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X Progettisti Liberi Professionisti - quale tipo di parcella richiedere


Symple

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Avrei bisogno di sapere quale tipo di compenso richiedere visto che:

- ho appena fatto gli scritti dell'Esame di Stato e se ottengo l'abilitazione in azienda avrebbero già bisogno della mia mansione di progettista

- attualmente in azienda lavora un altro Per.Ind. che, per i numerosi progetti che facciamo ogni anno (per lo più di piccole dimensioni, sono centrali termiche), ha pattuito con il ns datore di lavoro una quota fissa ogni mese (a prescindere dal n° di progetti redatti). Questo non credo che sia deontologicamente corretto comunque.

Ma io come mi devo comportare con il mio datore di lavoro? E' naturale che prima che apponga il primo timbro e la prima firma abbia già chiarito a livello economico tutto quanto. E so che il Per.Ind. deve attenersi ad una tariffa professionale dignitosa.

Ringrazio in anticipo chi è in grado di aiutarmi

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Ci sono aziende che danno un minimo mensile e una quota in percentuale per ogni lavoro progettato che varia secondo il valore del lavoro stesso. Piu' il progetto e' grande e piu' il progettista guadagna.

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Cosa intendi per minimo mensile? La quota in percentuale quale potrebbe essere?

E' ovvio che non posso chiedere la parcella che chiederebbe un libero professionista con studio suo, non ho le spese d'ufficio, materiali di consumo, acquisto norme, etc...sono costi non indifferenti per un libero professionista che io non ho. Quindi mi trovo in difficoltà sul compenso da chiedere.

Intanto chiedo al mio collegio provinciale, sento cosa mi dice.

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Intanto chiedo al mio collegio provinciale, sento cosa mi dice

Questa è l'unica cosa da farsi per più motivi:

1) Le tariffe non sono nazionali, ma ciascun collegio redige le proprie in funzione della zona in cui si opera.

2) Sei praticamente al primo impiego in quella funzione, quindi ti dovrai accontentare di chiedere vicino al minimo, perché devi farti conoscere ed acquisire stima (sempre che non facevi prima le stesse cose in nero, non avendone ancora l'abilitazione)

3) Il rapporto di lavoro con un cliente occasionale difficilmente potrà equipararsi a quello di un cliente abituale che ti garantisce una certa continuità retributiva. Non si può non tenerne conto in eventuali accordi che potrebbero pure prevedere un compenso forfettario per garantire il servizio in azienda.

4) Non è chiaro l'attuale rapporto di lavoro che hai, da alcune tue parole pare che sia lavoro subordinato, o parasubordinato, in questi casi credo che rientri più il contratto nazionale di categoria e quello aziendale (o territoriale), che il tariffario del collegio.

5) Muoviti con i piedi di piombo, per non rovinare un rapporto di lavoro con pretese ingiustificate, ma senza rinunciare al giusto riconoscimento, anche economico, della tua professionalità.

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  • 3 weeks later...
2) Sei praticamente al primo impiego in quella funzione, quindi ti dovrai accontentare di chiedere vicino al minimo, perché devi farti conoscere ed acquisire stima (sempre che non facevi prima le stesse cose in nero, non avendone ancora l'abilitazione)

La mia paura è che il minimo rimanga tale...comunque come ragionamento fila, è quello che probabilmente farò.

4) Non è chiaro l'attuale rapporto di lavoro che hai, da alcune tue parole pare che sia lavoro subordinato, o parasubordinato, in questi casi credo che rientri più il contratto nazionale di categoria e quello aziendale (o territoriale), che il tariffario del collegio.

Infatti sono inquadrato come impiegato di 3° livello con CCNL Metalmeccanico. Ma quanto posso chiedere in più? Con quale criterio se il tariffario non può essere di riferimento per il mio caso?

