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Riarmo Barriera Con Telecomando


gianco

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Dipende dal caso specifico in esame, ovvero dall'analisi dei rischi che ti ha portato all'installazione di barriere di sicurezza di categoria 2. Non penso che sia sbagliato in assoluto l'utilizzo di telecomandi, anche se spesso si rivela alquanto complesso da gestire (per evitare, per esempio, dimenticanze nella riattivazione e così via...).

un saluto

marco

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Credo la EN60204 indichi che gli organi di riarmo devono essere collegati fisicamente, e non sono ammessi quindi soluzioni in radiofrequenza, infrarossi etc etc.

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Claudio Monti

Secondo me si puo' fare...

se la centralina di controllo della barriera e' fatta bene, si aspetta di vedere un fronte di salita e successivo rilascio del contatto "pulito" sull'ingresso di riarmo e solo se la barriera e' libera.

Puoi usare il radiocomando che ti attiva un rele', usi il contatto del rele' per "simulare" il tasto di riarmo.

Non penso ci siano controindicazioni.

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mmm numble numble

devo ricercarmi la pratica, l'analisi dei rischi e i riferimenti normativi, ma in occasione di una fornitrura di una gru a ponte un pò particolare, si pose in essere una situazione analoga.

La gru posta a 25 m di altezza, ha un passerella dotata di cancelletti di accesso.

Sui cancelletti sono presenti dei dispositivi di sicurezza (finecorsa). L'apertura di un cancelletto, causa un arresto di categoria 0 della macchina.

Per poter essere rimessa in funzione la macchina necessita di un ripristino (previsto dalla EN60204), ovvero va azionato il pulsante di riarmo. Poichè la gru è a 25 m, il Cliente ha richiesto il radiocomando industriale.

Il problema che si pose fu il seguente: in caso di mancanza di fem, l'Operatore doveva salire a 25 m (ci sono passerelle e scale apposite, ma non è una passeggiata) per riarmare il circuito, oppure con la pulsantiera a cavo era possibile farlo anche dal basso. Ovviamente il Cliente chiese che il pulsante di riarmo fosse posto anche sulla consolle in radiofrequenza. Il ns responsabile elettrico fece notare al responsabile del Cliente (un Spa molto attenta agli aspetti di sicurezza) che non c'era nessun problema pratico a realizzarlo, però in base ad un articolo della EN60204-32 strideva il fatto che fosse 'via radio'.

Il responsabile tecnico del Cliente fu d'accordo con quella interpetazione.

Quindi per questo credo che un ripristino di un dispositivo di sicurezza per mezzo di un comando radio non sia molto indicato.

Mi documento meglio.. sono passati un pò di anni.

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  • 2 weeks later...

i sistemi SIL sono divenuti una realtà accettata dall'ultima versione della 60204.

prova a vedere se sono applicabili al tuo caso.

Resta inteso che se vuoi usare un sistema che sia differente, devi semplicemente (per quanto possibile) far accettare al tuo ON la soluzione tecnica scelta, dimostrandone la sicurezza con prova basate su norme EN (meglio) o altri standard pertinenti

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emanuele.croci

Ciao,

a me è capitato di realizzare applicazioni del genere (con radiocomandi della Autec) e non vedo problemi a livello normativo.

Visti i commenti di Hellis, ho ridato un'occhiata alla EN60204-1 ma non vi ho trovato nulla in contrario, puoi citare il punto esatto? Il paragrafo 9.2.7 parla specificamente dei comandi via radio e non mi pare escluda il riarmo di una barriera, se il tuo radiocomando presenta le caratteristiche richieste.

Le applicazioni le abbiamo realizzate per multinazionali molto attente alla sicurezza, ma non avevano nulla da ridire...

