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Compressori Di Dinamica In Campo Audio


razoro

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In campo audio(voce,chitarra e compressione di segnali di bf in genere)si diffusi per l'appunto i compressori di dinamica.Vi dico ciò che so.Un preamplificatore a guadagno variabile viene comandato in corrente o in tensione da un raddrizzatore.Il problema viene nello stadio interposto tra il raddrizzatore e in preamplificatore ossia l'integratore.Qui un condensatore si carica tramite una resistenza e LIVELLA il segnale raddrizzato per poter comandare il preamplificatore SENZA INTRODURRE DISTORSIONI.Il problema è l'integratore:il condensatore non si carica immediatamente secondo me e quindi il compressore NON COMPRIME SUBITO ma dopo un breve ma percepibile ritardo.

Provate ad immaginare di comprimere il segnale di un pianoforte che ha un inviluppo con un eleveto segnale di attacco.Si percepisce l'improvvisso baasaamento di volume.

E' possible ovviare ad un inconvenente come questo?

Ciao e grazie.

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Quello che dici è giusto. Poichè è proprio il livello del segnale a pilotare il guadagno del preamplificatore un certo ritardo ci sarà sempre.

Dipende però da che tipo di circuito si utilizza, e che curva di compressione si adotta.

La misura di solito viene effettuata sul picco del segnale e quindi viene utilizzato un rivelatore di picco.

Se il circuito è ben dimensionato il picco viene rilevato subito appena si manifesta e ciò non dovrebbe introdurre ritardi apprezzabili. Eventualmente ci sarà un ritardo sulla scarica del condensatore e la successiva riapertura del compressore avverrà gradualmente con un certo ritardo.

Inoltre si può distinguere tra compressori retroazionati e non. I primi controllano l'ampiezza del segnale di uscita e lo mantengono costante (hanno però comunque un livello massimo di amplificazione), gli altri invece impostano un livello di amplificazione in funzione del livello di ingresso.

Quelli non reazionati non incorrono in problemi di stabilità, ma potrebbero commettere un certo errore sul segnale di uscita.

Mi parli di un segnale proveniente da un pianoforte: secondo me tale segnale non andrebbe mai compresso. Il volume del segnale è deciso dal pianista, che dovrebbe sapere cosa fare. Le possibilità di ottenere un buon suono ce le ha tutte senza artifici elettronici.

Il problema semmai è dove una grande variazione di volume è purtroppo inevitabile (come nella voce) ma per problemi di copertura dei livelli bassi inaccettabile.

Per quanto riguarda l'improvviso abbassamento di volume ciò è inevitabile, il compressore serve proprio a questo. se il segnale si è mantenuto basso per un po' è logico che l'amplificazione sia al massimo, per diminuire bruscamente all'aumento di segnale. Se la compressione è stata dimensionata bene però la percezione non sarà di un abbassamento di volume, ma di un aumento minore di quello che ci si potrebbe aspettare.

Immaginiamo però che il livello del segnale "basso" non fosse poi così basso (scusate il gioco di parole), come in un bel concerto dal vivo: quando arriva il segnale davvero alto, o si stimpana tutto il pubblico, o si ammette un aumento di volume più contenuto di quello effettivo.

I limiti di un compressore ci saranno sempre, ma penso che una buona progettazione possa rispettare anche le specifiche più stringenti. D'altronde se si usa vuol dire che se non c'è il suono sarà sicuramente peggiore nel suo complesso.

Discussione interessante!

Ciao!

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