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Vita di un interruttore "stressato" (scatolato 250A) - parliamone


Del_user_127832

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Del_user_127832

Apro questa discussione, per capire/analizzare la maniera corretta di verifica di un' interruttore scatolato a seguito di n interventi su cto. cto. netto.

Prima i dati:

L' interruttore in questione è un ABB SACE Tmax T3N 4P 250A Icn=36kA, con magnetica ad intervento fisso 3In e termica regolabile, tale interruttore è posto a protezione di una conduttura 3P+T da 50 mm2 di FG7 alimentante un blindo da 400A.

Attraverso dei contatti striscianti (4 pinze con 2 spazzole ciascuna per ciascuna fase), vengono alimentati 2 sotto quadri (ognuno con protezione mezzo fusibili Gg 125A), a cui sono poi collegati i carichi da alimentare: 1 inverter 7,5 kW, 2 motori da 5,5 kW, altri due da 7,5 kW, 20 elettropompe da 0,5 kW 20 resistenze da 3 kW, ecc., per una Pmax totale di ca. 110 kW.

In esercizio, considerati i frequenti spunti dei motori e la contemporaneità di alcuni carichi, la corrente assorbita si aggira sui 100A circa (con resistenze parzializzate / non inserite)

La Icc dichiarata vale 14,1 kA (linea alimentata da 1 trasfo 400 kVA)

Poi il cruccio:

Fra il 2008 e questa settimana, abbiamo sostituito due interruttori gemelli, con uguale diagnosi: parziale bruciatura di uno o più poli dell' interruttore, entrambi conseguenza dell' apertura di un numero n(*) di cto. cto. avvenuti sulle sbarre del blindo.

(*) per quello sostituito nel 2008, non so quantificare le apertura ma siamo comunque < 10,

per quello sostituito un paio di giorni fa, anche li siamo tra le 5 e le 7 aperture.

Il difetto al riarmo era la non franca e completa chiusura di uno o più poli d'uscita, ai fatti l'assenza dei 400V fra le fasi, o la lettura fra due di esse di una valore pari a neanche la metà.

Premetto ancora che non ho completamente aperto l'interruttore, anche per valutare lo stato delle camere d'arco, l' interruttore si presenta così:

SSA48151.JPG

SSA48150.JPG

Quello che mi chiedo è, in casi simili, prima di procedere alla sostituzione del magnetotermico, converrebbe valutare/verificare se i danni siano limitati ai soli contatti di uscita, o a quelli mobili interessati dalla sfiammata (arco), in caso manutenzionare/pulire/sostituire solo questi (anche se non mi pare di averli mai visti come ricambio nei cataloghi ABB/SACE),

o la sostituzione è comunque consigliabile/obbligata come finora fatto?

L'unica cosa che ho notato dei "nuovi" Tmax rispetto alla vecchia serie "S" è il minore ingombro fisico del magnetotermico a parità di In e Icn, di contro penso che la tecnologia normalmente vada avanti e non indietro...

Ho citato la marca e il modello, giusto per capire se quanto descritto sia comuque comune ad altri o tutti gli interruttori di questa fascia, non certo per mettere in cattiva luce questo marchio, per altro leader nei sistemi di distribuzione e power center sia in BT che in MT, e non c'è certo bisogno che io lo ricordi!

Sono io che chiedo troppo all' interruttore? :lol:

saluti

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remo williams
Attraverso dei contatti striscianti (4 pinze con 2 spazzole ciascuna per ciascuna fase), vengono alimentati 2 sotto quadri (ognuno con protezione mezzo fusibili Gg 125A), a cui sono poi collegati i carichi da alimentare: 1 inverter 7,5 kW, 2 motori da 5,5 kW, altri due da 7,5 kW, 20 elettropompe da 0,5 kW 20 resistenze da 3 kW, ecc., per una
Ok Attilio,parliamone :) Cosa mi dici riguardo la simmetria del carico?
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BuonaSera ad entrambi.

Perdonate la domanda ma per

la maniera corretta di verifica di un' interruttore scatolato a seguito di n interventi

quale è l'arco di tempo + o - un intervento al mese o uno al giorno ???

vista la presenza dei carichi induttivi sappiamo se nel momento in cui si dà tensione

questi siano accesi , spenti, o un numero parziale .