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Se hai un contratto di lavoro subordinato hai diritto al minimo salariale di categoria relativo al terzo livello in cui sei inquadrato, oltre ai superminimi aziendale e individuale, nonché alle indennità previste per il tuo lavoro, nulla di più, se parliamo di diritto, ma se ti interessa sapere se puoi chiedere un aumento al tuo capo, sappi che nulla ha a ché vedere con i tariffari del collegio per lo stesso lavoro svolto da un professionista e che nella tua ditta probabilmente anche altri lavoratori aspirano ad una maggiore retribuzione, anche se svolgono lavori che tu reputi meno importanti. I paragoni con la libera professione sono assolutamente da non farsi, considera che un professionista chiede una parcella sulla quale dovrà pagare tasse e spese che un lavoratore dipendente non affronta, perché lo fa il datore di lavoro per lui, a questo aggiungici il rischio d'impresa e capirai che la tua richiesta è proprio fuori luogo. Semmai potresti chiedere quanto percepisce un lavoratore nelle tue condizioni (dipendente allo stesso livello e con le stesse mansioni) in altra ditta, o in quella stessa dove lavori tu.

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capirai che la tua richiesta è proprio fuori luogo

Ok, ma grazie al c***o...firmo dei progetti all'interno dell'azienda con il mio nome e percepisco pari pari a prima? Come dici tu molti altri miei colleghi aspirerebbero a prendere di più, e con molti ci parlo di questo argomento, molti di loro ne avrebbero anche diritto per le competenze che hanno.

Io non dico che dopo l'abilitazione divento un progettista D.O.C., sono ancora quello di prima, solo che apporto il timbro con il mio nome e cognome su quello che faccio, e la cosa comporta una serie di conseguenze che non sto qui ad elencare.

In definitiva a questo punto riferirò al mio datore di lavoro che non firmerò alcun che (andrò avanti a preparare progetti per il mio collega).

p.s.: comunque i tariffari tengono conto di tasse, spese, rischio di non essere pagato, etc...ma tengono conto della responsabilità del perito e della proprietà intellettuale del TUO progetto. E mi dispiace, queste 2 cose non le faccio gratis.

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Se hai un rapporto di lavoro dipendente, è quello che regola le tue mansioni e il compenso. Anche il klavoratore dipendente deve essere responsabile della propria prestazione lavorativa e quindi del rispetto delle normative, quando applicabili, siano esse normative aziendali, siano normative generali recepite dall'azienda.

Devo proprio disilluderti, ma puoi solo sperare di cambiare il tuo rapporto di lavoro, chiedendo l'adeguamento del livello alle nuove mansioni che ti vengono richieste.

Anche io firmo documenti, l'ho fatto dal primo impiego d'ufficio, circa 30 anni fa, ma non si trattava neppure allora di uno scarabocchio pro forma: stavo certificando il mio lavoro! Ho firmato documenti che avrebbero potuto guadagnarmi le patrie galere, se attestanti cose errate, eppure nessun extra mi è stato riconosciuto alla firma: era il mio lavoro.

E' vero che un lavoratore è maggiormente coperto rispetto ad un autonomo, ma è assolutamente falso che possa permettersi di essere un irresponsabile, anche nell'ambito della normale mansione legata all'inquadramento.

Che poi tu possa o meno rifiutarti di firmare un lavoro da te svolto... fossi in te mi consulterei prima con le rappresentanze sindacali per conoscere quali siano le effettive possibilità di una simile scelta nella tua azienda.

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Ti ringrazio per la disponibilità.

Tuttavia anche io ho un collega che firma le dichiarazioni di conformità dei quadri che costruiamo, ma firma con il suo nome per conto dell'azienda. Però il fatto di firmare un progetto significa che sei iscritto all'Albo, quindi devi prima rendere conto al datore di lavoro per quello che faccio, ma devi anche rendere conto al Collegio Dei Periti.

Se faccio un errore di progetto che porta a conseguenze dovrò risponderne io per primo, non l'azienda. Il timbro sul progetto attesta che quel documento l'ho redatto io, non l'azienda, anche se l'azienda mi ha dato delle disposizioni errate e io ho acconsentito.

