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Contratto Enel - Quanto vale il contratto ENEL!?!


Slims83

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:huh: Mi sono sempre chiesto una cosa.

Com'è capitato la scorsa estate, il distributore di energia elettrica programma, o peggio ancora lo fa a sorpresa, interruzioni della distribuzione per la richiesta troppo elevata.

Ma se io, oltre alla potenza effettivamente assorbita, pago un canone per aver sempre a disposizione 3KW, perché non mi viene comunque garantita!?!

non vi pare un lecito dubbio!?!

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Caro Slims83,

non sarebbe tecnicamente possibile "garantire" la continuita' a tutti gli utenti in tutte le situazioni.

O, meglio, sarebbe eccessivamente costoso ed il costo ricadrebbe necessariamente sull'utenza.

Se fra 10 anni ci saranno abbastanza generatori distribuiti - esempio: fuel cells - la situazione poterbbe essere migliore ma comunque mai perfetta. e se manca il gas per le fuel cells? O se manca il vento negli eolici o il sole non si fa vedere nei solari? Puo' succedere, occasionalmente.

Ciao

Mario

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Mi sembra che effettivamente sia possibile chiedere la restituzione della quota parte di canone per il tempo di mancanza di energia, solo se questo supera un certo periodo. Sono tuttavia esclusi eventi di carattere eccezionale, bla bla (qualcosa del genere), Chi ne sa di più si faccia avanti....

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Ma gli episodi a cui mi riferivo ( penso ) non sono accaduti per mancanza di gas.. di vento o di sole, no? il problema andrà sempre aumentando se non si interviene.. ( aumento della domanda, l'offerta rimane a livelli di 30 anni fa!!! )

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OK,

riduciamo la domanda, nel senso di ridurre i moltissimi sprechi. E' possibile e raccomandabile, invece di aumentare l'offerta. Bisogna poi differenziare meglio l'offerta, aumentando la quota delle energie rinnovabili.

E dimensionare meglio i motori elettrici, spesso calcolati con lo spannometro elettronico anziche' con l'intelligenza.

Ciao

Mario

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Però concordi col fatto che nessuno consuma di più di quello che potrebbe? ( P.S. sono un po testone.. :) ) ...e quanto conviente ad un privato autoprodursi energia elettrica? ad esempio con pannelli fotovoltaici..

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nessuno consuma di più di quello che potrebbe

No, assolutamente sbagliato. Non e' cosi'.

Se poi per mancanza di soldi si rimandano i miglioramenti energetici, si continua a sprecare, ma noi siamo molto bravi a tirarci la zappa sui piedi.

Sai che diverse fabbriche auto in Estremo Oriente vengono in Europa ad acquistare tecnologia per risparmiare energia durante la fabbricazione? Questa stessa tecnologia qui e' snobbata, la usano inglesi e tedeschi, ma neanche una ditta italiana.

Ciao

Mario

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Ad esempio? che genere di tecnologia intendi? dovrebbe essere attuata da parte del distributore di energia elettrica o dal consumatore?

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Prima di tutto dai consumatori, specialmente industriali.

Di tecnologie ce ne sono tante, ne ho citata una che propongo io e per questo riesco a tenerla meglio sotto controllo, per poter affermare che gli italiani sono indietro e stanno facendo poco o niente per risparmiare.

A parole, sono tutti interessati, ma i fatti dimostrano l'opposto, o evidenziano l'impossibilita' di prendere delle decisioni su azioni per risparmiare energia.

Bisognerebbe mettere gli italiani allo stesso livello degli inglesi: Con finanziamento pubblico

Obiettivo: permettere alle aziende interessate di fare investimenti per risparmio energetico, pagando gli stessi nel tempo solo con i risparmi ottenuti, mediante finanziamento non eccessivamente burocratizzato.

Risultato: ripartenza commesse in settori anche molto diversi, riduzione immediata inquinamento, riduzione problema energetico nazionale, miglioramento efficienza delle attivita' produttive, miglioramento della qualita' dei prodotti dovuta ad una migliore qualita' dell'energia, riduzione degli scarti da mandare nelle discariche.

Ciao

Mario

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Paolo Cattani

Nelle industrie, l'istituzione dell'energy manager nel '91 si è risolta con la ricerca del fessacchiotto di turno che ci mette la firma, nemmeno l'alto costo delle bollette li fa ragionare (basta licenziare un'operaio e i conti tornano di nuovo, basta dare la colpa alla Cina, al governo, alle cavallette...)