Non è una mia curiosità ma di un amico che vi leggeva mentre facevo Zapping :) sul Forum per farglielo conoscere.

Modificato: da TeleMan
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Salve a tutti.

Secondo me la sezione di 50mmq non è sufficiente per alimentare i 110Kw di carico, assicurati che le corde collegate sotto al tuo interruttore da 250 in questione non riscaldino un po' troppo, (forse una delle cause).

Modificato: da RSG
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Benny Pascucci

Già...quelle corde da 50 mmq sono un po' risicate...al massimo portano 200 A.....e se gli avviamenti dei motori sono frequenti lo stress termico alle quali tai corde e quindi i morsetti dell'interruttore sono assoggettati è enorme.

Come mai tutti questi corti sulla blindo? Errori di manovra?

Di che tipo di cto cto si tratta? Monofase, Bifase, Trifase?

Il PA dell'interruttore è 3 volte la Icc massima, trascurando il contributo dei motori al corto circuito, pertanto l'interruttore, anche aprendo per corto molto vicino ai morsetti dovrà interrompere una corrente pari a 1/3 di quella estrema.

Il numero di aperture con correnti di corto circuito di tale ordine dovrebbe essere ben lungi più grande.

Modificato: da Benny Pascucci
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Del_user_127832
Cosa mi dici riguardo la simmetria del carico?

Simmetria relativa al carico? Il sistema è simmetrico, e i carichi (tutti trifase) equamente bilanciati.

quale è l'arco di tempo + o - un intervento al mese o uno al giorno ???

Giusto! Avevo dimenticato una cosa fondamentale!

Quattro o cinque interventi l'anno al massimo, non in successione giornaliera/settimanale, però in un caso vi è stato un doppio intervento nel giro di poche ore.

vista la presenza dei carichi induttivi sappiamo se nel momento in cui si dà tensione

questi siano accesi , spenti, o un numero parziale .

Non ho ben capito cosa intendi, il primo corto avviene con n utilizzatori in marcia e un assorbimento x, al ripristino dell' interruttore il carico è nullo essendo l'impianto soggetto a reset degli ausiliari.

Secondo me la sezione di 50mmq non è sufficiente per alimentare i 110Kw di carico, assicurati che le corde collegate sotto al tuo interruttore da 250 in questione non riscaldino un po' troppo, (forse una delle cause).

I 110 kW come già detto non tengono conto dei fattori di contemporaneità e di utilizzo, la max. corrente misurata in condizioni di maggior contemporaneità (anche forzata) non supera i 140-150A e il valore è come già detto bilanciato, inoltre la temperatura dei cavi è ampiamente nella norma, e l'interruttore al tatto non supera i 30/35 °C (con t ambiente di 25/27 °C)

Come mai tutti questi corti sulla blindo? Errori di manovra?

La blindo alimenta un carosello di presse porta-stampi, in rotazione, captato appunto da due trolley su cui sono montate le pinze porta spazzole.

I corti fase/fase principalmente o fase/terra (mai ci è parso di verificarne trifase), sono causati da rottura degli isolatori, e a volte da carente pulizia, che lascia depositi di polverino (logorio delle spazzole striscianti) sufficenti in determinati casi a innescare l'arco e la relativa scarica.

Ultimamente (questa settimana) è capitato che dopo il primo corto, e dopo qualche ora dal ripristino (pulizia delle barre dai residui della scarica) ne sia avvenuto un' altro causato dallo svitamento di alcuni bulloni di fissaggio sbarre/isolatori sollecitati meccanicamente dal precedente cto. cto.

Prima non l'ho specificato, ma ovviamente abbiamo in previsione la sostituzione totale degli isolatori, il problema è arrivare al prossimo fermo produttivo, inquanto si tratta di un lavoro che richiede parecchio tempo (oltre una settimana).

Il PA dell'interruttore è 3 volte la Icc massima, trascurando il contributo dei motori al corto circuito, pertanto l'interruttore, anche aprendo per corto molto vicino ai morsetti dovrà interrompere una corrente pari a 1/3 di quella estrema.

