Articolo
La nuova Direttiva EPBD Energy Performance of Buildings Directive (parte 1)
Con questo Dossier vogliamo presentare i principali contenuti della nuova Direttiva EPBD. Come vedremo, i temi da trattare sono molti e, per dedicare a ciascuno il giusto approfondimento, tenendo conto delle esigenze editoriali, è stato necessario suddividere il presente Dossier su due numeri della nostra rivista. Le tematiche che si è scelto di approfondire ricalcano l'ordine dell'articolato della Direttiva. In questo numero troverete quindi la prima parte del Dossier, che arriva a trattare fino ai passaporti di ristrutturazione (art. 12 della Direttiva), mentre nel prossimo numero vi sarà la seconda parte con gli approfondimenti sui restanti articoli. Più nel dettaglio, l'indice di questo numero è il seguente:
1. Introduzione all'EPBD
2. Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
3. Metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche
4.Criteri di fissazione dei requisiti minimi
5. Edifici a zero emissioni e requisiti per gli edifici di nuova costruzione
6. Requisiti e traiettorie per gli edifici esistenti
7. Requisiti sui sistemi solari
8. Il passaporto di ristrutturazione
INTRODUZIONE ALL'EPBD
Lo scorso 8 maggio 2024 è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, la Direttiva 2024/1275/UE sulla prestazione energetica degli edifici. Meglio conosciuta con l'acronimo EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), oppure con l'appellativo "case green", questa Direttiva non è di certo la prima su questa tematica; siamo infatti ora giunti alla sua quarta edizione (EPBD IV).
La sua prima versione risale ormai a più di vent'anni fa; era il 2002 quando fu emanata la Direttiva 2002/91/CE. Seguirono poi
importanti revisioni (recasting): nel 2010 con la Direttiva 2010/31/ UE e successivamente nel 2018 con la pubblicazione della Direttiva 2018/844/UE.
Ma perché e come si è arrivati a questa quarta edizione della Direttiva? Il motivo è facilmente intuibile. Alla base di tutto, vi è, in primis, la strategia europea sull'energia e sul clima. Gli obiettivi sono diversi e tutti molto ambiziosi. Da un lato, fare la propria parte, come Europa, nel contenimento del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.
Dall'altro, ovviamente la risoluzione di diverse criticità locali, come la riduzione della dipendenza energetica da altri Paesi e il perseguimento di un livello crescente di benessere per i cittadini europei, che passa anche attraverso la riduzione dell'inquinamento, il miglioramento della qualità degli ambienti interni, la lotta alla povertà energetica.
Sia dal punto di vista energetico, sia per quanto concerne l'impatto sull'ambiente, sappiamo che gli edifici e i fabbisogni legati ai loro servizi giocano un ruolo fondamentare, essendo responsabili di una rilevante quota in termini di energia primaria e di emissioni.
Non stupisce quindi che la Commissione Europea si sia focalizzata e continui ad insistere su questo settore.
Ovviamente la Direttiva EPBD è parte di un insieme più ampio di misure, denominato "Fit for 55%", che costituisce il piano europeo per una "transizione verde". L'obiettivo, molto ambizioso, per gli edifici è quello di arrivare ad avere, entro il 2050 un parco edilizio completamente decarbonizzato.
È quindi quasi superfluo sottolineare l'importanza di questo provvedimento, che al suo interno contiene un numero rilevante di indicazioni che ogni Stato Membro dovrà poi recepire. In questo approfondimento vedremo quindi di evidenziare i principali aspetti, cercando di soffermarci sugli elementi più interessanti e di novità rispetto alla precedente edizione, rimandando chiaramente al testo integrale della Direttiva per i dettagli.
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1. Introduzione all'EPBD
2. Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
3. Metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche
4.Criteri di fissazione dei requisiti minimi
5. Edifici a zero emissioni e requisiti per gli edifici di nuova costruzione
6. Requisiti e traiettorie per gli edifici esistenti
7. Requisiti sui sistemi solari
8. Il passaporto di ristrutturazione
INTRODUZIONE ALL'EPBD
Lo scorso 8 maggio 2024 è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, la Direttiva 2024/1275/UE sulla prestazione energetica degli edifici. Meglio conosciuta con l'acronimo EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), oppure con l'appellativo "case green", questa Direttiva non è di certo la prima su questa tematica; siamo infatti ora giunti alla sua quarta edizione (EPBD IV).
La sua prima versione risale ormai a più di vent'anni fa; era il 2002 quando fu emanata la Direttiva 2002/91/CE. Seguirono poi
importanti revisioni (recasting): nel 2010 con la Direttiva 2010/31/ UE e successivamente nel 2018 con la pubblicazione della Direttiva 2018/844/UE.
Ma perché e come si è arrivati a questa quarta edizione della Direttiva? Il motivo è facilmente intuibile. Alla base di tutto, vi è, in primis, la strategia europea sull'energia e sul clima. Gli obiettivi sono diversi e tutti molto ambiziosi. Da un lato, fare la propria parte, come Europa, nel contenimento del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.
Dall'altro, ovviamente la risoluzione di diverse criticità locali, come la riduzione della dipendenza energetica da altri Paesi e il perseguimento di un livello crescente di benessere per i cittadini europei, che passa anche attraverso la riduzione dell'inquinamento, il miglioramento della qualità degli ambienti interni, la lotta alla povertà energetica.
Sia dal punto di vista energetico, sia per quanto concerne l'impatto sull'ambiente, sappiamo che gli edifici e i fabbisogni legati ai loro servizi giocano un ruolo fondamentare, essendo responsabili di una rilevante quota in termini di energia primaria e di emissioni.
Non stupisce quindi che la Commissione Europea si sia focalizzata e continui ad insistere su questo settore.
Ovviamente la Direttiva EPBD è parte di un insieme più ampio di misure, denominato "Fit for 55%", che costituisce il piano europeo per una "transizione verde". L'obiettivo, molto ambizioso, per gli edifici è quello di arrivare ad avere, entro il 2050 un parco edilizio completamente decarbonizzato.
È quindi quasi superfluo sottolineare l'importanza di questo provvedimento, che al suo interno contiene un numero rilevante di indicazioni che ogni Stato Membro dovrà poi recepire. In questo approfondimento vedremo quindi di evidenziare i principali aspetti, cercando di soffermarci sugli elementi più interessanti e di novità rispetto alla precedente edizione, rimandando chiaramente al testo integrale della Direttiva per i dettagli.
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Anna Martino - CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
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