Ciao, Emanuele

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sicuramente i radiocomandi non ti danno in senso assoluto la certezza del riarmo.

motivi :

1-ricezione

2-segnale inquinato

3-non usi un componenti di sicurezza certificato (ovvimente anche l'arresto avrà una parte elettronica che non è ammessa se non si dimostra appunto la sua sicurezza, cosa non facile ma possibile vedi appunto i SIL)

Torno a dire : dimostrare che un elemento è sicuro è a carico del costruttore stesso e le norme tecniche non possono imporre un rallentamento tecnologico, ma impongo una realizzazione sicura in base allo stato dell'arte al momento della sua stesura ( antecedente di alcuni anni alla sua pubblicazione)

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Ho rispolverato i miei appunti. Allora chiarisco subito che si parla del 1999, e diciamo che è stato interpretatoin maniera conservativa un punto della EN 954-1.

Devo dire, non per dare sostanza a ciò che scrivo, ma giusto a spirito di confronto, che questa 'posizione conservativa' era stata avvalorata da una persona altamente qualificata che ha avuto parecchie esperienze come consulente tecnico in sede di giudizio penale. Devo dire che per me è stato un 'luminare' della Direttiva Macchine.

Inoltre mi indicò un ottimo testo 'Normartiva Comunitaria sulle Macchine - Commenti alla Direttiva 98/37/CE', che è una edizione della Direttiva commentata dalla Commissione Europea e redatto dall'Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee, ovvero vi sono riportati commenti che fanno testo in eventuale sede giudiziaria. Per chi è interessato posso fornire in PM la Casa Editrice che lo pubblica in Italia.

Dopo la divagazione, mi riporto al tema. Sto parlando dei punti 5.3 e 5.4 della EN 954-1:

5.3 Funzione di arresto di emergenza

In aggiunta ai requisiti di riferimento forniti nel prospetto 1, si applicano anche i seguenti.

Quando un gruppo di macchine lavora insieme in modo coordinato, le parti legate alla sicurezza

devono poter segnalare facilmente una condizione di arresto di emergenza a tutte

le parti del sistema coordinato.

Se alcune sezioni del sistema coordinato sono chiaramente separate, per esempio per

mezzo di protezioni o per la loro posizione fisica, non è sempre necessario applicare un

arresto di emergenza all'intero sistema ma soltanto alla(e) particolare(i) sezione(i) identificata(

e) dalla valutazione dei rischi.

Dopo l'entrata in azione di un arresto di emergenza in una sezione, non devono essere

presenti pericoli nelle interfacce fra tale sezione ed altre sezioni.

5.4 Riarmo manuale

In aggiunta ai requisiti di riferimento forniti nel prospetto 1, si applicano anche i seguenti.

Dopo l'attivazione di un comando di arresto da parte di un dispositivo di protezione, la

condizione di arresto deve essere mantenuta fino all'attivazione del dispositivo di riarmo

manuale ed al ristabilirsi delle condizioni per un riavviamento sicuro.

Il ripristino della funzione di sicurezza riarmando il dispositivo di protezione annulla il comando

di arresto. Se indicato dalla valutazione dei rischi, tale annullamento del comando

di arresto deve essere confermato da un'azione manuale, separata e deliberata (riarmo

manuale).

La funzione di riarmo manuale:

- deve essere assicurata da un dispositivo distinto, azionato manualmente, all'interno

delle parti del sistema di comando legate alla sicurezza;

- deve essere ottenuta soltanto se tutte le funzioni di sicurezza e tutti i dispositivi di protezione

sono funzionanti. Se ciò non è possibile non deve essere possibile ottenere il riarmo;

- non deve essa stessa dare luogo ad un movimento o ad una situazione pericolosa;

- deve essere azionata volontariamente;

- deve predisporre il sistema di comando ad accettare un comando di avviamento distinto;

- deve essere accettata solo dall'attivazione dell'attuatore a partire dalla sua posizione

disinserita (O).

La categoria delle parti legate alla sicurezza che provvedono al riarmo manuale deve essere

scelta in modo che l'introduzione del riarmo manuale non diminuisca la sicurezza richiesta

alla relativa funzione di sicurezza.