Infatti quando siamo passati dall' S3 al Tmax, ho preferito passare dai 25 kA ai 36 kA visto il precedente.

Il numero di aperture con correnti di corto circuito di tale ordine dovrebbe essere ben lungi più grande.

E' quello che pensavo (che mi aspettavo) anche io!

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Benny Pascucci
I corti fase/fase principalmente o fase/terra (mai ci è parso di verificarne trifase), sono causati da rottura degli isolatori, e a volte da carente pulizia, che lascia depositi di polverino (logorio delle spazzole striscianti) sufficenti in determinati casi a innescare l'arco e la relativa scarica.
E' vero che hai settato la soglia magnetica a 3In, ma sei sicuro che in tali condizioni di corto non franco (circuito che si chiude attraverso l'arco con successiva scarica) intervenga la magnetica e non la termica....Io ho i miei dubbi.... :unsure: Modificato: da Benny Pascucci
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Del_user_127832

Io ho sempre sostenuto che l'intervento fosse della magnetica, o quanto meno ci sono casi e casi, considera che il distanziamento tra le sbarre è circa 0,5 cm o poco più.

E poi come verificare quale sganciatore sia intervenuto? Anche se il corto non è franco tra le sbarre (ma può diventarlo nei casi di viti di fissaggio sfilettate che si pongono fra due spazzole), -nell' ultimo caso l'elevata corrente ne ha letteralmente saldata una (spazzola) sulla sbarra stessa-, il botto e lo sgancio sono istantanei, in più è talvolta capitato che saltasse anche un fusibile (NH1 gL o gG da 250A) della spina (sezionatore sotto carico in derivazione alla blindo generale) a monte della discesa che alimenta questo interruttore.

Tu che dici?

Modificato: da Attilio Fiocco
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Benny Pascucci
E poi come verificare quale sganciatore sia intervenuto?
Non ho sotto mano il catalogo dei Tmax. Per alcuni interruttori dalla posizione della leva si riesce a capire se l'interruttore ha aperto per sovraccarico o corto circuito.

Sono scetttico per quanto riguarda i danni riscontarti....

Ritengo che un interruttore del genere sia in grado di aprire almeno 20 volte quella corrente....

Se malauguratamente il guasto è aperto dalla termica, l'iquadroti riversato nel cavo lo surriscalda, surriscaldando i morsetti dell'interruttore e riducendoli in quello stato. E' una questione di tempi.....

Sentiamo anche Carlo cosa dice....

Modificato: da Benny Pascucci
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Del_user_127832

La posizione della leva ci dice solo che l'interruttore ha aperto per intervento dello/degli sganciatore/i (corrisponde alla linea gialla e verde), termico, magnetico o attraverso il comando ausiliario della bobina a lancio di corrente a bordo interruttore; diversamente possiamo solo verificare l'eventuale intervento del blocco differenziale associato ma questa è un' altra storia.

In un caso di qualche mese fa, mi è stato riferito (io non ero di turno) che dall' apertura della portella del quadro che contiene lo scatolato si era levata una "fumata scura" (il residuo è quell''annerimento che si vede sulla leva di manovra)

Verificare all' interno delle celle spegni arco, può darmi qualche informazione maggiore?

Modificato: da Attilio Fiocco
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Benny Pascucci

Appunto....se si tratta di un intervento della magnetica, deve stare sempre in zona rossa, diversamente apre una corrente di corto trattandola come un sovraccarico.

Modificato: da Benny Pascucci
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Del_user_127832

La posizione rossa indica che i contatti mobili sono in posizione chiusa, quella gialla e verde (come già detto) indica l'intervento degli sganciatori, e quella verde è la posizione forzata di contatti aperti (manualmente), condizione necessaria per eseguire la richiusura dell' interruttore è proprio quella di portarlo da "intervenuto" ad "aperto" e poi riarmare la chiusura.

Almeno sugli Tmax, mi pare funzoni così, è un qualcosa che faccio in automatico, e vado quindi a memoria, spero di non sbagliarmi !

