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INGEGNERE ELETTRONICO TRIENNALE SENZA FUTURO


nicobi83

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La laurea triennale in Ingegneria DEVE essere abolita, come la possibilità del fuoricorso. Meglio pochi ingegneri, ma capaci.

 

Il vero problema sono gli istituti superiori, che non garantiscono una preparazione per affrontare il mondo del lavoro.

 

I danni sociali sono non calcolabili. 30 anni alla ricerca del lavoro significa una generazione che salta.

 

E l'Italia che sprofonda, si formano le persone fino al massimo del livello di istruzione e poi le si costringe ad andare fuori dall'Italia. 

 

Questa crisi non finirà, o meglio la Cina è verso un arresto e il tracollo dell'intera economia mondiale.

 

 

E poi rendiamoci conto che in Thailandia ci sono ingegneri che lavorano per 300 dollari al mese, purtroppo andiamo verso lavori intellattuali a basso costo. Inoltre l'automazione permette di sopperire al lavoro manuale. Questo determina una inesorabile carestia ed estinzione di una buona parte del genere umano. 

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la laurea triennale in ingegneria è una grande cosa, solo che noi non l'abbiamo capita.

ci siamo uniformati al resto del mondo ed è giusto così.

prima i nostri laureati erano anche troppo preparati.

adesso abbiamo elevato il grado di istruzione media, che per un paese intero è ottimo. ora molti giovani sono laureati mentre prima erano diplomati.

il fatto è che essere laueati adesso (triennale) e un po di più che essere diplomati, ma è meno che essere laureati vecchio ordinamento.

è questo "meno" secondo me, che non è stato capito. ora tutti vogliono andare a progettare aerei, ponti, ferrari. ma non hanno capito che la laurea in ingegneria triennale è il minimo indispensabile oggi per entrare nel mondo del lavoro.

secondo me la laurea triennale è una grande cosa perchè permette di elevare il livello di istruzione media del paese. poi però se tutti pensano di essere dei geni il problema è il loro.

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nico prova qui:

 

http://www.infojobs.it/marostica/abb-stage-engineering-department-vi-_ing.-gestion/of-i3cc6d981614c8aa8d514ff13c34b35

 

 

pagliardo, giustissimo consigliare di portare di persona il c.v. . io l'ho fatto fin da subito. ed ancora lo faccio almeno in quelle non troppo lontane.

il problema vero è che tantissime ditte non ti aprono il portoncino e ti rispondono che devi andare in agenzia...come quella che ho appena linkato qui sopra per aiutare nico. (ci sono andato di persona già prima dell'estate 2015, eran pochi mesi che ero disoccupato, ho citofonato e mi hanno detto "vada in agenzia xxxxxx" ....)

 

altre cose da non sottovalutare nel portare i c.v. di persona (e mi è stato detto pure da una selezionatrice in agenzia,quella privata):

-in una giornata si riescono a portare pochi c.v., per il traffico che si trova, per la dislocazione delle aziende di nostro interesse non sempre tutte sulla stessa zona industriale...;

-portare i c.v. di persona vuol comunque dire dei costi di trasporto in ogni caso, e per un disoccupato che non percepisce nessuna indennità non è certo il massimo...

quindi quando le aziende si fanno distantine dall'abitazione meglio prediligere l'invio del c.v. per mail o come "vecchia lettera postale".

questo è verissimo, infatti quando me lo ha fatto presente all'agenzia ci ho riflettuto e contando quante aziende avevo passato di persona il giorno precedente al colloquio me ne sono reso conto: erano solo 3 o 4...tutte in pasi diversi...

 

 

ok che io non ho i "requisiti" per poter dare dei giudizi o aiutare nico nel migliore dei modi, però mi creda che nel mio piccolo ho cercato di aiutarlo...poi vabbè avrò anche sbagliato, anzi sicuramente non mi dovevo nemmeno permettere di dare risposte in questa sua discussione, visto che sono un "poltrone".

 

dimenticavo di qualche ditta che non mi ha aperto, la segretaria di turno mi diceva "siamo al momento tutti impegnati, metta pure il c.v. nel portalettere"....state sicuri che quei miei fogli saran finiti nel cestino o direttamente sul tagliacarte (se non sul caminetto...) dato che sono scritti in entrambe le facciate e quindi non riutilizzabile come carta di brutta...

