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Ancora Sul Sistema TN


Sempronio1960
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Sempronio1960

Non so se è il forum giusto è questo o quello degli impianti industriali. Vorrei esporre alcuni dubbi/perplessità che ho sul sistema TN, in particolare TN-S, in impianti con cabina MT/BT propria. Premetto che ho dell'argomento una conoscenza solo libresca e nemmeno tanto fresca. Innanzitutto mi capita di notare spesso e volentieri su quadri in impianti TN-S, anche vicino alla cabina, la presenza di differenziali, cosa che io mi aspetterei come eccezione, considerate le pagine scritte sui vantaggi della possibilità offerta dal TN di usare protezioni amperometriche al posto delle differenziali a protezione dei guasti verso massa. Che ne pensate?

Un'altra riflessione mi capita di fare sul vantaggio del sistema TN-S senza protezioni differenziali rispetto al TT riguardo all'eliminazione del guasto verso massa. Dal punto di vista teorico tutto dovrebbe procedere per il meglio, la corrente di guasto è comparabile con quella di corto circuito ecc. ecc. Ma se si interrompe il PE che succede?

Un'ultima cosa. Mi capita di vedere, sempre negli impianti di cui parlo, altre messe a terra del PE oltre a quella di cabina. Che senso hanno? Garantiscono l'equipotenzialità verso masse estranee? Grazie per l'attenzione e le eventuali risposte.

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Carlo Albinoni
Innanzitutto mi capita di notare spesso e volentieri su quadri in impianti TN-S, anche vicino alla cabina, la presenza di differenziali, cosa che io mi aspetterei come eccezione, considerate le pagine scritte sui vantaggi della possibilità offerta dal TN di usare protezioni amperometriche al posto delle differenziali a protezione dei guasti verso massa. Che ne pensate?

L'uso dei differenziali per la protezione dai contatti indiretti anche in un sistema TN-S trova giustificazione in quanto garantisce una protezione dai guasti non franchi (in cui l'impedenza del guasto stesso non è trascurabile) per i quali la protezione dai corto circuiti non è efficace.

Guasti a cui si attribuisce un certo rischio di incendio.

Pure vi sono i guasti verso terre naturali che non sono collegate al PE.

Ma se si interrompe il PE che succede?

E' un bel guaio. Sia in TT che in TN.

Se si interrompe il PEN è drammatico.

Mi capita di vedere, sempre negli impianti di cui parlo, altre messe a terra del PE oltre a quella di cabina.

Spesso si richiedono messe a terra locali del PE non tanto per garantire l'equipotenzialità verso terra ma per dare un minimo di garanzia in caso di interruzione del PEN.

Nei paesi in cui si usa la distribuzione pubblica in TN, uno dei rischi maggiori è proprio l'interruzione del PEN (per esempio dovuto a furto di rame). Le soluzioni possono essere o il ricorso a tante piccole cabine (es una per ogni edificio), oppure a messe a terra multiple.

Edited by Carlo Albinoni
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Benny Pascucci

Alle corrette argomentazioni di Carlo, aggiungo:

L'uso dei differenziali per la protezione dai contatti indiretti anche in un sistema TN-S trova giustificazione in quanto garantisce la protezione dai contatti indiretti nel caso di rimaneggiamenti successivi dell'impianto che conducono a valori dell'impedenza dell'anello di guasto non coordinata con le protezioni magnetotermiche esistenti.

Mi spiego meglio: nel progetto era prevista una conduttura lunga 10 m per l'alimentazione di una macchina, si decide (utilizzando la stessa protezione di spostare la macchina 50 metri più in là..... :unsure:

Mi capita di vedere, sempre negli impianti di cui parlo, altre messe a terra del PE oltre a quella di cabina.
Una cosa è la terra di cabina, un'altra quella di stabilimento. Servono entrambe per equipotenzializzare e portare nella norma i valori delle tensioni di passo e contatto per guasto sulla MT. E' importante che siano interconnesse!!!!

Però, vi è da dire che, tante volte si trovano dei collegamenti inutili, infatti il manutentore dell'impianto o la ditta che effettua dei lavori successivi, pianta a caso delle puntazze o annega delle corde, pensando che così facendo le cose migliorino, ma, la corrente, che è furba, per guasti in BT se ne frega della terra, delle puntazze, delle corde e preferisce richiudersi nel suo bel conduttore metallico PE, incontrando una resistenza di svariati ordini di grandezza minori.... :rolleyes:

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Sempronio1960

Dal complesso delle risposte mi sembra che l'interesse del TN rispetto al TT sia più teorico che pratico, nel senso che per garantirsi da inefficienze (p.e. guasti a terra non interessanti il PE), realizzazioni diverse dal progetto, resistenze eccessive del guasto, rotture del PE, è meglio installare anche dei differenziali. Inoltre, volendo garantire l'equipotenzialità nei vari ambienti, è consigliabile mettere a terra ogni tanto il PE, o PEN.

Cercando di immaginare in quali situazioni convenga il TN o il TT mi viene da individuare due tipi di utenze:

1) una prima abbastanza prossima alla cabina, ben definita nel suo assetto e difficilmente suscettibile a variazioni e ampliamenti futuri (potrebbe essere una palazzina uffici): può convenire il TN perchè "porto" la terra dalla cabina senza necessità di altre prese di terra, posso essere abbastanza certo dell'intervento delle protezioni amperometriche e semplifico la gestione delle verifiche periodiche d'impianto;

2) una seconda con reparti distribuiti su una superficie abbastanza estesa, suscettibile anche di ampliamenti e variazioni (un piccolo stabilimento metalmeccanico con reparti di lavorazione in capannoni distinti per esempio). In questo caso mi cautelo meglio facendo anche prese di terra dedicate ad ogni reparto ed adottando sistematicamente differenziali. Così facendo però mi sembra inutile continuare a "portare" la terra dalla cabina e adottare il TT.

