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Automatici E Differenziali Per Quadro - quale marca scegliere?


simons.p

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avendo ristrutturato sono al momento di decidere quale marca di interruttori automatici e differenziali scegliere per il quadro dell'abitazione,e mi piacerebbe bticino per un fatto estetico e perchè avendo gia preso in passato mai avuto problemi ,ma amici mi dicono bticino?...ma prendi merlin gerin che costa meno e meno problemi....io sinceramente credo che grossi problemi non ne diano nessuna delle due o sbaglio?

qualche consiglio? merlin gerin hager e abb sono meglio di bticino?

E' meglio montare differenziali tipo A o vanno bene anche gli AC io quando montavo impianti mettevo sempre AC ma leggo dei post dove si dice che A protegge in modo superiore,vero?

grazie.

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Se non hai problemi di spazio (e di portafoglio), utilizza interruttori "altamente resistenti ai disturbi", come HPI di BTicino, AP di ABB, etc.

Sono sicuramente fatti molto meglio degli altri.

In effetti il tipo A protegge "più" del tipo AC (sono stati fatti apposta), anche se in concreto è difficile stimare la loro maggiore utilità.

Comunque, nell'ambito degli "altamenti resistenti ai disturbi" di solito sono tutti già di tipo A (anche se qualche fabbricante adotta diverse denominazioni, AC ed A, per lo stesso prodotto).

Poi per la marca vedi tu.

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scusa ma mi potresti dire quali sono gli interruttori HPI di ticino? magari codice e descrizione,io pensavo di prendere gli BTIF82/6-10-16 a seconda dell'amperaggio che mi serve,comunque tutti da 6KA anche se credo si possano montare anche i 4.5KA dico bene?

comunque tra A eAC c'e' molta differenza di prezzo?

cosa intendi con "altamente resistenti ai disturbi"?

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Ciao Simons,

per la domanda sugli HPI BTicino ti posso dire che, da catalogo, sono quelli che hanno codice che termina per AH dopo il valore della In anziche' per A solamente.

Il "problema" e' che vedo sono disponibili solo in versione come Differenziali Puri o associabili (non in versione MTD).

Cosi come, scopro ora, gli "A" sono disponibili solo in versione 1P+N e non 2P .... forse c'e' un motivo tecnico che io sinceramente non so'.

Anche Gewiss (come tutte le altre case) li ha in catalogo che al momento non ho consultato.

Ciao.

Modificato: da gimma
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Con "altamente resistente ai disturbi", intendo degli interruttori differenziali che da un punto di vista normativo rientrano fra i "generici" tipo A o tipo AC (solo l'Austria ne ha una classificazione a livello normativo), carattrizzati da una costruzione "ad accumulo di carica" che ne garantisce un funzionamento molto più stabile e regolare.

Non ne esiste una denominazione standard e ormai quasi tutti i fabbricanti li propongono in catalogo con denominazioni commerciali

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Il "problema" e' che vedo sono disponibili solo in versione come Differenziali Puri o associabili (non in versione MTD).

Cosi come, scopro ora, gli "A" sono disponibili solo in versione 1P+N e non 2P .... forse c'e' un motivo tecnico che io sinceramente non so'.

Potrebbe essere così. Non lo so. E se lo sapessi non potrei dirlo..... :o

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Mi correggo circa i tipo "A" :

Cosi come, scopro ora, gli "A" sono disponibili solo in versione 1P+N e non 2P .... forse c'e' un motivo tecnico che io sinceramente non so'

Pare valere solo per BTicino; Gewiss invece ha a Catalogo tipo A 2P. Forse una scelta commerciale.

Anche per Gewiss mi pare invece che quelli ad "immunita' rinforzata", codici GW956xx, siano disponibili solo in versione Differenziali Puri.

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Scusate ... mi ri-correggo onde non fare torto a nessuna marca ....