Per quanto riguarda rifiutarsi di fare il lavoro è una strada percorribile ma ha poco senso prenderla in considerazione.

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Anche la mia firma era l'assunzione di responsabilità da parte mia, al punto da rischiare anche la galera, come detto prima. Non mi è possibile dettagliarti meglio il perché, ma è proprio in tema alla responsabilità personale cui accenni tu, Symple.

Vorrei aggiungere anche un altro esempio che riguarda un mestiere visibile a tutti, così è maggiormente chiaro: medici e operatori sanitari (gli infermieri laureati). Per esercitare alle dipendenze di un datore di lavoro, sia pubblico, sia privato, è loro richiesta l'iscrizione al proprio albo professionale (il collegio, per gli infermieri). E' lampante che se firmano una certificazione, con tanto di timbro, dalla prescrizione medica, alla consegna, alle dichiarazioni, lo fanno sotto la propria responsabilità, ma null'altro è previsto per loro in termini economici in relazione al numero di documenti firmati: vengono retribuiti secondo la propria qualifica di lavoratore dipendente, oltre gli eventuali "superminimi" collettivi e individuali (per usare termini da metalmeccanico, quali sei abituato a sentire), proprio come te.

Il tuo collega prende un extra ogni volta che firma una dichiarazione di conformità? Se accade, allora è probabile che anche tu lo possa richiedere, ma solo perché si è creato un precedente nella tua azienda, non in virtù di un ipotetico diritto.

Modificato: da nll
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Il mio collega progettista prende una quota fissa ogni mese, sinceramente non so a quanto ammonti.

Ha alle spalle ben più anni di esperienza di me, non in azienda però (è stato assunto dopo di me).

Attualmente il grosso del lavoro di preparazione della documentazione di progetto lo faccio io, per cui a lui non rimane che controllare quello che firma (non sono progetti complessi).

Per risolvere il dilemma della qualificazione vorrei verificare cosa prevede a livello di mansioni il 3° livello, cioè quello che mi inquadra attualmente.

Sarà che ho solo 5 anni e mezzo di esperienza nel campo, però non mi sembra giusto ed equo inquadrare uno che svolge mansioni di progettazione come un impiegato generico.

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3a CATEGORIA

Appartengono a questa categoria:

*

i lavoratori qualificati che svolgono attività richiedenti una specifica preparazione risultante da diploma di qualifica di istituti professionali o acquisita attraverso una corrispondente esperienza di lavoro;

*

i lavoratori che, con specifica collaborazione, svolgono attività esecutive di natura tecnica o amministrativa che richiedono in modo particolare preparazione e pratica di ufficio o corrispondente esperienza di lavoro.

Ciao, riporto quanto sopra dal CCNL dei metalmeccanici.

Non mi pare che quanto sopra possa essere riferito a un PROGETTISTA (colui che si assume la responsabilità anche penale per quanto progetta....)

Ciao, Emanuele

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Secondo la mia esperienza un progettista non è mai meno di un 5 livello metalmeccanico, ma non vorrei sobillare Symple e creargli delle aspettative che nella sua pratica situazione potrebbe non veder soddisfatte. Da parte mia non posso dire molto: non sono mai stato al 3 livello, ho cominciato proprio dal 5.

Ho preferito suggerirgli di verificare la situazione in atto nella sua azienda, magari aiutato dal precedente generato dal diverso trattamento offerto al suo collega. Di più credo sia difficile dire, senza correre il rischio di ripetersi.

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Un 3° livello potrebbe essere un disegnatore, è ovvio che non deve progettare niente di particolare ma eseguire delle disposizioni di massima (ha un certo range di autonomia), ma fa delle scelte autonome di un certo tipo, cosa che fa invece il progettista.

Un progettista con già alcuni anni di esperienza è ovvio che è inquadrabile almeno con un 5° livello metalmeccanico (è abbastanza onesto come inquadramento), però dovete calcolare che io ho un'esperienza piuttosto limitata (dagli anni soprattutto), però non sarebbe male essere inquadrato come un 4° livello, e magari con il tempo corrispondermi un superminimo.

