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Tensione e corrente nei trasformatori


Yuri Mc
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Buonasera

Ho bisogno di un chiarimento: se nel primario di un trasformatore ideale ho una certa tensione ed una certa corrente e nel secondario ho una tensione maggiore come è possibile avere una corrente minore al secondario? E' chiaro che se la potenza deve essere costante il prodotto V*I deve rimanere lo stesso quindi se una grandezza aumenta l'altra deve diminuire ma il mio dubbio è legato alle definizioni di tensione e corrente. La tensione è la forza elettromotrice dovuta alla differenza di carica tra due punti di un circuito, questa forza "spinge" gli elettroni attraverso il circuito ed i suoi componenti generando il loro flusso chiamato appunto corrente. Ma allora, se la tensione è maggiore (cioè la forza elettromotrice è maggiore) anche la corrente dovrà essere più grande perché più grande è la spinta sugli elettroni. Dove è che mi perdo?

Grazie

Yuri

 

Ps: scusatemi sono concetti di cui non sono troppo avvezzo :)

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Riccardo Ottaviucci

dovresti approfondire anche i concetti di resistenza e potenza elettrica,lì sei un po' carente.

Guardati la legge di Ohm e anche,perchè no,quella di Joule ,buon lavoro:thumb_yello:

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il 23/11/2017 at 21:50 , Yuri Mc scrisse:

La tensione è la forza elettromotrice dovuta alla differenza di carica tra due punti di un circuito, questa forza "spinge" gli elettroni attraverso il circuito ed i suoi componenti generando il loro flusso chiamato appunto corrente. Ma allora, se la tensione è maggiore (cioè la forza elettromotrice è maggiore) anche la corrente dovrà essere più grande perché più grande è la spinta sugli elettroni. Dove è che mi perdo?

 

A parte il particolare che non è proprio così. A volte il valore di tensione ai morsetti corrisponde alla forza elettromotrice, ma non sempre.

Inoltre, essendo il trasformatore una macchina elettrica in alternata, non è possibile analizzare in forma scalare ma si deve sempre lavorare in forma vettoriale; pertanto la potenza reale non sarà V*I, ma  V*I*cosen phi.

 

Il trasformatore, che per semplictà consideriamo monofase, avrà un carico che per semplicità consideriamo puramente ressitivo.

Se il trasformatore fosse ideale, ovvero senza alcuna perdita, potremmo anche scrivere che Pp = V1 * I1 e Ps = V2 * I2 Avendo supposto che tutti i dispositivi siano ideali potremmo anche scrivere Pp = Ps  Pertanto anche  V1 * I1 = V2 * I2 

 

Nel caso di trasformagtore reale devi introdurre tutte le perdite quindi la prima equazione diventerà Pp = Ps / n dove n è sempre < 1.

Inoltre nella macchina reale la tensione presente ai morsetti sarà V = E - (Zint * I) 

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Grazie Livio. Capisco le equazioni che regolano il funzionamento del trasformatore ideale e reale dal punto di vista energetico e di potenza. Il mio dubbio però permane: la mia impressione è che questo equilibrio di potenze non vada d'accordo con le definizioni di corrente e tensione. Come è possibile avere una tensione bassa ed una corrente alta al primario è poi avere una corrente più bassa a fronte di un aumento di tensione se, come è, la tensione è la grandezza che genera il flusso di elettroni? Più un generale quindi, come è possibile che due grandezze come tensione e corrente siano contemporaneamente direttamente proporzionali per la legge di ohm ed inversamente proporzionali per la legge di joule?

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