BTicino pare avere a catalogo dei Differenziali Tipo A solo 1P+N per quel che riguarda SOLO quelli in versione MTD, mentre, anche per loro, sono presenti dei Tipo A 2P tra i Differenziali puri.

Gewiss invece pare averli disponibili sia 1P+N che 2P in ambedue le versioni.

Un po' di confusione nel leggere i cataloghi .....

Quelli ad immunita' rinforzata sembrano invece essere di tipo A per ambedue.

Per Simons (al quale vedo mancano 2 risposte) :

- I 4,5KA dovrebbero essere ok perche' se ricordo bene quella e' la massima corrente di cortocircuito che la fornitura ENEL ti possa causare (nella fornitura monofase 230V intendo). Lascio ai piu' esperti eventualmente correggermi.

- Per la differenza di prezzo A vs. AC ricordo da un'altro thread che non dovrebbe essere piu' notevole (lo era negli anni passati).

Ciao.

Modificato: da gimma
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infatti anch'io ho letto e il catalogo bticino fa solo i tipo A come moduli da associare al 2p MTD ma credo che vanno bene anche gli associati,anzi dobrebbe essere la stessa cosa ai fini di funzionamento di quelli nati insieme (intendo corpo unico diff+mtg giusto?

a questo punto sono un po' perplesso sia sul tipo A o AC e sia sulla corrente max di interruzione 4.5 ka o 6ka......l'unica certezza è che probabilmente scelgo bticino per un discorso estetico anche se mi faro' prezzare anche lo stesso materiale di merlin gerin.

domanda montante: 3kw monofase distanza contatore q.e. casa circa 15mt due corde da 6mm in tubo d.25 con terra di 16mm direi ok no?

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Simons : gli associati dovrebbero andare benissimo, solo che io non l'ho mai fatto (non sono un installatore) e mi troverei forse in difficolta' nel farlo. Tutto li.

Per A / AC direi che e' meglio puntare sull' A. Come ha scritto lo stesso ClA in un'altro Thread :

Tipo A

sensibile in più, a particolari correnti differenziali di forma unidirezionale pulsante, ottenute tramite parzializzazione di una sinusoide

Applicazione: ovunque ci sono circuiti elettronici in grado di generare tensioni di questa forma (regolatori a parzializzazione d'onda che possono essere presenti in alcuni elettrodomestici oppure dimmer per la regolazione della luce)

Per 4,5KA ho detto la mia, ma lascio risposta definitiva ai piu' esperti cosi come per un giudizio sul montante.

Cancellate invece cio' che dovrebbe essere una mia "bestiata"

BTicino ha Tipo A 2P tra i Differenziali puri. Gewiss invece pare averli disponibili sia 1P+N che 2P in ambedue le versioni.

Per i Differenziali puri non ha senso parlare di 1P+N o 2P ...... o sbaglio ???

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Per A / AC direi che e' meglio puntare sull' A.

Ma certo: un tipo A non è altro che un tipo AC con delle prestazioni "in più".

Quindi, sulla carta sicuramente offre una sicurezza maggiore.

Nella pratica, quanto spesso capita un guasto rilevabile dal tipo A e non da un tipo AC, non lo so.

Del resto, le forme d'onda di prova per i tipo A (sono tante!), sono piuttosto arbitrarie e convenzionali, nate in un'epoca ormai lontana. C'è chi dice che non sono quelle giuste, che ce ne vorrebbero altre, come nel caso del tipo B o altre ancora.... Sono discussioni che non finiscono più.

Ma proporre un tipo B è inaccettabile dal punto dei vista dei costi e degli ingombri.

C'è di buono che ormai un tipo A costa poco più di un tipo AC. Sempre più spesso i fabbricanti costruiscono unicamente tipo A che poi vengono anche marchiati declassati come tipo AC per meri motivi di marketing. Quindi tanto vale acquistare un tipo A.....

In molti paesi esteri si usa il tipo A e basta.

