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Termoregolazione Semplice Con Plc


step-80

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Giuseppe Signorella

La scala che tu selezioni nel pid, e quella per dire al pid che il valore che il valore che gli stai dando in pasto è in celsius o farenheit,

Gli ingressi analogici dell' S7 1200 vanno da 0 a 27648 per le misure unipolari e da -27648 a + 27648 per le misure bipolari ( misure positive negative)

Se prima non fai la scalatura in ingresso, come fai da dire al pid che il 27648 equivalgono ad un sensore che a fondo scala da 100° C oppure 200° C oppure, 300° C ecc.?

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La scala che tu selezioni nel pid, e quella per dire al pid che il valore che il valore che gli stai dando in pasto è in celsius o farenheit,

Gli ingressi analogici dell' S7 1200 vanno da 0 a 27648 per le misure unipolari e da -27648 a + 27648 per le misure bipolari ( misure positive negative)

Se prima non fai la scalatura in ingresso, come fai da dire al pid che il 27648 equivalgono ad un sensore che a fondo scala da 100° C oppure 200° C oppure, 300° C ecc.?

Chiaro.quindi io nella PEW leggerò un valore compreso tra 0 e 27648 se la mia sonda va esempio da 0 a 300 gradi

Oppure un valore compreso tra -27648 e 27648 se la mia sonda accetta anche valori negativi. È cosi?

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Cosa è PEW?

E' una parola per ingresso (eingang) immediato, mentre PAW è una parola per uscita (ausgang) immediata.

In altri termini invece di leggere lo stato degli ingressi, analogici e digitali, o scrivere le uscite, analogiche o digitali, nei registri immagine ed attendere il termine del ciclo affinchè i registri siano aggiornati, si può accedere direttamente alla periferia usando l'indirizzo fisico della periferia interessata.

Questa risorsa è particolarmente utile nel caso di regolazioni, perchè l'unico ritardo nell'acquisizione della variabile analogica è solo il tempo di conversione (purtroppo tuttaltro che trascurabile); idem per l'aggiornamento delle variabili analogiche in uscita dal regolatore, o l'uscita digitale interessata al PWM, per esempio.

La scrittura diretta delle uscite è una pratica che va usata con molta attenzione; bisogna accertarsi che quell'uscita sia scritta solo in quel punto del programma.

Se si usano i registri immagine, non ha molta importanza, entro certi termini, se l'usita è scritta in più punti del programma perchè sarà aggiornata solo al termine del ciclo con l'ultimo valore scritto nel registro immagine.

Usando la scrittura diretta c'è il rischio di scrivere un'uscita con un valore, poi nel prosieguo dell'elaborazione se si scrive un'altro valore nel registro immagine l'uscita assumerà un valore per alcuni ms, per poi cambiarlo.

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Chiarissimo Livio come sempre.

A proposito di scala,nelle impostazioni del valore istantaneo mi trovo le diciture:

Valore instantaneo superiore riportato in scala

Limite superiore valore istantaneo

Limite inferiore valore istantaneo

Valore instantaneo inferiore riportato in scsla

Poi mi da. Due finestre con scritto

Imput_per Inferore. 0. Superiore 27648

Giuseppe.... Mi potresti spiegare come compilare queste tabelle??magari con un esempio pratico...

Se ad es la mia termocoppia va da -40 a 200 gradi cosa dovrò scrivere?

È giusto pensare che se il totale fa 240 io ho una risoluzione di 240/27648 =0.0086 gradi/bit?

Se è cosi non capisco l utilità di poter cambiare la scala con -27648 e 27648. ..

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Giuseppe Signorella
una parola per ingresso (eingang) immediato, mentre PAW è una parola per uscita (ausgang) immediata.

Ho appreso una nuova terminologia.

Dai occhiata a questa discussione, dove Batta spiega molto bene la scalatura ingegneristica degli ingressi dell'S7 200. E la medesima cosa, ma con i tuoi nuovi valori.

Modificato: da Giuseppe Signorella
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Comunque,se non ho capito male all ingresso imput_PER metto la WORD appoggiata alla PEW del relativo canale alla quale è collegata la sonda...oppure direttamente la PEW?