L'attuatore del riarmo deve essere collocato al di fuori della zona pericolosa ed in posizione

sicura, dalla quale vi sia buona visibilità per verificare l'assenza di persone dalla zona

pericolosa.

In virtù l'ultima parte che ho evidenziato, è chiaro che tutto il circuito di sicurezza deve essere realizzato con componenti della stessa categoria di sicurezza.

Una barriera di sicurezza a che serve? ad effettuare un arresto di emergenza nel caso in cui vengano a mancare certe condizioni.

Pertanto se realizziamo tutto il circuito avendo cura di rispettare la relativa categoria di sicurezza, introducendo un riarmo radio andiamo ad inserire un organo avente categoria 0. E scade tutto il circuito.

Non credo di aver male interpretato la prescirzione della normativa, forse di averla letta in maniera conservativa. Ma si sa: nel caso ci sia una contestazione in seguito ad un incidente, questa è una situazione che può aprire un brutto varco nell'analisi dei res.

Mi si potrà dire che oggi i radiocomandi industriali hanno chiavi di codifica univoche etc etc, che ne hanno aumentato di molto la sicurezza effettiva; ma esiste un componente con trasmissione del contatto via radio certificato anche come dispositivo di sicurezza? per un normale pulsante di riarmo è tutto molto più semplice, perchè viene a mancare "l'incertezza" del collegamento radio.

Modificato: da Hellis
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emanuele.croci
dalla quale vi sia buona visibilità per verificare l'assenza di persone dalla zona

pericolosa.

questa secondo me è l'unica prescrizione veramente importante, credo però non incompatibile con un radiocomando

Pertanto se realizziamo tutto il circuito avendo cura di rispettare la relativa categoria di sicurezza, introducendo un riarmo radio andiamo ad inserire un organo avente categoria 0. E scade tutto il circuito.

Questa non la condivido.

Ti chiedo: se non usi il riarmo radio, cosa usi per riarmare?

In genere si usa un normalissimo pulsante senza nessuna certificazione particolare, che è altrettanto di categoria ZERO come dici tu oppure B.

Però è il modulo di sicurezza stesso che si occupa di fare una autodiagnostica di questo segnale, per verificare ad es. che non si sia incollato il contatto. Ad es. se tu ponticelli il contatto del pulsante, il modulo di sicurezza non riarma più gli ausiliari....

O forse mi sbaglio io: voi avete dei pulsanti di riarmo certificati come componenti di sicurezza magari di categoria 4? Che modelli usate?

Ciao, Emanuele

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emanuele.croci

A proposito, per dare materia di riflessione sul discorso "radio", aggiungo pure che la PILZ fornisce i suoi finecorsa di sicurezza basati su TRASPONDER (quindi via radio) certificando la categoria 4.

Ciao, Emanuele

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Si Emanule, il normale pulsante a categoria 0 è collegato fisicamente ad una centralina di apposita categoria che ne controlla lo stato. Siamo certi dell'univocità del comando.

Ma se introduci un elemento radio tu hai una incognita ben più importante: che nel collegamento via etere ti si inserisca una segnale di distrubo che riarma accidentalmente il tuo circuito.

Siamo poi d'accordissimo che questa è una eventualità remotissima etc etc, ma ripeto, se ragioniamo da 'giurisprudenti' questo è un elemento che può far scappare i buoi.

Diciamo che l'univocità del segnale nel caso del segnale pulsante è sicura, mentre nel caso del comando radio no.

Nel caso specifico non avrei nessuna remora ad impiegarlo se la trasmittente radio e la sua ricevente, o meglio il suo sistema di trasmissione dei segnali, fosse certificato come dispositivo di sicurezza certificati in categoria II.

Non dobbiamo intendere che un circuito è di sicurezza solo perchè ho impiegato un organo certificato, ma tutto il circuito deve essere cablato in un certo modo. Ad esempio ho visto finecorsa di sicurezza impiegati come normali micro, che si autoripristinavano senza riarmo. Oppure se ne tagliavi i cavi la macchina funzionava comunque. Allo stesso modo il pulsante di riarmo in se, anche se non ha nessuna categoria di sicurezza, ma ha dietro un ciruito fatto ad hoc (ad esempio che se si tagliano i cavi la macchina va in emergenza) non inficia la categoria di sicurezza.