Come dicevo, più che discutere fra tipo A e tipo AC, che non costituisce una differenza enorme, mi sembra molto più importante distinguere fra apparecchi comuni (economici) ed apparecchi altamente resistenti ai disturbi e dare la preferenza a questi ultimi.

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Scusa ClA, ma :

Come dicevo, più che discutere fra tipo A e tipo AC, che non costituisce una differenza enorme, mi sembra molto più importante distinguere fra apparecchi comuni (economici) ed apparecchi altamente resistenti ai disturbi e dare la preferenza a questi ultimi

In realta' io sinora avevo inteso che quelli ad "immunita' rinforzata", o "altamente resistenti ai disturbi", avessero un qualcosa in piu', fossero un tipo speciale, costruiti per essere "immuni" ad esempio alle scariche dei temporali, e gli altri "standard" li consideravo quelli "normali".

Non e' questa la differenza ? Tu invece dici che i primi sono comunque di qualita' maggiore rispetto a quelli standard.

Ma non esiste una controindicazione nell'installare quelli "altamente resistenti ai disturbi" dove non serve (ad esempio non intervento in caso necessario) ?

Diventa sempre piu' difficile questa materia .....

Ciao e grazie.

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Ma no, non c'è nulla di difficile!

In realta' io sinora avevo inteso che quelli ad "immunita' rinforzata", o "altamente resistenti ai disturbi", avessero un qualcosa in piu', fossero un tipo speciale, costruiti per essere "immuni" ad esempio alle scariche dei temporali, e gli altri "standard" li consideravo quelli "normali".

Certamente! è così, questo è il vantaggio sicuramente più "commerciale", più facile da pubblicizzare.

Questi interruttori, per ottenere questo comportamento desiderato, hanno una costruzione decisamente più complessa (e perciò costosa) di quelli tradizionali.

Un circuito elettronico di comando, abbatsnza complesso, che regola il funziomento dell'interruttore.

Ottieni un funzionamento molto più ripetitivo e regolare, che il costruttore ottimizza in modo si da rispettare tutte le prestazioni richieste dalle norme (ovvio) ma anche di essere il più possibile sordo a ciò che non deve sentire.

Quindi li puoi sempre utilizzare senza contrindicazioni, salvo il costo e l'ingombro.

Se tu provassi in laboratorio tanti interruttori (come faccio io!), vedresti come questi interruttori hanno un comportamento estremamente regolare, con le i valori e i tempi di intervento molto precisi e ripetivi.

Ti dirò di più. Dieci o vent'anni fa, molti interruttori erano costruiti con principi simili, anche se non avevano una particolare denominazioni.

Poi, con la comparsa sul mercato di nuovi materiali più performanti, riuscirono a costruire differenziali rispondenti alle norme con soluzioni più economiche.

Ma, come effetto collaterale, erano particolarmente soggetti agli scatti intempestivi.

Quindi sono state riscoperte le vecchie tecnologie e vendute come apparecchi speciali contro gli scatti intepestivi. Ovviamente parlo di principio di funzionamento: in realtà non sono gli stessi apparecchi di 20 anni fa. I costruttori gli hanno migliorati e ottimizzati, utilizzando i dispostivi elettronici e magnetici oggi disponibili.

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Grazie ClA della risposta che leggo solo ora (non mi sono potuto collegare prima).

Bhe: oramai mi accorgo che non esiste piu' nulla di semplice .... Gli impianti elettrici li seguo per passione, hobby ecc., e mi accorgo sempre di piu' che, come per tutti gli argomenti, un conto e' seguirli a livello superficiale, un altro conto e volere andare fondo delle cose ....

Pero' l'argomento mi interessa e mi piace e quindi vado avanti a sbatterci la testa ! :)

Ti chiedo a questo punto un'ultima cortese spiegazione, utile forse tra l'altro anche agli altri partecipanti del Forum, visto che questo e' il tuo campo.

