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Difficoltà a trovare programmatori plc?


albertagort

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3 ore fa, pigroplc scrisse:

Se volete trovare davvero lavoro sondate i rappresentanti di automazione che conoscono tutti e pur di fare un piacere ad un cliente sono disposti a estendere contatti, oppure distributori di materiale di automazione.

 

Questo e Linkedin sono i 2 veicoli migliori.

Le agenzie interinali per conto mio andrebbero abolite per legge universale.

Sempre a parer mio c'è poca differenza tra un caporale che porta i braccianti sui campi e un'agenzia interinale. Entrambi lucrano sul lavoro di altri senza dar nessun valore aggiunto.

In effetti una differenza c'è ed è grande: le agenzie son protette dalla legge, il caporale no.

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3 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Questo e Linkedin sono i 2 veicoli migliori.

Le agenzie interinali per conto mio andrebbero abolite per legge universale.

Livio,

su LinkedIn avrei di che ridire, visto che è un fertile terreno per le agenzie di cui sopra, che più che interinali chiamerei "intestinali".
LinkedIn stesso continua a bombardare lusinghe con la chimera che solamente acquisendo il servizio "premium" si ottengono vantaggi concreti......ahhhh mi sono fatto convincere a suo tempo da un mio amico a pubblicare il mio profilo ma me ne sono pentito amaramente.

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ivan.bortolin
1 ora fa, pigroplc scrisse:

Livio,

su LinkedIn avrei di che ridire, visto che è un fertile terreno per le agenzie di cui sopra, che più che interinali chiamerei "intestinali".
LinkedIn stesso continua a bombardare lusinghe con la chimera che solamente acquisendo il servizio "premium" si ottengono vantaggi concreti......ahhhh mi sono fatto convincere a suo tempo da un mio amico a pubblicare il mio profilo ma me ne sono pentito amaramente.

 

Linkedin è solo uno strumento, dipende come lo si usa. È una finestra sul tuo lavoro e sulle tue abilità; ovviamente il profilo va curato e coltivato e sta a te decidere a chi rivolgerti. Le agenzie fanno il loro lavoro e ce ne sono di serie (poche) e più strutturate che cercano figure tecniche fornendo tutte le informazioni necessarie e non richieste assurde con paga da fame. Ovviamente quando si viene contattati, prima di andare a colloqui che si rivelano perdite di tempo, bisogna mettere bene in chiaro cosa si vuole da un eventuale cambio di lavoro (crescita professionale, più soldi, meno trasferte?) Le aziende dal canto loro in Italia, tenderanno sempre ad abbassare l'offerta di stipendio perché l'HR o il titolare di turno pensa di aver fatto il colpaccio con quei 10 mila euro risparmiati all'anno. Sta a noi rinegoziare o semplicemente non accettare. Purtroppo di gentaglia descritta come sopra che ti fa perdere tempo ce n'è e ce ne sarà sempre...

Modificato: da ivan.bortolin
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7 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Sempre a parer mio c'è poca differenza tra un caporale che porta i braccianti sui campi e un'agenzia interinale. Entrambi lucrano sul lavoro di altri senza dar nessun valore aggiunto.

In effetti una differenza c'è ed è grande

 

...che i caporali il lavoro te lo danno veramente invece che farti buttare soldi in giri inutili.

 

Quote

Le agenzie fanno il loro lavoro e ce ne sono di serie (poche) e più strutturate

 

Per curiosità, quali sarebbero?

 

Io sono iscritto a diverse ma la (mancanza di) serietà che ho trovato è sempre stata la stessa; un'altra mi chiamò parecchio tempo fa per propormi di andare a lavorare su turni in catena di montaggio (quando non avevo né un profilo da turnista, né da operaio in catena), a Udine, ad una cifra tale che a fatica avrebbe coperto il carburante, l'autostrada e l'usura dell'auto. Il lavoro dei sogni insomma!

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9 ore fa, ivan.bortolin scrisse:

Le agenzie fanno il loro lavoro

 

Ma quale lavoro?

Anche il caporale fa un lavoro: sceglie i braccianti li porta sul luogo di lavoro usando un mezzo di trasporto di sua proprietà, poi si trattiene una parte della paga dei braccianti per coprire le sue spese.

Che differenza fa con un'agenzia interinale?

Questa riceve offerte di curricula da parte dei candidati, riceve profili di lavoratori necessari dalle aziende, mette in contatto i lavoratori con le aziende e si prende una bella fetta dello stipendio dei lavoratori.

 

Non confondiamo le agenzie interinali con quelli che sono le società di ricerca del personale. Queste ricevono un incarico di ricerca di una determinata figura professionale. A fronte del tipo di difficoltà di ricerca fatturano all'azienda una certa cifra. selezionano i candidati, solitamente 3, che presentano all'azienda per la scelta finale. Non ricevono alcuna percentuale dello stipendio del lavoratore, stipedio che l'azienda versa direttamente al lavoratore stesso.

 

Hanno un certo rischio di impresa che è costituito dal loro nome. Se sono conusciute come serie, competenti ed affidabili ricevono incarichi e risposte di candidati, atrimenti pochi incarichi e poche candidature.