Inoltre potrebbe esserci qualcosa da ridire sulla logica passiva/attiva dei due sistemi: nel primo caso (pulsante) è facile dimostrare che taglio i fili la macchina si blocca (sicurezza attiva); nel secondo caso rompo la trasmittente e la macchina continua a funzionare (se non ha un comando ad azione mantenuta).

Lo sai che la ISPESL giustamente non accetta la sola emergenza a fungo della consolle radio? quando c'è la consolle radio pretende sempre un pulsante che taglia tensione all'alimentazione. Sai perchè? perchè non è ammessa la funzione di emergenza via radio.

Non conosco tutti i prodotti Pilz, ma i micro tipo trasponder non si basano su interazioni magnetiche? ammetto la mia ignoranza in materia.

Comunque voglio ribadire che ciò che scrivo sia sacro; è solo che qualche dubbio (alla luce di riferimenti normativi) io ce l'ho.

Ciao Luca

Modificato: da Hellis
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emanuele.croci
Lo sai che la ISPESL giustamente non accetta la sola emergenza a fungo della consolle radio? quando c'è la consolle radio pretende sempre un pulsante che taglia tensione all'alimentazione. Sai perchè? perchè non è ammessa la funzione di emergenza via radio.

Certo che lo so, infatti l'ARRESTO DI EMERGENZA, in base alla 60204-1 è l'unica cosa in cui ogni forma di elettronica o di software è bandita: "esso deve avere solo componenti elettromeccanici cablati" (paragrafo 9.2.5.4.2)

E' per questo che vedi in giro PLS programmabili e barriere fotoelettriche configurabili, ma il vecchio "fungo" rimane sempre lo stesso.

Ma questa limitazione è solo per il fungo di emergenza.

Non conosco tutti i prodotti Pilz, ma i micro tipo trasponder non si basano su interazioni magnetiche?

I proximity di sicurezza sicuramente si basano su interazioni magnetiche, quelli a trasponder credo su onde radio (onestamente non ne sono sicuro al 100% ma il principio del trasponder mi pare sia quello...)

Nel caso specifico non avrei nessuna remora ad impiegarlo se la trasmittente radio e la sua ricevente, o meglio il suo sistema di trasmissione dei segnali, fosse certificato come dispositivo di sicurezza certificati in categoria II.

Secondo me ti basta che abbia un grado di sicurezza analogo a quello del pulsante che usi oggi (il quale pulsante non è in categoria 2).

Comunque la 60204-1 al paragrafo 9.2.7 prescrive le caratteristiche richieste ai dispositivi di comando senza fili, quindi una volta che queste sono soddisfatte, mi pare che dal punto di vista normativo non ci siano altri ostacoli.

Ad esempio, la norma prescrive che sul radiocomando debba esistere un dispositivo che arresta i movimenti della macchina (anche se non si può classificare come arresto di emergenza), e nei radiocomandi Autec tale dispositivo viene certificato di Categoria 3.

Ciao, Emanuele

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Vedi Emanuele, in quei frangenti (mi riferisco alla commessa del 99) la cosa importante è che non vi fosse nessun appiglio tecnico a cui attaccarsi per fermare i pagamenti.

Non ho nessun problema ad ammettere che stiamo discutendo del sesso degli angeli, perchè sono straconvinto che in un sistema di ripristino a onde radio, l'unico problema che effettivamente puoi avere è quello di interpretazione della normativa.

Per quanto riguarda il Costruttore da te citato, del quale usiamo a man bassa i prodotti (peraltro molto validi così come quelli del suo concorrente friulano), devo dire che qualche tempo fa, come responsabile tecnico dell'azienda in cui lavoro, ebbi parecchio da ridire su una brochure tecnica che presentavano ai clienti.