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La laurea che sia di 3 anni o 5 o di un mese non ha importanza . Conta come la ottieni e quanto impari durante i corsi .

Puoi anche studiare per 50 anni ma se non capisci o se non ci sono le strutture adatte non serve a nulla.Il fuoricorso è una cosa da discutere in quanto ognuno di noi puo' avere diversi problemi di varia natura, salute , famigliari etc e non per questo devono essere penalizzati come dici tu .Se poi invece fai il lazzarone allora e' diverso ma e' da dimostrare.

Con la triennale dovresti essere in grado di affrontare diversi problemi e con la magistrale altri . Nella triennale i corsi sono quasi tutti doppi con esame doppio che e' molto piu' pesante che uno singolo con minor tempo a disposizione e minor domande o esercizi .In pratica la triennale e' una compressione di quella che era in 5 anni.la magistrale aggiunge altri 2 anni di specializzazione che non interessa a tutti in quanto si tratta di fare cose specialistiche che possono interessare come no.Il mercato ha bisogno di figure e di livelli che sono forniti da triennale e magistrale ma se le cose non funzionano i problemi son ben altri  . Gli istituti tecnici e professionali sono gestiti da professori indecenti e da alunni che pensano solo a farsi le canne e far casino. Il vero problema e' sempre e solo uno , il governo e le istituzioni che dirigono l'istruzione , i fondi per acquistare apparecchiature e strumenti e per pagare insegnanti con le palle invece di mettere li neo laureati in fisica ad insegnare elettrotecnica o elettronica col libro in mano .

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La laurea triennale in ingegneria ha permesso di formare dei tecnici secondo me con un livello alto, come richiede il mercato dell industria di oggi. Gli specialistici poi hanno nozioni in più per progettare e affrontare temi più complessi.

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Livio Orsini
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La laurea triennale in Ingegneria DEVE essere abolita, come la possibilità del fuoricorso. Meglio pochi ingegneri, ma capaci.

 

ma per favore!

Già siamo stati gli ultimi al mondo ad averla introdotta, ci mancherebbe anche di doverla abolire.

Se c'è una cosa da abolire è il valore legale delle lauree, che quasi nessun altra nazione ha, ed il numero chiuso per certe facoltà.

Tra le così dette nazioni sviluppate abbiamo lapiù bassa percentuale di laureati; se poi si restringe il confronto alle lauree tecnco scientifiche la percentuale scende a livelli quasi da terzo mondo.

 

Come scrive giustamente Walter non è il pezzo di carta a certificare le tue capacità.

Anche in una situazione come la nostra dove mancano certe figure professionali che le industrie non riescono a trovare, ci sono molti neo laureati che non trovano collacamento. Perchè? perchè per le aziende un certificato non basta.....

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non è il pezzo di carta a certificare le tue capacità.

condivido, il mondo del lavoro ha bisogno di persone che si dedichino al lavoro con impegno, con un apporto personale sulle problematiche e difficoltà che devono affrontare, che diano risposte e soluzioni, non che sopravvivano sull'esperienza altrui o anche meno, uno che si affaccia nel mondo del lavoro, deve essere una spugna per assorbire l'esperienza ed un vulcano per emettere la voglia, l'impegno, le soluzioni ai problemi, tutto questo il più a lungo possibile, cioè fino alla pensione ed oltre.

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Il mondo dell'automazione e dell'informatica industriale (livello 2 ) prosciuga molte risorse dall'insieme dei laureati in informatica , elettronica ,elettrica etc.

Personalmente durante il percorso formativo di triennale non ho mai sentito parlare di plc in modo esplicito , pur essendomi laureato in informatica . Le nozioni sono nascoste dietro a discorsi di linguaggio C , algoritmi etc , controlli automatici , logiche booleane .Poi fa nulla se l'impianto che stai considerando è composto da 7 plc in profinet , 200 azionamenti di vario genere etc ma pur sempre logiche booleane in grande quantità. Ovviamente non c'e' modo di fare esperienze vere in laboratorio riferite ai corsi .Sta di fatto che comunque si ritiene che un ingegnere , cioè colui designato ad ingegnare , sia in grado fin da subito a ricercare gli strumenti per poter manovrare apparecchiature di controllo , tipo i plc .

