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Dico Per Ampliamento Di Una Casa...


cagiva88

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Altri esempi di quanta confusione ci sia in materia!!!

Andiamo per ordine, è verissimo che il comitato elettrotecnico italiano non puo emettere leggi, ma la legge italiane dice: gli impianti elettrici vanno fatti a regola d'arte, se si rispettano le norma consigliate dal cei i lavori eseguiti sono da considerarsi a regola d'arte.

Questo vuol dire che se voi non hai alcun obbligo di seguire tali norme, ma i metodi di lavoro che utilizzi se diveriscono da quello che dice il cei, vanno verificati e in caso di problemi dovrai sempre dimostrare a tue spese che il lavoro eseguito è a regola d'arte. Ora, conoscendo almeno in parte la vastita delle normative cei e il modo in cui sono concepitte, mi sembra controproduccente non seguire la strada piu facile per poi averne quale vantaggio?

In sintesi le norme cei non sono leggi ma è come se lo fossero.

Andando avanti non posso non eesere d'accordo che la dico non è un contratto di garanzia verso il comittente, ma bast solo leggere il testo del decreto legge 37/08 per capire che quando il cliente firma le carte di consegna impianto ha solo l'obbligo di verificare e approvare la funzionalita dell'impianto, non è tenuto ad avere o ad avelersi di competenze tecniche per valutare la regola d'arte dell'impianto, anche nel tempo se lui rispetta le indicazioni del libretto dell'impianto e esegue manutenzione ordinaria sei sempre tu il responsabile della dicurezza dell'impianto e sopratutto se compili la dico come si deve è facilissimo smascherare eventuali manomissioni. Poi qualcuno si chiede se è neccessario rilasciare la dico se si aggiunge una sola presa, be io rispondo che ance se non aggiungi niente ma sostituisci qualcosa con un componente che ha carateristiche diverse, ad esempio si rompe una presa da 10A e tu la sostituisci con una 10/16A, devi rilascire la dico.

veniamo poi all'incendio di casa, se hai rilaciato uno dico ben fatta allora sei quasi a posto, ma se come credo le tue dico non sono piu grandi di una pagina A4, allora fai bene a preocuparti, la dico è sopratutto una garanzia per te e non per il propietario dell'impianto.

Ora abbiamo la cavolata del cavillo del cambio di propietario, credevo cha ormai fosse universalmente risaputto che la dico è un documento dell'impianto e non del comittente, infatti la legge dice che in caso di cambio di propietario, chi vende ha l'obligo di consegnare tutta la documentazione a chi subentra, e se questo non viene fatto chi compra puo chiedere uno sconto, perche la dico è considerata dalla legge come un valore agginto all'immobile, se vendi senza dico è come se vendi senza impianto elettrico.

Ultima cosa e poi chiudo, per combattere il lavoro nero esiste la fatturazione, chi ha scritto il 37/08 o la 46/90, voleva a suo modo, contrastare il fenomeno sopratutto italiano degli impianti pericolosi, si è pensato di responsabilizzare installatori e commitenze attraverso l'obbligo della dichiarazione di conformita per spingere alla messa in sicurezza degli impianti. E poi basta pensare che chi ha scritto la legge erano dei tecnici elettrotecnici e non dei sindacalisti preocupatti del lavoro nero.

Alla fine sono sempre piu convinto che il vero problema è la troppa ignoranza degli installatori o comunque la poca voglia che abbiamo di imparare, non bisogna prendere per buono tutto quello che si sente in giro, compreso quello che dici io, ma ci sarebbe piu utile prendere spunto da quello che ci dicono gli altri e andare a cercare informazioni per confermare o contraddire quanto detto.

ciao

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  • Maurizio Colombi

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Ben detto!

e soprattutto questo

il vero problema è la troppa ignoranza degli installatori o comunque la poca voglia che abbiamo di imparare, non bisogna prendere per buono tutto quello che si sente in giro, compreso quello che dici io, ma ci sarebbe piu utile prendere spunto da quello che ci dicono gli altri e andare a cercare informazioni per confermare o contraddire quanto detto.

ciao

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Del_user_127832
conoscendo almeno in parte la vastita delle normative cei e il modo in cui sono concepitte, mi sembra controproduccente non seguire la strada piu facile per poi averne quale vantaggio?