Quandò si andò a fondo del problema perchè era stato venduto questo disposivito particolare, saltarono fuori tutti gli altarini di cui da tempo discutevo e, dopo che interpellarono la ISPESL e la ASL, ci ritirarono il prodotto. Va detto che il loro prodotto era pienamente conforme alla Legislazione; era l'applicazione per cui era studiato che necessitava di uno studio molto più approfondito, e la brochure invece la lasciava intendere come un'operazione molto rapida e sopratutto che non poneva nessun problema se inserita in macchine esistenti.

Probabilmente la questione venne per faciloneria della nostra e della loro parte commerciale, ma la brochure lasciava intendere che...

Quindi sulla certificazione in categoria 3, credo al fatto che l'hai vista e che sia in essere, ma soddisferò la mia curiosità per vedere cosa si certifica.

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Per quanto riguarda il pulsante diciamo che:

A ) nel caso in cui il dispositivo di riarmo sia costituito da un pulsante a logica cablata, il circuito di sicurezza (e la sua appendice di riarmo) possiamo essenzialmente sostenere che il tutto è a sicurezza positiva. Se ad esempio tagliamo i fili del pulsante di riarmo, la macchina si ferma. E il tutto è supervisionato da una centralina di sicurezza certificata.

B ) nel caso di dispositivo a onde radio? con un radiocomando industriale sappiamo che, nel caso in cui viene a mancare la trasmittente (caduta a terra e schiacciata da un muletto ad esempio), la ricevente va in allarme. Questa funzione di avaria in caso di mancata comunicazione è assimilabile al controllo che una centralina di sicurezza certificata esegue sul pulsante? funzionalmente si; però per equipararla mi aspetto che sia certificata come la centralina di sicurezza.

E va comunque detto che fino ad ora abbiamo tralasciato il discorso L'attuatore del riarmo deve essere collocato al di fuori della zona pericolosa ed in posizione sicura, dalla quale vi sia buona visibilità per verificare l'assenza di persone dalla zona pericolosa..

Cosa che per un radiocomando mobile è tutta da dimostrare. Ossia. Può essere vero ma può pure essere vero il contrario. Preferisco che l'Operatore sia costretto ad assumere una posizione certa, per ripristinare la macchina.

Modificato: da Hellis
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emanuele.croci
Questa funzione di avaria in caso di mancata comunicazione è assimilabile al controllo che una centralina di sicurezza certificata esegue sul pulsante? funzionalmente si; però per equipararla mi aspetto che sia certificata come la centralina di sicurezza.

OK, io però la cablo così:

Se ho il pulsante: porto il contatto NO del pulsante agli appositi morsetti della centralina PILZ

Se ho il radiocomando: porto il contatto NO del relè della radio-ricevente ai morsetti del PILZ

Quindi la centralina PILZ esegue il suo lavoro in maniera identica nei 2 casi.

Per quanto riguarda lo schiacciamento con muletti, onestamente non progetto questo hardware, ma credo che tutti questi protocolli siano Failsafe : Failure => Safety => Stop della macchina

Come ad es. nel profibus se taglio un cavo o ho disturbi o comunque manca la comunicazione => fermo tutto o comunque metto le uscite ad una configurazione di sicurezza.

Sul problema della "categoria 3", onestamente credo che tu abbia ragione; io semplicemente ho chiesto al rappresentante: "ha la stessa sicurezza di un pulsante cablato?" e lui "Sììììì! anzi, l'arresto è pure di categoria 3! si figuri, lo usano per i carriponte,ecc... ecc..." insomma, non ho approfondito molto.

(Però credo che in categoria B ci possa essere).

Vedi Emanuele, in quei frangenti (mi riferisco alla commessa del 99) la cosa importante è che non vi fosse nessun appiglio tecnico a cui attaccarsi per fermare i pagamenti.

Su questo punto hai perfettamente ragione, vi capisco, con certi clienti rompi___ è meglio far andare il poveraccio a 25m di altezza... tanto lui le tranche dei pagamenti non le autorizza....