Da un modulo per TC (così come da un modulo per RTD) non leggi valori da 0 a 27648, ma leggi direttamente la temperatura in decimi di grado centigrado.

Quindi l'impostazione corretta del''input del PID è "Input" (e non Input_PER).

Selezionando "Input" non devi più impostare i valori "Valore istantaneo superiore (e inferiore) riportato in scala", ma solo i limiti inferiore e superiore istantanei. Nel tuo caso, questi limiti potrebbero essere impostati, per esempio, tra 0 e 300 °C.

Con queste impostazioni dovrai, prima di passare il valore della variabile di processo al PID (da collegare su Input), convertire la lettura del canale analogico da INT a REAL e dividere per 10.

Oppure, potresti impostare l'input del PID su "Input_PER", collegare all'ingresso Input_PER direttamente il canale analogico (meglio se con lettura immediata), e configurare i limiti come segue:

Input_PER: Inferiore = 0; Superiore = 3000

Valore istantaneo superiore riportato in scala = 300

Limite superiore valore istantaneo = 300

Limite inferiore valore istantaneo = 0

Valore istantaneo inferiore riportato in scala = 0

Come output suppongo dovrei usare il PWM.

Sì.

Puoi regolare il tempo del ciclo impostando il parametro "sRet.r_Ctrl_Cycle" (di default impostato ad 1.0 secondi).

Li devo inserire l uscita fisica alla quale è collegato il relè statico?es Q2.0?

Sì.

Meglio poi se fai la scrittura immediata dell'uscita, con la sintassi: Q2.0:P

Domanda n 2: dovrei implementare 4 PID. Quanto appesantirebbero il resto del programma?

Posso inserirli tutti nel medesimo cyclic interrupt?

Quattro PID sono ben poca cosa.

Se richiamati in un OB ciclico con tempo di 100 ms, li puoi anche richiamare tutti in fila.

Anche nel caso l'elaborazione di un PID non fosse velocissima, il tempo di elaborazione sarebbe (salvo piccole differenze) sempre lo stesso.

Supponendo quindi che l'elaborazione di un PID porti via 2 ms (ma in realtà è molto più veloce), il 4 PID verrebbe elaborato sempre con 6 ms di ritardo.

Ma visto che il ritardo sarebbe sempre costante, i problemi di jitter sarebbero del tutto trascurabili.

Se sei un perfezionista, potresti creare 4 diversi OB ciclici, tutti con tempo di 100 ms, ma configurati in modo da essere eseguiti in momenti diversi.

Per fare questo, ti basta cliccare col tasto destro del mouse sull'OB a tempo, selezionare Proprietà --> Schedulazione orologio e impostare "Offset fasi" diverso per ogni OB.

Per esempio, il primo OB potrebbe avere un offset = 0 ms, il secondo offset = 25 ms, il terzo offset = 50 ms e il quarto offset = 75 ms.

In questo modo, ti troveresti ad elaborare un PID ogni 25 ms.

Chiaro.quindi io nella PEW leggerò un valore compreso tra 0 e 27648 se la mia sonda va esempio da 0 a 300 gradi

No.

Con moduli per TC o per RTD leggi la temperatura in decimi di grado centigrado (o in decimi di Fahrenheit, secondo quanto impostato in configurazione hardware).

Se vuoi far fare la linearizzazione del valore direttamente alla funzione PID, devi modificare le impostazioni del valore istantaneo come suggerito sopra.

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Giuseppe Signorella
Chiaro.quindi io nella PEW leggerò un valore compreso tra 0 e 27648 se la mia sonda va esempio da 0 a 300 gradi

Questo lo leggerai se utilizzi un ingresso analogico con un convertitore 0-20ma, 4-20ma oppure 0-10V

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Batta,sei stato a dir poco illuminante.

Credo di avere almeno le basi per improntare il discorso.

Alla luce di quanto discusso sono quasi sicuro che quelle in mio possesso siano termocoppie.

Chiameró il fornitore e chiederó conferma,nel frattempo esiste un sistema per distinguerle dalle pt?se posiziono il tester sui due conduttori alla temperatura ambiente che DDP dovrei rilevare?