Questo però non è evidenziato dai corsi , sono ancora troppo teorici e tendenti all'applicazione della matematica al tal settore.Ingegneria significa applicare e sviluppare sistemi matematici atti a risolvere problemi specifici . che serva oppure o no non sono certo io a dirlo , io mi sono limitato ad accettare tutto quello che era il corso e a farmi il mazzo per capire oltre ai libri anche su web etc. Nel corso si Ingegneria dell'automazione , nel caso specifico , ci sono corsi relativi ai plc , siemens e codesys .Il rischio e' quello di sfornare ingegneri che poi si ritrovano a programmare , anzi prima di programmare a fare il service , e a non capire nulla e nella peggiore delle ipotesi ad avere un concetto di plc troppo matematico e distorto dalla realtà.Io dico che tra 21 corsi ed esami che ho sostenuto quasi tutti mi son serviti ed alcuni di essi mi stanno aiutando ad impostare le cose in modo diverso .L'alatro giorno ha telefonato un cliente che aveva il magazzino robotizzato fermo , ognitanto durante un trasferimento singiozzava.Gli scienziati presenti che davano soluzioni e pozioni magiche erano tanti e ne dicevano di tutti i colori senza considerare nemmeno come funziona il flusso di esecuzione di un plc .Io mi son messo li , ho inserito delle spie (memorie merker con dei set su eventi che online non si vedono perche troppo veloci rispetto la vpn) ed ho scoperto che il contatto di inverter fault sfarfallava. Dopo 2 ore di giro del fumo ho trovato il posto giusto dove inserire un timer di ritardo , ho fatto il test con l'operatore sul luogo e finita li .Problema già riscontrato nel passato .Un neo laureato si mette li , sta li 2 mesi e non lo scopre .Questo l'università non me lo ha insegnato .Me lo ha insegnato l'esperienza a costo di mal di testa e fegato spappolato nel corso degli anni facendo questo mestiere. A questo punto tutti contenti perchè liberi  da questa rogna mi han fatto i complimenti e addirittura offerto altre cose. Domani si vedrà magari sarò meno fortunato .Con cio dico che non è per arroganza , ma in altri casi dove mi offrivano pari livello di un collega che aveva qualche mese o 1-2 anni di esperienza mi son sempre rifiutato o andato via .Puoi uscire anche con 110 e lode ed avere 200 lauree ma queste cose le sai solo se hai gia consumato anni di lavoro in giro per il mondo o per le officine .

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nicob prova qui (Ci rivolgiamo ad un giovane, in possesso di adeguato titolo di studio, anche con breve esperienza nel settore della programmazione, ma che abbia disponibilità a trasferte)

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Anche in una situazione come la nostra dove mancano certe figure professionali che le industrie non riescono a trovare, ci sono molti neo laureati che non trovano collacamento. Perchè? perchè per le aziende un certificato non basta.....

 

Si è vero. Ma è vero anche che è l'azienda che deve permetterti di fare l'esperienza e non la scuola e/o università

La scuola (o comunque l'istituzione stessa) al contrario ha  invece la colpa di non fornirti più delle basi teorico/pratiche solide che poi ti permettono di approcciarti al mondo del lavoro. Poi è ovvio che da parte del neo assunto occorre comunque che ci sia voglia di fare (Sempre che il lavoro che fai sia un minimo inerente a ciò che si è studiato). 

Ma se ad insegnare non c'è chi ti può dare un insegnamento adeguato, poi non si può riversare tutto il malloppo all'azienda. Le nozioni di base consolidate e le metodologie di approccio ad un problema te le deve dare la scuola. L'azienda però deve farsi carico di fornire esperienza e quindi la pratica. 