Ciao, Emanuele

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emanuele.croci
L'attuatore del riarmo deve essere collocato al di fuori della zona pericolosa ed in posizione sicura, dalla quale vi sia buona visibilità per verificare l'assenza di persone dalla zona pericolosa..

Su questo infatti ti davo ragione. Anche a me è capitato di segare una richiesta di un cliente che voleva ripristinare una barriera tramite un PC collegato con PcAnywhere... ecc....

Lì proprio non gli ho dato corda, anche se insisteva.

Però, ad es. nel nostro caso si tratta di un tizio che riarma la barriera senza scendere dal muletto con cui carica la macchina, da lì la visibilità ce l'ha.

Se poi lui non rispetta le procedure di sicurezza sono cavoli suoi.

Anche riarmando con un pulsante c'è chi lo fa senza accertarsi che la macchina sia libera....

Ciao, Emanuele

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Mah per il poveretto dei 25 metri la questione è stata così risolta (all'italiana):

Il Cliente da capitolato ci richiese la macchina con tutti i micro di sicurezza sui cancelli delle passerelle.

Feci notare che accedere alla macchina durante la manutenzione, non è una normale operazione, quindi si poteva

mettere la macchina fuori servizio prima dell'accesso ed evitare una vagonata di micro, solo redigendo un'apposita procedura.

Il Responsabile Tecnico del Cliente si impuntò e mi mostrò una macchina piena di micro sui cancelletti, e nessun pulsante di riarmo. Feci una prova sotto agli occhi del Responsabile: mentre la macchina andava aprii un cancelletto, che si fermò. Tenendo premuto il pulsante, richiusi il cancelletto e la macchina si rimise in movimento.

Gli feci vedere al volo 3 o 4 punti della EN 60204 per capire che una cosa del genere era peggio che avere la macchina senza micro, e per questo preferivo piuttosto una corretta procedura.

Ma comunque si fece la macchina coi micro di sicurezza, quindi pretesi che anche il circuito fosse fatto come si deve (quindi pulsanti di riarmo etc etc).

Si pose alla fine la questione del riarmo radio. Anche il Responsabile Tecnico del Cliente convenne con la nostra interpretazione: ad esempio un rischio era che, mentre un manutentore era a bordo della passerella, un operatore a 100m di distanza prendesse il radiocomando e riattivasse la macchina (mentre con la pulsantiera pensile deve essere per forza nelle immediate vicinanze).

Alal fine si risolse tutto spiegando che per riarmare la macchina via radio, era necessario un semplice ponticello fra i morsetti x e y del quadro z. Questa informazione non era disponibile su nessun documento scritto, e nel caso in cui fosse sorta una contestazione, ovviamente non lo avevamo fatto noi.

In ogni caso ho fatto scrivere sugli accessi di premere un pulsante di emergenza durante la permanenza sulle passerelle. No si sa mai.

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partiamo da un concetto fondamentale

un un sistema di sicurezza il blocco E" DOMINANTE sul riarmo

detto cosi' sembra una ovvieta', leggendo i post no !

il sistema di sicurezza DEVE garantire che nel caso il il riamo venga azionato intempestivamente non riarmi se .....ecc.

in conseguenza a cio' risulta evidente che qualsiasi ragionamento sulla sicurezza, sulla buona ingegneria, sulle norme DEVE, SEMPRE E COMUNQUE ESSERE RIFERITO AL BLOCCO

a ammissibile che il riarmo sia intempestivo (in assoluto, da punto di vista della sicurezza) a condizione che non riarmi se la condizione di blocco esiste

in conseguenza a cio'

per quanto riguarda cio' che concerne il blocco di sicurezza qualsiasi considerazione va scrupolosamente applicata

per quanto riguarda il riarmo non esiste alcun problema di alcun genere

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E se, in seguito ad una condizione di blocco, hai un dispositivo farfallino che ripristina il circuito anche se non dovrebbe? Esempio con errore palese, ma indicativo: un'Operatore infrange una barriera optoelettrica (segregazione perimentrale) ed accede ad un'area segregata. Il riarmo viene demandato ad una funzione del plc. Inavvertitamente, in seguito ad un piccolo bug, il plc provvede a riarmare la barriera, mentre l'operatore è nell'area segregata. Come vedi il riarmo, ovvero il suo circuito, non è così trascurabile (e non a caso la EN 954-1 lo prende in considerazione).