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ivan.bortolin
1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

 

Non confondiamo le agenzie interinali con quelli che sono le società di ricerca del personale. Queste ricevono un incarico di ricerca di una determinata figura professionale. A fronte del tipo di difficoltà di ricerca fatturano all'azienda una certa cifra. selezionano i candidati, solitamente 3, che presentano all'azienda per la scelta finale. Non ricevono alcuna percentuale dello stipendio del lavoratore, stipedio che l'azienda versa direttamente al lavoratore stesso.

 

Forse mi sono espresso male, intendevo agenzie di ricerca personale. Le varie interinali cercano manovalanza a basso costo da attivare/disattivare all'occorrenza. Però come scritto sopra, anche le società di ricerca personale non sono il massimo della serietà.

 

 

1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

Hanno un certo rischio di impresa che è costituito dal loro nome. Se sono conusciute come serie, competenti ed affidabili ricevono incarichi e risposte di candidati, atrimenti pochi incarichi e poche candidature.

 

Come tutte le aziende d'altra parte.

Desidero chiedere se possiamo tornare alla discussione iniziale e non dilungarci troppo sulle varie agenzie interinali o di ricerca personale.

Dalle ricerche che sto facendo come programmatore alle prima esperienza, vedo che c'è (zona Friuli e Veneto orientale) una forte ricerca di personale con esperienza pregressa, che abbia delle conoscenze quasi da NASA; sulla remunerazione non ne ho idea di quello che possa essere un RAL per una figura Junior (da formare) e per una figura Senior.

 

Posso chiedere come avete iniziato voi e su cosa potrei focalizzarmi per propormi nel mercato del lavoro e quali canali sarebbe meglio battere?

Grazie

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1 ora fa, ivan.bortolin scrisse:

Posso chiedere come avete iniziato voi e su cosa potrei focalizzarmi per propormi nel mercato del lavoro e quali canali sarebbe meglio battere?

 

Su questo non ho notizie aggiornate, però credo che, nelle pageni precedenti, sia già stato indicato quale strada percorrere.

 

1 ora fa, ivan.bortolin scrisse:

Desidero chiedere se possiamo tornare alla discussione iniziale e non dilungarci troppo sulle varie agenzie interinali

 

E proprio il tema della discussione.

infatti iltitolo della discussione, caso mai lo avessi scordato, è: "Difficoltà a trovare programmatori plc?"

Quindi anche disquisire del ruolo delle agenzie interinali e delle società specializzate nella ricerca di personale è perfettamente in tema.

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7 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Che differenza fa con un'agenzia interinale?

 

...che l'incasso del caporale dipende strettamente dal tuo lavoro, quindi ha interesse a farti lavorare.

 

L'interAnale a quanto ne so non incassa solo una parte del tuo stipendio (il che potrebbe anche non essere del tutto sbagliato, se la cosa funzionasse veramente: io ho fatto un lavoro per farti lavorare, quindi ora che hai il risultato mi paghi), ma prende anche dei soldi dall'azienda che vi si è rivolta per ottenere in cambio del personale. Ovviamente se io posso vantare un bacino di 6000 potenziali candidati posso chiedere a te azienda più soldi per proporteli rispetto che se ne avessi 600. Lasciamo stare che poi parlare di 6000 candidati è una cosa, parlare di 6000 candidati in grado di fare quel lavoro è un'altra.

 

Quindi il caporale, se tu non raccogli la frutta, da te non incassa niente; se vuole incassare, deve trovarti un frutteto dove tu possa raccogliere la frutta. Oltre che portarti nel succitato posto dove vi è frutta da raccogliere e riportarti indietro alla fine, cosa non da poco, mentre l'interAnale si limita a dirti "vai qui e spera".

 

L'interAnale incassa a prescindere; incasserà di più se ti fa lavorare, ma dal suo punto di vista sei un valore anche solo per il fatto di essere nella lista a far numero.

 

Per tutto il resto sono d'accordo con te, delle aziende private marce non andavano neanche messe in grado di fornire quel "servizio", è come dire "aboliamo il corpo dei carabinieri e sostituiamolo con una polizia privata". Ci sono gli uffici di collocamento, che nel tempo sono stati "depotenziati" ma non certo smantellati, in sostanza si continua a pagare personale il cui scopo è fare nulla. Mentre una volta venivano stilate liste di priorità e si procedeva al collocamento effettivo dei disoccupati.

 

Pare che ora le cose inizino a muoversi in tale senso, ma mi fermo qui perché poi si cade nella politica e non è il caso

Modificato: da Darlington
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Buonasera,

 

sono circa 30 anni che nel mio ufficio è appeso questo quadro.....ogni tanto mi piace rileggerlo.

 

Senza polemica con nessuno sia chiaro.

 

Con simpatia.

 

 

20190409_175133.jpg

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Erano altri tempi, quelli di Luigi Einauudi.

