discorso cambia di molto se il progetto complessivo parte dalla domotica, applicata a più dispositivi "fonte" di energia: allora misure e scelte diventano rilevanti, dando senso al costo dell'intelligenza necessaria alla loro realizzazione.

Per la tesina: che ABB costi molto ci credo, ma considerare il listino non ha molto senso, io proverei a contattarli.

Quale architettura di automazione hai scelto?

Quali componenti stai considerando?

Non per sminuire il tuo lavoro, ma forse sarebbe interessante interagire con qualche tuo collega elettronico/automatico, studia proprio come risolvere il problema che tu analizzi... ;)

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  • 2 weeks later...

Ciao Ronny, sono un insegnante di un istituto tecnico e pur non insegnando discipline tecniche, so di certo che la bticino fa impianti domotici all'avanguardia e, siccome è un'azienda che a mio avviso fa una politica intelligente, è molto presente nelle scuole.L'anno scorso, hanno bandito un concorso per le scole tecnche, dove richiedevano un impianto con le caratteristiche da te richieste.A questo punto ti proporrei di prendere contatto con il responsabile scuole della BTicino per avere info a riguardo.Eventualmente, se a te interessa posso iformarmi dai colleghi ingegneri per farti avere dati + precisi.Tralaltro, a scuola ho visto una rivista, mi sembra si chiami "L'installatore elettrico", dalla quale ho intravisto articoli relativi alla domotica mooolto interessanti.Se posso esserti di aiuto fammi saper

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il vero problema della domotica è che stanno nascendo troppe ditte che costruiscono apprecchiature su protocolli proprietari, se non arriva una regolamentazione sul protocollo ogni impinato è in balia della ditta che lo distribuisce, ricordate il sistema gest hotel distribuito da abb? un giorno abb disse: sistema fuori prouzione, per apportare modifice passare nuovo impianto, ma chi aveva il vecchio, cosa apettano a fare un protocollo domotico ? un unico protocollo domotico permetterebbe ad ogni ditta di costruire singoli componenti permettendo svilutti in un unica direzione.

provate a pensare cosa sarebbe successo se ogni ditta che costruisce dadi e bulloni mettesse sul mercato prodotti non compatibili,,,,,,,,,,,

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... apprecchiature su protocolli proprietari, se non arriva una regolamentazione sul protocollo ...
... provate a pensare cosa sarebbe successo se ogni ditta che costruisce dadi e bulloni mettesse sul mercato prodotti non compatibili,,,,,,,,,,,
perche' si vuole sempre dipendere da una regola

non mi ricordo l'autore del testo ma il contenuto e' il seguente:

< non e' l'uomo giusto che invoca leggi severe, ma l'uomo empio

giacche' agli si rende conto che sara' piu' facile che lui subisca i torti dagli altri che non sia lui a commetterli >

personalmente non compro nulla che non sia modbus nativo

non dimenticare inoltre che spesso taluni fanno la scelta rovescia, comprano qualcosa il piu' possibile non standard e strano per proteggersi

ho paura che se una ditta facesse bulloni non standard li venderebbe, l'importante e' che sulla scatola ci sia scritto " bullone passo Xx.4/83# " (per esempio) e che nessuno li possa scambiare per M4, M5 ecc.

l'idea stessa di fare un protocollo domotico e' folle

c'e modbus, adatto per tutti i livelli e ultra scalabile - tra l'altro gratis

c'e' can open, ottimo per il livello zero e per questo assolutamente insuperabile - tra l'altro gratis

c'e' lon assolutamente standard ed immortale per il building automation

c'e' picnet particolarissimo, open, gratis e italiano

dal mio punto di vista tutti gli altri sono proprietari o/e costosi o/e provvisori

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Alla fine la tesina è fatta, stampata, andata! :D

Ringrazio tutti per gli interventi, le precisazioni e per avermi supportato, grazie davvero!

x fdelduca: grazie mille per la disponibilità! bè, ogni dritta o contatto è sempre ben accetto visto che spero di intraprendere una strada di questo tipo, quindi -senza impegno- se ti capita qualcosa tra le mani fammi pure sapere! grazie ancora! :)

Direi che il topic può rimanere aperto per continuare a parlare in generale al di là della mia tesina. Penso che l'argomento sia interessante. ;)

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Per Azzoni:

l'idea stessa di fare un protocollo domotico e' folle

La tecnologia però avanza e ZigBee sta facendo passi da gigante.

Non è poi vero che LonWorks e CAN sono poi così free:

il costruttore ogni chip che ha un'interfaccia CAN paga una royalty alla Bosch.

Chi si vuole agganciare a Lon Works deve usare i neuron chip.

Per quanto riguarda i prodotti proprietari (anche se 'open') c'è sempre una

"tassa" da pagare: meglio quindi modbus o picnet...

