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calore bruciando mais o altro


birkof

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ciao a tutti,

inauguro questo forum introducendo un argomento di discussione.

Nel cuneese, dove abito, si fa un gran parlare delle caldaie a mais e volevo sapere cosa ne pensate.

Per chi non lo sapesse, in pratica si brucia comune mais in un'apposita caldaia non troppo diversa da quelle a legna.

Non mi e' molto chiaro quali siano le cifre relative a rendimenti, calore prodotto, ecc. anche perche' in giro si trovano pareri contrastanti..

Una cosa mi sembra strana..ma conviene veramente bruciare cibo per scaldarci? il petrolio lo devo "solo" estrarre e raffinare mentre il mais lo devo coltivare, aspettare mesi, raccogliere, trattare, ecc...ma conviene davvero? mi sembra ci siano troppi passaggi che consumano energia...

Grazie dell'attenzione

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Proprio nella tua zona (Savigliano e Saluzzo in particolare, ma anche altrove, credo) ci sono diverse ditte che producono caldaie a biomasse (non solo a mais). Evidentemente secondo i produttori il vantaggio c'è, ma analizziamo bene la cosa.

Intanto anche il petrolio ha origine da materiale organico, che in epoche remote è finito nel sottosuolo e, esposto a forti pressioni, ha subito la trasformazione che l'ha portato ad essere quel che è oggi.

La ricerca dei giacimenti, la concessione delle aree estrattive, le attrezzature per l'estrazione del greggio, per il trasporto, per la trasformazione e per la distribuzione non sono a costo zero.

L'inquinamento, o la bonifica da esso, ha un suo costo... anche col mais produco anidride carbonica e polveri, dirai, ma le moderne caldaie a mais abbattono molto bene i fumi, anche grazie a reazioni catalitiche e l'anidride carbonica restituita all'ambiente non è maggiore di quella assorbita dalla pianta in vita, a causa della funzione clorofilliana.

Aggiungi anche l'assenza dell'Accisa che, anche se in misura minore di quella per l'autotrazione, grava sui prodotti petroliferi ed ecco saltar fuori la convenienza del mais.

Ora potresti domandarti se sia più utile il mais, o il pellet, magari ricavatio da cascami di legno che sarebbero potuti rimanere inutilizzati.

Beh, qui non so risponderti. Su questo forum abbiamo già discusso l'argomento e tra tanti pro e contro confesso che non sono riuscito a trarne una conclusione. Prova ad utilizzare la funzione "cerca" e recupera i vecchi argomenti, magari col tuo aiuto ne veniamo a capo. smile.gif

Un po' di link sull'argomento:

Ecobiocalor (Savigliano)

Caldaia a legna (Saluzzo)

Kalorina (Asti)

Geoflame (Padova)

BEA (Bologna)

Qualche calcolo...

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Giorgio Demurtas

Il potere calorico: [kCal/kg]

9000 gasolio

6500-7000 olio

6000 mais

4500 pellets

4500 nocciolino di oliva

4200 gusci di mandorle, noccioline, pinoli....

3500 legna (<15% di umidità)

se metti in conto il danno ambientale (in termini di effetto serra), ne vale la pena!

In più fai nascere un nuovo settore produttivo, che giova all'economia agricola e industriale italiana.

Sei meno dipendente dai paesi produttori di petrolio. (significa anche meno guerre inutili mad.gif )

L'energia arriva da sole a tutti! basta saperla prendere! smile.gif

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  • 3 months later...

Ciao Giorgio sono perfettamente d'accordo con la tua idea... io penso che in natura abbiamo a disposizione moltissime fonti di energia a costi molto bassi per la reale resa finale bisogna solo sapere dove mettere le mani per spendere poco inquinando poco o nulla... (indendo rispetto alla combustione dei combustibili fossili ecc.)