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Benny Pascucci

Perchè hai preso un TMG...solitamente si utilizzano per protezione generatori....nel tuo caso, dovendo proteggere una blindo io vavrei preso un TMA

In che condizione sono le fruste che alimentano la blindo dalla parte dell'interruttore.....integre o bruciacchiate

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Del_user_127832
PS. Perchè hai preso un TMG...

Se non ricordo male, era l'unico pezzo (di quella taglia) che era rimasto al nostro fornitore :rolleyes:

In che condizione sono le fruste che alimentano la blindo dalla parte dell'interruttore.....integre o bruciacchiate

Non ho guardato sotto la guaina termoretraibile sulla terminazione delle singole corde, però i capicorda e le terminazioni stesse sembravano in buono stato.

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Come è la situazione delle cassette della blindo?

Potrebbe essere che in una cassetta i contatti a coltello blindosbarra/cassetta siano danneggiati?

Se così fosse ci sarebbe un'alta resistenza di contatto che, si, limiterebbe la corrente di c.to c.to, ma farebbe (potebbe fare <_< ) anche allungare i tempi di permanenza del guasto sollecitando eccessivamente l' interruttore.

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Del_user_127832
Come è la situazione delle cassette della blindo?

In tutta sincerita? Non credo siano mai state aperte dopo il montaggio :blush:

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Non credo siano mai state aperte dopo il montaggio

Come tutte le cassette di tutte le blindo. :lol:

Finchè non spostano un macchinario non ci sono problemi. Poi arrivi a staccare la cassetta con martello e palanchino. (e il parroco a confessarti)

Regola aurea dettata dall' esperienza (negativa)

Prima di smuovere una cassetta su una blindo accertarsi di averne una di scorta e che nelle vicinanze ci sia una presa disponibile.

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Del_user_127832

Ciao mago!

Io mi riferivo alle cassette che mettono in continuità queste barre di questo blindo:

SSA48164.JPG

SSA48158.JPG

Anche se la sostanza non cambia di molto, tu intendevi proprio quelle della bindo generale?

La spina che alimenta la discesa al Tmax è formata dal sezionatore fusibilato a cassetta.

ciao

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Ciao, io ti consiglio di girare una mail con le tue richieste alla ABB o di Bergamo(dovre progettano i Tmax) o di Frosinone, dove li producono.

Sapranno rispondere anche perchè i loro prodotti sono sempre in evoluzione (li conosco bene perchè produco alcuni dei particolari da te postati) e sono in continuo aggiornamento da problemi riscontrati (e segnalati) e risolti.

Saluti Luca

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Ciao Attilio

Mi spiego meglio:

Visto che si parlava di trolley, ho pensato che potesse essere chiusa ad anello (solo perchè i trolley che ho visto e collegato erano ad anello)

Se il trolley è ad anello vuol dire che non c'è una "testata di alimentazione" vera e propria ma, suppongo, ci sarà una cassetta che funge da alimentazione; come quella della foto 2.

A questo punto, se la superficie di contatto "coltello cassetta / barra blindo" è danneggiata, può darsi che a causa dell' eccessiva resistenza il corto permanga più del dovuto danneggiando l' interruttore.

P.S.

Ovviamente a casusa dei "se", dei "forse" e dei "suppongo" quanto ho detto potrebbe essere totalmente sbagliato. :P

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Del_user_127832

Si mago,

ti eri spiegato bene anche prima, solo pensavo pensassi (ahahaha giochi di parole!) alle cassette/spine/sezionatori che si montano a perforazione sulle prese delle blindo, in questo senso "atte" ad essere spostate.

Sul blindo che vedi in foto, le cassette fungono da ponte di giunzione tra i vari spezzoni di sbarre che come giustamente pensavi si chiudono ad anello, in realtà ci sono due scatole di presa dell' alimentazione, e non sono agli antipodi, ma su due punti rettilinei e opposti prima della curva che chiude l'ovale (tra queste due cassette).

Ad ogni modo, la situazione non cambia, al primo fermo faccio una verifica sulle condizioni interne alle scatole giusto per capire in che stato si trovino le giunzioni e come sono realizzate.