Paradossalmente, abbiamo un'alto sviluppo di energie alternative nei Paesi del nord Europa. specialmente nell'ambito del solare (cioè dove di sole ce n'è poco), mentre è praticamente assente in Italia, Spagna e Grecia (dove ovviamente di sole ce n'è tanto).

Che sia perchè in quei paesi c'è abbondanza di gestori nei settori energia elettrica e gas? :angry: Certo. sono sottoposti a sorveglianza da un'authority, ma certamente sono incentivati da questa situazione (ed anche dal Governo) alla autoproduzione eolica e solare, alla cogenerazione diffusa, al risparmio energetico.

In Germania esiste un Istituto apposito per l'edilizia a risparmio energetico, il

Passivhaus Institut DarmstadtPassivhaus Institut Darmstadt

Praticamente il risultato è questo:

"Wolfgang Feist, Presidente dell’Istituto Tedesco delle Case Passive ha illustrato ( In una serie di convegni in Italia, Ndr) i principali accorgimenti per costruire case che mantengono una temperatura costante di 22 gradi tutto l’anno, con un risparmio energetico del 90%. Gli edifici passivi sono caratterizzati da perdite di calore così minime che il calore fornito dagli apporti solari (attraverso finestre e vetrate esposte a sud) e quello prodotto e recuperato da sorgenti interne (persone, apparecchiature, macchinari, illuminazione artificiale), può coprire quasi tutta l'energia necessaria per il riscaldamento invernale. Alcune sono state costruite in zone climatiche dove d'inverno la temperatura notturna scende regolarmente a 20 gradi sotto zero

Un fabbisogno energetico residuo che non supera i 15 kWh/(m2a) permette di rinunciare ad un impianto di riscaldamento convenzionale. Gli esempi finora costruiti hanno dimostrato che un edificio passivo può essere realizzato a costi concorrenziali rispetto a quelli degli edifici normali che corrispondono alle normative sul risparmio energetico.

Le case passive (l'unico settore trainante nell'edilizia tedesca) non possono superare i 15 kWh per m2 calpestabile all’anno, ma deve essere soddisfatto senza l'apporto di un impianto di riscaldamento. In Italia, con un clima molto più mite, si calcola (ma nessuno sa fornire dati precisi) che si raggiungano i 150-200 kWh/m2/anno. Dieci volte tanto, in condizioni climatiche completamente diverse. In Italia, grazie alle condizioni climatiche più favorevoli, i parametri degli edifici passivi si raggiungono con meno sforzi.

Riducendo tecnica e materiali impiegati, il consumo di un edificio passivo sarebbe =15 KWh/m2a come nei paesi dell'Europa Centrale, mentre, mantenendo gli stessi accorgimenti tecnici, con ogni probabilità si arriverebbe ad un valore prossimo allo 0 KWh/m2a.

Devono bastare i contributi dell'irraggiamento solare, del metabolismo delle persone che li abitano (circa 80 watt ciascuna), delle dispersioni termiche degli elettrodomestici e delle lampadine, del calore prodotto per cucinare. Nelle condizioni climatiche più rigide si può utilizzare un sistema centralizzato di ricambi d'aria con scambiatore di calore, che richiede consumi di energia elettrica così modesti da poter essere soddisfatti con fonti rinnovabili. Oltre agli apporti interni dati dal metabolismo delle persone e al calore di scarto dei motori degli elettrodomestici e delle lampade, occorre pertanto sfruttare bene gli apporti gratuiti esterni dell' irraggiamento solare. Usare intercapedini riempite di fibre vegetali per coibentare pareti e sottotetti e magazzini di calore realizzati con intercapedini riempite di cocci di laterizi sulle pareti dei camini. Captazione dell'irraggiamento solare attraverso la distribuzione e l'ampiezza differenziata delle finestre e un opportuno orientamento delle case; utilizzo della morfologia dei suoli come barriera ai venti freddi del nord; sfruttamento del metabolismo animale: sistemi di questo genere sono sempre stati utilizzati dall'umanità per climatizzare le case prima che l'abbondanza delle fonti fossili li facesse apparire metodi primitivi e poco efficaci"

Per chi non lo sapesse, il condizionamento dell'aria con metodi passivi è stato inventato in Iran molti secoli fa e poi adottato anche nelle nostre chiese e cattedrali: basta pensarci per tempo, quando si fa la "viléta"!

