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PLC Forum


Di Chi è Il Software? - unita anche la discussione "proprietà delsoftware"


RickyM

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Buon pomeriggio a tutti,

Tra 10 anni lui butterà nella spazzatura una macchina da un milione di euro..

Una macchina di 1 millione di EURO :o .. dovrebbe avere un interessante sistema di controllo e HMI.

Perche la dovrebbe buttare via la macchina, per non avere le sorgenti del SW? Hai sempre i buck up

disponibile... o magari ....provo ad indovinare, dunque... vorresti dopo 10 anni aggiornare il SW oppure cambiare qualche CPU, ecc... allora hai paura che il costruttore..........

tu sarai andato felicemente in pensione...
infatti..

Beeh, se lui ha saputo salvaguardare bene sui sorgenti per tutta la sua carriera, sicuramente vendera' la sua attivita'in attivo e know how acquisito a qualcun'altro. Altrimenti non penso andra' felicemente in pensione...

Non sempre si tratta di duplicare

La fuga di know how sarebbe comunque sostanziosa ed in alcuni casi potrebbe generere gosse perdite.

il cliente standard compra la macchina per usarla

Macchina che vale la pena e rappresenterebbe un business viene copiata per primo nelle aziende utenti

usando delle risorse locali. Lo fanno anche utilizzando il buck up del SW, che se non ha nessuna protezione

partirebbe comunque.Anche questo rappresentarebbe un danno per la ditta sorgente.....

Potremmo andare avanti all'infinito,

Questo e' il bello, se non ce la continuita', siamo rubinati. ;)

"lui pensava che io avessi capito che lui intendeva dire che io avessi dovuto anche..

Infatti, questa e' una solita classica.. :D

Buon proseguimento

Modificato: da Savino
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  • Piero Azzoni

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Salve a tutti,

ho cercato un pò sul forum, anche su vecchi post, e ho notato che l'argomento della propietà intellettuale del software è stato ampiamente dibattuto.

Mi pare che tutti siano d'accordo sul fatto che è opportuno specificare in fase di contratto tra fornitore e cliente di chi è il software, e i limiti di utilizzo dello stesso.

Mi chiedevo, qual è la formula legale che utilizzate nei vostri contratti per garantirvi contro l'utilizzo impropio, la copia o la modifica del vostro lavoro?

grazie.

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non ci siamo capiti ..................

e' inutile che perdiamo tempo a cazzeggiare su teorie

o hai venduto il software al cliente

- allora ci puo' fare quello che vuole, e' giusto cosi'

o ti fidi

-allora fidati

o ti proteggi affinche' non sia fisicamente possibile copiarlo o modificarlo

- allora non lo copia e non lo modifica

il resto sono teorie

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Ciao

Ho seguito tutta la discussione con molto interesse e in molti casi mi è venuto da ridere.

Di tutti i clienti ai quali ho fornito il software nessun neanche aziende con programmatori hanno fatto modifiche senza chiedere un minimo consiglio, sfido chiunque a modificare software di impianti da 300-400 I/O o con assi gestiti magari in Profibus senza interpellare chi lo ha fatto.

Sviluppare software forse non è un'arte ma è un lavoro e non tutti lo eseguono nello stesso modo e con le stesse funzionalità.

Devo dire che durante la mia esperienza lavorativa mi è anche capitato di fornire del software per macchine dove il cliente finale ha utilizzato il mio software debitamente testato per realizzare altre macchine solo utilizzando la funzione download, il che non mi sembra molto serio.

Comunque a chi non chiede il software nell'offerta e poi a tutti lo vuole io lo fornisco senza alcun commento così siamo tutti contenti nessuno è obbligato a commentare il software.

Buon lavoro a tutti.

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La fiducia verso il cliente è altra cosa dalla legalità, che è ancora altra cosa dalla reale capacità d'intervento su un software prodotto da altri.

Capisco che ciascuno di noi potrà avere avuto esperienze diverse, che lo portano ad avere maggiore o minore fiducia nella buona fede del cliente, ma credo sia opportuno che i rapporti tra le persone (a maggior ragione tra ditte) stiano sotto il cappello della legge.

