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PLC Forum


Black Out 2005 - E' una realtà?


MarcoEli

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lo stesso mangime è composto di soia geneticamente modificata!

Quasi tutta la soia che si produce nel mondo è geneticamente modificata. Qualunque prodotto che la contenga, quasi certamente, anche se non è dichiarato, contiene quindi o.g.m. che piaccia o no.

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Non èun cervellone che tiene sotto tutto, ogni zona è a se, ed esiste un centro di coordinamento. Il problema è stato che è mancato questo"coordinamento" ed è successo quelo che sappiamo

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Ecco, ma se un bel cervellone tiene sotto controllo tutti questi dati non riesce a determinare in tempo alcune aree a cui togliere energia elettrica per evitare il blackout in tutta la penisola ?

Grazie a chi mi toglierà questo bel dubbio.

Aladino, guarda che la tabella che ci è stata data dal gestore della rete eletttrica nazionale indicava delle aree a rischio blackout programmato, proprio per evitare di togliere l'energia elettrica a tutta l'Italia, pur non escludendo a priori l'eventualità di un distacco completo a seguito di guasti sulla rete.

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Capisco, in pratica c'è tutto quello che ho detto solamente che non ha funzionato come dovrebbe e ci siamo ritrovati tutti senza corrente.

Se non sbaglio solo la Sardegna si è salvata.....forse è autonoma a livello elettrico ?

Saluti.

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Non solo in Sardegna. Anche in alcune zono del Piemonte (io c'ero) non si è avuta alcuna interruzione.

Circa la Sardegna, mi sembra che i giornali allora spiegassero che si era salvata perché era momentaneamente separata per manutenzione.

Modificato: da ClA
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Blu Elettrico

A tutti

Tranquilli che per luglio abbiamo tutta la corrente che vogliamo.

Ed agosto???

Chiudono le fabbriche...ed ecco risolto il problema!!

Saluti

Blu Elettrico

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Marcoeli,

Se l'Enel o chi di dovere non prende provvedimenti a livello globale dovrebbe almeno favorire chi vuole prendere provvedimenti a livello "locale". Invece cosa fanno: se hai un'impianto di autoproduzione l'Enel ti abbassa il prezzo del kilowattora così spegni i gruppi e la compri dall'enel.!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ho tanti clienti che non sanno neanche cosa sia stato il BlackOut perchè autoproduttori.

Non pensi che sia venuto il momento di reagire? C'e' chi sta lavorando per questo.

E si vedono anche i primi risultati concreti, il governo questo mese ha fatto un paio di azioni positive (conto energia e biocombustibili).

Gli autoproduttori - cogenerazione o trigenerazione - hanno fatto una buona scelta, gi altri in Italia soffriranno sempre piu' per la scarsa qualita' dell'energia, almeno in questi anni a venire.

Ciao

Mario

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Ciao Mario, bentornato.

La produzione diffusa dell'energia elettrica può ovviare ai black-out e favorire la copertura dei picchi d'energia senza la necessità di costruire nuove centrali. Per produzione diffusa, però, intendo quella delle famiglie, piuttosto che quella delle aziende. Infatti le famiglie consumano spesso in ore serali, quando i membri si ritrovano dopo il lavoro, o la scuola e iniziano a coltivare i propri hobbies, poi preparano e consumano la cena e guardano un po' di TV, oppure escono in qualche locale, mentre le casalinghe caricano la lavastoviglie e fanno il bucato con la lavatrice. Prevalentemente queste attività vengono già svolte fuori dai normali orari di lavoro delle industrie. Così capita che la maggiore produzione di energia domestica, per esempio, dal fotovoltaico, è concentrata nelle ore di minor utilizzo da parte delle famiglie, ma di maggiore richiesta da parte delle industrie e degli esercizi commerciali e artigianali. Quindi milioni di famiglie potrebbero diventare fornitrici di energia proprio quando c'è il picco di richiesta, per riprendersene una parte la sera, quando le grandi utenze riducono le loro esigenze.

Purtroppo è ancora troppo caro dotarsi di pannelli fotovoltaici e non sempre si riesce ad addivenire ad un contratto di fornitura/consumo di energia con l'ENEL, vista la discrezionalità che quest'ultima si è riservata nel concedere questa tipologia di accordo, non dando al cittadino la certezza di poter diventare fornitore e quindi di poter recuperare l'investimento fatto.

Ho parlato del fotovoltaico, perché era la strada che stavo valutando, ma il discorso è valido con qualunque altra forma di produzione energetica (vicino a me un agricoltore ha installato un generatore eolico e non so quanti altri, all'interno della loro cascina, hanno realizzato, o tentato di realizzare qualcosa per la produzione autonoma di energia elettrica).

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Non è così semplice il discorso, non basta costruire centrali bisogna anche saperle far andare coordinate, la rete nazionale è unica per cui se scende la tensione succede come nel 2003.

Il problema che anche con produzione diffusa ci dovranno sempre essere delle centrali che fanno da riserva che vanno comunque pagate anche se non producono.