Pensa che, da presidente della Repubblica, ad una cena ufficiale con la stampa, propose al giornalista che gli sedeva accanto, di dividersi una mela come frutta perchè, disse Einaudi, "Sono mele molto grosse ed una intera sarebbe sprecata e, vista la situazione nazionale, sprecare cibo è un delitto!"

 

Altra classe dirigente, imprenditori compresi.

Purtroppo sembra che di quella società si sia perso anche il DNA.

 

2 ore fa, Darlington scrisse:

.che l'incasso del caporale...

 

Darlington stai ripetendo iol mio concetto: le agenzie interinali non aggiungono alcun valore al lavoro degli lavoratori che collocano, sono come i "collocartori" delle lavoratrici delle case di meretricio, chiuse in seguito alla legge Merlin.

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8 ore fa, ivan.bortolin scrisse:

Posso chiedere come avete iniziato voi e su cosa potrei focalizzarmi per propormi nel mercato del lavoro e quali canali sarebbe meglio battere?

Grazie

La mia storia in brevissimo:

2007: Laurea triennale in fisica: sbocchi occupazionali zero

8 anni come macchinista in tipografia. Nel frattempo mi è iniziata a tornare la voglia di studiare e ho iniziato ad appassionarmi di elettronica. Nel frattempo ho pure buttato i soldi con scuola radio el....dico buttati perchè con la laurea in fisica avrei potuto comunque essere "elettricista" sulla carta senza alcuna altra qualifica richiesta.

Successiva laurea in ingegneria industriale, presa mentre ero tipografo.

Nel giro di un anno e pochi mesi (estate 2017)sono riuscito a farmi assumere come montatore elettromeccanico in una azienda di automazione. Autonomamente, mi sono messo a fare i lavori da elettricista, e a loro è andato bene. Cablavo il bordo macchina e i quadri. Mai cablato nulla fino ad allora se non qualche circuito elettronico nel mio garage.

A fine 2017 mi sono proposto come programmatore plc sempre in questa azienda, e hanno acconsentito.

Con molte difficoltà ho programmato fino al mese scorso in questa azienda. Difficoltà date dal fatto che la formazione è stata fatta molto male e ho dovuto arrangiarmi molto, facendo perdere tempo a me e all'azienda. In ogni caso ho acquisito una discreta confidenza con il plc siemens e in generale con l'automazione.

Da un mese sono in un altra azienda che è più vicina, mi ha offerto + soldi  e mi ha prospettato di diventare una figura abbastanza importante (al contrario dell azienda precedente dove ero abbastanza un semplice esecutore), andando a sosituire un programmatore che andrà in pensione fra un paio di anni. In questa azienda le mie mansioni sono ( e saranno): Cablaggio di bordo macchina, collaudi, assistenze in remoto e in trasferta, modifiche PLC e modifiche agli schemi elettrici, oltre che manutenzioni varie.

Come vedi fino a 2 anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse l'automazione. Non avevo mai visto una barriera fotoelettrica e non avevo mai cablato una morsettiera. Ne avevo mai visto fisicamente un PLC e non avevo mai sentito parlare di avviamento stella-triangolo. Mi sono fatto un mazzo come una anguria ma in qualche modo sono riuscito a entrare nel mondo del lavoro che effettivamente voglio.

 

Concludo dicendo che ho avuto una forte botta di c. perchè nella prima azienda , che era in forte espansione, cercavano montatori elettromeccanici senza essere troppo schizzignosim, e hanno preso me che non avevo esperienza ( alla bella età di 33 anni)

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Non riesci proprio a capire la grandezza della persona, la sensibilità, il senso di opportunità

In una frase apparentemente banale si vede la grandezza morale della persona. 

 

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Livio Migliaresi
2 ore fa, Yiogo scrisse:

delle varie cose che Luigi Einaudi ha detto questa è quella oltremodo più banale, direi una stupidata

Veramente di banale c'era e c'è molto poco, anche se ciascuno può pensarla come gli pare.

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5 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Erano altri tempi, quelli di Luigi Einauudi.

 

Di "moderno" c'è solo la frigna sugli "utili modesti", che poi è la lagna che deve ripetere ogni imprendidiota che si rispetti prima di salire sul modestissimo macchinone acquistato con i modestissimi utili, pena la revoca d'ufficio della partita iva.

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Nicola Carlotto

Proposta:

Perche' invece di lamentarsi tanto di questo o dell'altro non si prova ad aprire una partita iva ,cercare clienti , gestire le commesse ( se si e' capaci di prenderle) ,

e dopo fare i conti con le tasse realmente ? 

Dopo magari ci si renderebbe conto che questi imprenditori magari sono anche dei piccoli eroi a resistere ...

Darlington quanti anni hai ?  ti sento troppo polemico.

Ciao

 

 

 

 

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7 ore fa, Nicola Carlotto scrisse:

Dopo magari ci si renderebbe conto che questi imprenditori magari sono anche dei piccoli eroi a resistere ...

 

C'è qualcuno che si è comportato come dici tu, ad esempio il sig. MIVAR (marchio), che sino alla sua morte si è rifiutato di chiudere la sua fabbrica di televisori, anche se, ultimamente, perdeva 50€ ogni televisore che vendeva. Soleva ripetere che essendosi arricchito anche con il lavoro dei suoi dipendenti, riteneva  suo dovere morale continuare. C'è da aggiungere che aveva superato gli 80 anni di età e non aveva figli, quindi la sua scelta era un poco più facile.