Il software non è né il supporto su cui è registrato, né la manualistica a corredo. Rientra tra le proprietà intellettuali e come tale la proprietà del supporto (disco, o carta) non comporta automaticamente la proprietà del software, che viene concesso, dove non diversamente indicato, come licenza d'uso. I vincoli d'uso della licenza prevangono sulla proprietà del supporto, al punto da poter prevedere la distruzione dello stesso nel caso si perdessero i diritti d'uso.

In altre nazioni possono esservi legislazioni differenti, quindi le parti devono prendere accordi scritti che contemplino le leggi del luogo. In una discussione di normale rapporto commerciale tra fornitore di software e cliente si potrà arrivare ad applicare il modo elastico gli accordi presi, ma un buon contratto può ricondurre all'ordine chi tenta di prendersi eccessive libertà.

Il software è una merce come un'altra, in quanto a vendibilità, ma può essere paragonabile ad un abito griffato: hai diritto ad acquistare l'abito, ma non hai alcun diritto di smontare l'abito per copiarlo in tutto o in parte, se non hai espressamente acquistato anche questi diritti.

Ho lavorato per anni in una divisione che si occupava di vendita di tecnologia e posso garantire che facevamo molti più soldi a vendere le idee, che a vendere il prodotto oggetto della nostra tecnologia. Neppure immaginabile di poter cedere "gratis" l'idea a chi ci acquistava il prodotto, anche se quest'ultimo si trattava di un prototipo venduto a prezzo elevatissimo.

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Comunque a chi non chiede il software nell'offerta e poi a tutti lo vuole io lo fornisco senza alcun commento così siamo tutti contenti nessuno è obbligato a commentare il software

Non è una risposta, dal punto di vista normativo NLL lo ha ampliamente spiegato,

nel corso della discussione (i due casi Richiesto da contratto e senza contratto)

Un altra cosa è se il fornitore ha la forza per far valere la legge sul Copyright o meno

ovvero se il cliente è strategico si calano i calzoni.

nessuno è obbligato a commentare il software

Falso se lo chiedono nel capitolato deve essere fatto.

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irpick a me sembra nella risposta di nll di capire cose un pò diverse da quelle che hai capito tu, secondo me in sostanza lui dice c'è diversità tra proprietà del software e diritti d'uso con relativi vincoli per capirsi ciò che fà Bill Gates con Windows, tu non acquisti il software almeno io non ho i sorgenti di Windows ma i diritti d'utilizzo limitatamente alla quantità di licenze che acquisti se hai 4 licenze puoi installarlo su 4 PC.

In quanto a commentare il software vorrei proprio vedere come si fà a dire che i sorgenti non vanno bene perchè poco commentati mi viene veramente da ridere e non sò come si possa sostenere tale tesi.

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Voglio essere più chiaro:

Quando dico che acquisto un software, contrariamente a quello che si crede, e se non diversamente indicato nel contratto, io acquisto solo la licenza per il suo uso e la possibilità di cedere (a qualunque titolo, sia oneroso, sia gratuito) questo diritto e i relativi obblighi ad altri, sempre che questo non sia espressamente vietato sul contratto di licenza.

Ogni altro diritto estensivo, o riduttivo deve essere segnalato espressamente nel contratto, ivi compreso il trasferimento della proprietà intellettuale, e/o del codice sorgente.

Per chiarezza, nei contratti di licenza vengono solitamente riportate anche quelle voci che sono già previste dal codice civile, questo non esclude dai diritti chi non opera allo stesso modo, segnalando solamente le eccezioni alla legge.

Detto ciò, l'ultima risposta di irpick mi sembrava allineata. Lui faceva solo notare che una cosa è avere dei diritti, altra cosa è avere la forza/volontà di esercitarli: "ovvero se il cliente è strategico si calano i calzoni."

Credevo che l'esempio dell'abito fosse stato sufficientemente esplicativo.