Non credo che arbitrariamente si scelga di non seguire le norme tecniche per sport o per una sorta di filosofia anticonformista,

a volte può semplicemente capitare (libero arbitrio) di eseguire un'installazione che non risponda drasticamente a quanto indicato dalla norma che si cercava di seguire.

Seguendo le norme, c'è una pendenza intrinseca (la cui dimostrazione però, è il più delle volte teorica, il che non vuol dire che nella realtà essa non possa trovare riscontro, anzi!) a favore del "più sicuro" o forse sarebbe meglio dire "più ben fatto" o ancora "che possa creare il minor numero di problemi",

quando si esce fuori da quel sentiero sicuro e battuto, bisogna consapevolmente valutare le proprie scelte, ed arrivare ad una conclusione che dimostri che la regola d'arte viene tuttavia rispettata.

Esempi classici riguardano soprattutto le ristrtutturazioni parziali, laddove non vi è possibilità di posa di nuove tubazioni sottotraccia, ne ampliamenti con canalizzazioni a vista, che normalmente il committente detesta. In quei casi, ci si trova a doversi inevitabilmente inventarsi qualcosa, e spesso a solo titolo di esempio, non si riuscirà a mantenere i corrugati parzialmente liberi come richiesto, ne si potrà garantire una sicura sfilabilità e via dicendo...

-------------------------------------------

PS: sono sempre stato curioso di una dimostrazione a prescindere delle norme e nel caso di non rispetto di queste, di principio di conservazione della regola d'arte...

c'è forse un libro che si aggiorna costantemente sulla regola d'arte? Dovrebbe essere un altro tecnico a dirmi che la regola d'arte viene rispettata, ma potrebbero a sua volta esserci interpretazioni errate o di parte... ma anche chi dichiara/autodichiara a regola d'arte il proprio lavoro potrebbe prendere un abbaglio non da poco... si potrebbe tentare di tradurre talvolta la regola d'arte con il compromesso tecnico... ma è di questo che stiamo parlando?

A mio avviso, dati i meccanismi dell' autodichiarazione di conformità, questa è solo un peso inutile per l'installatore, ed altrettanta carta inutile in circolazione, finchè essa sarà vista come forma di pseudo-tutela (per chi?) in caso di controversie.

Se proprio si vuol perdere del tempo, e rendere questa carta una cosa seria, basterebbe che l'installatore si limitasse a redigere una sorta di progetto esecutivo (come ora richiesto) con una relazione dei materiali utilizzati ecc. ecc. alla fine, accanto alla sua firma in calce, il timbro di verifica di un ente comunale preposto (ufficio tecnico competente) che trasformi la Di.Co. in una vera e propria certificazione di ottemperanza alla regola d'arte per l'impianto realizzato.

Ma detto onestamente, con i problemi che ha il nostro paese attualmente, questo non sarebbe uno di quelli da mettere ai primi posti... e poi non è detto che alla prova dei fatti tutto sia così semplice e scontato.

Speriamo sempre nel buon senso onnidirezionale, solo venendosi reciprocamente incontro si possono fare le cose fatte bene.

Saluti

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Sarebbe bello se il buon senso fosse patrimonio di tutti, sarebbe ancora piu bello se non ci fosse bisogno della dico, se bastasse la nostra parola, ma purtroppo viviamo in una realta dove gli interessi economici grstiscono le nostre azioni. Quello che voglio dire e che finche le cose vanno bene non hai bisogno di tutelarti, ma siccome abbiamo delle responsabilita civili e penali sugli impianti che facciamo, è fin troppo facile tirarci in causa quando il propietario deve pagare un danno di tasca, non hai mai sentito di una ciabatta sovracricata che ha causato principio d'incendio e danni agli elettrodomestici, il propietario dell'impianto non si prende la colpa di quello che ha fatto, ma magari ti denuncia perche secondo lui hai fatto male l'impianto e devi pagare i danni. Potrei continuare con altri esempi, ma credo che il senso sia chiaro. Be io quando sento queste cose sono felice di perdere tempo a compilare come si deve la dico.