Ci sono anche alcuni piccoli imprenditori, che mandano avanti aziende di pochi dipendenti, tra mille difficoltà, ma non credo lo facciano solo per generosità ed altruismo. Lo fanno perchè .... se non fanno quello non potrebbero far altro.

 

Certo non sono tutti "prenditori", c'è tanta gente seria che fa il suo lavoro seriamente.

 

Poi ci sono quelli che magari vanno in televisione a fare gli spendidi (ce ne era uno anche  ieri sera), a pontificare su come si deve agire, su cosa deve fare il governo, ma non vanno a raccontare che la maggior parte dei loro dipendenti son precari a 800 €/mese. Quando poi qualche giornalista di assalto (iene) gli chiede conto di certe situazioni, fanno gli scostanti sino alla maleducazione. Tanto sanno che potrenno continuare  a fare i fenomeni nei "talk show" televisivi.

 

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ivan.bortolin
13 ore fa, albertagort scrisse:

 

Come vedi fino a 2 anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse l'automazione. Non avevo mai visto una barriera fotoelettrica e non avevo mai cablato una morsettiera. Ne avevo mai visto fisicamente un PLC e non avevo mai sentito parlare di avviamento stella-triangolo. Mi sono fatto un mazzo come una anguria ma in qualche modo sono riuscito a entrare nel mondo del lavoro che effettivamente voglio.

 

Concludo dicendo che ho avuto una forte botta di c. perchè nella prima azienda , che era in forte espansione, cercavano montatori elettromeccanici senza essere troppo schizzignosim, e hanno preso me che non avevo esperienza ( alla bella età di 33 anni)

 

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Desideravo appunto sapere da dove si potrebbe partire per arrivare a certi livelli.

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del_user_97632

E' bella questa discussione. C'e' anche una difficolta' in piu. Una cosa che vedo da un po', la societa' spinge sempre piu alla moda di prevalere sugli altri, la moda del "manager", che sia del reparto, del progetto o della propria scrivania, bisogna essere "manager" di qualcosa. Nessuno pare voler puntare a essere un bravo tecnico, ma tutti vogliono il titolo di piccolo o grande team - lead manager su linked in. Oltre ai tanti giovani che non si fanno neanche il letto alla mattina, ci sono stranamente anche giovani che escono da scuola e vogliono ricoprire ruoli di responsabilita' da subito senza aver fatto percorsi di gavetta. Quindi coloro che fanno la scelta crescere e restare tecnici programmatori/sviluppatori etc sono sempre meno. Anche se ci sono, nel mio caso, non lavoro nei plc ma insomma, sono sempre programmatore,  di ruoli di "manager" non ne voglio sentir parlare, preferisco cercare di specializzarmi nella parte tecnica, ma questione di gusti.

 

Modificato: da _angelo_
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ivan.bortolin
24 minuti fa, _angelo_ scrisse:

E' bella questa discussione. C'e' anche una difficolta' in piu. Una cosa che vedo da un po', la societa' spinge sempre piu alla moda di prevalere sugli altri, la moda del "manager", che sia del reparto, del progetto o della propria scrivania, bisogna essere "manager" di qualcosa. Nessuno pare voler puntare a essere un bravo tecnico, ma tutti vogliono il titolo di piccolo o grande team - lead manager su linked in. Oltre ai tanti giovani che non si fanno neanche il letto alla mattina, ci sono stranamente anche giovani che escono da scuola e vogliono ricoprire ruoli di responsabilita' da subito senza aver fatto percorsi di gavetta. Quindi coloro che fanno la scelta crescere e restare tecnici programmatori/sviluppatori etc sono sempre meno. Anche se ci sono, nel mio caso, non lavoro nei plc ma insomma, sono sempre programmatore,  di ruoli di "manager" non ne voglio sentir parlare, preferisco cercare di specializzarmi nella parte tecnica, ma questione di gusti.

 

Si purtroppo ti confermo questa cosa.

Già alla mia generazione era stato inculcato il fatto di fare l'università che poi trovavi facilmente lavoro in ruoli di responsabilità e fra un po' a fare gli istituti tecnici erano i ragazzi fancazzisti al limite della delinquenza. Parliamo degli anni 90, dove fra un po' andare a lavorare in linea o in officina era quasi disonorevole. Capisco i genitori di quella generazione che si sono spaccati la schiena per dare la possibilità ai figli di studiare e di non finire a lavorare tra la polvere ed il rumore; poi vuoi mettere avere il figlio laureato? 

Invece ultimamente, grazie anche ad ottimi istituti professionali della zona (parlo di Pordenone e Udine), c'è una nuova generazione di ragazzi già specializzati e con molta voglia di fare ed imparare che spesso si scontrano con un mondo del lavoro schizofrenico, fatto di precarietà e tirocini. Ho conosciuto veramente tanti ragazzi in gamba con voglia di apprendere e mettersi in gioco e che rispetto a qualche anno fa, non si fanno prendere in giro dal predatore di turno.