Grazie.

PS: grazie omaccio, vedrò di scrivere anche a loro spiegando quella che secondo me, ma potrei sbagliarmi è una "anomalia".

PS 2: non ho avuto tempo di continuare a smembrare l'interruttore per arrivare alle camere d'arco, forse domani...

saluti

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  • 4 months later...
Del_user_127832
Inserita: (modificato)

Aggiornamento:

Nel frattempo approfittando dei fermi legati alle festività di fine anno, abbiamo smontato e revisionato 6 dei 10 tronchi formanti l'anello (50 metri la circonferenza totale della blindo).

In pratica oltre ad una limatura e pulizia generale delle sbarre, sono stati sostituiti tutti gli isolatori, oltre 130 pezzi su tutto l'anello, e verificare le connessioni nelle scatole di giunzione.

Questa foto si riferisce ad un singolo elemento isolatore al momento del montaggio (dopo spiego meglio le didascalie, che si riferiscono invece alla situazione verificatasi ieri pomeriggio). L'isolante è costruito in bachelite e per la sua installazione sono stati praticati in maniera alternata (tra elementi adiacenti) due fori ciechi per l'inserimento di boccole filettate per il fissaggio delle sbarre all'isolatore stesso, e due fori passanti con alloggio incassato per bullone a brugola che va a fissare l'isolatore al coperchio posteriore di blindo. In pratica un isolatore fissa le sbarre L3 e PE e il suo consecutivo fissa L1 e L2, in maniera anloga il primo viene fissato al coperchio sotto le sbarre L1 e L2 e il secondo sotto L3 e PE. Oltre al distanziamento dovuto all' alloggio incassato per la testa del bullone M6, per scongiorare ogni possibilità di contatto fra testa del bullone e barra conduttrice (che avrebbe ovviamente mandato una fase a terra chiudendosi sul coperchio del blindo) ogni cavità, una volta serrati i bulloni, è stata riempita con silicone sigillante a raso dell'isolatore stesso.

SSA48393%20MOD.jpg

Ieri pomeriggio invece ho avuto conferme del modo in cui si manifesta il guasto quando questo non è imputabile ad una anomalia delle pinze degli striscianti (spazzole che mandano in corto due fasi, ecc..)

Alla chiusura dell' interruttore il mio collega mi riferisce che questo non si chiude, ma si riapre immediatamente. Verifico che in effetti un finecorsa d'emergenza mantiene attivata la bobina di sgancio che apre l'interruttore, quindi sblocco il finecorsa e informo il mio collega che può chiudere.

Premetto che al momento della manovra, oltre a non avere alcun carico inserito sul blindo (come già detto per alimentare gli ausiliari e i dispositivi di potenza è necessario eseguire prima un reset), l'impianto stesso era fermo (disalimentato) da oltre 24 ore.

Il mio collega si appresta quindi a chiudere, ma subito lo sento inveire dicendomi che l'interruttore si è riaperto con una leggera sfiammata.

Non molto entusiasta della situazione, (era dalle 6 di mattina e nel frattempo si erano fatte le 14, che ero buttato in posizione tutt'altro che ergonomica a rifare di sana pianta i cablaggi ad una serie di azionamenti), lampada in mano, ispeziono 30 metri dell' anello, senza notare apparenti anomalie, gli altri 20 li controlla il mio collega, e mi dice che solo un punto sembra leggermente annerito tra le sbarre, ma coincidenza vuole che sia lo stesso punto in cui vi fu un primo corto al momento del collaudo dopo la manutenzione accennata prima (una molla di una pinza saltò e mise in continuità due fasi saldandosi su di esse).

A quel punto, inizio a scollegare lo scollegabile, giusto per verificare che in qualche conduttura alimentata direttamente dall' uscita dell' interruttore, qualche topo non abbia fatto il suo ultimo pasto.

Stavolta, prima di richiudere il SACE, disalimento la parte di blindo (di stabilimento) che alimenta la presa a cui è collegato l'interruttore stesso, faccio allontanare il mio collega, chiudo l'interruttore (disalimentato a monte dalla manovra precedente) e vado ad alimentare la blindo generale...