Credo che proveró a fare in questo modo:aquisteró il modulo di acquisizione,il modulo con le uscite statiche e poi proveró a sostituire un termoregolatore con il plc in maniera"volante".

In questo modo posso ripristinare velocemente la macchina nel caso commettessi qualche errore e nel contempo posso testare la stabilità del sistema.

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Alla luce di quanto discusso sono quasi sicuro che quelle in mio possesso siano termocoppie.

Chiameró il fornitore e chiederó conferma,nel frattempo esiste un sistema per distinguerle dalle pt?se posiziono il tester sui due conduttori alla temperatura ambiente che DDP dovrei rilevare?

Dato il tipo di applicazione è abbastanza probabile che siano termocoppie.

Se sono termocoppie, i due fili avranno non solo colore diverso dell'isolante, ma saranno anche di materiale diverso.

Con un tester, a temperatura ambiente, misurerai tensioni bassissime (dell'ordine dei decimi di mV).

Se usi il tester come ohmmetro, misurerai una resistenza di pochi Ohm.

Se si tratta di PT100, devi sapere che si chiamano PT100 perché hanno una resistenza di 100 Ohm a 0 °C. Poi (nel caso di PT100 Standard), per ogni grado centigrado aumentano la loro resistenza di 0.3851 Ohm.

A temperatura ambiente di 20 °C dovresti leggere una resistenza intorno ai 100 + 0.3851 * 20 = 107.7 Ohm.

Le PT100 poi, possono essere a 2, 3 o 4 fili. Le più usate sono quelle a tre fili.

Se fossero PT1000 (ipotesi poco probabile), moltiplica x10 i valori dati per le PT100.

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Batta,sei stato piu esaustivo di qualunque corso o libro. Hai la capacità di spiegare le cose in modo diretto e senza inutili giri di parole.

A tal proposito ,ho cercato di documentarmi riguardo le termocoppie e sul fatto che esista una differenza di potenziale tra i due conduttori di natura diversa non ci sono dubbi. Solo un "piccolo"passo non mi è chiaro,ed è quanto riporto di seguito(da wikipedia):

"Nella pratica, ad esempio negli impianti industriali, la termocoppia è inserita all'interno di una guaina di protezione che penetra all'interno dell'apparecchiatura della quale si vuole misurare la temperatura. Subito all'esterno, i due conduttori sono connessi ad una morsettiera di porcellana contenuta dentro una testina di protezione. Da questo punto, altri due conduttori elettrici di metallo uguali a quelli della termocoppia prolungano il collegamento elettrico fino ad una sala controllo centralizzata, e vengono collegati alla morsettiera di uno strumento indicatore o registratore di temperatura.

In tal modo il giunto freddo si trova fisicamente sottoposto alla temperatura presente su tale morsettiera.

Questa temperatura viene misurata tramite un termistore o una termoresistenza e utilizzata, all'interno dello strumento, per correggere elettricamente il segnale proveniente dalla termocoppia.

In questo modo, qualsiasi sia la temperatura presente in tale zona, è come se il giunto freddo si trovasse alla temperatura di 0 °C. Quest'azione si chiama compensazione della temperatura ambiente ed assicura la massima precisione di misura."

Ecco,questo fatto della morsettiera di porcellana e degli zero gradi non la capisco.

Anche se in realtà non mi dovrebbe interessare vorrei capirlo uguale.

C è qualcuno che per la milionesima volta ha voglia di illuminarmi?

Certo se fosse Batta.............

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C è qualcuno che per la milionesima volta ha voglia di illuminarmi?

Ci provo sintetizzando e banalizzando un poco i concetti.

La differenza di potenziale generata dai 2 metalli, o due leghe metalliche è funzione della temperatura. Questa differenza di potenziale di potenziale vale per qualsiasi giunzione di 2 differenti metalli, o leghe.

Gia Galvani aveva scoperto i potenziali elettrici da contatto, Volta aveva proseguito gli studi ed approfondito al materia. In seguito molti altri scienziati hanno proseguito ed affinato le scoperte: Seebeck, Peltier, Thompson, Nobili e altri.