Da quello che vedo SEMBRA che il mio datore di lavoro punti abbastanza su di me, per cui un minimo compenso di + rispetto ad ora non guasterebbe...dopotutto ho fatto un piccolo "salto di qualità".

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Da quello che vedo SEMBRA che il mio datore di lavoro punti abbastanza su di me, per cui un minimo compenso di + rispetto ad ora non guasterebbe...dopotutto ho fatto un piccolo "salto di qualità".

In linea di massima questa è una cosa che può capitare ( anche a me è successa, anni fa..... :D ), ma tieni presente che a volte i datori di lavoro il compenso extra per il "salto di qualità" lo danno.....dopo un po' di tempo, non subito.

Una specie di periodo di prova.... :lol:

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linea di massima questa è una cosa che può capitare ( anche a me è successa, anni fa..... ), ma tieni presente che a volte i datori di lavoro il compenso extra per il "salto di qualità" lo danno.....dopo un po' di tempo, non subito.

Hai detto bene, in linea di massima PUO' capitare, vuol dire che può anche non capitare....a quel punto risulta utile iniziare a guardarsi in giro e vedere se si trova di meglio.

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Puoi chiedere ,

se ti danno benefit o superminimo bene altrimenti cerca pure altrove.

Per la cronaca i contratti metalmeccanici sulla categoria Imp.concetto /tecnico sono ambigui,meglio la contrattazione privata.

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Symple, sicuramente per un progettista il 3° livello è troppo poco, se poi sei iscritto all'albo e firmi apponendo il tuo timbro è addirittura scandaloso.

checchè te ne dicano gli altri la responsabilità è ben diversa tra un progettista ed un progettista iscritto all'albo, seppur lavoratore dipendente. (si rischiano comunque una serie di sanzioni, ed anche la cancellazione dall'albo, senza tener conto che comunque una maggiore professionalità equivale a maggiore responsabilità in sede giudiziaria)

L'azienda dovrebbe immediatamente darti almeno il 5° livello immediatamente e dovresti concordare entro un termine (es. un anno) il passaggio al 6° (fallo mettere per iscritto che le aziende spesso tendono a dimenticarsene poi....)

potresti poi concordare, visto che l'iscrizione fa comodo a loro, che si accollassero le spese per iscrizione e mantenimento dell'albo (sono 250-300 euro l'anno) e la formazione continua obbligatoria.

Infine potresti concordare una polizza assicurativa aggiuntiva per la responsabilità civile a tuo carico (almeno dormi + tranquillo)

ciao :D

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potresti poi concordare, visto che l'iscrizione fa comodo a loro, che si accollassero le spese per iscrizione e mantenimento dell'albo (sono 250-300 euro l'anno) e la formazione continua obbligatoria.

Infine potresti concordare una polizza assicurativa aggiuntiva per la responsabilità civile a tuo carico (almeno dormi + tranquillo)

dqua, non fai i conti con quanto è di Legge e ciò che prevede il contratto a livello nazionale, territoriale e aziendale, perché è sulla base di questo che vanno calibrate le proprie richieste, poi, certamente, non fa male aspirare a qualcosa di più, ma senza esagerare.

Per esperienza personale (alcuni familiari) in campo medico e paramedico, ciascuno si paga da sé l'iscrizione all'albo professionale/collegio anche se è lavoratore dipendente. La formazione è solo in parte finanziata dal datore di lavoro, sebbene sia OBBLIGATORIO raggiungere OGNI anno un certo punteggio (credito) formativo, pena la perdita di alcune indennità e la chiusura a possibili avanzamenti.

Come vedi la Legge non viaggia sempre all'unisono col desiderio delle persone e non si rende un buon servizio se non si distingue bene il Diritto dalle proprie aspirazioni.

Modificato: da nll
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