Stavolta (in linea con le feste del momento) oltre al botto vedo anche le stelle filanti uscire dall' interruttore... e sono ancora fortunato che non intervengono i fusibili da 250A sul sezionatore di blindo.

Allora taglio la testa al toro, devo escludere l'escludibile, scollego le corde in uscita all' interruttore e richiudo (giusto per verificare che non sia un problema dello stesso)... nulla tutto in regola.

Scollego le pinze che alloggiano gli striscianti e dopo avere insieme al mio collega estratto fisicamente le stesse dal blindo (smontando due coperchi esterni) le controllo e verifico che non presentano apparenti anomalie.

A questo punto escludo pure una linea dedicata all' aspiratore (avevo già precedentemente controllato che il relativo sottoquaro fosse a posto) che è collegata all' uscita del SACE in parallelo alla blindo.

Adesso l'interruttore alimenta solo il blindo dell' impianto. La cosa che subito ci stranizza (non abbiamo un megger per fare una verifica esaustiva) e che puntando il tester in M ohm sulle corde ancora scollegate tra due fasi si trova un valore oscillante tra 2 e 4 M ohm (a dire il vero in quel momento il tester l'aveva in mano il mio responsabile e sulla scala di misura con cui stava controllando non ho assoluta certezza... io ero impegnato a verificare che non ci fossero fughe sulle cassette di alimentazione e su quella generale in cui arriva la linea in cavo e da cui si dipartono i collegamenti verso il blindo).

Ripetiamo la misura direttamente sulle sbarre col sospetto che da qualche parte qualche bullone di fissaggio isolatore/coperchio blindo oppure boccola fissaggio sbarra/isolatore, sia in contatto e generi questa condizione... ma nulla. Fra coperchio (e anche direttamente verso il PE) in M ohm rileviamo resistenza infinita.

Così, dato il valore che si rileva tra due fasi che fa presagire nonostante tutto un isolamento non ottimale, e non sapendo più da dove iniziare a sbattere la testa (sono intanto le 17 e la stanchezza fa perdere anche di lucidità) decido che se corto c'è da qualche parte, deve mostrarsi dopo due chiusure andate KO.

Così ricollego le corde in uscita all' interruttore e ripeto la manovra di chiusura...

Stavolta il botto e i fuochi d'artificio provengono inequivocabilmente dal rettilineo difronte l'interruttore stesso, ed è chiaro che il problema è fra L1 ed L2.

Scollegandole dalle rispettive giunzioni dell' anello e dai fissaggi al coperchio, scendiamo senza scollegarle dagli isolatori tutte e quattro le barre di quel tratto di rettilineo (sono barre da 5 metri circa) e le portiamo in posizione comoda e illuminata.

La prova del nove la faccio subito, richiudendo l'interruttore ad anello alimentato ma aperto (manca un tratto di blindo) e stavolta ovviamente questo rimane armato.

Riprendendo ora il discorso delle didascalie della foto, in pratica, ho avuto modo di constatare che forse per le condizioni di umidità dell' aria, forse per lo sporco che normalmente si annida all' interno della blindosbarra (nonostante a cadenza periodica questa venga soffiata con aria compressa essiccata/disidratata e filtrata),

forse per i residui del primo corto (dopo la manutenzione eseguita), tra il fianco scurito dell' isolatore e rispettivamente verso le sbarre L1 ed L2 (e anche direttamente tra di esse) mi trovavo una resistenza di poche decine di ohm :o . E nulla c'entravano i bulloni ne le boccole di fissaggio. Semplicemente gli isolatori in alcuni punti e per circostanze non preventivabili (per esperienza passata, anche senza soffiare periodicamente le sbarre, non è comunque un guasto frequente, gli episodi annui si contavano su una mano, a volte anche meno, ed erano il più delle volte causati dai contatti striscianti) non erano molto... isolatori.

Man mano che con carta smeriglio, solvente e olio di gomito ripulivamo le sbarre e gli isolatori in questione, la resistenza andava via via aumentando fino ad un normale OL su scala M ohm.

