Articolo
Vettori energetici da rifiuti, lo stato dell'arte delle politiche industriali, focus su biometano da FORSU
I vettori energetici da rifiuti
I vettori energetici da rifiuti per la decarbonizzazione; Biometano, Idrogeno, CSS-C
Il CSS-C: le caratteristiche principali
Il CSS-C. perché l'industria spinge per il suo sviluppo: vantaggi ambientali ed
economici I vettori energetici da rifiuti
Diversi sono gli obiettivi dell'intervento:
1) I vettori energetici da rifiuti. Evidenziare quali sono i vettori che possono essere valorizzati, mediante il recupero dei rifiuti ed in particolare della frazione solida dei rifiuti urbani
2) i benefici, ambientali ed economico industriali originati dal recupero dei rifiuti. Di seguito Illustrare i benefici, ambientali ed economico-industriali originati dal recupero dei rifiuti, reintroducendo le materie prime seconde nel ciclo economico e produttivo e consentire, attraverso questa operazione, la decarbonizzazione dell'economia.
3) I colli di bottiglia. Sottolineare come la tendenza in atto a livello di politiche industriali sia quella di favorire lo sviluppo di tali vettori ed evidenziare i colli di bottiglia eventualmente presenti
Perché soffermarsi sui vettori energetici da rifiuti? Perché stiamo assistendo ad un notevole interesse da parte del comparto dell'industria ambientale italiana per realizzare attività produttive in grado di produrre energia da rifiuti, il c.d. "waste to energy".
Molti ritengono che tale attività debba rientrare all'interno di un piano strategico, per raggiungere gli obiettivi di Kyoto e di Coop 28, svolta a Dubai nel novembre del 2023.
I vettori energetici da rifiuti per la decarbonizzazione
Biometano
Si tratta di un particolare tipo di metano, non di origine fossile, ma di origine biologica, ovvero ottenuto a partire da opportuni processi biologici, aventi ad oggetto la componente organica del rifiuto, proveniente da scarti agricoli (es.: reflui), ma soprattutto da scarti delle attività antropiche (i.e.: componente organica, opportunamente differenziata, dei rifiuti prodotti nelle nostre abitazioni, c.d. "FORSU")
Idrogeno
Si tratta di un vettore energetico ottenuto dalla lavorazione della FORSU, mediante il quale si ottengono materie prime seconde di particolare pregio, oltre a compost e a biometano.
CSS-C
Si tratta di un vettore energetico caratterizzato da un elevato potere calorifico, assimilabile a fonti fossili (es.: carbone) ed immediatamente sostituibile negli impianti in cui è necessaria la produzione di energia termica, originato da opportuno trattamento delle frazioni secche del rifiuto, mancato oggetto del recupero come materia ("riciclaggio")
Il CSS-C: le caratteristiche principali
- è una materia prima seconda ottenuta eliminando componenti inquinanti presenti in talune frazioni secche da cui origina ("end of waste");
- È un vettore energetico, una volta effettuate le operazioni di recupero della quota "non pericolosa";
- È caratterizzato da un elevato potere calorifico, per cui è assimilabile a fonti fossili (es.: carbone);
- in tale veste, è immediatamente sostituibile negli impianti in cui è necessaria la produzione di energia termica, originato da opportuno trattamento delle frazioni secche del rifiuto, mancato oggetto del recupero come materia ("riciclaggio");
- si differenzia dal CSS, in quanto combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate da talune norme tecniche, che conserva, dopo un trattamento, lo status di rifiuto.
Ad oggi, la sua produzione viene normata - unico caso tra i vettori energetici qui presentati - mediante un regolamento "End of Waste", il DM Ambiente (n. 22/2013);
Il CSS-C. perché l'industria spinge per il suo sviluppo: vantaggi ambientali ed economici
Il CSS ed il CSS-C sono una realtà, le cui potenzialità sono ancora inesplorate, dall'indubbio pregio ambientale. Esistono molte ragioni, e correlati vantaggi per l'ambiente, nell'utilizzo di simili vettori.
1) Consente l'invio di una minore quantità di rifiuti in discarica, e contribuisce al rispetto della gerarchia dei rifiuti
- Contribuisce alla diminuzione della quantità di rifiuto trattato che finisce in discarica, conformemente agli obiettivi di riduzione posti dall'Unione Europea per il 2035 (massimo 10% entro di rifiuti non riciclabili);
- Il tutto nel rispetto della gerarchia dei rifiuti
2) Consente un minore utilizzo di combustibili fossili, contribuendo alla decarbonizzazione dell'economia italiana
- Grazie all'impiego in sostituzione di essi, comporta una diminuzione della quantità di combustibili fossili che vengono consumati per essere utilizzati in impianti energivori
- dagli studi in materia emerge che ad ogni tonnellata di CSS/CSS-C utilizzata corrisponde un risparmio di 1,35 tonnellate di CO2.