La misura della temperatura per mezzo di tensioni generate da coppie bimetalliche è stata messa a punto da Seebeck, tanto che la sua esperienza è ancora ripetuta nei laboratori di fisica. Con questa esperienza si dimostra che il potenziale elettrico misurato di pende dalla differenza di temperatura tra la giunzione "calda" e quella fredda.

Se poni lo strumento di misura immediatamente al termine dei due fili metallici che costituiscono la coppia la tensione che vai a misurare corrisponde alla differenza di temperatura tra il punto in cui è situata la giunzione "calda" e la temperatura ambiente alle estremità dove effettui la misura.

Immagina di porre la tua termo coppia, non importa quaili che sono i metalli che la costituiscono, in un forno a 275oC: al punto terminale dei du fili vai a misurare la ddp; moltiplichi questo valore per il fattore di scala di quella coppia ed il valore risultante indica una temperatura di 250oC, perchè? La risposta ce l'hai misurando la temperatura nel punto in cui effettui la misura: misurerai 25oC. Per avere la misura esatta di temperatura dovresti porre la giunzione fredda nel ghiaccio fondente, cioè a 0oC.

Siccome è scomodo adottare questa metodologia si preferisce usare il metodo più semplice di misurare la temperatura del giunto freddo ed effettuare la correzione.

Altro problema.

Il sensore "termocoppia" per motivi pratici deve essere di lunghezza limitata, sufficiente a tenere la giunzione nelle immediate vicinanze del punto da misurare ed a permetere un'agevole misura del potenziale all'ealtro estremo.

Questa lunghezza è ottima se si effettua la misura in loco. Tipici sono quei termometri da forno costituiti da una termocoppia e da un galvanometro, solitamente con scala tarata in centigradi, posto immediatamente all'esterno del forno stesso. In questo caso il collegamento è diretto: i due fili della termocoppia sono collegati direttamente ai morsetti del galvanometro.

Invece se, come nel tuo caso, la misura deve essere fatta ad alcuni metri di distanza o, come per le sale controllo di grandi impianti, a centinaia di emtri di distanza?

Ci sono due soluzioni.

La prima prevede una misura locale e la trasmissione della variabile sotto forma di segnale elettrico (tipicamente 4mA - 20 mA) alla strumentazione remota, oppure per distanze brevi l'uso di un cavo compensato; in pratica si prolunga la lunghezza della coppia per quei metri che intercorrono tra terminazione e strumento. Questo perchè se il prolungamento avvenisse con normale cavo di rame ci sarebbe almeno un'altra coppia di cui uno degli elementi è il rame stesso.

Questo è uno dei motivi per cui si preferisce, quando possibile, eseguire misure con termoresistenze PT100 ( PT1000), sono precise, abbastanza lineari (entro certi limiti) e assolutamente ripetibili.

Riassumedo.

Termocoppia con i fili costituiti dai medesimi metalli che terminano in una morsettiera in porcellana o steatite. Questo per leottime caratteristiche dielettriche, termiche e ambientali del materiale. Poi se la misura deve essere remotata si prolunga con un cavo compensato sino al giunto di misura.

La misura della temperatura del giunto freddo non sempre è indispensabile. Ad esempio se la variazione di temperatura del giunto freddo è insigificante rispetto al valore della temperatura di lavoro del giunto caldo, si può omettere la misura della temperatura del giunto freddo ed effettuare una comopensazione una tantum. Pensa ad un forno per ceramica odontotecnica, con temperature che vanno dia 500oC agli oltre 1000oC, la variazione della temperatura ambiente del laboratorio può ritenersi ininfluente ai fini della lavorazione.

Per la tua applicazione sei tu che devi decidere quanto questa variazione può essere significativa. Se la scheda d'interfaccia per termocoppie è stata prgettata bene ci sarà sicuramemte la misura della temperatura del giunto o, almeno, i morsetti a cui collegare un sensore NTC o PT100 per effettuarla.

Per non dilungarmi troppo ho cercato di riportare solo i punti principali della teoria sulle termocoppie; se vuoi approfondire largomento sul webb trovi decine di documenti sia di livello pratico-divulgativo sia di livello scientifico-universitario.