Cosa si intende esattamente con "scatto intempestivo" ? Uno scatto per una dispersione verso terra / contatto indiretto che dura "troppo poco" per essere considerata un vero pericolo o un vero malfunzionamento ? Quali sono le cause di uno scatto da definire "intempestivo" rispetto a quelle di uno scatto da ritenere corretto ?

Ciao e grazie molte come sempre.

Modificato: da gimma
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Scusate se mi intrometto nella discussione ma se vuoi ti posso scrivere la definizione di scatto intempaestivo....

GLI INTERVENTI INTEMPESTIVI

Non sempre le correnti differenziali rivelate dall’interruttore differenziale sono causate da un guasto del circuito protetto dall’interruttore.

In caso di una conseguente apertura del circuito e quindi di un’interruzione dell’alimentazione si parla di intervento intempestivo, ovvero indesiderato.

La non preventiva interruzione dell’alimentazione provoca disservizi che possono portare a conseguenza anche gravi sia in termini di sicurezza, sia economici.

Centri di elaborazione dati, impianti di climatizzazione, impianti frigoriferi, sistemi di sicurezza antintrusione sono alcune delle situazioni impiantistiche dove è richiesta un’elevata garanzia di continuità d’esercizio e dove un’improvvisa e ingiustificata mancanza dell’alimentazione comporta danni di notevole entità.

In un impianto elettrico possono verificarsi differenti situazioni e fenomeni circuitali che comportano il sorgere di correnti differenziali sia di tipo transitorio (correnti differenziali dinamiche), sia di tipo permanente (correnti differenziali stazionarie), con conseguente apertura dell’interruttore e interruzione della continuità d’esercizio.

Tali correnti possono essere a frequenza industriale (50 Hz) oppure a frequenza più elevate.

Di seguito vengono esaminate le cause più frequenti degli interventi intempestivi degli interruttori differenziali, e le relative misure da adottare per la loro limitazione o eliminazione.

Possiamo raggruppare le cause degli interventi intempestivi di un interruttore differenziale nelle seguenti tre categorie principali:

•Rivelazione di una corrente differenziale non riconducibile a un guasto verso massa.

•Asimmetria costruttiva del toroide con i rispettivi avvolgimenti.

•Errori di installazione

Sicuramente la rivelazione di una corrente differenziale non provocata da un guasto è la causa principale della maggior parte degli interventi intempestivi.

Le correnti differenziali, che portano a intervenire intempestivamente l’interruttore, sono correnti di dispersione, la cui ampiezza, frequenza e forma d’onda possono essere di svariate tipologie e dipendenti dalla particolare situazione impiantistica che le ha generate.

Queste correnti di dispersione, rivelate dall’interruttore differenziale, si richiudono attraverso il conduttore di protezione o altri collegamenti verso terra.

Le correnti di dispersione

Esistono due tipologie di correnti di dispersione verso terra: quelle di tipo stazionario e quelle dinamiche o transitorie.

Correnti di dispersione stazionarie

Le correnti di dispersione stazionarie fluiscono verso terra nell’esercizio nomale e in regime stazionario, in assenza di un guasto verso terra.

Correnti di dispersione stazionarie si hanno negli apparecchi che utilizzano filtri per la soppressione di interferenze a radiofrequenza.

Gli azionamenti elettrici che contengono al loro interno dispositivi a semiconduttori hanno delle correnti di dispersione funzionali di tipo capacitivo, ad alta frequenza. Questa correnti possono assumere valori estremamente elevati in particolare nel caso di presenza di filtri antidisturbo, necessari per rientrare nei livelli massimi di emissione richiesti EMC (Direttiva Compatibilità Elettromagnetica).

L’utilizzo di cavi di lunghezza importante comporta la presenza di correnti capacitive verso terra o che si richiudono attraverso il conduttore di protezione PE. La schermatura dei cavi comporta un aumento del valore di tali tipi di corrente di dispersione.