Penso ad esempio se un giorno non c'è sole il consumo richiesto andrà fornito da qualcuno quindi con centrali che fanno da riserva. Questo non va bene ai grandi produttori che avendo fatto grossi investimenti per centrali da 800-1200 MW o ristrutturazioni delle genko vogliono utilizzarle a 8000 h/anno.

Comunque adesso con la liberalizzazione combierà tutto, bisogna avere solo un pò di pazienza, farse nel 2020 ci faranno fare le centrali a fusione come autoproduttori...

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Nessuno, tantomeno io, ha detto che la produzione diffusa si deve sostituire alle tradizionali centrali. Ho sempre parlato di copertura dei picchi che, come ben sai, riguardano principalmente le ore diurne. Quanto al sole, ho citato il fotovoltaico solo come esempio, anche perché era la soluzione che stavo valutando io, ma ho anche citato altri esempi nel paese dove abito (vedi mio post precedente) e della possibilità di molte altre fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili (vedi mio altro post ancora prima).

Certo che ci va un coordinamento per la distribuzione dell'energia sulla base delle richieste e che ci vanno anche strumenti per l'accumulo della sovrapproduzione in determinate ore della giornata, o periodi stagionali, (certamente non si intende di usare enormi batterie di accumulatori, ingombranti, inefficienti e fortemente inquinanti), quali stazioni di pompaggio, per esempio, per riportare in quota l'acqua di alcune centrali idroelettriche.

Sì, il discorso non è semplice, ma come potrebbe esserlo la gestione energetica di una nazione? Sono tanti i fattori da considerare, compreso la diversificazione delle fonti, ma sono tante le persone che se ne occupano, alcune di queste molto ben pagate, non credo che non le si possa chiedere di fare bene anche le cose complicate.

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nll premetto che non era minimamente una polemica con te, anzi ben vengano punti di vista come il tuo.

Premetto che il problema tecnico risolvibile come tutti i problemi ma ha chiaramente un suo costo ed un suo tempo.

Il problema grosso è invece la nella mentalità italiana, dove non esiste alcuna visione della prospettiva ma solo dell'immediato, tutto subito raschiando anche il fondo. Quindi tutti che fanno investimenti con ritorno praticamente immediato, quindi qualità del prodotto scarsa sopratutto se fatto con impianti chiavi in mano che devono giusto tenere per i due anni di garanzia e poi magari ci si becca anche un bel contratto di manutenzione-

Un altro problema è legato alla cultura del tecnico in italia, praticamente inesistente a livelli dirigenziali, difficilmente un tecnico fa carriera in una grande azienda perchè bisogna fare tutto a costo zero, se poi per puro caso lo diventa si dimentica di essere stato tecnico e ragiona come tutti gli altri coglioni che stanno là in alto.

Conosco qualche persona che lavoro nel mondo del trading dell'energia, non gli interessa del mix di produzione basta vendere, non esistono logiche di mercato senza profitto.

Io penso che una soluzione buona sia legata alla riduzione dei consumi, lasciando perdere il discordo ho 6 kW installati li uso tutti a manetta perchè io pago , non è un grande discorso.

Da un altro lato l'impiego di fonti rinnovabili come giustamente si dice, ma devono cacciare gli euri altrimenti mi costa meno produrre con il motore dell'auto....

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Facciamo un distinguo,

Autoproduttore pari al proprio autoconsumo o meno.

Nessun problema rilevante, (rispettati i vincoli tecnici e di sicurezza), se non la gestione accorta del prorprio contratto di fornitura, c'è pure il vantaggio (se tecnicamente possibile) della marcia in isola.

Autoproduttori con eccesso di energia autoprodotta e quindi venditori all'esterno.

Superate tutte le considerazioni tecniche del caso, dipende molto dal costo del tipo di combustibile primario utilizzato per produrre energia.

Se il costo di produzione è NON rilevante allora si devono subire i prezzi imposti dall'acquirente, (enel o altro ente), in ogni caso dati i bassi costi di produzione è un vantaggio.

Nel casi di costi significativi della materia prima, (es. uso del gas metano) e con potenze importanti è fondamentale un' accorta gestione del contratto di vendita connesso al prezzo del combustibile e al prezzo orario di cessione considerando anche le tasse di autoproduttori e i costi di manutenzione.

Quando si imposta un discorso sulla autoproduzione di energia, si dovrebbe sempre definire a priori l'entità e la collocazione tecnica del sito in discussione.

Gli ambienti del trading dell'energia sono molto complessi e paragonabili alla borsa finanziaria. si lavora con molte decine di persone in ambienti altamente tecnologici e sopratutto in tempo reale sulle 24 ore. Il treding considera una centrale come una semplice serie di numeri, potenza minima producibile, potenza massima producibile, rampa di salita in potenza, rampa di discesa in potenza, minimo tecnico, se diverso da zero, e forse qualche altro parametro.

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