Un ultimo consiglio disinteressato.

Non mettere i 4 PID in un unico blocco, ma richiamali in sequenza a tempi fissi.

Non è solo un vezzo da "purista", ma è un modo di eliminare alla radice la possibiltà di eventuali malfunzionamenti apparentemente inspiegabili. ;)

Si potrebbe fare anche una bella trattazione teorica del perchè non va bene, ma Katz e Qwo (solo per citare 2 testi fondamentali) l'hanno fatta prima e meglio di me, quindi rimando a questi testi chi volesse approfondire.

Pur non conoscendo direttamente la tua macchina credo che se il regolatore campiona con periodo di 1 secondo è sufficientemente rapido, quindi hai tutte le possibilità di eseguire separatamente ed in sequenza i 4 regolatori.

C'è anche un metodo semplice che permetterebbe di avere i 4 regolatori in un unico blocco, senza avere effetti di ritardo variabile (lo descrivo tra le righe nel mio tutorial) però non credo si possa applicare i PID di libreria Siemens.

Modificato: da Livio Orsini
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Non mettere i 4 PID in un unico blocco, ma richiamali in sequenza a tempi fissi.

Non è solo un vezzo da "purista", ma è un modo di eliminare alla radice la possibiltà di eventuali malfunzionamenti apparentemente inspiegabili.

Sono d'accordo su tutto tranne che su questo.

Mettere i 4 PID in 4 diversi interrupt a tempo è una soluzione sicuramente più elegante ma, da un punto di vista pratico, a mio avviso, porta benefici insignificanti.

E questo già con un campionamento a 100 ms. Se questo tempo viene portato a 1 secondo (tempo che anch'io considero forse quello ottimale per la tua applicazione), l'eventuale beneficio si riduce ancora.

Io Katz e Qwo non so nemmeno chi siano.

Però so che, quando i PID piuttosto che 4 sono 40, elaborare 4-5 (o anche più) PID nello stesso ciclo è la prassi. E non ho mai riscontrato malfunzionamenti.

Diverso sarebbe se stessimo parlando di PID per posizionamenti, con campionamento a 10-20 ms.

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Io Katz e Qwo non so nemmeno chi siano.

E' un pecato, per te. Sono due testi, di due professori, fondamentali per i controlli quantizzati. Purtroppo ho commesso un errore di grafia; non è Qwo, ma Kuo; anzi il nome per esteso è Benjamin C. Kuo. (sarà per questo mio errore che non sai chi sia? :smile: )

Paul Katz, da non confondersi con l'omino violoncellista,è stato professore all'Israel Institute of Technology e nel 1981 pubblicò l'ottimo, e sempre valido, Digital Control Using Micropreccessor.

La pratica va bene se è supportata da almeno i fondamentali della teoria.

Il fatto che non hai mai riscontrato malfunzionamenti non significa nulla, soprattutto non significa che il lavoro sia concettualmente corretto.

E' come il caso del giunto freddo di una termocoppia.

Ci sono centinaia d'impianti dove la temperatura del giunto freddo non è misurata e non si esegue compensazione alcuna; ci sono persino termocoppie collegate con cavi normali non compensati.

Gli impianti hanno comunque un funzionamento accettabile e l'utente non riscontra malfunzionamenti. Questo non significa che la misura sia stata realizzata a regola d'arte.

Tu puoi continuare a realizzare i tuoi controlli secondo le tue convinzioni, però non èaccettabile che tu definisca una soluzione a regola d'arte come "sfizio per puristi".

Diverso sarebbe se stessimo parlando di PID per posizionamenti, con campionamento a 10-20 ms.

Anche questo non è del tutto corretto.

Io ho realizzato regolatori per 3 assi, con interpolazione lineare, con periodo di 10 ms richiamati nel medesimo interrupt.

Però esiste un metodo semplicissimo per annullare l'effetto del jitter dovuto a variazioni dei tempi di risoluzione dei regolatori. Metodo che non credo sia possibile applicare ai regolatori di libreria standard.

Da ultimo, ma non ultimo, c'è l'informazione propedeutica.