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me sembra nella risposta di nll di capire cose un pò diverse da quelle che hai capito tu, secondo me in sostanza lui dice c'è diversità tra proprietà del software e diritti d'uso con relativi vincoli per capirsi ciò che fà Bill Gates con Windows, tu non acquisti il software almeno io non ho i sorgenti di Windows ma i diritti d'utilizzo limitatamente alla quantità di licenze che acquisti se hai 4 licenze puoi installarlo su 4 PC

Riassumo estrapolando i concetti:

1) software proprietario di chi lo sviluppa cliente 1 licenza .

2) software proprietario di chi lo sviluppo ceduto in N° licenze

3) software proprietario ceduto in toto (inclusi i sorgenti)

In quanto a commentare il software vorrei proprio vedere come si fà a dire che i sorgenti non vanno bene perchè poco commentati mi viene veramente da ridere e non sò come si possa sostenere tale tesi.

Non si possono fare nomi però grandi aziende non firmano il collaudo se non hanno documentazione software che comprende eventuali Tabella assegnazione dei puntatori ecc.

Ogni ramo poi deve essere commentato e ogni I/O pure

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il collaudo e' a fronte di una specifica

il collaudatore puo' definire non idoneo un oggetto fornito SE questo e' difforme da quanto acquistato

se allegata all'odine c'e' una specifica che dice che il software deve essere commentato tale operazione va eseguita, se non e' eseguita il collaudatore DEVE segnalare la difformita'

se questa specifica non esiste il collaudatore non puo' segnalare la:

" difformita' difformita' di questo software con quello che io tre anni fa avevo visto quando lavoravo dall'altra parte "

se la specifica allegata all'ordine non esiste vale quanto descritto sull'ordine stesso e quanto descritto sull'offerta

e cio' che non e' descritto ne' sull'una ne' sull'altra in quella specifica commessa NON ESISTE

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Giustissimo quello che dice Piero, nel caso di un'ordine a fronte di un'offerta quest'ultima si tramuta come contratto tra le due parti con tutte le clausole che ci sono scritte.

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Giustissimo quello che dice Piero, nel caso di un'ordine a fronte di un'offerta quest'ultima si tramuta come contratto tra le due parti con tutte le clausole che ci sono scritte.
il collaudo e' a fronte di una specifica

La risposta era una continuazione ...leggere tutto.

Falso se lo chiedono nel capitolato deve essere fatto.
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La fornitura di una macchina-impianto deve essere conforme a quanto ordinato. L'ordine deve aver allegato un capitolato/specifica tecnica, oppure fare esplicito riferimento a quanto offerto citando esplicitamente n.o di offerta, data e revisione.

Si nella specifica d'ordini o di offerta non è stato esplicitamente venduto il likstato commentato vale il principio generale: la macchina/impianto deve essere corredata degli schemi idonei al montaggio ed alla manutenzione. Così come per il cablaggio si ritiene sufficiente lo schema elettrico, così per i programmi sono sufficienti i listati per ottemperare al dettato della legge.

Anche se è esplicitamente richiesto il listato commentato, senza specificare il tipo ed il modo del commento, è difficile sostenere che i commenti non sono sufficienti.

In genere chi sa fare questo lavoro prescrive la doppia pagina. Sul foglio di desta c'è il listato, mentre su quello di sinistra ci sono commenti e spiegazione del listato che compare nel foglio di destra.

Ci sono aziende che specificano anche il numero di copie ed il tipo di supporto: cartaceo e/o magnetico. Altr invece che non specificano nulla. In quest'ultimo caso va bene il minimo previsto dalla legge.

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Non capisco la tua risposta, Piero.

In più post hai teorizzato di scrivere "chi fa cosa, come, ecc. ecc." e ora che ti chiedo come scrivere, o meglio di sapere cosa scrivi nei tuoi contratti mi rispondi che

e' inutile che perdiamo tempo a cazzeggiare su teorie

Mi pare che predichi bene e razzoli male!

comunque io mi fido dei miei clienti e non ho paura della copia dei miei software perchè ritengo che si possa sempre migliorare e la competizione, anche se sleale, non mi spaventa anzi mi stimola.