Ciao

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Maurizio Colombi

Sulla Dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico, è scritto chiaramente:

DICHIARA Sotto la propria responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio, avendo in particolare:

ma soprattutto un po' più in basso, prima di timbro e firma, è scritto altrettanto chiaramente:

DECLINA ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione o riparazione.

che vuol dire che, dopo cinque minuti che hai consegnato l'impianto, potrebbe arrivare uno qualsiasi che ti sostituisce una protezione da 10A con una da 32A......e l'installatore cosa fa? "DECLINA" ! :)

Modificato: da Maurizio Colombi
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Si certo, l'impianto è stato manomesso non è piu una tua responsabilita e se ti accusano inciustamente tu puoi dimostrare che hai lasciato l'impianto a regola d'arte.

Il concetto che forse non riesco ad esprimere e che sicuramente ci sono tanti problemi nelle nostre normative e negli strumenti che esse ci ofrono, possiamo discutere di come migliorare le cose o evidenziare gli errori che si sono commessi scrivendo il testo della 37/08, possiamo ragionare sulle autocertificazioni, possiamo proporre di instituire un'organo di controllo a livello nazionale, ma da cui a dire che la dichiarazione di conformita che siamo obligatti a rilasciare è una inutile perdita di tempo....

Capisco bene che a prescindere dalla dico il lavoro che svolgiamo deve essere eseguito a regola d'arte, ma non capisco quale sia la difficolta di certificarlo ogni volta che facciamo un'impianto.

Saluti

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e se ti accusano inciustamente tu puoi dimostrare che hai lasciato l'impianto a regola d'arte.

NO!

L'onere della prova spetta a chi accusa. Le regole di convivenza civile prevedeono:

- accordi preliminari committente/artigiano.

- acconto sui lavori secondo modalità prestabilite, quasi sempre, ma non sempre, ad avanzamento lavori.

- Esecuzione secondo la regola d'arte, ciascuna professione ha i suoi criteri.

- Controllo, collaudo e/o periodo di garanzia.

- se soddisfatto del lavoro saldi il pagamento e come proprietario del bene o della cosa ne diventi il responsabile.

Come effettuare il controllo sono cavoli del cliente: da solo, con l'ausilio di terzi, sulla fiducia (ma dove cavolo è finito il rapporto cliente/artigiano di fiducia?). In Francia ad esempio, il saldo finale segue il sopralluogo del tecnico comunale previo diritto di chiamata, che rilascia la documentazione ma non garantisce nulla(garanzia nel tempo) è il cliente che deve avere cura del proprio bene. Quindi:

Tecnico comunale = parte terza che attesta la regola d'arte. Il cliente è tutelato e l'artigiano ha un valido documento da portare in tribunale se non viene saldato, in conclusione:

FRANCIA = Linea diritta è la via più breve fra due punti.

ITALIA = Linea dirittta è si la via più breve fra due punti a meno che questi punti non siano molto distanti fra loro nel qual caso si applica il comma 2.

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Microchip1967

sinceramente sono anni che rilasciamo DDC che sono dei verie propri manuali,con elenco dei materiali, schema elettrico dei quadri e relativa certificazione 23-51, descrizione delle opere eseguite, planimetria con disposizione dei punti e tipologia, rapporto di collaudo con valori rilevati in campo dei conduttori di protezione, prova strumentale dei differenziali, avvertenze per il committente controfirmate da quest'ultimo.