3) Consente un minore impatto dei processi antropici sul clima. Determina, indirettamente, una riduzione dei cambiamenti climatici, in quanto i combustibili alternativi costituiscono una delle leve principali per la riduzione delle emissioni di CO2.
4) Consente di trovare sbocco per rifiuti altrimenti non valorizzabili, ovvero l'unica chiusura del ciclo sarebbe quella dello smaltimento, ed in particolare della discarica
- La valorizzazione energetica del CSS/CSS-C contribuisce a dare uno sbocco sostenibile a quelle frazioni di rifiuto non riciclabili:
- Si tratta -in particolare - di:
i. materiale plastico che per caratteristiche fisiche o per impurezza non può essere riciclato;
ii. materiale già oggetto di diversi cicli di trasformazione in MPS;
iii. materiale riciclabile che sfugge alla selezione della raccolta differenziata e viene intercettato e valorizzato negli impianti intermedi, ecc.), comunque sempre in base alla condivisa gerarchia di trattamento dei rifiuti.
In Italia sarebbe possibile sviluppare in termini industriali l'utilizzo del CSS-C, eliminando taluni colli di
bottiglia. Dipende da una molteplicità di fattori, di carattere soprattutto amministrativo e normativo.
1) Semplificare le procedure amministrative
- Per dare slancio a tale attività occorre innanzitutto semplificare le procedure amministrative;
- In particolare quelle riguardanti la realizzazione e gestione di piccoli e moderni impianti di produzione di energia, alimentati esclusivamente con CSS/CSS-C, e dotati delle migliori tecnologie di processo e dei più avanzati sistemi di controllo delle emissioni.
2) Ampliare le tipologie impiantistiche per il loro utilizzo
- Inoltre sarebbe necessaria una semplificazione della normativa di riferimento per l'avvio della sostituzione dei combustibili tradizionali con il CSS-C;
- In particolare, sarebbe auspicabile che gli impianti utilizzatori passano ottenere le autorizzazioni con un iter semplificato;
- In particolare - e nel contempo - sarebbe opportuno si possono creare corsie preferenziali per altre tipologie di processi che portano all'End of Waste di frazioni non più riciclabili che già compongono il CSS-C, ad esempio il riciclo chimico delle plastiche miste.
Un altro aspetto significativo riguarda la regolamentazione EoW introdotta con Direttiva Quadro n. 98/2008 viene sostituita la nozione di "materia prima seconda" con quella di "end of waste". Essa fissa dei requisiti che vengono pedissequamente ripresi nell'ordinamento interno ed individuati con quelli dell'art. 184-ter del TUA, di seguito elencati.
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I vettori energetici da rifiuti per la decarbonizzazione; Biometano, Idrogeno, CSS-C
Il CSS-C: le caratteristiche principali
Il CSS-C. perché l'industria spinge per il suo sviluppo: vantaggi ambientali ed
economici I vettori energetici da rifiuti
Diversi sono gli obiettivi dell'intervento:
1) I vettori energetici da rifiuti. Evidenziare quali sono i vettori che possono essere valorizzati, mediante il recupero dei rifiuti ed in particolare della frazione solida dei rifiuti urbani
2) i benefici, ambientali ed economico industriali originati dal recupero dei rifiuti. Di seguito Illustrare i benefici, ambientali ed economico-industriali originati dal recupero dei rifiuti, reintroducendo le materie prime seconde nel ciclo economico e produttivo e consentire, attraverso questa operazione, la decarbonizzazione dell'economia.
3) I colli di bottiglia. Sottolineare come la tendenza in atto a livello di politiche industriali sia quella di favorire lo sviluppo di tali vettori ed evidenziare i colli di bottiglia eventualmente presenti
Perché soffermarsi sui vettori energetici da rifiuti? Perché stiamo assistendo ad un notevole interesse da parte del comparto dell'industria ambientale italiana per realizzare attività produttive in grado di produrre energia da rifiuti, il c.d. "waste to energy".
Molti ritengono che tale attività debba rientrare all'interno di un piano strategico, per raggiungere gli obiettivi di Kyoto e di Coop 28, svolta a Dubai nel novembre del 2023.
I vettori energetici da rifiuti per la decarbonizzazione
Biometano
Si tratta di un particolare tipo di metano, non di origine fossile, ma di origine biologica, ovvero ottenuto a partire da opportuni processi biologici, aventi ad oggetto la componente organica del rifiuto, proveniente da scarti agricoli (es.: reflui), ma soprattutto da scarti delle attività antropiche (i.e.: componente organica, opportunamente differenziata, dei rifiuti prodotti nelle nostre abitazioni, c.d. "FORSU")
Idrogeno
Si tratta di un vettore energetico ottenuto dalla lavorazione della FORSU, mediante il quale si ottengono materie prime seconde di particolare pregio, oltre a compost e a biometano.