Ciò non toglie che mi voglia tutelare nei contartti che stipulo, senza danneggiare il cliente o vincolarlo alla mia azienda (cosa che ritengo molto scorretta). Di solito do i sorgenti dei software che sviluppo.

Detto ciò, rinnovo la mia domanda:

qual è la formula legale che utilizzate nei vostri contratti per garantirvi contro l'utilizzo impropio, la copia o la modifica del vostro lavoro.

PS. ritengo che dover far valere le prorpie ragioni di fronte a un tribunale italiano sia quanto di + frustante ci possa essere, non solo per le lungaggini della giustizia ma anche per la cavillosità delle leggi. Considero l'arrivare di fronte al giudice comunque una sconfitta, indipendentemente da chi ottiene ragione dal giudice.

Modificato: da Faust
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non esiste una specifica forma legale

nella tua offerta avrai scritto (per esempio)

l'attivita' offerta comprende :

- studio del sistema di automazione (ovvio)

- dimensionamento del plc (ovvio)

- stesura della configurazione e del software applicativo (ovvio)

- messa in marcia (tendelzialmente si)

- breve istruzione al personale (a volte)

- cessione del codice sorgente (a volte si, a volte no)

- fornitura di una copia in formato leggibile con commenti (come sopra)

cio' fatto dal punto di vista legale hai fatto tutto cio' che devi, al 100.%

domanda: cio' fatto, e ipotizando che nella specifica commessa le ultime due righe non ci siano quale sarebbe il senso di lasciare comunque il s/w semichiuso o semiaperto ?

sarebbe come chiedere quale e' la forma legale correta per tutelare la propria auto dal furto sentendosi stimolati lasciando la porta aperta e la chiave nel cruscotto .............. fai tu

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  • 1 month later...
Per quanto riguarda la proprietà intellettuale del software, penso che una logica a plc che sostituisce delle logiche a relè e delle regolazioni pid o altro non ha proprio niente di trascendentale e di creatività privata.

Solo ora, con ritardo di oltre un mese, leggo questo messaggio, ma non ho resistito: devo rispondere!

I casi sono due: o ci troviamo di fronte a qualcuno che non ha le idee molto chiare su cosa vuol dire programmare un plc oggi (non parlo di accendere 4 luci per il presepio), oppure ci troviamo di fronte ad un genio che in mezza giornata sviluppa il software per un impianto con qualche migliaio di I/O.

Per quanto riguarda la proprietà personale e intellettuale di applicazioni software sviluppate all'interno dell'azienda, a mio parere o sono di proprietà dell'azienda o non si sviluppano in azienda.

E' difficile pensare che un lavoro sviluppato in azienda, con i mezzi hardware e software dell'azienda e nell'orario di lavoro retribuito, siano di proprietà privata e non aziendale.

Su questo sono fondamentalmente d'accordo. La paternità del software rimane però del cervello che lo ha sviluppato. Per sviluppare il software il programmatore infatti ha sì usato i mezzi della ditta ed è anche stato retribuito dalla ditta stessa, ma ha usato soprattutto il suo cervello. Anche un cantante per incidere un disco si serve dei mezzi della casa discografica, ma i diritti d'autore sono suoi. Oltretutto, nel caso dovesse cambiare ditta, non gli si potrà certo vietare di sviluppare un software praticamente identico (parere già espresso in questo forum e che condivido pienamente). O dovrebbe anche cancellare parte della sua memoria?

Detto questo voglio fare una precisazione. Io ai miei clienti fornisco sempre il software e tutta la documentazione, anche perchè credo che il modo migliore per tenersi un cliente sia lasciarlo libero di scegliere. Un cliente che si sente legato a filo doppio al fornitore, appena trova un altro fornitore cambia.

Mi è già capitato più volte di sostituire ditte che proteggevano tutto e, convinte di avere il cliente per il collo, applicavano tariffe e tempi assurdi quando era richiesto un intervento. Il cliente è stato disposto a spendere soldi per sviluppare completamente un nuovo software, a patto di avere un software aperto.