Se ben fatta, la DDC o DICO tutela l'installatore in quanto se vieni chiamato in causa puoi dimostrare che cosa era stato installato ai tempi (e provare eventuali manomissioni)

Il vero problema è che in italia non ci sono le verifiche.

Fino a quando queste non verranno attualte, il cliente se ne frega, salvo poi romperti le scatole in caso di problemi.

Ricordatevi che è sempre meglio mettere tutto per iscritto.

Mi è capitato un problema durante una riparazione, e per fortuna la bolla di lavoro fatta mi ha salvaguardato.

Chiama un cliente perchè non gli funziona piu' il varialuce del salotto.Interveniamo sul posto ed effettivamente il varialuce (di quelli che fanno anche da deviatore premendo sul pomello) non funziona.l'addetto prova 2 volte e a questo punto riprende a funzionare.

Vengono fatte ulteriori prove con il cliente e il tutto funziona regolarmente, ma l'addetto suggerisce comunque la sostituzione (in quanto il rpoblema si era ripresentato anche precedeentemente).Il cliente rifiuta (per lui va bene).L'addetto scrive tutto sulla bolla (compreso il diniego del cliente).

1 settimana dopo il cliente salda l'intervento

1 mese dopo il varialuce prende fuoco.Eesguiamo il primo intervento per il ripristino della funzionalità e al momento della presentazione del conto il cliente non vuole pagare in quanto ci ritiene responsabili dell'incendio.dice che avremmo dovuto sapere che il varialuce poteva prendere fuoco.

Quando gli facciamo vedere la bolla di lavoro controfirmata in cui è scritto e controfirmato che era stata suggerita la sostituzione ma lui l'ha rifiutata, allora paga il conto e se ne va con la coda tra le gambe

Pertanto molto meglio perdere 4 ore e documentare tutto (e per documentare tutto intendo essere in grado di dimostrare di aver fatto i collaudi, non solo mettere una crocetta sulla casella) che diventare matti successivamente.

Quante volte una ddc ben fatta mi ha salvato il fondoschiena da manomissioni fatte dal cliente (ad esempio punto presa predisposto per apparati in classe II, visto che non era possibile infilare il conduttore di protezione, e successivamente diventato punto presa per apparati in classe I causa cambio presa da parte del dopolavorista...)

Vero che l'onere della prova spetta a chi ti accusa, ma se tu hai la documentazione puoi dimostrare che cosa è stato realmente fatto.

Se non c'è, sono cavoli tuoi

Esempio: accusa da parte del cliente per un'incendio: dai rilievi risulta che c'è un differenziale puro 25A per proteggere una linea da 2,5mmq.La linea è andata in sovraccarico ed è bruciata.

Questo è quello che hanno trovato i pompieri.

Tu come dimostri che in realtà li' avevi installato un MTD da 16A se non hai la documentazione completa?.

Se hai gli schemi con il calcolo della 23-51, il rapporto di collaudo con i dati riscontrati (scatto, tempi), il valore di Icc e Zs con i calcoli del coordinamento e, meglio ancora, le foto delle lavorazioni allora sei in una botte di ferro.

Altrimenti sono cavoli amari......

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E' propio questo che intendo, prevenire è meglio che curare, sarà anche ovvio che i lavori che eseguiamo devono essere fatti a regola d'arte, ma visto che comuncue siamo obbligati a rilasciarla, usiamo la dico anche come forma di autotutela. E' anche vero che una certificazione incompleta o fatta male peggiora solo le cose, in giro se ne vedono di tutti i colori, elenco materiale inesistente, planimetria? e a cosa serve?, schema dell'impianto? Ma se sono tutti uguali. Mi fermo perche mi vergogno per i miei colleghi, ma è innegabile che c'è molta ignoranza fra gli adetti ai lavori. Sono pienamente daccordo che ci vorrebbero dei controlli in modo che i propietari degli impianti stessero piu attenti al loro bene, ma i controlli sarebbero forse anche piu efficaci se in quache modo mettessero in discussione la regolarita del lavoro svolto dall'installatore, provate a pensarci, se oggi in Italia non faccio un impianto a regola d'arte e ho la fortuna che non capitino incidenti, quante possibilita ci sono che il lavoro mi venga contestato? Ai comuni basta la dico, una sorta di autocertificazione dell'impianto che ho fatto, il propietario è piu interessato al colore della placca che all'impianto di terra.

