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Il ruolo dell'idrogeno nella decarbonizzazione e il ruolo di Europa e Cina

La transizione energetica richiede lo sviluppo di nuove tecnologie, investimenti ingenti e cooperazione internazionale.

Il percorso verso un'economia basata sull'idrogeno verde non è privo di ostacoli: la produzione è infatti ancora costosa, le infrastrutture sono limitate e il mercato è frammentato.

- Panoramica modelli europei a confronto: la lezione di Spagna, Germania e Grecia.

- Elettrolisi a che punto siamo

- Europeo e Cina

- Il metanolo verde Secondo l'International Energy Agency (IEA), i progetti europei pianificati superano i 5 milioni di tonnellate/anno, ma di questi
meno del 5% è in costruzione.
La Germania guida con 80 MW, seguita dalla Spagna con 55 MW.
L'Italia è a 12 MW, concentrati in piccoli progetti pilota in definizione.

Nonostante il suo grande potenziale, l'idrogeno verde deve superare numerose sfide prima di diventare una soluzione energetica competitiva su larga scala.

Uno dei principali ostacoli è rappresentato dagli elevati costi di produzione, dovuti al processo di elettrolisi, che richiede
ingenti quantità di elettricità rinnovabile.
Un'altra criticità è la carenza di infrastrutture adeguate per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione
dell'idrogeno verde.

In Europa l'elettrolisi è sempre stata vista come una nicchia tecnologica, che nei decenni passati ha visto pochi investimenti
in ricerca e sviluppo.

In Italia, in aggiunta, il prezzo elevato dell'energia elettrica rappresenta un ostacolo significativo alla competitività rispetto ad altri Paesi dove le fonti rinnovabili, incluse quelle nucleari, sono più diffuse.
Nonostante un progressivo calo dei costi e miglioramenti nell'efficienza, in Europa manca una vera industria manifatturiera dell'elettrolisi su scala industriale.

Mercato europeo
La transizione europea verso l'idrogeno verde sta affrontando una fase critica, segnata dalle difficoltà dei produttori locali di
elettrolizzatori e da un mercato in ritardo rispetto agli ambiziosi obiettivi.

Focus Cina
La Cina ospita il 18% della popolazione mondiale, consuma il 26% dell'energia primaria globale ed emette il 33% della CO? legata all'energia (dati 2022), ma ha già raggiunto obiettivi importanti dato che produce da fonti fossili circa il 63,5% della produzione
totale di elettricità (fonte: National Bureau of Statistics of China) mentre il 36.5% viene prodotto da energie rinnovabili + nucleare, dove il nucleare rappresenta il 55% circa (440 TWh) con capacità installata di 57 GW e4 reattori attivi.
Entro il 2035 si punta a 200 GW, grazie alla costruzione di oltre 70 nuovi reattori, molti dei quali basati su tecnologie avanzate sviluppate in Cina.

La Cina nel 2023 ha installato 1,5 GW di elettrolizzatori (+200% sul 2022), con una capacità produttiva di 200.000 tonnellate/anno di idrogeno verde (CNESA). Per il 2025, punta a 5 GW di elettrolizzatori e 1 milione di tonnellate/anno. Con economie di scala sono riusciti a ridurre i costi degli elettrolizzatori a circa Euro 300-600/kW (vs 800-1500/kW in Europa) e dell'idrogeno verde a 3-4 /kg (vs 5?6/kg in UE), grazie a economie di scala e controllo dell'80% della filiera dei metalli rari (iridio, platino, etc).

- Principali progetti in Cina: 5 GW entro il 2025
- Possibile collaborazione tra Europa e Cina
- Il metanolo verde
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