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Oltretutto, nel caso dovesse cambiare ditta, non gli si potrà certo vietare di sviluppare un software praticamente identico

Non è esattamente come scrivi: questa possibilità esiste eccome ed è regolamentata in vario modo.

Intanto c'è nel mio settore, poi c'è anche in settori che calzano perfettamente con la programmazione.

Una delle ultime cause vinte di Guglielmo Cancelli riguarda proprio un suo ex dipendente (dirigente tecnico) che credeva di poter disporre liberamente dell'opera del proprio ingegno al servizio di una ditta concorrente: ha perso la causa e la ditta che lo ha assunto ha dovuto accettare di pagare le royalties a Piccolo&Soffice su ogni prodotto venduto che includeva quelle parti di codice. Mega guadagno, se si pensa che quei prodotti non contenevano esclusivamente il codice incriminato, ed ora la percentuale da pagare è applicata sul costo globale del prodotto!

Esistono i patti di non concorrenza che spesso sono inclusi tra le clausule di un contratto di lavoro privato, altre al trattamento della proprietà individuale nel caso di creazioni non solo operate in azienda, ma anche al di fuori di essa, ma pur sempre facenti parte del bagaglio professionale che il dipendente ha messo a disposizioone della ditta dal momento dell'assunzione. Ove non specificato valgono le norme del codice civile, ma un datore di lavoro non si lascia sfuggire l'occasione di segnalare questi vincoli, visto che in fase di assunzione si trova in una posizione di indubbio vantaggio.

Altro discorso è il lavoro del libero professionista, ma qui contano gli accordi scritti, meglio non lasciare alcunché di sottinteso, potreste non avere la stessa sensibilità e sottintendere cose differenti.

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Questo significa che un dipendente non si può portare via dalla ditta per cui lavorava i sorgenti, anche se sono stati da lui stesso sviluppati. Ma come gli si può impedire di ricreare quello che ha già creato una volta? Gli formattiamo una parte di cervello? Oltretutto è molto probabile che il nuovo software sviluppato dal medesimo individuo assomigli pesantemente al software che lo stesso individuo ha sviluppato in passato. Ogni programmatore ha il suo stile, e questo non è di proprietà della ditta per cui lavorava. Un cantante che cambia casa discografica deve cambiare anche stile?

Io sono un libero professionista, e con una ditta ho stipulato un contratto che mi vieta di lavorare per ditte concorrenti e di divulgare segreti anche nel caso dovessi interrompere il rapporto in corso. Ma se dovessi in futro lavorare per un'altra ditta nello stesso settore, come potrei fare, anche con tutta la buona volontà, a non utilizzare il know how acquisito? Non parlo di segreti aziendali, ma di esperienza fatta sul campo, sapere che un certo fluido si comporta in un certo modo, che il tal processo dà risultati migliori se si segue la tal procedura, e così via.

Poi, se si avvia una causa, sappiamo tutti che la ragione è dell'avvocato migliore (e a Guglielmo Cancelli i soldi per pagare schiere di avvocati non mancano), ma non riesco proprio a capire come mi si potrà impedire di NON cambiare il mio cervello. Del resto qualsiasi cosa io faccia la farò sempre col mio stile, quindi tutto il software che io svilupperò assomiglierà (evoluzione a parte) in qualche modo al software che ho già sviluppato. Che faccio, pago i diritti d'autore a me stesso?

Tanto per dire, non è possibile fotocopiare un libro, ma nessuno mi può vietare di impararlo a memoria.

Modificato: da batta
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Nessuno ti impedisce di stipulare un contratto che ti consenta di portare le tue conoscenze anche presso una ditta concorrente, resta da vedere se il tuo datore di lavoro è disposto ad assumerti a questa condizione.

Ripeto, com'è mia abitudine specifico quando sto esprimendo un'opinione e quando riferisco di una normativa. Qui è il caso di accordi che vengono presi, con o senza perfetta cognizione di causa, dalle due parti. Logicamente chi non rispetta gli accordi può anche sperare di farla franca, ma certamente non può vantare diritti ai quali ha rinunciato contrattualmente perché allora gli andava di accettare quelle condizioni pur di poter collaborare con la tale ditta.

