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PLC Forum


Et200s - con CPU a bordo...


Gian74

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salve a tutti

da quanto ho capito, la ET200S IM151-7 F CPU puo essere utilizzata come CPU standalone... :blink:

visto la semplicità del codice da implementare nel mio impianto e l'enorme differenza di prezzo ;) potrei utilizzarla al posto della CPU315F.

Qualcuno ha avuto esperienze in merito?

grazie

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il 315F è un PLC di sicurezza, non è sostituibile con niente se vuoi avere la sicurezza certificata.

Se invece intendi una 315 normale allora dipende da cosa devi farci

ciao

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ciao Ken :)

anche il modulo Et200S IM151 F CPU è un modulo di sicurezza (6ES7 151-7FA00-0AB0)

ha una CPU a bordo che svolge compiti safety...

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questo è L'Et200 non la scheda DI/DO.

Ai fini della sicurezza non penso sia possibile.

Credo che l'Et200 serva solo per ingressi e uscite di tipo non sicuro.

Io uso 315F nei miei impinati e, il mio capo, spenderebbe volentieri meno ma se non lo fa vuol dire che non è possibile

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Memoria di lavoro 64 KByte; (disponibilità libera)

circa 10 K di istruzioni

Rispetto ad un programma standard, il numero dell istruzioni F è limitato a causa dell'overhead F specifico. NON ESPAMDIBILE

Memoria di caricamento o innestabile (MMC), max. 8 MByte

192 KByte; Il numero delle istruzioni F rispetto a un programma standard è limitato a causa dell'Overhead specifico F; in relazione al tipo di programmazione sono possibili circa 36 K istruzioni F.

Si la puoi usare stand alone ma è molto limitata. vedo che una 315F riesco a fare giusto giusto 7 zone gestite da 2 chiavi di sicurezza, 5 fotocellule. La memory card da 128K basta appena appena.

Se ci devi fare solo un cancello basta forse anche per cancelli o fotocellule.

di più non credo. dovrebbe essere questo il limite.

Facendo dei calcoli gorssolani ci fai circa 1/3.

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Matteo Montanari
Se ci devi fare solo un cancello basta forse anche per cancelli o fotocellule.

ma a livello di costi nè vale la pena? non è più economica una centralina dedicata?

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questo interessa anche a me.

Una scheda DO sicuri per il 300 costa un patrimonio... Se ho sentito bene passa le 700 euro. Mi immagino la CPU315F....

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La centralina tipo Pilz può essere più economica su un cancello solo. La cosa, dal mio punto di vista, dipende molto da come devono essere interbloccate le cose.

Se una zona deve entrare in sicurezza con diversi modi (a seconda della posizione di alcuni sensori/fotocellule) allora può essere più vantaggioso un plc visto che riduci cablaggio e puoi modificare come vuoi, restando sempre in sicurezza, senza cabalre l'impossibile. Conta poi che puoi leggere via Dp o attraverso un coppler lo stato dei drive (fermo o in moto) per permettere il ripristino del sistema ad esempio. fino a che hai due o tre drive la cosa è facile anche a filo ma con 50-60 drive... il discorso cambia

Se fosse solo un cancello semplice allora sto con le centraline.

Secondo me la spesa per un PLC F è ancora sottovalutata da molti. Diverse centraline fanno lo stesso lavoro. Poi alla fine devi sempre tagliare HW e mettere perciò dei relè in uscita per tagliare comuni e potenze. Forse, per molti, un plc F fa figo e basta

Riassumendo, un impinato dove la sicurezza è interbloccata da diverse cose e fattori può utilizzare un F al posto dei moduli mentre sicurezze semplici sono molto più economiche se fatte HW.

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Ho controllato oggi in cantiere.

Un programma di sicurezza per gestire 3 zone senza particolari interblocchi mi occupa 62K. In questo caso l'ET200 basterebbe appena appena

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ciao Ken

grazie per i tuoi interventi...

La macchina in questione è una grande piattaforma con funzione di ascensore...

Quindi la logica di movimento sarà molto semplice. Per la parte safety dovrò monitorare circa una quindicina di segnali tra cancelli e sensori antischiacciamento etc.. etc..

Sono i blocchi di sicurezza forniti della siemens a portar via così tanto spazio?

Quanti segnali gestisci in una zona?

ciao :)

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si, sono i blocchi di sicurezza a portar via spazio. infatti ho letto che 64K di spazio sono circa 10K di istruzioni di sicurezza.

In una zona gestico da 1 a 2 fine corsa/fotocellule e una chiave di quelle di sicurezza sul pulpito di comando. Dalla parte "non sicura" (schede tradizionali" arrivano poi ripristino e stato della macchina.