Per chi preferisce le soluzioni tecnologiche, e qui rischio un altro avvertimento, ci sono i condizionatori a gas, sia ad assorbimento (italiani, della Ro**r), che con motore a scoppio (seiko, sanyo, panasonic, samsung, aishin), che consentono di non caricare la rete elettrica e di risparmiare il 30% sul costo dei consumi. Sono costruiti e venduti in tutto il mondo, in Italia NESSUNO ne conosce l'esistenza!

Modificato: da Paolo Cattani
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Caro Paolo,

ottimo intervento.

Ricordo anche la possibilita' parallela di accumulare freddo ad alcuni metri sottoterra. In Svizzera ci sono oltre 10.000 impianti, in Italia sono praticamente sconosciuti. Noi usiamo l'energia elettrica invece di usare il freddo naturale presente sotto terra.

Riguardo ai condizionatori di grosse dimensioni con motori a scoppio, ne esistono con motore a pistone rotante tipo Wankel che sono silenziosi ed hanno un ottimo rendimento. Per supermercati, alberghi, grandi edifici, aziende. Mai visto uno in Italia.

Ciao

Mario

Modificato: da Mario Maggi
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Paolo Cattani

Se non mastichi il tedesco, ti conviene cercare "case passive" in italiano (meno particolari, ma comprensibili!)

Il sito tedesco rimane ottimo per la sua completezza, per i database di materiali, serramenti ecc. certifiicati come adatti alllo standard, gli esempi di capitolato, i moduli di richiesta di finanziamento governativo etc. etc.

Anche la ricerca di "passive solar heating" e passive house" dà buoni risultati.

Il condizionamento "passivo" consiste per la maggior parte nella "mancanza" di caldo e quindi nella scarsa esigenza di abbassare la temperatura: se la casa, DA SOLA, mantiene una temperatura interna di 22° d'inverno e di 25° d'estate, serve solo una ventilazione. Al massimo, nello scambiatore, si può usare un sistema ad evaporazione, usando uno spraying di normale acqua. Gli "scambiatori" in uso nell'Iran medioevale erano delle gallerie di una trentina di metri, con delle fontane e le pareti coperte di piante e muschio, collegate con le torri del vento (specie di campanili con tramezze interne a croce, a tutta altezza: da qualunque direzione spirasse il vento, un lato esposto era in pressione, quello opposto era in depressione e tramite delle serrande, si faceva in modo che l'aria pulita entrasse, mentre quella esausta era aspirata dalla depressione)

Molto spesso il sistema era combinato con l'utilizzo delle cupole con orifizio centrale e relativo torrino di copertura ( non è un caso l'utilizzo delle cupole nelle chese e nelle moschee) : qualunque brezza colpisca la cupola da qualunque direzione, quando arriva alla sommità della cupola raddoppia la sua velocità, creando un effetto Venturi che aspira aria dall orifizio, fornendo così una ventilazione naturale. Il grande volume interno confina la parte calda dell'aria in una zona non fastidiosa per l'uomo.

Per Mario: il progetto SEG (Searl Effect Generator) è molto contestato. Cercando "searl effect" si arriva sul sito del "prof" Searl, dove pubblicizza un gruppo elettrogeno grosso come un'autoradio, erogante 15 kW per qualche migliaio di ore (poi lo si rimanda da lui per ricaricarlo) ed un disco volante quasi finito (lui dice che ci manca poco...)

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  • 2 weeks later...
Nelle industrie, l'istituzione dell'energy manager nel '91 si è risolta con la ricerca del fessacchiotto di turno che ci mette la firma, nemmeno l'alto costo delle bollette li fa ragionare

Il problema è che molto spesso, grazie al "libero mercato" dell'energia, le ditte che vendono energia hanno dei contratti stranissimi in cui non risulta nemmeno la quota di energia disponibile e in cui la tariffazione è praticamente incomprensibile. Si sta in pratica verificando la situazione che esisteva nel mercato della telefonia cellulare con tariffe incomprensibili fatte apposta per evitare che l'utente ca**e qualcosa su quanto spendeva.

Gestire le produzioni più energivore in determinati orari potrebbe servire a risparmiare...sempre che uno capisca gli orari opportuni.

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