Qui gli avvocati citati non hanno avuto difficoltà alcuna, la loro bravura è stata determinata dall'entità della pena comminata all'ex dipendente/dirigente e alla ditta che l'ha assunto (che non poteva certamente dichiararsi fuori, in quanto ha assunto quella persona proprio perché depositaria delle conoscenze che intendeva acquisire a basso costo).

Non ti si può cancellare dalla mente uno stile di lavoro, né le conoscenze acquisite con l'esperienza, ma ti si possono porre dei vincoli nell'esternare queste tue qualità, in particolare se si tratta di impiegarle, entro un certo tempo, a favore di una ditta concorrente. Se tu non te ne curi, valgono i dicorsi di cui sopra.

Se io volessi lavorare per una ditta concorrente non potrei farlo, ma se trovassi una occupazione presso una ditta non concorrente sarei tenuto comunque a sottoporre alla mia attuale ditta il nuovo lavoro per chiederne il nulla osta, fermo restando il mio dovere alla segretezza in ogni caso. Non è detto che sia il caso tuo, per questo devi verificare tu, in base agli accordi firmati sia individualmente, sia collettivamente.

Attenzione che questi vincoli spesso sono efficaci solo entro un numero definito di anni (sovente sono 5 anni), poi sei libero di trasmettere le tue conoscenze anche alla concorrenza (non i documenti e le formule direttamente, quelle sono rimaste di proprietà della ditta di prima). Anche in questo caso valgono gli accordi tra le parti.

Modificato: da nll
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Se io volessi lavorare per una ditta concorrente non potrei farlo, ma se trovassi una occupazione presso una ditta non concorrente sarei tenuto comunque a sottoporre alla mia attuale ditta il nuovo lavoro per chiederne il nulla osta, fermo restando il mio dovere alla segretezza in ogni caso.

Cosa vorresti dire, che un dipendente che cambia ditta dovrebbe, per il periodo definito nel contratto, fornire il nuovo software che sviluppa alla vecchia ditta affinchè questa lo possa esaminare e dare il nulla osta? E come si fa per evitare che la vecchia ditta sfrutti il nuovo software? Questo significa che è impossibile trovare un nuovo lavoro: quale ditta assume un programmatore se tutto il software da lui sviluppato dovrà essere fornito ad un'altra ditta, concorrente o meno che sia?

Io credo che in un caso simile la vecchia ditta dovrebbe richiedere, presentando fondati motivi, di valutare se il nuovo software viola il contratto e conseguentemente dimostrare le eventuali violazioni.

Credo inoltre che spesso sia difficile dimostrare che si è attinto direttamente al software sviluppato precedentemente. Faccio un esempio: ho sviluppato in S7 una funzione che mi permette di calcolare la concentrazione di una soluzione inserendo come dati noti (prove di laboratorio) le curve di conducibilità a 2 diverse temperature. Misurando temperatura e conducibilità attuali, mediante interpolazione, calcolo la concentrazione.

Se avessi bisogno di fare qualcosa di simile per un altro cliente, non credo che ne risulterebbe qualcosa di molto diverso da quanto già fatto, anche perchè si tratta di applicare semplici formule matematiche. Oppure dovrei dire al cliente: no guarda, non posso farlo, perchè un calcolo simile l'ho già fatto per un'altra ditta, e dovrei pagare a questa ditta i diritti per un software che io stesso ho sviluppato.

Inoltre un ragionamento simile può essere trasportato a qualsiasi routine. Una funzione di scalatura personalizzata? Registri FIFO e LIFO da me costruiti ed adatti di volta in volta alle esigenze del momento? Timer (sempre in S7) con valore limite di preset di 32767 e possibilità di congelare il conteggio? E' come dire ad uno scrittore che cambia casa editrice: tu non puoi più scrivere libri, o se lo fai lo devi fare senza usare le parole che hai usato nei tuoi vecchi libri. Sto esagerando, d'accordo, ma estendendo il ragionamento al limite si arriva qui.