Il programma che dicevo prima, da 62K, gestisce solo la sicurezza e nient'altro per una macchina che imballa. Ho 4 zone sicure tutte con un solo sensore (fotocellula o elettroserratura) e in una ho un fine corsa in più per indicare la posizione di un carrello in zona sicura o no.

Ora non ti so dire se il pesante arriva dal numero di zone e di conseguenza numero di uscite utilizzate (quasi sempre 2 per zona, una istantanea e una ritradata per la potenza degli inverter/driveCC) più la comunicazione con coppler DP per comunicare con la stazione S7 normale.

Beh, comunque se hai S7 saftey puoi realizzare i tuoi Fc per una 315F ad esempio e poi verifichi quanto dovrai caricare. Li poi potrai, se lo spazio è poco, utilizzare l'Et200 (F).

Non so poi se puoi utilizzare ad esempio un S7 normale per la tua applicazione e mettere via DP L'ET200 che gestisce solo la sicurezza.

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Matteo Montanari

riprendo questa affermazione:

Una scheda DO sicuri per il 300 costa un patrimonio... Se ho sentito bene passa le 700 euro. Mi immagino la CPU315F....

per fare un altra domanda:

avete utilizzato le schede WAGO (perdono per pubblicità) in PROFIsafe?

(modello WAGO->I/O->SYSTEM750) link

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  • 2 years later...

Salve a tutti;

Premetto di non essere un professionista ma un privato con il tarlo del fai-da-te che ha deciso, in occasione di alcuni lavori in casa, di rimodernare parte dell'impianto elettrico (solo nelle stanze interessate dai lavori);

Considerando che in futuro vorrei aggiornare anche le altre stanze, ma che ora sono costretto a limitarmi solo ad alcune di queste, avevo pensato ad una soluzione "modulare", che mi permettesse cioe' di integrare le future modifiche a quelle odierne, e per fare cio' ho pensato alla seguente soluzione:

Avendo a disposizione un sottotetto che e' accessibile ma non abitabile (quindi non sfruttabile in qualche altro modo) volevo utilizzare questo per far passare tutte le linee (dorsale principale e derivazioni varie).

Le stanze non avranno scatole di derivazione ma solo frutti, e i relativi corrugati proseguiranno in alto fino ad oltrepassare il soffitto e raggiungere il sottotetto, dove ci saranno delle scarole di derivazione "esterne" (non so come si chiamano... non quelle da incasso, insomma...) e dei tubi rigidi per raccordarle.

Questo, oltre a permettermi future espansioni alle altre stanze (che per ora manterranno l'impianto vecchio), mi permettera anche una buona "flessibilita'" per eventuali modifiche (saro' meno vincolato perche' le scatole e i relativi collegamenti non saranno sotto l'intonaco e una modifica/aggiunta non richiedera' alcun "danno" alle mura delle stanze).

Da li potrei comodamente far arrivare anche eventuali linee telefoniche, antenna, filodiffusione, citofoni, dati, eccetera ovunque (e a tal fine sto prevedendo una buona dose di corrugati "extra" nelle varie stanze...);

Ora dopo questa lunga premessa volevo chiedervi:

- E' una soluzione buona o secondo voi presenta controindicazioni? (credo di non essermi inventato niente... se non sbaglio si chiama "impianto a pioggia", o qualcosa del genere, vero?)

- Avere le scatole "esterne" e i relativi tubi rigidi di raccordo tutti "spalmati" sul pavimento del sottotetto presenta controindicazioni? Non che possa pioverci e allagarsi (spero), ma e' il caso che comunque io fissi le scatole su zoccoletti rialzanti (che so, una tavoletta di legno avvitata al pavimento del sottotetto) per qualche motivo?

- Scusate se questa domanda puo' sembrare stupida ma... per caso, avere una rete elettrica "fuori muro" li nel pavimento del sottotetto puo' portare l'impianto ad essere un piu' facile obiettivo per eventuali fulmini che passano da quelle parti? (il tetto e' comunque in cemento + tegole... non in legno, se la cosa puo' fare differenza).

Se avete commenti/suggerimenti aggiuntivi saranno molto benvenuti... faro' tesoro dei vostri consigli.

Grazie mille

Alessandro

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La tua idea è buona e come dici tu sicuramente non nuova, ma funzionale e pratica per i futuri amplimamenti : come tu stesso dici, anche alla luce delle ultime normative , fai realizzare gli allacciamenti da un elettricista abilitato, e sfrutta la tua voglia del fai da te per preparargli le tracce o uno schema dimensionale di dove fare passare i tubi in base alle tue esigenze, e per dargli una mano nel lavoro .

