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ATI: ottant'anni di studi, analisi e confronti a supporto del Paese all'insegna dell'energia e dell'ambiente
Benevento, 80° Congresso, una nuova tappa del lungo cammino dell'ATI, testimone partecipe degli sforzi compiuti dall'Italia. Un Paese passato dall'essere una nazione ancora fortemente agricola, solo nel 1960 gli addetti al settore sono scesi sotto il 30%, al miracolo economico, alla situazione attuale. Un'associazione coprotagonista, per quanto di competenza, del formidabile impegno che ha consentito di superare le barriere che hanno via via ostacolato la strada della crescita. Dalle asprezze del dopoguerra, al boom economico degli anni '50 e '60, al periodo di tensioni e contestazioni generazionali del decennio successivo, alla riscoperta di responsabilità di fondo, tra cui il dovere di difendere l'ecosistema e di assicurare la sostenibilità dello sviluppo, al processo di costruzione dell'Unione Europea, costituita nel '57 come Comunità Economica e proceduto con alterne vicende, per citare alcune fasi salienti della cronaca passata.
Un percorso dimostratosi sin dall'inizio ripido e difficile per il convergere di eventi e fattori contraddittori, in parte generati da eccessi di ottimismo, che hanno destabilizzato gli equilibri geopolitici alla ricerca di scenari di libertà diversi, con conflitti che hanno posto le basi della svolta economico-sociale che si è poi determinata.
Complici, la guerra fredda tra USA e URSS, il calare della cortina di ferro, l'erezione del muro di Berlino nel '61. Poi gli esiti disastrosi della guerra del Vietnam e di quella del Kippur, esplosa in Medio Oriente nel '73, che ha posto fine all'epoca del petrolio a basso costo e provocato la prima crisi energetica mondiale, con la restrizione dei consumi, specie di carburanti.
Quindi, le conseguenze della rivoluzione in Iran, nel '79, che ha originato la seconda crisi energetica.
A ciò si sono aggiunti disastri ambientali, come in Italia la nube tossica, carica di diossina, che nel '76 avvolse il comune di Seveso, costringendo gli abitanti ad evacuare le zone contaminate, e quella ancor più catastrofica a Bhopal in India, nell'84, dove la nube di isocianato di metile ha ucciso migliaia di persone e avvelenato altre decine di migliaia.
Poi, nell'86, l'esplosione di uno dei reattori della centrale nucleare di Cernobyl, con il rilascio di materiale radioattivo che ha contaminato pesantemente le zone limitrofe, obbligando il trasferimento e il reinsediamento di centinaia di migliaia di persone, e l'incidente in quella di Fukyshima Dai-ichi nel 2011.
Tragedie che sono sfociate in Italia nell'indizione dei due referendum, del 1987 e 2011, che hanno votato l'uscita di fatto dal nucleare.
Anni caratterizzati dal consolidarsi di movimenti in difesa dell'ambiente, anche per una più ampia diffusione dei media che ha rinforzato il processo di maturazione intellettuale e di consapevolezza.
Per arrivare agli ultimi decenni, lesi profondamente dai drammi delle guerre del golfo, in Jugoslavia, in Libia, fino alle tragedie attuali nelle martoriate Ucraina e Palestina, per citare i fatti più sconvolgenti prossimi ai nostri confini. Un'epoca contrassegnata dalla progressiva crescita del riscaldamento globale, della penetrazione elettrica, dal contenimento dell'uso dei fossili e dal contemporaneo ricorso a energie alternative, rinnovabili e nucleare, ma questa non in Italia.
E dall'introduzione di innovazioni rivoluzionarie, tra cui l'affermarsi dell'automazione, della robotica, lo sviluppo di Internet che ha abilitato l'impiego diffuso dei pc, della telefonia mobile, ora, dell'intelligenza artificiale. Ponendo così le premesse per un incremento esponenziale del sapere, della digitalizzazione delle attività economiche, della riorganizzazione sociale. Un nuovo corso di cui la ricerca dell'efficienza, lo sfruttamento delle fonti verdi e il nuovo nucleare sono la manifestazione che ne delinea in sintesi l'aspetto energetico.
Quanto sin qui detto per tratteggiare, in modo molto sommario e manchevole la situazione in rapido cambiamento e densa di sfide e contrasti che l'ATI ha dovuto affrontare e in cui si è trovata ad operare nei passati ottant'anni.
A tal fine, intensificando la propria attività nei momenti più difficili, con studi, conferenze e incontri, per concorrere a indirizzare la ricerca, specie nel quadro della stagione delle pianificazioni energetiche iniziata negli anni '70, e per analizzare le problematiche poste dalle tecnologie emergenti e dagli indirizzi europei in materia di sicurezza, energia, ambiente e tanto altro.