E' giusto, e direi anche doveroso, indirizzare, chi iniza ad applicare certe tecniche, verso metodologie concettualmente corrette. Avrà poi tempo e modo, con l'acquisizione della necessaria dimestichezza con queste tecniche, di valutare quando e come certe semplificazioni siano applicabili o meno.

Modificato: da Livio Orsini
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La pratica va bene se è supportata da almeno i fondamentali della teoria.

Io continuo a non conoscere Katz e kuo, ma penso di conoscere lo stesso la teoria di come si debbano elaborare delle funzioni PID in un PLC.

Tu puoi continuare a realizzare i tuoi controlli secondo le tue convinzioni, però non èaccettabile che tu definisca una soluzione a regola d'arte come "sfizio per puristi".

Sul fatto che la soluzione con richiamo dei PID in diversi cicli sia migliore, sono d'accordo anch'io. Diversamente, non avrei suggerito uno dei possibili modi per ottenere questi richiami differenziati.

Non dimentichiamo però che stiamo parlando solo di 4 PID. Il beneficio di richiami separati quindi è solo filosofico. Secondo me, affermare che elaborare 4 PID uno di seguito all'altro porti ad errori, è perlomeno una esagerazione.

Inoltre io non ho definito la suddivisione dei PID come "sfizio da puristi" ma, molto più semplicemente, come una cosa sicuramente più corretta ma non indispensabile per il caso in questione.

Generalmente io cerco di suddividere le elaborazioni dei PID quando sono più di due, perché mi piace fare così. Non certo perché lo ritenga "obbligatorio".

Se i PID da gestire sono molti, di solito li suddivido in 10 o 20 gruppi da richiamare in momenti diversi.

Non è pensabile però, se devo gestire 40 o più PID, creare 40 diversi interrupt a tempo (o un interrupt con una sequenza per diversificare 40 chiamate ai PID).

E questo per i seguenti motivi:

1) non mi risulta esistano CPU in grado di gestire decine di interrupt con lo stesso tempo di ciclo ma sfasati tra loro (e se esistono sono di fascia molto alta). Anche nel caso esistessero, gestire un interrupt a tempo per ogni singolo PID sarebbe solo un inutile spreco di risorse di sistema.

2) se si gestiscono le chiamate ai PID creando un ciclo all'interno di un unico interrupt a tempo (richiamando lo stesso PID ogni n. cicli di interrupt), per chiamare un solo PID alla volta il tempo dell'interrupt potrebbe diventare troppo piccolo.

Quindi, quando i PID sono molti, mi accontento di suddividerli in gruppi generalmente di 4-5 PID.

E questo non crea nessun problema non solo da un punto di vista puramente pratico, ma nemmeno da quello teorico.

Questo perché il tempo per l'elaborazione di un PID cambia solo se cambia il modo di funzionamento del PID stesso (per esempio da manuale ad automatico, comando di reset, ecc.).

Se non cambia modo operativo, i calcoli da fare sono sempre gli stessi e, quindi, impegnano la CPU sempre per lo stesso tempo.

Visto che questi cambiamenti del modo operativo avvengono, di solito, su richiesta dell'operatore o secondo le fasi del ciclo di lavorazione (e sono quindi poco frequenti), il fatto che, ogni tanto, un PID venga elaborato con un errore temporale di frazioni di millisecondo (ma sarebbe lo stesso anche se l'errore fosse di alcuni ms), non produce né jitter, né errori di altro tipo.

L'unico miglioramento reale suddividendo le chiamate ai 4 PID sarebbe un tempo di scansione più costante.

Visto però che avere scansioni che variano, per esempio, da 15 a 18 ms piuttosto che da 15 a 22 ms non cambia assolutamente nulla, anche questo beneficio è del tutto irrilevante.

Ripeto: questo vale per i 4 PID in questione. Se fossero di più (parecchi di più), allora sì che elaborarli tutti insieme sarebbe un errore.

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Ringrazio di cuore tutti coloro mi hanno aiutato nell affrontare il problema.

Dunque,ho verificato e quelle in mio possesso sono termocoppie tipo J.