E' una soluzione buona o secondo voi presenta controindicazioni? (credo di non essermi inventato niente... se non sbaglio si chiama "impianto a pioggia", o qualcosa del genere, vero?)

Il nome impianto a pioggia deriva dai "cugini" idraulici e se ci si ragiona è la stessa cosa di un impianto realizzato posando i tubi a pavimento...ma loa contrario

Avere le scatole "esterne" e i relativi tubi rigidi di raccordo tutti "spalmati" sul pavimento del sottotetto presenta controindicazioni? Non che possa pioverci e allagarsi (spero), ma e' il caso che comunque io fissi le scatole su zoccoletti rialzanti (che so, una tavoletta di legno avvitata al pavimento del sottotetto) per qualche motivo?

Personalmente non mi complicherei la vita avvitando la tavoletta di legno.... Il sottotetto per definizione è asciutto...può esserci la goccia che cade perchè le tegole si sono mosse..... o il vento puo portare polvere e feglie secche

a livello logico quindi il grado di protezione richiesto dovrebbe essere almeno IP 44 , ma se usi scatole di derivazione per impianti esterni e i loro raccordi dedicati, si realizza un grado IP55

Il fatto che siano a pavimento non presenta problemi : il tubo rigido resiste ad uno schiacciamento pari ad almeno 75 KG su 5 cm ( norma CEI 23-8 )

Se però prevedi molti accessi futuri nel sottotetto ( continui lavori di ammodernamento , rifacimento tegole, appoggio continuo di scatoloni e vecchi mobili perchè le case non sono mai abbastanza grandi ) cerca di fare alcuni tratti con quanti piu tubi assieme riesci a fare passare e ricoprili di cemento, in maniera che non patiscano lo schiacciamento

Per evitare di schiacciare le scatole, puoi fissarle in verticale realizzando dei "piantoni" tassellati alla soletta, realizzati in ferro scatolato, alti anche solo 25 cm. Le scatole avranno tutti gli ingressi dal basso tramite raccordi . Avrai così le scatole in vista , protette dallo schiacciamento e sempre accessibili

Scusate se questa domanda puo' sembrare stupida ma... per caso, avere una rete elettrica "fuori muro" li nel pavimento del sottotetto puo' portare l'impianto ad essere un piu' facile obiettivo per eventuali fulmini che passano da quelle parti? (il tetto e' comunque in cemento + tegole... non in legno, se la cosa puo' fare differenza).

No no non preoccuparti

Quello da NON FARE ASSOLUTAMENTE è realizzare l'impianto nel sottotetto poggiando semplicemente a terra i tubi flessibili neri , in quanto non sono resistenti al calpestio ma sono classificati come da incasso.

Un mio parere : ho realizzato un impianto simile in una ristrutturazione dove avevano i palchetti in legno in casa e non volevano demolirli . Siccome il sottotetto era agibile per vari motivi, ho posto al perimetro tutte le scatole di derivazione ( c'era un trave realizzato per consolidamento alto quasi 40 cm quindi le ho semplicemente tassellate a muro ) e successivamente è stato fatto un getto di leca mista a cemento ( isolante termico prodotto dalla Laterlite ) con la superficie lisciata solo a cemento .

Risultato : impianto tecnicamente OK , scatole accessibili , anche con tubi che si scavalcavano il pavimento era di nuovo liscio e calpestabile ed in piu isolato termicamente l'alloggio sottostante.

Buon lavoro

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Grazie mille dei tuoi consigli Luigi, devo dire che mi hai spronato ancora di piu' verso questa soluzione.

Una sola domanda: sul pavimento del sottotetto sbuchera' fuori il corrugato che proviene dall'impianto a muro della stanza sottostante... per evitare di far proseguire questo "a vista" fino alla relativa scatola di derivazione consigli di utilizzare un qualche tipo di "innesto" (se esiste) in modo da proseguire il percorso "a vista" con il tubo rigido? intendo un raccordo tra tubo flessibile corrugato e tubo rigido ...questo solo nei casi in cui la scatola di derivazione non sia possibile mettera immediatamente all"uscita" del corrugato... o magari pensi che una "conversione" in corsa di questo tipo sia da evitare/inutile (ok, a parte i casi in cui il pericolo di schiacciamento sia elevato).

Grazie di nuovo

Alessandro

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utilizza un comune giunto tubo-tubo ma annegalo nel cemento

alla scatola a vista deve essere raccordato il tubo grigio non il flessibile nero

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