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1 ora fa, ivan.bortolin scrisse:

Invece ultimamente, grazie anche ad ottimi istituti professionali della zona (parlo di Pordenone e Udine), c'è una nuova generazione di ragazzi già specializzati e .....

 

Fortunatamente sembra che ci siano ancora scuole funzionali al futuro impiego.

Io vivo vicinissimo al confine Svizzero e da tempo noto il differente approccio scolastico.

Loro tengono in gran conto la formazione professionale, con l'apprendistato obbligatorio presso aziende certificate (e controllate). In questo modo gli allievi imparano veramente ad applicare quello che imparano a scuola e non sono impiegati come maniovalanza fratuita.

Inoltre al termine dell'apprendistato, con il diploma di istituto professionale, si può accedere al politecnico.

 

1 ora fa, ivan.bortolin scrisse:

Ho conosciuto veramente tanti ragazzi in gamba con voglia di apprendere e mettersi in gioco e che rispetto a qualche anno fa, non si fanno prendere in giro dal predatore di turno.

 

Anche questa "maturazione" delle nuove generazioni è un'ottima cosa, un prodromo di cambiamento di conme è concepita la vita. Purtroppo credo che sia un atteggiamento ancora minoritario, mi sembra che la maggioranza sia sempre più preda della civiltà dell'apparenza (se  si può definire civiltà), della filosofia "prodeo ergo sum".

Non vorrei che la parte sana delle nuove generazionim quella che hai descritto, poi finisca per abbandonare questo nostro paese.

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ivan.bortolin
17 minuti fa, Livio Orsini scrisse:

 

 

Anche questa "maturazione" delle nuove generazioni è un'ottima cosa, un prodromo di cambiamento di conme è concepita la vita. Purtroppo credo che sia un atteggiamento ancora minoritario, mi sembra che la maggioranza sia sempre più preda della civiltà dell'apparenza (se  si può definire civiltà), della filosofia "prodeo ergo sum".

Non vorrei che la parte sana delle nuove generazionim quella che hai descritto, poi finisca per abbandonare questo nostro paese.

 

Sono i primi a farlo, dopo l'ennesimo contratto a 1200,00 euro mese a tempo determinato rinnovabile.

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13 ore fa, Nicola Carlotto scrisse:

Perche' invece di lamentarsi tanto di questo o dell'altro non si prova ad aprire una partita iva

 

Perché nessuno mette in discussione il lavoro dei veri imprenditori (o almeno dei 4-5 rimasti), quanto piuttosto la frigna degli imprendidioti.

 

Sulla differenza tra imprenditori ed imprendidioti (o "prenditori" per dirla alla Livio) mi sono già espresso.

 

L'imprendidiota è quello che non passa giorno a non lamentarsi dello Stato, delle tasse brutte e cattive, del fatto che praticamente tiene l'azienda aperta in perdita e "domani" è pronto a chiudere tutto ed andare a fare l'operaio in fabbrica che si guadagna di più con meno fatica.

 

Quel "domani" è un po' come quello del celebre cartello "oggi non si fa credito a nessuno, domani si". Ovviamente il cartello rimane invariato tutti i giorni quindi il "domani" è destinato a non arrivare mai, anche perché l'imprendidiota di cui sopra con gli 800€ netti che prenderebbe lavorando per un altro imprendidiota suo pari, non potrebbe certo permettersi villone e macchinone, né cambiarlo ogni anno (almeno) per far vedere al mondo quanto è povera e misera la vita dell'imprenditore.

 

Vale lo stesso per tutti quelli che frignano che ogni euro che guadagnano ne devono dare almeno 50 allo stato: visto il tenore di vita che mantengono, i casi sono due:

 

- o guadagnano talmente tanto che anche dopo aver pagato le tasse gli resta a sufficienza per scialacquare in allegria, allora la tiritera dell'imprenditore che "si sacrifica" è priva di senso;

 

- o le tasse non le pagano proprio ed allora non ha senso lamentarsi del fatto che sono troppo alte.

 

Mai visto un imprenditore "povero", con un tenore di vita modesto o che realmente chiudesse in perdita. Anche perché se così fosse, da imprenditore dovrebbe capire che è ora di chiudere veramente e non recarsi al concessionario Porsche o Audi più vicino.

 

13 ore fa, Nicola Carlotto scrisse:

Darlington quanti anni hai ?  ti sento troppo polemico.

 

32, ma direi che la mia età è irrilevante, conta piuttosto come ho passato quegli anni.

 

Li ho passati da figlio di ragazza madre senza un posto fisso, in una fogna maledetta di paesucolo, quindi a differenza della maggioranza che abita a Statisticlandia e ha la mamy impiegata statale ed il papy con 40 anni di anzianità nello stesso posto, una marea di conoscenze acquisite e conto in banca coi "miseri risparmi" che ammontano al PIL del Gabon, io non ho avuto un bel niente. Né la possibilità di studiare, né la sterminata lista di conoscenze del papy da usare per trovare lavoro. In più in un cesso di paese dove la mentalità della gente era ferma all'800 io ero Satana solo per il fatto di essere figlio di ragazza madre.