Quello che voglio dire è che oggi come oggi è piu facile fare l'ignorante o il finto ignorante piutosto che fare le cose per bene, non parliamo del lato economico, da una parte tu sovradimensioni gli impianti per stare piu tranquillo e il tuo collega fa l'esatto contrario, tu compri i materiali migliori e istalli differenziali anche dove basterebbe il magnetotermico, il tuo collega i differenziali non li mette neanche dove è obbligato, risultato, lui è piu veloce, meno caro e guadagna di piu, i propietari degli impianti lo vantano perche gli interruttori che usa lui non scattano neanche quando c'è una dispersione, i tuoi invece sono cosi sensibili in modo da farti pagare l'intervento ogni volta che si rompe qualcosa.

Va be' ho un po esagerato , pero il senso è questo, finche fare i furbi paga di piu perche cambiare?

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Ma lo volete capire o no che la DICO è un documento senza alcun valore?

Vale meno di nulla. Non può essere usata ne in sede civile e neppure in sede penale perchè è un documento di parte, un'atocertficazione, cioè a dire "SIg. giudice il lavoro fu eseguito a regola d'arte glielo certifico io che sono quello che lo ha fatto, anzi l'ho pure messo per iscritto!"

La DICO ha un solo valore: evita di impegolarsi in una causa vinta, ma pur sempre causa che andrà in porto, a seconda del distretto giudiziario in un bel paio di anni.....

morale Ho ben altro da fare che impegolarmi in una stupida causa. Le questioni di principio valgono se sei pieno di soldi.

La DICO non vale per l'ENEL, sono liberissimo di farmi allacciare il contatore cui collegherò una lampada e portalampada con marchio CEI.

morale Oltretutto è una SpA,quindi libera concoremza e sete di guadagno.

La DICO non vale al comune. NOn è obbligatorio avere la luce elettrica.

morale Il cliente fa prima a mettere sotto il naso dell'impiegato comunale un foglio di carta che portare il comune davanti al giudice di pace.

La DICO non vale in sede penale. Chiunque può aver sabotato, manomesso, non manutenzionato l'impianto.

morale Il cliente crede che valga a questo in realtà la responsabilità penale è sua. Credete forse che se ammazzate una vecchietta potete dare la colpa ai freni e quindi al vs meccanico?

La DICO non vale in sede civile. Per i mancati pagamenti da ambo le parti esistono precise procedure, altrimenti che dire delle professioni in cui questa non è prevista.

morale Stendiamo un pietso velo. Il legislatore, non il magistrato, è il legislatore che fa le leggi ha pensato bene di ipergarantire i furbi non gli onesti.

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Ci conviene comunque....può essere usta come arma psicologica del tipo "Lo metto per iscritto perchè non volgio responsabilità..." fa credere al cliente che la sua casa può saltare per aria da un momento all'altro, fa comodo perchè viene inteso dal cliente come certificato di garanzia ( e non lo è), ...insomma saputa usare può fare comodo.