Esistono altre correnti di dispersione stazionarie, dovute per esempio ad una perdita del grado d’isolamento verso massa del componente elettrico. In questo caso l’eventuale intervento dell’interruttore differenziale non è da definire intempestivo in quanto è causato da un cedimento dell’isolamento.

Correnti di dispersione dinamiche

Sono correnti di dispersione di breve durata transitorie verso terra o che si richiudono attraverso il conduttore di protezione PE.

La durata di queste correnti può essere nell’ordine dei µs fino ad arrivare nel campo dei ms. La durata dipende, oltre che dalla costante di tempo del circuito, in particolare dall’organo di comando attraverso il quale il filtro viene messo in tensione.

Il fenomeno più frequente è senza dubbio la fulminazione durante eventi temporaleschi, che, creando sovratensioni impulsive, genera correnti di dispersione dovute alle capacità parassite dei cavi e quindi provoca degli scatti indesiderati. Altra causa di tipo esterno sono le manovre di rete compiute dall’ente distributore, o la presenza nelle vicinanze di grossi “assorbitori di potenza” (ad es. fabbriche) che, magari ad intervalli regolari, provocano lo scatto del differenziale delle utenze vicine.

Sovratensioni di origine atmosferica

Una delle cause che provoca più frequentemente l’intervento intempestivo dell’interruttore differenziale è costituita dalle sovratensioni di origine atmosferica, conseguenti ai fenomeni temporaleschi.

In questo caso fulminazioni dirette o indirette sulla linea di distribuzione elettrica danno origine a sovratensioni di carattere transitorio, che comportano l’insorgere di onde di corrente di tipo capacitivo (capacità della linea verso terra) le quali, rivelate dal toroide differenziale, possono comportare l’intervento intempestivo dell’interruttore.

Le fulminazioni possono aver luogo sia sul lato BT sia su quello MT dell’impianto, propagandosi, in questo secondo caso, attraverso il trasformatore MT/BT.

Anche lampi fra nubi sono fonti di onde di sovratensioni che si propagano lungo la linea di distribuzione.

In alcuni periodi dell’anno, quando i fenomeni temporaleschi sono più frequenti, può accadere che l’interruttore differenziale situato nel quadretto d’appartamento venga trovato nella posizione di aperto, con conseguente messa fuori tensione dell’intero impianto elettrico.

In ambito civile residenziale i maggiori danni che ne risultano riguardano principalmente gli impianti frigoriferi e congelatori, e i sistemi di antifurto.

Nel settore dell’illuminazione pubblica la norma CEI 64-7 art 3.3.7.1 invita il progettista a scegliere l’opportuna misura di protezione contro i contatti indiretti tenendo presente che l’utilizzo di interruttori differenziali può dar luogo, in caso di sovratensioni di origine atmosferica, a interventi intempestivi con conseguente mancanza del servizio di illuminazione.

Per ridurre la probabilità di interventi intempestivi a causa di sovratensioni di origine atmosferica sono possibili diverse misure preventive come l’installazione di opportuni scaricatori di sovratensione a monte dell’interruttore differenziale e/o l’impiego di interruttori con particolare resistenza agli interventi intempestivi.

I costruttori di interruttori differenziali propongono diversi modelli tra i quali si trovano quelli adatti all’impiego per resistere meglio agli effetti delle sovratensioni di origine atmosferica e di manovra.

Sovratensioni da manovre sull’impianto

Sovratensioni di manovra causate dall’inserzione o disinserzione di carichi, unitamente a determinate condizioni della linea elettrica, possono portare all’intervento intempestivo dell’interruttore differenziale.

Sovratensioni di manovra possono scaturire anche da interventi di apparecchi di protezione sul lato MT e BT, come ad esempio nel caso di intervento dei fusibili sul lato primario del trasformatore MT/BT, oppure in seguito all’intervento sul lato BT di interruttori di tipo limitatore.