 

Non sò se adesso ci sono ancora professori dell'istituto tecnico che oltre ad insegnare hanno anche un ufficio di progettazione. Quando ci andavo io si, ed erano preziosi, adesso credo che non sia più così, primo perchè ormai anche l'aria che respiri fa reddito (quindi meglio fare un solo lavoro) e poi perchè ultimamente, secondo un mio modesto parere (poi ovviamente non faccio di tutta dell'erba un fascio), molti insegnanti di materie tecniche si rifugiano nell'insegnamento perchè non in grado di fare le medesime cose sul campo (per la serie chi sa fà, chi non sa insegna). Poi ripeto, c'è anche chi è veramente competente. A livello universitario è un pò diverso

 

Il mio discorso si riferisce comunque a scuole/università ad indirizzo tecnico. Per indirizzi umanistici il discorso è differente. Li il lavoro non si trova e basta, però occorre comunque mettere nell'ottica che se voglio fare "Storia e vicissitudini degli accoppiamenti nell'antica Grecia" (tanto per dire) poi il lavoro in tale ambito farà fatica a trovarsi.

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salve a tutti e scusate se mi intrometto

 

a parte le scuole e le università che sembrano che non sappiano più insegnare, a parte che molte persone che ne escono non vogliono imparare ( sarà anche un luogo comune ma ne conosco alcuni di trenta anni che per loro è normale alzarsi alle 5 del pomeriggio e sbraitare alla mamma che vogliono la colazione ), ci sono anche delle aziende che non vogliono tirocinanti che non sappiano già lavorare.

 

la maggior parte delle volte chi si trova disoccupato ( e io purtroppo ne so qualcosa) se italiano, cerca il lavoro a dipendenza magari alle condizioni più assurde, purchè sia nel ramo che ha studiato,

c'è addirittura chi ha offerto soldi ad un'azienda pur di essere assunto (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/03/le-floch-manager-paga-assunzione.shtml)

(io non sono mai arrivato a quei livelli ma lui va bene, lo se lo poteva permettere)   

 

ma il bello qua in Italia  è se ti vuoi mettere in proprio:

 

devi cominciarci a pagare le tasse alla sola idea di farlo (non importa nemmeno come si chiamano , tanto nel percorso da casa all'ufficio delle entrate hanno già cambiato nome e importo almeno 3 volte) , e dopo che vai avanti e indietro per anni tra un ufficio e ed una banca (ma tieni presente che se vuoi un prestito dalla banca devi averceli già i soldi) alla fine apri l'attività, cominci a farti conoscere e cominciano le commesse e dopo un po sono talmente tante da dover assumere del personale, ma il lavoro che hai non ti basta e devi aggiungere di tasca per pagare le tasse, mutui e dipendenti, fino a quando non si svuota del tutto il portafoglio e allora  vendi le tue cose per pagare i dipendenti che alla fine sei costretto a licenziare ( magari sono padri di famiglia con bambini piccoli), poi continui da solo magari arrivando a chiedere ai tuoi genitori i soldi per la benzina  per andare al lavoro oppure un panino, continui quel tanto che basta per finire di pagare i mutui (se ci riesci), alla fine chiudi l'attività  e senza niente eri e peggio sei, quindi torni a cercare un lavoro a dipendenza basta che campi senza pesare altre persone che ti sono accanto

 

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in questo paese non manca nessuna figura se non quella di validi e seri dirigenti , capi , responsabili e coordinatori vari

Senza contare che senza obbligarti ti mettono nelle condizioni di lavorare 14 ore al giorno , sabato e domenica compresi , senza nemmeno pagarti gli straordinari e dandoti 4 soldi marci di trasferta .Dopodichè c'e' il fatto che lasciano fantasia e spazio allo sviluppo di sistemi che non stanno in piedi , senza fare test o collaudi del software , in quanto li fanno dopo collegati in vpn quando il cliente finale e' in fermo produzione con le penali .

Chiedi ad un capo qualcosa e ne sa meno di te , sono capaci solo di instradare le telefonate o di passarti le mail dei clienti incazzati. Meeting e riunioni e ti senti dire il solito "Porta pazienza è un momento cosi" .

Io credo che oramai siamo al collasso ;) 

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Oramai si rietono sempre le stesse cose, la discussione si sta avvitando su se stessa, meglio chiudere qui.

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