Solo che ho notato una cosa: il tecnico che a suo tempo mi fece il cablaggio della macchina è arrivato con i due cavi della sonda alla morsettiera del quadro generale(circa 1.5 m da dove sono situate le resistenze) e dalla morsettiera è poi andato ai termoregolatori sul pannello di comando(circa 2 m di distanza)

ma ha usato due comuni cavi in rame da 1.5 mmq.

Questo che tipo di errore eventualmente mi potrebbe generare?

Che la temperatura letta non è quella effettiva?

Circa un anno fa feci rilevare la temperatura con un costoso termometro ad infrarossi per valutare l omogeneità del calore lungo il coltello saldante(200 mm). Notammo che lo strumento rilevava circa 20 gradi in meno di quelli indicati sul termoregolatore e li per li non gli diedi peso.

Puo essere una cattiva parametrizzazione del termoregolatore a generare questo errore?

Tenete presente che per la mia applicazione non è cosi importante la temperatura effettiva ma una decente stabilita di sistema(non dovrei avere scostamenti dal setpoint superiori ai 5 gradi)

Grazie

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Tenete presente che per la mia applicazione non è cosi importante la temperatura effettiva ma una decente stabilita di sistema(non dovrei avere scostamenti dal setpoint superiori ai 5 gradi)

Come ho scritto in precedenza, la non compensazione, aggravata anche dall'uso di cavo non compensato, introduce un errore di misura. Se le variazioni di temperatura del giunto freddo sono insignificanti in rapporto alla temperatura di esercizio l'errore è ininfluente; al limite cambi il valore di set point per far coincidere la temperatura effettiva con la temperatura desisderata. Se invece la temperatura interna del quadro subisce variazioni notevoli avrai un errore non trascurabile.

Cerco di spegarmi con un esempio.

Se il lunedì mattina d'inverno la temperatura all'interno dle quadro è prossima allo zero, il sensore misura quasi la temperatura reale, man mano che la temperatura s'innalza l'errore aumenta.

Ci sono errori che sono accettabili e/o compensabili, l'ìmportante è conoscerli esattamente e decidere se l'influenza è tale da pregiudicare la qualità del lavoro.

Comunque se riporti la regoalzione nel PLC, credo che la scheda d'interfaccia termocoppie preveda la compensazione per giunto freddo.

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Come ho scritto in precedenza, la non compensazione, aggravata anche dall'uso di cavo non compensato, introduce un errore di misura. Se le variazioni di temperatura del giunto freddo sono insignificanti in rapporto alla temperatura di esercizio l'errore è ininfluente; al limite cambi il valore di set point per far coincidere la temperatura effettiva con la temperatura desisderata. Se invece la temperatura interna del quadro subisce variazioni notevoli avrai un errore non trascurabile.

Cerco di spegarmi con un esempio.

Se il lunedì mattina d'inverno la temperatura all'interno dle quadro è prossima allo zero, il sensore misura quasi la temperatura reale, man mano che la temperatura s'innalza l'errore aumenta.

Ci sono errori che sono accettabili e/o compensabili, l'ìmportante è conoscerli esattamente e decidere se l'influenza è tale da pregiudicare la qualità del lavoro.

Comunque se riporti la regoalzione nel PLC, credo che la scheda d'interfaccia termocoppie preveda la compensazione per giunto freddo.

Buongiorno Livio,non crede che anche il termoregolatore dovrebbe tener conto della compensazione del giunto freddo?

È possibile(non conosco approfonditamente lo strumento)che esso si possa tarare via pc sia per termocoppie che per pt100 ?

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Che termoregolatore stai usando? (marca e modello).

Non hai un manuale del medesimo? Perchè dovrebbe essere indicato dal manuale se e come è compensato il giunto freddo.

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Che termoregolatore stai usando? (marca e modello).

Non hai un manuale del medesimo? Perchè dovrebbe essere indicato dal manuale se e come è compensato il giunto freddo.

Purtroppo sono sprovvisto di manuale.

Sono comunque marca

EMKO mod. ESM-4450

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Io ho il manuale del 4410; questo modello ha la compensazione automatica del giunto freddo.

Quindi è assai probabile che anche il mio modello ne sia provvisto.

Grazie Livio

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