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Non discuto le leggi o regolamenti giudiziari perche non li conosco a sufficenza per esprimere un parere, ma posso dire di non essere assolutamente daccordo con l'ingiusta e semplicistica definizione che dai della dico, io continuo a dire che se fatta bene la certificazione è uno strumento utile all'installatore e al comittente. Dalla parte dell'elettricista c'è la possibilita di dimostrare in modo incontestabile il lavoro fatto, non entro nel merito di dove possono essere fatte queste dimostranze, poco importa se il giudice non le prende in considerazione, alla fine io sono in possesso di un documento controfirmato dal comittente che riporta in modo minuzioso il lavoro che ho fatto e che il comittente ha accetato. Il cliente da parte sua ha in mano un documento che riporta quello che ho fatto in modo inecuivocabile, se vuole lui ha la possibilita di controllare se ho realmente fatto quello che ho scritto e comuncue se ho commesso degli errori nell'esecuzione dell'impianto, gli ho riportati nella dico, questo secondo me è un modo rapido e incontestabile che ha il cliente per mettere alla prova il mio lavoro, infatti basta mostrare ad un esperto la dico dell'impianto per avere un parere, difficilmente una dico fatta male o con schemi sbagliati corrisponde poi ad un'impianto eseguito a regola d'arte, in pratica la dico è un po il biglietto da visita del nostro lavoro.

Personalmente mi interessa poco se non posso usare la dico in tribunale, spero di non averne mai bisogno, so che la legge attualme mi obbliga a rilasciarla, tantovale che lo faccio bene, alla fine si tratta di impegnare qualche ora per ogni impianto e visto che comuncue sono pagato per fare gli impianti.....

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Microchip1967
La DICO ha un solo valore: evita di impegolarsi in una causa vinta, ma pur sempre causa che andrà in porto, a seconda del distretto giudiziario in un bel paio di anni.....

morale Ho ben altro da fare che impegolarmi in una stupida causa. Le questioni di principio valgono se sei pieno di soldi.

Il problema non è la causa civile, il problema è quella PENALE!

La DICO non vale per l'ENEL, sono liberissimo di farmi allacciare il contatore cui collegherò una lampada e portalampada con marchio CEI.

morale Oltretutto è una SpA,quindi libera concoremza e sete di guadagno.

Sinceramente dell'enel me ne frego. interessa tutelare ME!.Saranno poi loro a doversi difendere dal fatto della mancata acquisizione di copia della dico in caso d'incidente (stiamo solo aspettando che cio' avvenga).Per la cronaca a Varese sulla parte idraulica sono molto severi.Se non è allegata la documentazione richiesta niente gas e nel caso la stessa venga ripresentata piu' volte senza essere completa parte pure la segnalazione alla camera di commercio

Sulla parte elettrica la ASL di competenza sta cominciando a fare i controlli a tappeto su tutte le DIRI e a campione sulle DICO superiori ai 6kw

La DICO non vale al comune. NOn è obbligatorio avere la luce elettrica.

morale Il cliente fa prima a mettere sotto il naso dell'impiegato comunale un foglio di carta che portare il comune davanti al giudice di pace.

Vero.Pero' se metti la luce sei OBBLIGATO PER LEGGE ad averla.

Parafrasando quello che dici, anche io non sono obbligato ad avere l'assicurazione per l'auto se la tengo in luogo privato.Ma se circolo DEVO averla

La DICO non vale in sede penale. Chiunque può aver sabotato, manomesso, non manutenzionato l'impianto.

morale Il cliente crede che valga a questo in realtà la responsabilità penale è sua. Credete forse che se ammazzate una vecchietta potete dare la colpa ai freni e quindi al vs meccanico?

La DICO ben fatta ti tutela dal punto di vista penale.Poi per legge l'autocertificazione è valida fino a prova di falso.Inoltre per legge TU sei un professionista, con tanto di abilitazione.E' l'accusa che deve dimostrare che la tua documentazione è un falso.Quindi la DICO non è una classica autocertificazione, ma una certificazione vera e propria, con tutti gli oneri civili e penali

Hai fatto l'esempio dei freni: se io porto l'auto dal meccanico e questo mi ha cambiato i freni, e il giorno dopo mi schianto perchè questi non hanno funzionato, sono cavoli amari del meccanico.O ha della documentazione in grado di dimostrare che ha fatto il collaudo con esito positivo (e i meccanici seri eseguono la prova su banco a rulli e conservano la documentazione) o vedi se non vengono condannati (magari non integralmente, ma di certo con concorso di colpa)

La DICO non vale in sede civile. Per i mancati pagamenti da ambo le parti esistono precise procedure, altrimenti che dire delle professioni in cui questa non è prevista.