 

Quando ho iniziato a cercare il primo impiego mi sono scontrato col primo muro di gomma: volevano solo qualificati e solo con esperienza.

 

A fatica e sfruttando le pochissime conoscenze che mi ero fatto ho trovato il primo ladrone, quello che dopo il mese di finta prova ha attaccato la frigna con la ricevuta dell'XC90 in bella vista.

 

Sempre facendo appello alle scarse conoscenze che ero riuscito a farmi in quello schifo di paese, ho poi trovato il secondo ladrone: 3 anni a fare l'apprendista carpentiere, in cui ovviamente non mi è stato insegnato nulla di carpenteria o di saldatura o di altro e dove non ho mai visto più di 760€ arrivarmi in busta paga, nonostante facessi le stesse ore di un qualificato. Da lì ci ho ricavato dei dolori di schiena che mi accompagnano ancora oggi (andavo a lavorare con gli antidolorifici nell'armadietto), e finita la pacchia degli sgravi fiscali un bel pedatone dove non batte il sole sotto forma di lettera speditami a casa, neanche la decenza di farmi la frigna dell'imprendidiota di persona. In seguito li ho pure denunciati perché durante i 3 anni non mi hanno mai pagato il dovuto, ed anzi hanno fatto il gioco delle tre carte coi contratti (a mia insaputa) per pagare ancora meno e prolungare più possibile la pacchia dell'apprendistato. Ho ottenuto un misero risarcimento.

 

In seguito è iniziato il secondo muro di gomma: se fino a tre anni prima cercavano solo qualificati, dopo (ed anche tuttora) si sono messi ad assumere solo apprendisti. Quindi se hai oltre 25 anni sei già fuori.

 

Da lì in poi le mie esperienze lavorative si sono ridotte a:

 

- 3 finte prove in cui ho fatto il lavoro di un qualificato infarcito da una marea di promesse; a loro comunque è costato meno che farmi un contratto a termine di un mese, perché quello interessava loro: avere qualcuno capace per un mese e poi ciao. Uno dei 3 non voleva neanche pagarmi i ricchi 800€ di prova, ho dovuto barricarmi in ufficio e minacciare di chiamare il 112.

 

- 5 mesi come ausiliario specializzato all'ULSS, direi il lavoro migliore ed anche quello pagato meglio. Ovviamente non rinnovabili perché in seguito dovevano vomitare tutto in appalto all'ennesima cooperativa pagapoco dove col mio stipendio ci avrebbero pagato almeno 3 persone.

 

- 1 stagione a fare manutenzione alle Jacuzzi in un residence, arrivata dal nulla per puro caso perché quello che avevano già assunto per quel lavoro nel giro di un mese è stato pizzicato dalle telecamere di sorveglianza a portare via una borsa dentro un appartamento e denunciato per furto.

 

Durante il resto del tempo? Anni di disoccupazione e lavoretti saltuari. Lavoretti di impiantistica, riparazioni di elettrodomestici, riparazioni elettroniche in generale. Le mie competenze le ho acquisite lì ed approfondendo per conto mio, perché se dovevo aspettare di trovare l'azienda che mi facesse crescere ero ancora fermo a "così si tiene in mano la scopa e così si ramazza il pavimento". Cosa che già sapevo fare per conto mio tra l'altro, rassettare pulire e cucinare ho imparato a farlo a 12 anni quando mia madre faceva i turni di notte.

 

Ora mi trovo di fronte al terzo muro di gomma, che poi è pari al secondo: trovare il modo di far fruttare le competenze che ho acquisito, di fronte ad imprendidioti a cui delle competenze frega meno di niente, vogliono solo sapere quanti sgravi fiscali ottengono assumendoti.

 

E da qui capisci da dove derivi la "polemica": io l'azienda oasi felice che ti assume senza esperienza e ti fa guadagnare dandoti la possibilità di crescere nello stesso tempo e che ti tiene dentro dieci anni con contratto non dico buono ma almeno discreto non la ho trovata. Ho sempre meno speranze di trovarla. Ci ho guadagnato qualcosina solo quando tre anni fa ho conosciuto quella che è la mia attuale compagna e sono andato a convivere con lei: in un mese, pur facendo gli stessi lavoretti saltuari di prima e pubblicizzandomi nello stesso modo, ho ricavato più che durante gli ultimi cinque anni in quella latrina di paesucolo. Con pure alcuni handicap, del tipo che lì non avevo concorrenza. qui invece si, con diversa gente che fa il mio stesso lavoro, con lab più belli, da più tempo, eccetera.

 

6 ore fa, Livio Orsini scrisse:

C'è qualcuno che si è comportato come dici tu, ad esempio il sig. MIVAR

 

Oddio, Mivar piuttosto che come imprenditore eroe lo citerei come ottimo esempio di imprendidiota.