A quel punto, cercando di aggirare Murphy e le sue leggi naturali, prima di rimontare le sbarre, decido di posizionarle su quattro europallet per terra e di alimentarle direttamente da una presa CEE 32A 400V (protetta da un 32A 0,03A).

La prova va a buon fine, l'interruttore rimane armato e così rimontiamo tutto... e alle 20 possiamo mettere la parola fine...

...per questa giornata, perchè se le cose stanno in questo modo, la situazione può ripresentarsi in qualsiasi momento, e non ci sono altre possibilità se non individuare con precisione il punto di guasto e ripulirlo accuratamente.

Modificato: da Attilio Fiocco
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In casi come questi i manutentori dovrebbero avere in dotazione la sfera di cristallo :unsure: per individuare il tratto guasto.

Per quanto riguarda invece il quesito iniziale, dopo aver analizzato guasti simili (e avere collezionato parecchi scatolati simili a quelli che ha mostrato Attilio) sono arrivato alla conclusione che, in questi casi dove il guasto si puo' verificare in modo casuale e in modo ripetitivo

..per questa giornata, perchè se le cose stanno in questo modo, la situazione può ripresentarsi in qualsiasi momento, e non ci sono altre possibilità se non individuare con precisione il punto di guasto e ripulirlo accuratamente.

è necessario sovradimensionare l'interruttore come portata.

Con gli scanciatori elettronici si possiamo avere interruttori con correnti nominali doppie o triple del necessario e un corrente termica/magnetica impostabile a piacere.

Ho avuto modo di parlarne anche con l'ingegnere della sala prove ABB-Sace di Bergamo a cui avevo spedito due scatolato S5 con i contatti fusi per guasti come quelli sopra descritti, e alla mia domanda ironica se dopo "N" interventi fosse "normale" sostituire l'interruttore, mi ha risposto (tra le righe) che oggi gli interruttori son fatti cosi' per "stare" sul mercato, quando intervengono ripetutamente anche per correnti 5 In, i contatti si usurano e non riescono piu' a portare la corrente nominale e sotto carico i contatti deteriorati cedono.

Per parcondicio Vi dico che ho accantonato anche 4 interruttori scatolati da 250A della Merlin Gerin con stesse "patologie" in attesa (oramai vana) di essere visionati da un tecnico/responsabile.

Per quanto riguarda invece la riparazione e/o sostituzione dei contatti, per me non se ne parla proprio; chi si fida a rimettere in tensione uno scatolato con le camere "ripulite" ammesso che si trovino i contatti di ricambio e ci sia modo di sostituirli.

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Del_user_127832
Per quanto riguarda invece la riparazione e/o sostituzione dei contatti, per me non se ne parla proprio; chi si fida a rimettere in tensione uno scatolato con le camere "ripulite" ammesso che si trovino i contatti di ricambio e ci sia modo di sostituirli.

:thumb_yello:

Considerando la sezione dei conduttori, non posso sovradimensionare più di tanto l'interruttore, quello che ho fatto l'ultima volta è stato di scegliere un modello con valore superiore di Icu.

Ho già preparato la richiesta del ricambio all' uff. acquisti (purtroppo siamo in una situazione in cui è meno doloroso trattare un' interruttore da 400€ come materiale di consumo, che pensare ad altre strade ad ogni modo più dispendiose)

ciao e grazie

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non posso sovradimensionare più di tanto l'interruttore, quello che ho fatto l'ultima volta è stato di scegliere un modello con valore superiore di Icu.

Intendevo sovradimensionare l'interruttore come portata dei contatti; ad esempio mettere un Tmax 4/5 (la serie S è ancora in commercio vedi Gewisss ma stanno gia' "spingendo" la nuova serie XT) con corrente nominale da 400/630A con sganciatore elettronico PR221/P LSI R250/320 tarati ai valori di corrente termica/magnetica che ti servono.

Aumentare il potere di interruzione, se attualmente è corretto non serve, a suo tempo anche io avevo tentato questa strada, ma si rompevano ugualmente.

Se puo' esserti utile, ti posso raccontare la cronistoria di 5 interruttori Merlin Gerin di cui ti accennavo nel precedente intervento.

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