Articolo
Cambiamento climatico e rischio NaTech
Gli eventi NaTech possono essere definiti: "Incidenti tecnologici, che possono verificarsi all'interno di complessi industriali e lungo le reti di distribuzione a seguito di eventi calamitosi di matrice naturale"[1]. A sessant'anni sul disastro del Vajont, occorre fare un approfondimento su tale tema. Quanto avvenuto il 9 ottobre 1963 rappresenta, oltre che uno degli eventi calamitosi più gravi occorsi nel territorio nazionale, un perfetto esempio dell'interazione tra rischi naturali e rischi antropici e quindi delle conseguenze di un fenomeno NaTech. Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre nel bacino artificiale del torrente Vajont, quando una frana (fenomeno naturale) precipitò dal pendio del Monte Toc nelle acque del bacino realizzato con l'omonima diga a servizio della centrale idroelettrica (installazione industriale).
La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso provocò il Fenomeno NaTech che colpì i comuni di Erto e Casso, e l'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone, tra cui 487 bambini e adolescenti.
Negli anni successivi altre combinazioni tra eventi naturali e installazioni industriali sono diventate emblematiche per la descrizione di eventi NaTech, come ad esempio, il terremoto di Kocaeli in Turchia del 1999 in cui fu colpita dall'azione sismica la Raffineria di Izmit provocando il collasso di diversi serbatoi di stoccaggio e unità produttive con conseguenti incendi e esplosioni di grande intensità.
La catastrofe di Baia Mare in Romania avvenne la sera del 30 gennaio 2000, fu emblematica. A seguito delle abbondanti piogge si verificò il crollo di una diga di un bacino di decantazione di una miniera di metalli pesanti che causò la catastrofe ambientale successiva, secondo altre fonti non meno di 300.000 m³ di materiale minerario comprendente metalli pesanti uniti a cianuro di sodio fuoriuscirono dal bacino di decantazione e confluirono nel corso d'acqua Sasar, nei fiume Lapus e nel Somes, nel Tibisco e nel Danubio.
La notte e il giorno successivo al 1 febbraio 2000 circa 100 tonnellate di cianuro superarono le frontiere romene e arrivarono in Ungheria, dopo due settimane si riversarono nel Danubio.
Dopo quattro settimane il 28 febbraio 2000, arrivarono a 2.000 km di distanza nel delta del Danubio a Tulcea. Infine, l'incidente nucleare di Fukushima, sulla costa est del Giappone, fu scatenato dal terremoto e conseguente maremoto del Tohoku dell'11 marzo 2011.
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La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso provocò il Fenomeno NaTech che colpì i comuni di Erto e Casso, e l'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone, tra cui 487 bambini e adolescenti.
Negli anni successivi altre combinazioni tra eventi naturali e installazioni industriali sono diventate emblematiche per la descrizione di eventi NaTech, come ad esempio, il terremoto di Kocaeli in Turchia del 1999 in cui fu colpita dall'azione sismica la Raffineria di Izmit provocando il collasso di diversi serbatoi di stoccaggio e unità produttive con conseguenti incendi e esplosioni di grande intensità.
La catastrofe di Baia Mare in Romania avvenne la sera del 30 gennaio 2000, fu emblematica. A seguito delle abbondanti piogge si verificò il crollo di una diga di un bacino di decantazione di una miniera di metalli pesanti che causò la catastrofe ambientale successiva, secondo altre fonti non meno di 300.000 m³ di materiale minerario comprendente metalli pesanti uniti a cianuro di sodio fuoriuscirono dal bacino di decantazione e confluirono nel corso d'acqua Sasar, nei fiume Lapus e nel Somes, nel Tibisco e nel Danubio.
La notte e il giorno successivo al 1 febbraio 2000 circa 100 tonnellate di cianuro superarono le frontiere romene e arrivarono in Ungheria, dopo due settimane si riversarono nel Danubio.
Dopo quattro settimane il 28 febbraio 2000, arrivarono a 2.000 km di distanza nel delta del Danubio a Tulcea. Infine, l'incidente nucleare di Fukushima, sulla costa est del Giappone, fu scatenato dal terremoto e conseguente maremoto del Tohoku dell'11 marzo 2011.
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Giuseppe Maschio - AIDIC - Associazione Italiana Di Ingegneria Chimica
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