 

I primi schermi piatti (al plasma) sono apparsi sul mercato a fine anni '90 e costavano quanto un'automobile. Ne consegue che un'azienda di grandi dimensioni come la Mivar, e che comunque ha macinato vendite non da poco nel passato, avesse già allora i fondi necessari per introdursi in questo mercato in tempo per competere con le aziende asiatiche.

 

Qui sta il concetto alla base dell'imprenditoria: l'imprenditore deve capire le variazioni del mercato e muoversi quanto possibile in anticipo rispetto ad esse. Voglio dire, le stesse variazioni ci sono state quando dalla radio si è passati alla televisione (anche là i primi televisori costavano un botto). Io allora non c'ero, Mivar si.

 

Perché tu puoi realizzare i migliori calessi del mondo, coi dettagli più curati e coi materiali di prima qualità e via dicendo ma quando vedi che poco per volta iniziano a vedersi per le strade quegli aggeggi chiamati "automobili" tu lo devi capire che il mercato sta cambiando, e non crogiolarti in un rassicurante "beh, per ora vendo alla grande i miei calessi, fino a che la gente compra calessi non c'è nulla di cui preoccuparsi".

 

Cosa ha fatto Mivar quindi in tutto questo? Beh, fondamentalmente una cippa di niente, arrivando con la sua prima linea di LCD dieci anni abbondanti dopo quando oramai gli asiatici si erano accaparrati tutto il mercato.

 

In risposta cosa ha fatto, mea culpa dichiarando di essere fallito in quanto imprenditore inetto ed incapace? Ma manco per niente: frigna dell'imprendidiota contro lo Stato che si è rifiutato di comprargli tutti i CRT rimasti invenduti a magazzino e lo ha "costretto a chiudere". Come se fosse stato lo Stato a vietargli di progettare una sua linea di televisori a schermo piatto in tempo per competere con la concorrenza, visto che sono pronto a scommettere che il lancio della tecnologia al plasma verso il grande pubblico era già previsto da molto tempo prima di fine anni '90.

 

E la frigna dell'imprendidiota continua pubblicamente anche adesso, nel suo sito ha piazzato una patetica "lettera aperta" alla Samsung in cui si dichiara disposto a regalare i suoi stabilimenti perché eh Stato, eh Tasse, eh Alieni comunisti... non "eh io povero pirla che mi sono messo a giocare a fare l'imprenditore invece di andare a zappare la terra".

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del_user_97632

Scuola da buone basi non fa il bravo tecnico. Il bravo tecnico spesso si fa da se gia durante/in parallelo la scuola. Questo vale anche per ingegneri. Mio compagno di banco alle superiori aveva il papa che riparava tv, conosceva tutti i modelli di tv a memoria, dava filo da torcere ai professori. Ma questo e' un caso particolare.

 

Mah, cosa dire sulle nuove generazioni, vero che invecchiando si diventa brontoloni :)e che anche gli egiziani dicevano lo stesse cose che diciamo noi della generazione precedente. Io sono nella fascia X, del 70, pero quando avevo 14 anni ci smontavamo quasi completamente tutto il motorino per elaborarlo, il vicino di 20 anni qui da me chiede a papa' tutto, compreso di cambiargli la candela. Passione zero, interessi zero. Solo importante chiedere "quanto mi dai" al colloquio. 

 

Ma non generalizzo, forse sono meno i giovani appassionati, ma ce ne sono ancora. Essendo meno, vanno a ruba e spesso hanno svariate possibilita' di scegliere. Qui nella mai citta' c'e' un hackerspace, una banca ha dato gratuitamente a dei giovani un paio di stanze, ne hanno fatto un bel laboratorio hw e sw, Dentro c'e' gente giovane e molto capace/appassionata, che ha solo l'imbarazzo della scelta di dove lavorare.

 

 

 

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1 ora fa, _angelo_ scrisse:

Scuola da buone basi non fa il bravo tecnico

 

E' ciò che dico sin dall'inizio, il titolo di studio, gli anni vantati nell'azienda X, eccetera da soli non significano proprio nulla.

 

Come dire "donna con la quarta"; una donna con la quarta non è automaticamente attraente, può avere la quarta ed il fisico di un boiler.

 

Uno può essere uscito con ottimi voti e non saper neanche impugnare un cacciavite, uno può vantarsi di 4 o 5 anni nella determinata azienda dove era bravissimo a fare sempre la stessa cosa ed essere totalmente incapace di fare qualcosa d'altro. Quelle sono tutte cose che non appaiono in un curriculum o in un colloquio, ma solo con una prova pratica delle capacità. Che può durare anche mezza giornata, mica è necessario un mese per vedere se uno ci sa fare oppure no

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2 ore fa, Darlington scrisse:

Oddio, Mivar piuttosto che come imprenditore eroe lo citerei come ottimo esempio di imprendidiota.

 

NO! NO!

Darlington questa non te la passo!

Chi ha conusciuto il sig MIVAR sa che è ben diverso da come vorresti che fosse.

Stava sulle palle quei ....(censura) dei sindacalisti (altra bella razza di previlegiati) perchè trattava direttamente con i dipendenti, senza la loro (costosa) intermediazione.