Un'ultima osservazione: con il TN-C in caso di interruzione del PEN ho almeno la soddisfazione di avere evidenza del guasto dal fermo degli utilizzatori, o no?

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Benny Pascucci
Dal complesso delle risposte mi sembra che l'interesse del TN rispetto al TT sia più teorico che pratico, nel senso che per garantirsi da inefficienze ......è meglio installare anche dei differenziali.
Ebbene è quel che si fa... ;)
mi viene da individuare due tipi di utenze:....
Per entrambe le situazioni prospettate la vicinanza della utenza alla terra di cabina non è influente. Ma è così difficile da capire che nel caso di dispersione a massa lato BT il terreno (la terra) non è attraversata da alcuna corrente e che non c'azzecca una benemerita mazza????.... :unsure:

Un'ultima osservazione: con il TN-C in caso di interruzione del PEN ho almeno la soddisfazione di avere evidenza del guasto dal fermo degli utilizzatori, o no?
E' vero avresti la soddisfazione che l'utenza magari si ferma (opotrebbe anche non farlo), ma comunque non saresti soddisfatto toccando la carcassa metallica che magari ha subito un cedimento di isolamento.... :rolleyes:
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Carlo Albinoni
Dal complesso delle risposte mi sembra che l'interesse del TN rispetto al TT sia più teorico che pratico, nel senso che per garantirsi da inefficienze (p.e. guasti a terra non interessanti il PE), realizzazioni diverse dal progetto, resistenze eccessive del guasto, rotture del PE, è meglio installare anche dei differenziali. Inoltre, volendo garantire l'equipotenzialità nei vari ambienti, è consigliabile mettere a terra ogni tanto il PE, o PEN.

Il primato del TN sul TT era giustificato prima della diffusione degli interruttori differenziali, ora sono sistemi quasi equivalenti.

E' interessante notare che nei paesi ove la distribuzione pubblica è in TN e non in TT, le norme fanno assomigliare sempre più questo TN a un TT:

- obbligatorietà dei differenziali (non solo come protezione addizionale)

- obbligatorietà di dispersori di terra locali negli edifici

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Sempronio1960
Per entrambe le situazioni prospettate la vicinanza della utenza alla terra di cabina non è influente. Ma è così difficile da capire che nel caso di dispersione a massa lato BT il terreno (la terra) non è attraversata da alcuna corrente e che non c'azzecca una benemerita mazza????....

Questo è chiaro. La mia è una considerazione di opportunità. Voglio dire che nel primo caso, in cui ho a che fare con una situazione definita (sia nel tempo che nello spazio :rolleyes:) e abbastanza circoscritta e quindi con lunghezze dei conduttori non eccessive, la sensibilità delle protezioni amperometriche per guasto a massa posso considerarla tutto sommato garantita. Nel secondo caso ho a che fare con lunghezze dei conduttori significative, che quindi potrebbero "appesantire" l'impedenza dell'anello di guasto nuocendo alla sensibilità delle amperometriche (parlo solo qualitativamente, certamente il discorso avrebbe senso solo su dati quantitativi) ed inoltre si aumenta la probabilità di rotture di conduttori, per cui se penso ad un TN senza differenziali ecc. ecc.

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Benny Pascucci

Chiaro che un TN con differenziali in linea di principio è inarrivabile per quanto concerne la protezione contro i contatti indiretti. Sempre che sia progettato da un collega equilibrato.... :rolleyes: , ma purtoppo non tutti hanno il dono dell'intelletto, ho visto in sistemi TN, condutture, alimentanti carichi di svariati kW, protette da magnetotermici con protezione differenziale tarata a 30 mA che in 1h funzionavano 1 minuto sì e 59 no. Quando incredulo ho chiesto lumi al collega "progettista", questo serafico mi fa: "Se avessi scelto di tararlo più alto, mi sarei giocato la protezione addizionale". Il mio consiglio a questo punto è stato quello di farsi vedere....da uno bravo.... :lol:

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Sempronio1960
ho visto in sistemi TN, condutture, alimentanti carichi di svariati kW, protette da magnetotermici con protezione differenziale tarata a 30 mA che in 1h funzionavano 1 minuto sì e 59 no. Quando incredulo ho chiesto lumi al collega "progettista", questo serafico mi fa: "Se avessi scelto di tararlo più alto, mi sarei giocato la protezione addizionale". Il mio consiglio a questo punto è stato quello di farsi vedere....da uno bravo....

Aiutami a capire: dati i carichi elevati sono presumibili dispersioni che possono far intervenire il differenziale a 30 mA?

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in particolari condizioni (allo spunto di accensione per esempio) carichi industriali tipo motori, grossi inverter etc etc posso causare disturbi che un differenziale con Id 30mA non digerisce molto bene. provocando il distacco e compromettendo la continuità di servizio.

Chiaramente una scelta progettuale di questo tipo e' un non senso

Ciao Paolo

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Carlo Albinoni
in particolari condizioni (allo spunto di accensione per esempio) carichi industriali tipo motori, grossi inverter etc etc posso causare disturbi che un differenziale con Id 30mA non digerisce molto bene. provocando il distacco e compromettendo la continuità di servizio

Non solo carichi industriali.....

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