Nel mio contratto non ci sono comunque vincoli così pesanti (e la durata dei vincoli è di soli 2 anni), ma non sono pienamente convinto della validità di un contratto con clause che definire vessatorie è poco. Firmare un contratto così equivale a dire: ok, tu lavori per me in qualità di programmatore. Se ti licenzi potrai fare qualsiasi altro lavoro, ma non il programmatore. Cioè non è che per il periodo previsto nel contratto non potrai lavorare per la diretta concorrenza, ma dovrai proprio cambiare mestiere!

Persino i progettisti di formula 1 cambiano casa. E se non hanno loro contratti con vincoli sulla segretezza...

L'importante è che il lavoro svolto sia frutto della propria mente. Non è possibile porre vincoli all'uso della propria mente. Se c'è un contratto che lo prevede, ritengo possa essere considerato vessatorio ed annullato. Se così non è significa che siamo messi proprio male: anche in questo campo andiamo a difendere i diritti dei grandi calpestando i piccoli.

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e come dire che se un muratore mette i mattoni uno sopra l'altro alterneti per fare un muro e dopo lo intonaca quando cambia ditta deve metterli in un altro modo giacche' e' stato nella prima [ditta] che e' arrivato a questa medodica

a questo punto mi rispondete : NO PERCHE' IL METODO E' PER LUI [il muratore] OVVIO

ed io dico : e dove si passa dall'ovvio e consolidato all'opera di ingegno?

quali sono le routines che se riutilizzate sono da considerare copia e quali quelle che "ci sarie arrivato comunque ..... ca**o sono uguali ! "

quale e' la componente personale della struttura del software e quale quella ambiantale

e' evidente che se e' identico ..... e' identico

ma se e' similuguale e' copiato od e' semplicemente "scritto dalla stessa persona

poi stiamo con i piedi per terra

giovannino nel maggio 2005 scrive un software, non si porta via una copia, poi si licenzia

quando nell'aprile 2006 avra' lo stesso problema da risolvere ti sembra ammissibile che pur "pensandoci ex novo" scriva una cosa tutta diversa ?

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Oltretutto, nel caso dovesse cambiare ditta, non gli si potrà certo vietare di sviluppare un software praticamente identico

Non è esattamente come scrivi: questa possibilità esiste eccome ed è regolamentata in vario modo.

Intanto c'è nel mio settore, poi c'è anche in settori che calzano perfettamente con la programmazione.

L'unico modo possibile e legale per impedire temporaneamente questo stato di cose è stipulare un contratto, all'atto dell'assunzione, che inibisca per un certo numero di anni, dopo aver lasciato l'azienda, il passaggio ad un'azienda concorrente.

E' una prassi non molto diffusa ma applicata in certi settori specialmente nei riguardi di alcuni specialisti. Personalmente ho avuto una richiesta simile, che ho anche accettato, in occasione della trattativa per l'assunzione in un mio precedente impiego.

Se non ci si accettano simili limitazioni all'atto dell'assunzione, con lettera firmata da entrambe le parti, non c'è modo alcuno per impedire che le conoscenze personali vengano applicate nel nuovo lavoro.

Schiavismo e servitù, fortunatamente, sono stati aboliti da anni :D . Quindi legalmente le mie conoscenze, le mie capacità, il mio sapero appartengono solo a me. Io posso metterle a disposizione esclusiva di un'azienda per mia libera scelta e per un periodo di tempo che dipende dalla volontà contemporanea delle due parti.

Diverso è il caso in cui durante il periodo di lavoro presso un'azienda si sviluppi un dispositivo brevettato a nome dell'azienda stessa. Cambiando azienda e rifacendo un dispositivo analogo si deve verificare se si rientra nei limiti del brevetto precedente.

Questo per il momento, e aggiungo io fortunatamente, non si applica al software.