Questo, per discutere gli aspetti scientifici, tecnologici, normativi e della qualità e promuovere scambi di notizie e dati, nell'intento di stimolare la partecipazione e contribuire al dibattito politico e tecnico. Adempiendo, in tal modo, al proprio ruolo di gestore privilegiato dell'informazione scientifica e tecnica e di interlocutore dei tecnici italiani, delle associazioni e degli enti nazionali e interazionali del comparto dell'energia.
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Un percorso dimostratosi sin dall'inizio ripido e difficile per il convergere di eventi e fattori contraddittori, in parte generati da eccessi di ottimismo, che hanno destabilizzato gli equilibri geopolitici alla ricerca di scenari di libertà diversi, con conflitti che hanno posto le basi della svolta economico-sociale che si è poi determinata.
Complici, la guerra fredda tra USA e URSS, il calare della cortina di ferro, l'erezione del muro di Berlino nel '61. Poi gli esiti disastrosi della guerra del Vietnam e di quella del Kippur, esplosa in Medio Oriente nel '73, che ha posto fine all'epoca del petrolio a basso costo e provocato la prima crisi energetica mondiale, con la restrizione dei consumi, specie di carburanti.
Quindi, le conseguenze della rivoluzione in Iran, nel '79, che ha originato la seconda crisi energetica.
A ciò si sono aggiunti disastri ambientali, come in Italia la nube tossica, carica di diossina, che nel '76 avvolse il comune di Seveso, costringendo gli abitanti ad evacuare le zone contaminate, e quella ancor più catastrofica a Bhopal in India, nell'84, dove la nube di isocianato di metile ha ucciso migliaia di persone e avvelenato altre decine di migliaia.
Poi, nell'86, l'esplosione di uno dei reattori della centrale nucleare di Cernobyl, con il rilascio di materiale radioattivo che ha contaminato pesantemente le zone limitrofe, obbligando il trasferimento e il reinsediamento di centinaia di migliaia di persone, e l'incidente in quella di Fukyshima Dai-ichi nel 2011.
Tragedie che sono sfociate in Italia nell'indizione dei due referendum, del 1987 e 2011, che hanno votato l'uscita di fatto dal nucleare.
Anni caratterizzati dal consolidarsi di movimenti in difesa dell'ambiente, anche per una più ampia diffusione dei media che ha rinforzato il processo di maturazione intellettuale e di consapevolezza.
Per arrivare agli ultimi decenni, lesi profondamente dai drammi delle guerre del golfo, in Jugoslavia, in Libia, fino alle tragedie attuali nelle martoriate Ucraina e Palestina, per citare i fatti più sconvolgenti prossimi ai nostri confini. Un'epoca contrassegnata dalla progressiva crescita del riscaldamento globale, della penetrazione elettrica, dal contenimento dell'uso dei fossili e dal contemporaneo ricorso a energie alternative, rinnovabili e nucleare, ma questa non in Italia.
E dall'introduzione di innovazioni rivoluzionarie, tra cui l'affermarsi dell'automazione, della robotica, lo sviluppo di Internet che ha abilitato l'impiego diffuso dei pc, della telefonia mobile, ora, dell'intelligenza artificiale. Ponendo così le premesse per un incremento esponenziale del sapere, della digitalizzazione delle attività economiche, della riorganizzazione sociale. Un nuovo corso di cui la ricerca dell'efficienza, lo sfruttamento delle fonti verdi e il nuovo nucleare sono la manifestazione che ne delinea in sintesi l'aspetto energetico.
Quanto sin qui detto per tratteggiare, in modo molto sommario e manchevole la situazione in rapido cambiamento e densa di sfide e contrasti che l'ATI ha dovuto affrontare e in cui si è trovata ad operare nei passati ottant'anni.
A tal fine, intensificando la propria attività nei momenti più difficili, con studi, conferenze e incontri, per concorrere a indirizzare la ricerca, specie nel quadro della stagione delle pianificazioni energetiche iniziata negli anni '70, e per analizzare le problematiche poste dalle tecnologie emergenti e dagli indirizzi europei in materia di sicurezza, energia, ambiente e tanto altro.
Questo, per discutere gli aspetti scientifici, tecnologici, normativi e della qualità e promuovere scambi di notizie e dati, nell'intento di stimolare la partecipazione e contribuire al dibattito politico e tecnico. Adempiendo, in tal modo, al proprio ruolo di gestore privilegiato dell'informazione scientifica e tecnica e di interlocutore dei tecnici italiani, delle associazioni e degli enti nazionali e interazionali del comparto dell'energia.
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Pierangelo Andreini - ATI Associazione Termotecnica Italiana
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La Termotecnica luglio agosto 2025
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