Questo è vero.Per legge non puoi trattenere la dico una volta finiti i lavori.(anzi, va consegnata entro 30 giorni e non ci sono santi che tengano)

Ma esiste un ma (che applico sempre piu' costantemente): sul contratto inserisco la clausola che il mancato pagamento comporta l'immediata sospensione dei lavori.

I lavori vengono conclusi solo ed esclusivamente quanto il 90% dell'opera è completamente saldata.

Se il cliente non paga il pregresso, io non finisco il lavoro, ergo non posso procedere al collaudo, ergo non posso rilasciare la DICO in quanto il collaudo è un'allegato OBBLIGATORIO della dico.

Anzi, in genere invio pure una diffida all'uso dell'impianto elettrico (non si sa mai)

Ti posso assicurare che in questo modo rischio solamente il 10% di quanto dovuto.

E se il ciente fa il furbo, parte pure una segnalazione al comune e all'asl competente (in quanto in quel momento il tuo impianto elettrico è installato in un cantiere ed essi hanno la possibilità di ispezionare il tutto in qualsiasi momento, classico esempio il costruttore che fa entrare il nuovo proprietario prima del rogito).

morale Stendiamo un pietso velo. Il legislatore, non il magistrato, è il legislatore che fa le leggi ha pensato bene di ipergarantire i furbi non gli onesti.

Certo che se gli uffici preposti accettano certe dico come ho appena visto fare a Tropea (dico unica per parte elettrica, parte gas, parte idraulica, senza uno straccio di documentazione o collaudo) allora vien voglia di usare davvero il fucile.

Nel caso sopra citato, o il costruttore mi la le dico separate e complete degli allegati obbligatori o il saldo finale se lo scorda.

per il resto concordo pienamente con maxpala2003.

Io proseguo nella mia strada.

Mal che vada aspettero' sulla riva del fiume il passaggio dei miei concorrenti (e un paio li ho già visti passare....)

Ma se non cambia la professionalità di certi colleghi, è giusto che questi vengano legnati una volta per tutti.

Mi ricordero' sempre quello che mi diceva il mio prof di elettrotecnica.

L'elettricità è una gran bella cosa, ha un solo difetto: non si vede.Ma quando si sente in genere è troppo tardi....

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Scusate se sarò un pò off topic, ma si parla pur sempre di Di.Co.

Per un impianto di produzione maggiore di 20 kW (es: fotovoltaico o eolico), siccome il DM 37/08 afferma che tale impianto non è soggetto al rilascio della Di.Co., cosa rilascio al committente? Una dichiarazione di installazione alla regola dell'arte? O cos'altro?

Grazie.

Saluti.

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Mettiamola sotto questo punto di vista:

Ho terminato un lavoro, rilascio la DICo dove c'è scritto che è tutto a posto. Il lavoro è fatto a regola d'arte perchè lo DICO io che sono l'installatore....(finalemnte ho capito perchè si chiamo dico...perchè lo dico io...una garanzia quindi).

La settimana seguente vedo che pater, filius et familias al completo fanno e sfanno mezzo mondo....c'è la DICO (ma non c'è il progetto) ed ora che faccio? Gradito consiglio.

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Maurizio Colombi
ed ora che faccio? Gradito consiglio

Fai come c'è scritto sulla Dichiarazione di Conformità:

DECLINA ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione o riparazione.

Ed il gioco è fatto!

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:superlol: :superlol:

Ed infatti io sosterrò sempre e comunque quella tesi, se prende fuoco il locale, se ci sono morti ammazzati, se arrivano i marziani, se c'è un terremoto....