Non che io sia contrario per principio alla brevettabilità del software, sono contrario a come lo vorrebbe Guglielmino Cancelli :( . Pretenderebbe che fossero brevettabili le singole istruzioni :ph34r:

Modificato: da Livio Orsini
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Amico batta, ho il piacere di notare che gli interventi dopo il tuo sono tutti argomentati e rispondenti alle varie situazioni ambientali e di mercato. Non pensare che perche ti si alza la temperatura gli altri si spaventino. Personalmente penso che se invece di usare eufemismi di effetto evitassi di esprimerti in modo diretto contro il tuo interlocutore, (che visto che non lo conosci non puoi essere certamente in gradi di valutarlo). potresti limitartii ad esprimere le tue opinioni ed esperienze. Esprimi quidi le tue opinioni in base alle tue esperienze di lavoro, puo essere utile conoscere nuove esperienze di lavoro.

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Saluti a tutti.

Mi insericso in questa discussione per portare la mia esperienza.

Concordo pienamente con Livio: le basi del ragionamento sono quelle.

Per quanto mi riguarda, non essendo dipendente di una azienda ma un free-lance, che sviluppa temi a soggetto su richiesta specifica del cliente mi comporto così:

1) Realizzo, installo, collaudo,

2) Consegno sempre copia del software al cliente, lui me lo ha pagato

3) Se mi capita un lavoro simile per un diverso cliente, non faccio copia e incolla; chiaramente non mi sono riformattato il cervello, il know how aquisito rimane ma cerco comunque di differenziare.

Anche perchè, visto che come ha detto qualcuno programmare è un'arte, è brutto realizzare due opere d'arte uguali, no ????

Ciao.

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Amico batta, .... Non pensare che perche ti si alza la temperatura gli altri si spaventino.

Ok, io forse mi sono un po' surriscaldato, ma la tua affermazione

Per quanto riguarda la proprietà intellettuale del software, penso che una logica a plc che sostituisce delle logiche a relè e delle regolazioni pid o altro non ha proprio niente di trascendentale e di creatività privata

non la posso certo condividere. Svalutare un certo tipo di lavoro di solito è una caratteristica di chi quel lavoro non lo conosce.

Tanto per dire, io mi divido tra programmazione plc e scada su pc. La programmazione su pc è sempre considerata un gradino superiore alla programmazione di pc, mentre le difficoltà maggiori di solito si incontrano proprio in quest'ultima. La programmazione di applicativi di supervisione richiede certamente anche un altro livello di conoscenze ma, per quanto riguarda la mia esperienza diretta, è meno critica.

Semplificando (molto): un applicativo per pc ha delle pagine con della grafica, delle variabili, dei pulsanti, un programma che controlla cosa succede in quella pagina (salvo routine in background). Premo un pulsante, eseguo una data operazione, passo magari il controllo ad un altra routine, e così via.

In un plc devi sempre tenere sotto controllo la totalità degli eventi: emergenze, interruzioni di alimentazione, allarmi, guasti, errori dell'operatore, perdita di comunicazione... Ed un errore nel programma plc spesso ti blocca tutto l'impianto. La supervisione magari, anche se c'è qualche baco, riavvii e attendi la patch. Ma intanto produci. Non mi si venga quindi a dire che per programmare un plc non serve ne' fantasia, ne' creatività. Teniamo presente inoltre che anche progettare un impianto con logica a relè, come si faceva prima dell'uso intensivo dei plc, non era uno scherzo. E ci siamo dimenticati che sugli schemi elettrici c'era sempre scritto: questo disegno è di proprietà della ditta... Non sono autorizzate copie...

Altra cosa:

L'ultima rata dei pagamenti, a collaudo favorevole, scade circa un anno dopo la produzione come da specifica di acquisto scritta come clienti

Questa mi sembra tanto una clausola fatta da chi è abituato a prendere i fornitori per la gola.

Se io devo lavorare oggi per finire di prendere i miei soldi fra un anno (sempre che il cliente non abbia trovato qualche scusa per non firmare il collaudo), preferisco andare al mare a prendere il sole.

Sono invece pienamente d'accordo sulla fornitura del software con tanto di sorgenti e documentazione. Basta mettersi d'accordo prima. Io ai miei clienti fornisco sempre tutto, anche quando non è specificatamente richiesto.

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