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abbastanza giusta la precisazione

indubbio che modbus e picnet sono gratis

nello specifico son "gratis gratis" perche' ambedue funzionano con interfacce standard

can e' vero che non e' h/w gratis perche' usa una interfaccia speciale, ma e' s/w gratis perche' il il layer trasporto (can) che quello protocollo (cal) sono pubblici e gratuiti

lon non e' gratis, l'ho citato perche' nel building automation e' talmente diffuso da aspirare ad essere lo standard di fatto

comunque il costo l'apertura e l'usabilita' di lon e' elevatissima, nemmeno paragonabile a quella di standard ultrachiusi ed ultraproprietari quali interbus, profibus, bitbus ecc.

non cito nemmeno la moltitudine di standard che oltre ad esser proprietari, chiusi e costosi come quelli che ho citato sono pure "segreti ed oscuri"

confesso di non sepere neanche che esiste qualcosa che si chiama ZigBee, lo cerco su altavista per mia cultura e nel frattempo mi atsengo da commenti

considera che, AUTOMOTIVE ESCLUSO il numero di installazioni can e' talmente [relativavamente] enorme al riguardo di qualsiasi altro bus da non essere nemmeno paragonablile

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mi intrometto nella discussione ed aggiungo "openwebnet". E' un linguaggio-protocollo (non so bene come chiamarlo) gratuitamente diffuso dalla Bticino per accedere ai loro impianti da rete ethernet. In questo caso, è vero che il protocollo interno alla casa è proprietario (SCS non è pubblico), ma il protocollo su ethernet non lo è. Ovvio che è necessario acquistare una interfaccia ethernet "openwebnet" <-> "SCS" che non è a costo zero, ma poi da ethernet tutto diventa pubblico.

PS:

complimenti a ronny84 per la sua tesina :-)

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del_user_56966

Effettivamente il contributo al caos e molto visibile,

In particolare al momento penso che esistano solo delle realtà di utilizzo,

A) chi utilizza i sistemi perchè untrà publicizzati (quindi non è forse in grado di decidere con la propria esperienza oppure se la deve ancora fare..) in seguito capiranno meglio cosa pretendere da un sistema..

B) chi utilizza dei sistemi standard rinunciando a priori all'innovazione tecnologica, che da una parte è anche rischio progettuale

C) chi sa utilizzare e integrare entrambe le possibilità, quindi riesce a coniugare gli standard con apparati tecnologici di nuova concezzione (o forse solo da poco disponibili per l'ambito civile)

Comunque da un analisi sulle richieste di mercato vedo che sempre più che dopo l'impatto publicitario e dopo aver utilizzato sistemi "con un destino già scritto" molti si rivolgono agli standard più o meno nuovi ma sicuramente agli standard

PS: Attenzione per standard si intende quelli veri (TCP, Modbus, ) e non la ditta del caso che si fa il suo personale (Profibus, AIB, LON ecc..) anche perchè in Italia per questi l'agonia e lunga ma la morte e certa!

In particolare la tendenza di chi proviene dal mondo industriale, è quella di adoperare apparati domotici con protocolli come il Modbus, tra l'altro sul mercato sembra anche il più disponibile tra i vari produttori, questa direzione permette di sostituire un modulo di un produttore con un altra anche dopo anni, quindi rispecchia in pieno

la direttiva di apertura che un sistema deve possedere, è anche vero che non tutti gli installatori oggi sono in grado di integrare dei PLC con apparati Modbus o altro, quindi salvo la giusta direzione, forse altro lavoro deve essere fatto dalle case produttrici per rendere questi standard alla portata degli operatori di vario livello.

Saluti Alen

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Ultimamente ho seguito un po' l'evoluzione dell'home e building automation

Questi sono i miei pensieri:

- Sarà difficile nell'immediato (anche non proprio immediato) convincere qualcuno a

fare un impianto domotico solo per risparmiare energia

- Vedo di piu' una spinta al settore data da servizi del tipo di intrattenimento (TV

e film via ethernet e WiFi, connessioni internet fruibili via TV e simili)

- Spingere troppo l'intelligenza dell'impianto finirà sicuramente per renderlo difficile

da usare (un esempio? vi sembra facile gestire tutti i telecomandi che avete in casa

per TV, VCR, SAT ....)

- Il tutto automatico mi sembra più da film di fantascienza, ci saranno sicuramente

1000 situazioni dove l'utente non vuole attuare la condizione prefissata e sicuramente

se l'impianto è complesso non saprà modificarne il comportamento e sicuramente dirà

che l'impianto è fatto male e si arrabbierà tantissimo ......

- La cosa piu' immediata sarà nell'automazione di uffici dove magari sarà possibile

gestire tramite un pannello di controllo remoto lo stato delle luci e degli impianti

di condizionamento

Qui un operatore (umano) potrebbe con inteligenza umana decidere cosa fare nel modo

più corretto (anche spengere le luci se in ufficio non c'e' più nessuno e gestire il

condizionamento e cosa ancora più importante i GUASTI !!!!)

Ciao

Marco

Modificato: da marcotozzini
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