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Peggio per te se non hai fatto il progetto o almeno lo schema dell'impianto, dove c'è scritto che è vietato, anche se non è esguito da un proffessionista puoi sempre farlo (dove non è obbligatorio farlo fare da un tecnico abilitato), oppure uno schema ben fatto, indicando disposizione e numero dei frutti. Ma forse è meglio non perdere tempo

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c'è la DICO (ma non c'è il progetto) ed ora che faccio?

come ha anticipato maxpala, la dico che hai fatto non ha valore in quanto non hai allegato il progetto, che è sempre obbligatorio.

Se allegavi il progetto e lo facevi firmare per ricevuta, si poteva capire cosa avevi fatto e cosa è poi stato modificato. Se poi, come allegato facoltativo aggiungevi la documentazione fotografica, avresti potuto stare ancora più tranquillo.

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Maurizio Colombi
2. Nei casi in cui il progetto e' redatto dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice l'elaborato tecnico e' costituito almeno dallo schema dell'impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell'opera da eseguire eventualmente integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d'opera.

Il 37/08, relativamente ad impianti di NORMALI dimensioni, parla di progetto in questo modo; mi sembra sia spiegato chiaramente come realizzarlo, cosa scrivere e/o disegnare sul progetto, ma soprattutto come valutare le varianti in corso d'opera!

Modificato: da Maurizio Colombi
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il DM37/08 pone dei limiti minimi al progetto

e' costituito almeno dallo schema dell'impianto da realizzare
. e' chiaro che più il progetto è dettagliato e più si è tutelati in caso di contestazioni o manomissioni.
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Maurizio Colombi

Va bene! La dicitura:

almeno dallo schema dell'impianto da realizzare

stà a significare lo schema della distribuzione E BASTA!

Ci sono già gli architetti che ti indicano la posizione dei vari apparecchi di comando e prelievo e addirittura i passaggi dei corrugati ed i collegamenti da realizzare...........

Poi, vorrei cercare di capire una cosa, una dichiarazione di conformità datata 1998, che io ho fornito al cliente, ma che soprattutto, ho provveduto a consegnare (entro sei mesi dal rilalscio) allo Sportello imprese della CCIA del luogo dove è stato installato l'impianto ........ che fine ha fatto?

E' accatastata insieme ad altre in un capannone a Pescara, a Campobasso, a Isernia........

E' andata al macero perchè sono passati i canonici cinque anni in cui si dimentica tutto?

E' stata distrutta perchè magari si trovava accatastata in un magazzino a L'Aquila?

:senzasperanza::(

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almeno dallo schema dell'impianto da realizzare
Quel "almeno" significa:"come minimo". Certo che se faccio solo lo schema dell'impianto ho adempiuto ai miei obblighi e questo è considerato il progetto per gli impianti dove non si richiede un progetto eseguito da un progettista abilitato. Ma nulla vieta che il mio progetto sia pìù dettagliato e addirittura ricalchi i progetti veri e propri.

Per quanto riguarda gli architetti che indicano nei progetti architettonici le posizioni degli apparecchi elettrici, questo può essere utile a livello di installazione, ma io non allego mai disegni fatti da architetti spacciandoli per documenti di progetto elettrico. Spesso gli architetti usano simbologie superate o anche inventate e spesso non corrette. Vanno bene per interpretare le richieste della committenza, ma poi vanno rielaborati.

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Microchip1967

Se puo' essere utile, la ASL di Varese ha stampato un'opuscolo con la guida alla compilazione della DICO, in cui vengono evidenziati TUTTI gli allegato OBBLIGATORI per rendere completa tale dichiarazione.

La mancanza non invalida la DICO stessa, semplicemente espone l'installatore a sanzioni per violazione di legge e aumenta in modo esponenziale la sua responsabilità in caso d'incidente.

E' un documento che penso possa far piacere ai profesisonisti del settore.

E' inutile dire che stanno già sanzionando (e anche pesantemente con segnalazione in camera di commercio e relativi albi per quanto riguarda progetti non stilati in base alla CEI 0-2)

vi metto a disposizione il link per il download

https://rapidshare.com/files/2917807520/Gui...zione_dico_.pdf

Buona lettura

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