Ha sempre reinvestito nella fabbrica parte dei suoi guadagni.

Non ha mai decentrato in paesi dove si può ancora schiavizzare il personale con l'aiuto dello stato; c'erano molti altri del suo settore che producevano a Malta, a Cipro ed anche in Grecia.

Ed anche quando non era conveniente produrre ha tenuto aperta l'azienda sino alla fine della sua vita.

Ha prodotto i televisori LCD, quando i monopolisti dell'estremo oriente hanno cominciato a fornire gli schermi ad un prezzo accettabile, perchè prima, gli schermi maggiori di 15", non li fornivano se non in quantità molto limitata ed a prezzi di affezione.

 

 

Io posso capire che non hai avuto una vita facile, ma piangere e riversare su tutto e tutti il tuo rancore, anche se parzialmente giustificato, non serve ne a te ne a gli altri.

 

Quelli della mia generazione mediamente, non hanno avuto una vita molto più facile della tua.

Mandati a bottega subito dopo le elementari, appena compiuti i 14 anni spediti in fabbrica come apprendisti, anche se in catena di montaggio c'era poco da apprendere.

Eppure molti, oltre a lavorare, andavano anche a scuola di sera.

Io sono stato abbastanza previlegiato; ho iniziato a lavorare solo a 17 anni nel laboratorio di mia madre. A poco più di 18 anni mi son fatto emancipare ( a quei tempi la maggiore età si raggiungeva a 21 anni), così come minore emancipato ho potuto aprire un'azienda individuale (l'equivalente di unapartita IVA di oggi). Già perchè allora c'era la tassa del militare di leva, difficilmente le aziende assumevano una persona qualificata che dovesse fare il militare, se ti assumevano c'era il trucco: nei documenti che ti facevano firmare c'era la domanda per effettuare il servisio di leva in marina (36 mesi invece di 18), così loro potevano ontinuare a fornire esercito, marina e aviazione. Se anche dichiaravi che ti andava bene un lavoro non qualificato, non tip assumevano egualmente perchè eri "troppo qulificato". Già l'esser troppo qualificato non è un'invenzione odierna, ha radici antichissime.

 

Mi sono diplomato alla sera pur dovendo fare il pendolare con Milano (oltre 2 ore di viaggio tra andata e ritorno). Sempre di sera mi son fatto anche il triennio di specializzazione post diploma e poi, quando hanno aperto l'università a nche ai non liceali, mi son fatto l'università sempre di sera (pardon di pomeriggio, perchè i corsi eran detti "pomeridiani" anche se iniziavano alle 19:30). E a quei tempi avevo già una famiglia con moglie e figlie.

Io non mi son mai pianto addosso, non ho scaricato la responsabilità sulla famiglia, sulla società o sul governo, ho sempre cercato di trasformare i problemi in opportunutà.

Forse la mia può sembrare un'inutile vanteria, ma io mi sento orgoglioso che, senza essere iscritto a nessun sindacato, nessun partito politico, senza scendere a compromessi significativi con la mia coscienza, ho iniziato a lavorare in azienda come operaio qualificato ed ho terminato la mia carriera lavorativa da dirigente industriale.

 

Sicuramente ai tempi della mia gioventù c'erano più oppurtunità che oggi.

Ma per chi lavorava c'erano pochi soldi, molto sudore e nessun diritto.

I primi a schavizzarti erano i tuoi colleghi più anziani.

Io non dimentico che chi andava a scuola alla sera era tacciato di lavativismo sul lavoro perchè, letteralmente, "se lavori sul serio, quando arrivi a casa sei talmente stanco che non hai nemmeno voglia di mangiare".

Questa frase la pronunciò un collega anziano additando me e un altro ragazzo mentre stavamo timbrando l'uscita al termine dell'orario regolare. Già perchè se non lavoravi almeno 10 ore, eri uno che non avevi molta voglia di lavorare.

Dimenticavo che regolarmente si lavoravano 9 ore dal lunedì al giovedì ed al venerdì solo 8. Al sabato mattina, se non eri comandato, bontà sua l'azienda ti "dipensava dal presentarti in fabbrica".

 

Non parliamo poi di addestramento!

Le conoscenze dovevi letteralmente strapparle con le unghie con i denti esenza farti notare troppo, altrimenti venivi tacciato di "arrivismo". Io ricordo bene i colleghi anziani che spegnevano gli alimentatori e nascondevano gli schemi, quando mi avvicinavo al loro banco. Altro che corsi ed addestramento!

Io ho imparato a programmare da solo, facendo programmi sulla P101 Olivetti.

I microprocessori quando, ai tempi del 4004 e dello F8 erasno qualche cosa di molto esoterico, me li sono studiati alla sera dopo il lavoro, investendoci anche dei soldi di tasca mia in testi ed in una scheda di sviluppo che ho ancora a ricordo.

I PLC me li sono studiati per progettarne uno nel 1977.

 

Questo non è per candidare me ed i miei coetanei all beatificazione, ma solo per render noto che ogni generazione ha avuto i suoi problemi, le sue disgrazie e le sue fortune.

 

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