Inserzione carichi induttivi – inserzione degli interruttori differenziali in circuiti con lampade fluorescenti.

Esistono tipologie di carichi elettrici che in fase di inserzione o disinserzione causano l’intervento intempestivo dell’interruttore differenziale. Un caso molto comune è quello delle lampade fluorescenti con reattore elettronico.

•Con l’utilizzo di reattori elettronici per l’alimentazione delle lampade fluorescenti in conseguenza del filtro di ingresso del reattore si hanno delle correnti di dispersione a frequenza industriale (50 Hz) che si richiudono attraverso il conduttore di protezione. In presenza di un elevato numero di reattori elettronici la corrente di dispersione in funzionamento normale potrebbe raggiungere il valore di soglia di intervento dell’interruttore.

•Nella fase di inserzione del reattore elettronico si ha una corrente di spunto di breve durata (<1ms). Nel caso di inserzione contemporanea di più reattori elettronici la corrente che viene assorbita nella fase transitoria può superare anche notevolmente la corrente nominale dell’interruttore.

•La fase di apertura di un circuito in presenza di reattori elettronici e relative lampade fluorescenti può dare origine a sovratensioni transitorie che danno luogo a correnti di dispersione capacitive verso terra e conseguente possibile intervento dell’interruttore.

Sulla base delle precedenti considerazioni è necessario conoscere qual è il numero massimo di reattori elettronici che possono essere inseriti a valle di un interruttore differenziale.

Stabilire una formula empirica che permetta all’installatore di poter effettuare una verifica non è semplice.

I costruttori di apparecchiature, in particolare di interruttori differenziali, mettono tuttavia a disposizione delle tabelle per la scelta dell’interruttore differenziale in base al numero di reattori elettronici che si possono collegare a valle.

Inserzione di carichi con cavi di lunghezza importante o cavi schermati

Le condutture elettriche presentano delle capacità distribuite tra i conduttori e tra i conduttori e la terra. Si può valutare il valore di questa capacità in circa 0,1 µF per 1000m di lunghezza.

In fase di inserzione e quindi di carica del condensatore si hanno dei valori di correnti capacitive particolarmente elevate e quindi è proprio nella fase di inserzione del circuito che si ha la probabilità più elevata di intervento intempestivo dell’interruttore differenziale.

I cavi schermati presentano correnti di dispersione nel normale esercizio ancora più elevate: si possono avere valori da 0,2 mA/m fino a 1 mA/m.

Disinserzione di carichi induttivi

Un’altra causa che porta all’intervento indesiderato degli interruttori differenziali è l’apertura di circuiti con carichi di tipo induttivo.

Infatti, in conseguenza delle corrispettive sovratensioni, correnti di tipo capacitivo verso terra provocano l’intervento dell’interruttore differenziale.

Esempi possono essere forniti da circuiti con lampade fluorescenti alimentate da reattori con filtri di tipo induttivo, motori asincroni, contattori.

Altro fattore che può giustificare la presenza di correnti di dispersione è la presenza di inverter nel circuito elettrico.

Infine l’interruttore differenziale può anche intervenire nel caso di elevate correnti di inserzione e questo problema può essere ricondotto ad un’eventuale asimmetria costruttiva degli avvolgimenti primari che causano, in conseguenza all’elevato valore di corrente, una f.m.m. sufficiente a fare intervenire l’interruttore differenziale.

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Ottima trattazione (quale è la fonte?)

Aggiungo altre due cause di scatto intempestivo.

Campi magnetici vicino al differenziale (es. teleruttori o simili nel quadretto stesso) e vibrazioni dell'interruttore (sempre per l'azionamento di apparecchi vicini, oppure in caso di quadri mobili).

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Giuste osservazioni...

