Articolo
Riflessioni sull'impatto tecnico e socio economico delle fonti rinnovabili nella lotta al cambiamento climatico
Quadro internazionale di riferimento
La situazione italiana
Impatto sulle emissioni e sul consumo di materie prime
Impatto socio economico con riferimento all'italia
Quadro internazionale di riferimento
Da circa mezzo secolo si è verificato un incremento significativo, intorno a 1°C, della temperatura media terrestre con un trend di crescita piuttosto rapido rispetto a lunghi periodi precedenti.
Gran parte della comunità scientifica a livello internazionale ritiene che il cambiamento climatico sia essenzialmente legato alle emissioni antropogeniche, anche se una parte di scienziati, seppur ridotta, sostiene che dipenda esclusivamente da cause naturali, ipotesi discutibile per la rapidità del fenomeno.
L'International Panel on Climate Change (IPCC) ha effettuato uno studio per riprodurre il trend di crescita della temperatura, attraverso simulazioni matematiche, al fine di valutare l'entità dell'effetto delle emissioni antropogeniche. I risultati, riportati nel grafico di figura 1 (nel PDF), mostrano in maniera evidente l'influenza determinante delle emissioni di gas, derivanti dalle attività umane e responsabili dell'effetto serra.
Al proposito può essere utile il riferimento a valori consolidati e previsioni del recente passato per comprendere come fossa già nota agli studiosi l'attuale evoluzione del clima dovuta al persistente prevalere delle fonti fossili.
La figura 2 (nel PDF), infatti, mostra come nel periodo suddetto l'incidenza delle fonti fossili sul consumo globale di energia, sia una situazione che perdura negli anni futuri in assenza di adeguati interventi di riduzione della quota fossile.
In termini percentuali si evidenzia una riduzione di olio e carbone, una crescita del gas, una costanza del nucleare e dell'idroelettrico, una impennata delle fonti rinnovabili, tuttavia non sufficienti a combattere il cambiamento climatico.
La IEA (International Energy Agency) ha sviluppato scenari di progressiva riduzione delle emissioni di gas serra (figura 3 nel PDF) per limitare la crescita della temperatura media terrestre di 1,5 °C, ritenuta sostenibile per il mantenimento delle condizioni di vita nel nostro pianeta, che richiede la completa decarbonizzazione al 2050 (cosiddetto scenario NZE - Net Zero Emission).
Questo impone che già da oggi in poi le emissioni dovranno diminuire dal valore raggiunto nel 2023 di 36,8 miliardi di tonnellate all'anno, che per ora continua a crescere.
La Commissione Europea ha elaborato un programma di riduzione delle emissioni rispetto al 1990, in tre fasi, in particolare del 20% al 2020, del 55% al 2030, del 100% al 2050. Il piano si basa sulla riconversione all'elettrico dei settori del trasporto e degli usi termici attraverso uno sviluppo sostenuto delle fonti rinnovabili.
Questo approccio consente in linea teorica il raggiungimento della sostenibilità ambientale e della sicurezza, attraverso la decarbonizzazione completa del sistema energetico, ma richiede un completo rinnovamento tecnologico del sistema dei consumi nel settore del trasporto e del totale degli usi termici, rispettivamente attraverso la mobilità elettrica e le pompe di calore. Questa linea è spinta da industria elettrica, utilities, costruttori di impianti a fonti rinnovabili fotovoltaici ed eolici, industria elettrochimica, costruttori di auto elettriche e di pompe di calore.
Un secondo approccio si basa sullo sviluppo di combustibili potenzialmente Carbon-free, cioè biocombustibili o combustibili sintetici a partire dall'Idrogeno prodotto da biomasse o da fonti fossili con sequestro della CO2 o per elettrolisi.
Questo approccio, perseguito dall'industria petrolchimica, dai distributori di gas, dalle fabbriche di autoveicoli a combustione e dai produttori caldaie, tuttavia non consente o comunque rende più difficile realizzare il percorso verso al decarbonizzazione totale.
Già da queste prime considerazioni si vede come la scelta dell'approccio per combattere il cambiamento climatico, non dipende solo da aspetti puramente tecnici, ma anche da logiche diverse, quali le aspettative e le priorità del sistema industriale e produttivo, la struttura dei consumi e delle tecnologie relative e infine l'impatto socio economico e le inevitabili
ricadute occupazionali.
Quindi se l'aspetto tecnico è teoricamente indipendente dal paese, in pratica così non è per gli aspetti industriali e socio
economici che dipendono in maniera forte dalla realtà specifica in cui si applica il percorso verso la decarbonizzazione.