Ciao Ciao

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CristianMoi, bruciare biomassa produce inquinamento a seguito della liberazione nell'aria delle polveri sottili, a questo servono i filtri, ma per quanto riguarda l'emissione di CO2 il bilancio è in pari, perché la materia organica che si brucia non rilascia più anidride carbonica di quanta ne ha assorbito dall'ambiente per il proprio ciclo vitale. Forse merita fare attenzione allo spostamento dell'inquinante dal campo, dove crescono le colture, alla zona dove il prodotto verrà bruciato, per questo motivo conviene che la biomassa venga utilizzata prevalentemente là dove è prodotta.

Anche il petrolio è di origine organica, ma è originato da materie provenienti da ere geologiche remote, al punto che per esso non è più possibile fare il bilancio della CO2 sopra descritto.

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salve, ho letto i post e sono interessato al mais come risorsa alternativa ma dalle mie parti non se ne parla affatto! Qui attualmente va molto il pellets la sansa(abbiamo molti frantoi in zona, sono del Lazio) e legna visto i boschi dell'appennino che ci sono. Volevo chiedere se il mais che si utilizza è lavorato prima di diventare combustibile oppure è lo stesso mais che posso trovare dal produttore. Se così fosse potrei pensare di prendere in futuro una caldaia che ne fa utilizzo a patto che possa reperirlo facilmente.

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Il mais che si usa per le caldaie deve avere un grado di umidità inferiore rispetto a quello per l'alimentazione e sovente è di qualità inferiore dal punto di vista estetico e organolettico, come si può immaginare, ma questo punto è irrilevante, infatti è solo la percentuale d'umidità il requisito importante, per il resto se ne fa più una questione di costi.

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  • 9 months later...

buongiorno a tutti, sono una neo iscritta del forum..mi interesserebbe il parere di qualcuno già "esperto" in merito a stufe e caldaie policombustibili.

in particolare sarei interessata a capire quale delle due sia la scelta più opportuna considerando che si tratterebbe di riscaldare una villa isolata su tre livelli (circa 200-250 mq di estensione) nella quale vivere tutto l'anno.

grazie sin d'ora per le "dritte" che vorrete darmi! smile.gif

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  • 9 months later...
  • 2 months later...

Credo che bruciare degli alimenti abbia anche defgli aspetti positivi: forse non ci si rende conto che mais, frumento, orzo e altri cereali spesso non sono adatti all' alimentazione, neanche a quella animale. Spesso nei magazzini ci sono delle partite rovinate: presenza di insetti vari, topi (anche morti!!), oppure causa clima sfavorevole ci sono delle partite rovinate da muffe (aflotossine) evidenti, etc. Dato che l' industria non butta via niente!!!! immaginate dove vanno afinire tali partite!!! QAuando, invece, come ora, esistono dei mercati diversi da quelli dell' alimentare, queste partite alla fine hanno lo stesso un valore, anzi, nel caso il problema sia dell' agricoltore o dell'essicatoio questo alla fine recupera le spese. Unica cosa che vorrei, per facilitare i controlli e fregare i "furbi" sarebbe opportuno denaturare con dei coloranti queste partite. Per intenderci, ora come ora, esiste gia' un mercato del genere, pensate all'inceneritore di Brescia che acquista normalmente partte diffettose di cereali e altro. Perchè non utilizzarlo anche nei bruciatori di casa?? E poi fino a 6 mesi fa i prezzi dei cereali erano tornati al valore degli anni 80 (38.000 lire al qle) ora sono scesi a 10-12 euro qle, rendendo impossibile o meglio non conveniente la loro coltivazione!!!!

Ciao a tutti, sono solo delle considerazioni!!!!!

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  • 1 year later...

per l'talianità, solo per indicare che in commercio esiste anche un pellet/mais (una miscela mista) prodotto in nord italia con materiale tutto di provenienza locale, ad un prezzo conveniente, io lo provai gia' tre anni fa e alla data odierna lo hanno ancora migliorato su una stufa rika che e' nata prevalentemente per quello austriaco. se volete via mail o qui, se si puo' posto link

skype:lucaenergetica

by luca

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