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emanuele.croci

Ovviamente il BLOCCO prevale sempre sul riarmo, questo lo davo per scontato.

Il riarmo non è "critico" come il blocco (non è legato alle categorie di sicurezza, ecc...) però è comunque un'operazione delicata e trattata ad es. da EN954-1 e EN60204-1.

per quanto riguarda il riarmo non esiste alcun problema di alcun genere

...per me questa è una frase francamente esagerata...

vedi ad es. i riferimenti alle norme che abbiamo fatto...

oppure se non esiste alcun problema di alcun genere allora setto tutte le barriere perimetrali con riarmo automatico e chissenefrega!

Riarmo il circuito di sicurezza mandando un SMS alla macchina, oppure in automatico dopo 10 secondi che ho perso gli ausiliari, e via che andiamo!

come vedi qualche problema è da considerare...

Ciao, Emanuele

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Se ad esempio tagliamo i fili del pulsante di riarmo, la macchina si ferma.

... non mi sembra che lavorino cosi'...

La centralina vuol vedere un fronte positivo ed un successivo rilascio del sagnale di riarmo.

Se il pulsante non e' collegato ovviamente la centralina non riarma alcunche', in caso contrario, se il filo si stacca con la centralina in funzione questa continuera' a funzionare fino al successivo blocco di emergenza, dopodiche' non ripartera'.

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... non mi sembra che lavorino cosi'...

La centralina vuol vedere un fronte positivo ed un successivo rilascio del sagnale di riarmo.

Se il pulsante non e' collegato ovviamente la centralina non riarma alcunche', in caso contrario, se il filo si stacca con la centralina in funzione questa continuera' a funzionare fino al successivo blocco di emergenza, dopodiche' non ripartera'.

.

Hai ragione: ho chiesto al ns responsabile elettrico. Resto pure sempre un meccanicaccio :P

Comunque una cosa la devo dire.

Tempo fa mi fu proposto di coordinare la commissione Ce di un collegio dei periti. Provai a fare qualcosa, ma in realtà si discuteva solo con persone che avevano problemi più o meno complessi già in essere, e gli si cercava di spiegare cosa era la Direttiva Macchine con tutti gli annessi e connessi.

Sinceramente io credevo più in una sorta di forum fisico dove si potesse discutere come stiamo facendo qui.

Pertanto devo dire che mi sta piacendo un sacco una discussione del genere, anche se si è evoluta molto dalla domanda iniziale.

Credo che valga davvero un minimo contributo per la forum card.

Modificato: da Hellis
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non facciamo confusione

il riarmo automatico e' un'altra cosa, se si ritiene che non sia necessario un riarmo manuale il riarmo non c'e'

il mio discorso e' riferito all'integrita' ed al livello di sicurezza del circuito

evidente che il circuito di sicurezza DEVE avere tuttte le caratteristiche che ...............

evidente che il circuito di riarmo non e' necessario che li abbia

l'esempio, in se' corretto, che hellis pone nulla ha a che vedere con il media che aziona il riarmo

controesempio:

un'Operatore infrange una barriera optoelettrica (segregazione perimentrale) ed accede ad un'area segregata. Il riarmo viene demandato ad una funzione manuale realizzata come se fosse un circuito di sicurezza, ma chi lo aziona e' un "non pensante" ----> non cambia nulla --> disastro

il collegamento fisico non deve rispondere a speciali caratteristiche di sicurezza comparabili con quelle del circuito di blocco l'operatore che e' specificatamente autorizzato ad azionare il volgare telecomando deve sapere esattamente cosa sta riarmando

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