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La situazione italiana
Impatto sulle emissioni e sul consumo di materie prime
Impatto socio economico con riferimento all'italia
Quadro internazionale di riferimento
Da circa mezzo secolo si è verificato un incremento significativo, intorno a 1°C, della temperatura media terrestre con un trend di crescita piuttosto rapido rispetto a lunghi periodi precedenti.
Gran parte della comunità scientifica a livello internazionale ritiene che il cambiamento climatico sia essenzialmente legato alle emissioni antropogeniche, anche se una parte di scienziati, seppur ridotta, sostiene che dipenda esclusivamente da cause naturali, ipotesi discutibile per la rapidità del fenomeno.
L'International Panel on Climate Change (IPCC) ha effettuato uno studio per riprodurre il trend di crescita della temperatura, attraverso simulazioni matematiche, al fine di valutare l'entità dell'effetto delle emissioni antropogeniche. I risultati, riportati nel grafico di figura 1 (nel PDF), mostrano in maniera evidente l'influenza determinante delle emissioni di gas, derivanti dalle attività umane e responsabili dell'effetto serra.
Al proposito può essere utile il riferimento a valori consolidati e previsioni del recente passato per comprendere come fossa già nota agli studiosi l'attuale evoluzione del clima dovuta al persistente prevalere delle fonti fossili.
La figura 2 (nel PDF), infatti, mostra come nel periodo suddetto l'incidenza delle fonti fossili sul consumo globale di energia, sia una situazione che perdura negli anni futuri in assenza di adeguati interventi di riduzione della quota fossile.
In termini percentuali si evidenzia una riduzione di olio e carbone, una crescita del gas, una costanza del nucleare e dell'idroelettrico, una impennata delle fonti rinnovabili, tuttavia non sufficienti a combattere il cambiamento climatico.
La IEA (International Energy Agency) ha sviluppato scenari di progressiva riduzione delle emissioni di gas serra (figura 3 nel PDF) per limitare la crescita della temperatura media terrestre di 1,5 °C, ritenuta sostenibile per il mantenimento delle condizioni di vita nel nostro pianeta, che richiede la completa decarbonizzazione al 2050 (cosiddetto scenario NZE - Net Zero Emission).
Questo impone che già da oggi in poi le emissioni dovranno diminuire dal valore raggiunto nel 2023 di 36,8 miliardi di tonnellate all'anno, che per ora continua a crescere.
La Commissione Europea ha elaborato un programma di riduzione delle emissioni rispetto al 1990, in tre fasi, in particolare del 20% al 2020, del 55% al 2030, del 100% al 2050. Il piano si basa sulla riconversione all'elettrico dei settori del trasporto e degli usi termici attraverso uno sviluppo sostenuto delle fonti rinnovabili.
Questo approccio consente in linea teorica il raggiungimento della sostenibilità ambientale e della sicurezza, attraverso la decarbonizzazione completa del sistema energetico, ma richiede un completo rinnovamento tecnologico del sistema dei consumi nel settore del trasporto e del totale degli usi termici, rispettivamente attraverso la mobilità elettrica e le pompe di calore. Questa linea è spinta da industria elettrica, utilities, costruttori di impianti a fonti rinnovabili fotovoltaici ed eolici, industria elettrochimica, costruttori di auto elettriche e di pompe di calore.
Un secondo approccio si basa sullo sviluppo di combustibili potenzialmente Carbon-free, cioè biocombustibili o combustibili sintetici a partire dall'Idrogeno prodotto da biomasse o da fonti fossili con sequestro della CO2 o per elettrolisi.
Questo approccio, perseguito dall'industria petrolchimica, dai distributori di gas, dalle fabbriche di autoveicoli a combustione e dai produttori caldaie, tuttavia non consente o comunque rende più difficile realizzare il percorso verso al decarbonizzazione totale.
Già da queste prime considerazioni si vede come la scelta dell'approccio per combattere il cambiamento climatico, non dipende solo da aspetti puramente tecnici, ma anche da logiche diverse, quali le aspettative e le priorità del sistema industriale e produttivo, la struttura dei consumi e delle tecnologie relative e infine l'impatto socio economico e le inevitabili
ricadute occupazionali.
Quindi se l'aspetto tecnico è teoricamente indipendente dal paese, in pratica così non è per gli aspetti industriali e socio
economici che dipendono in maniera forte dalla realtà specifica in cui si applica il percorso verso la decarbonizzazione.
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