La fonte è un collage di informazioni trovate in rete ma la base è presa da:

"gli interruttori differenziali - normative, tipologoe e applicazioni - di Daniele Pennati.

E' un librettino di un centinaio di pagine ma vi assicuro che è fatto davvero bene.

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Ok ! Grazie sidro della dettagliata risposta e ClA delle ulteriori precisazioni ! E poi dite che non si tratta di una materia complessa .......

Comunque tra i vari dubbi e incomprensioni che mi rimangono (non pretenderete che possa avere capito tutto e bene delle informazioni riportate !!??), il piu' grosso e' questo: ok poter comprendere che le "Correnti differenziali di dispersione dinamiche" possano essere "ignorate" da un differenziale ad alta immunita' (tipo: se di durata < x la ignoro), ma come puo' ignorare le "Correnti differenziali di dispersione stazionarie" ? Se mi passate il termine, lo fa' "ricalcolando" la base di partenza per il controllo sulla differenza di corrente nei due conduttori "sottraendo" le "Correnti differenziali di dispersione stazionarie" presenti ??

Oppure i differenziali ad alta immunita' sono appunto immuni solo a quelle dinamiche, visto che nelle note viene riportato :

Per ridurre la probabilità di interventi intempestivi a causa di sovratensioni di origine atmosferica (QUINDI DINAMICHE) sono possibili diverse misure preventive come l’installazione di opportuni scaricatori di sovratensione a monte dell’interruttore differenziale e/o l’impiego di interruttori con particolare resistenza agli interventi intempestivi

Per finire, collegandomi all'altro thread relativo ai differenziali con auto-riarmo: ma quei differenziali sono del tipo ad alta immunita' ? Sarebbe logico aspettarselo; o no ?

Ciao e grazie mille.

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ma come puo' ignorare le "Correnti differenziali di dispersione stazionarie" ?

Infatti, per questo tipo di corrente di dispersione, gli interruttori altamente resistenti sono meno efficaci. Se riescono comunque ad evitare scatti intempestivi, lo fanno sulla base del contenuto armonico di tali correnti (cioé in base a un effetto di filtro). Oppure semplicemente perchè, se è presente una piccola dispersione stazionaria, non viene sentito l'effetto di una eventuale dispersione impulsiva che farebbe "traboccare il vaso...."

Ma, c'è da chiedersi, è un bene o un male che il differenziale non senta queste dispersioni permanenti? la domanda è volutamente provocatoria.....

Se mi passate il termine, lo fa' "ricalcolando" la base di partenza per il controllo sulla differenza di corrente nei due conduttori "sottraendo" le "Correnti differenziali di dispersione stazionarie" presenti ??

C'è anche questa possibilità! per fare questo, però, sul differenziale devono anche essere presenti i morsetti per il conduttori di protezione. Esisteva un unico apprecchio con questo principio (brevettato), ormai uscito di produzione...

Un'ultima possibilità, sarebbe caratterizzare le correnti di dispersione in base allo sfasamento rispetto alla tensione di linea (in modo da riconoscerne la natura capacitiva). Una azienda ha brevettato questo principio, senza mai realizzare un apparecchio.

Per finire, collegandomi all'altro thread relativo ai differenziali con auto-riarmo: ma quei differenziali sono del tipo ad alta immunita' ? Sarebbe logico aspettarselo; o no ?

Questa è la logica del.... tecnico, non del marketing. Che senso avrebbe acquistare un autoriarmante e poi non vederlo quasi mai richiudere perché quasi mai scatta? molto meglio avere un differenziale che scatta spesso e che si richiude in automatico. Il cliente sarà più soddisfatto! Tieni conto che le configurazioni altamente resistenti ai disturbi sono più costose: il fabbricante se può evita di usarle, oppure se le fa pagare bene.

Comunque, con i dispositivi autoriarmanti assemblabili (es. BTicino), ognuno potrebbe fare come crede meglio (portafoglio permettendo).

Modificato: da ClA
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