CSS-C
Si tratta di un vettore energetico caratterizzato da un elevato potere calorifico, assimilabile a fonti fossili (es.: carbone) ed immediatamente sostituibile negli impianti in cui è necessaria la produzione di energia termica, originato da opportuno trattamento delle frazioni secche del rifiuto, mancato oggetto del recupero come materia ("riciclaggio")
Il CSS-C: le caratteristiche principali
- è una materia prima seconda ottenuta eliminando componenti inquinanti presenti in talune frazioni secche da cui origina ("end of waste");
- È un vettore energetico, una volta effettuate le operazioni di recupero della quota "non pericolosa";
- È caratterizzato da un elevato potere calorifico, per cui è assimilabile a fonti fossili (es.: carbone);
- in tale veste, è immediatamente sostituibile negli impianti in cui è necessaria la produzione di energia termica, originato da opportuno trattamento delle frazioni secche del rifiuto, mancato oggetto del recupero come materia ("riciclaggio");
- si differenzia dal CSS, in quanto combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate da talune norme tecniche, che conserva, dopo un trattamento, lo status di rifiuto.
Ad oggi, la sua produzione viene normata - unico caso tra i vettori energetici qui presentati - mediante un regolamento "End of Waste", il DM Ambiente (n. 22/2013);
Il CSS-C. perché l'industria spinge per il suo sviluppo: vantaggi ambientali ed economici
Il CSS ed il CSS-C sono una realtà, le cui potenzialità sono ancora inesplorate, dall'indubbio pregio ambientale. Esistono molte ragioni, e correlati vantaggi per l'ambiente, nell'utilizzo di simili vettori.
1) Consente l'invio di una minore quantità di rifiuti in discarica, e contribuisce al rispetto della gerarchia dei rifiuti
- Contribuisce alla diminuzione della quantità di rifiuto trattato che finisce in discarica, conformemente agli obiettivi di riduzione posti dall'Unione Europea per il 2035 (massimo 10% entro di rifiuti non riciclabili);
- Il tutto nel rispetto della gerarchia dei rifiuti
2) Consente un minore utilizzo di combustibili fossili, contribuendo alla decarbonizzazione dell'economia italiana
- Grazie all'impiego in sostituzione di essi, comporta una diminuzione della quantità di combustibili fossili che vengono consumati per essere utilizzati in impianti energivori
- dagli studi in materia emerge che ad ogni tonnellata di CSS/CSS-C utilizzata corrisponde un risparmio di 1,35 tonnellate di CO2.
3) Consente un minore impatto dei processi antropici sul clima. Determina, indirettamente, una riduzione dei cambiamenti climatici, in quanto i combustibili alternativi costituiscono una delle leve principali per la riduzione delle emissioni di CO2.
4) Consente di trovare sbocco per rifiuti altrimenti non valorizzabili, ovvero l'unica chiusura del ciclo sarebbe quella dello smaltimento, ed in particolare della discarica
- La valorizzazione energetica del CSS/CSS-C contribuisce a dare uno sbocco sostenibile a quelle frazioni di rifiuto non riciclabili:
- Si tratta -in particolare - di:
i. materiale plastico che per caratteristiche fisiche o per impurezza non può essere riciclato;
ii. materiale già oggetto di diversi cicli di trasformazione in MPS;
iii. materiale riciclabile che sfugge alla selezione della raccolta differenziata e viene intercettato e valorizzato negli impianti intermedi, ecc.), comunque sempre in base alla condivisa gerarchia di trattamento dei rifiuti.
In Italia sarebbe possibile sviluppare in termini industriali l'utilizzo del CSS-C, eliminando taluni colli di
bottiglia. Dipende da una molteplicità di fattori, di carattere soprattutto amministrativo e normativo.
1) Semplificare le procedure amministrative
- Per dare slancio a tale attività occorre innanzitutto semplificare le procedure amministrative;
- In particolare quelle riguardanti la realizzazione e gestione di piccoli e moderni impianti di produzione di energia, alimentati esclusivamente con CSS/CSS-C, e dotati delle migliori tecnologie di processo e dei più avanzati sistemi di controllo delle emissioni.
2) Ampliare le tipologie impiantistiche per il loro utilizzo
- Inoltre sarebbe necessaria una semplificazione della normativa di riferimento per l'avvio della sostituzione dei combustibili tradizionali con il CSS-C;
- In particolare, sarebbe auspicabile che gli impianti utilizzatori passano ottenere le autorizzazioni con un iter semplificato;
- In particolare - e nel contempo - sarebbe opportuno si possono creare corsie preferenziali per altre tipologie di processi che portano all'End of Waste di frazioni non più riciclabili che già compongono il CSS-C, ad esempio il riciclo chimico delle plastiche miste.
Un altro aspetto significativo riguarda la regolamentazione EoW introdotta con Direttiva Quadro n. 98/2008 viene sostituita la nozione di "materia prima seconda" con quella di "end of waste". Essa fissa dei requisiti che vengono pedissequamente ripresi nell'ordinamento interno ed individuati con quelli dell'art. 184-ter del TUA, di seguito elencati.
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Stefano Sassone - Cisambiente - Confindustria
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