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Caro bollette: il colpevole ritardo del Domand Response
La misura denominata "Demand Response" (Der) è stata messa a punto negli Stati Uniti nei primi anni '70, per evitare che il bilanciamento della domanda e dell'offerta di energia elettrica, anche a fronte di eventi imprevisti e avversi, fosse garantito ricorrendo esclusivamente a investimenti nella capacità di riserva, il cui costo era necessariamente caricato sul prezzo di vendita del kWh. Poiché la maggior parte delle aziende americane produttrici di energia elettrica erano private e non verticalmente integrate con le reti di trasmissione e distribuzione, questo costo aggiuntivo pesava negativamente sulla loro competitività.
Come spesso accade, la domanda di una soluzione meno onerosa promosse la ricerca di uno strumento in grado di soddisfare questo obiettivo, strumento individuato nella stipula di contratti con consumatori che, ricevendo un adeguato compenso, si impegnavano a ridurre su richiesta la propria domanda elettrica per un determinato intervallo temporale.
La Der ebbe successo perché era la classica misura "win-win", che diminuiva i costi per i produttori elettrici e garantiva alla controparte un ritorno economicamente vantaggioso.
Il suo conseguente rapido sviluppo è stato facilitato dalla contestuale comparsa sul mercato degli integratori, che gestivano come unica domanda virtuale aziende e cittadini con consumi individuali e/o competenze insufficienti per esercitare in modo autonomo la Der; ma anche dall'invenzione di dispositivi ad hoc, attivabili attraverso la rete elettrica, che garantivano la risposta automatica della domanda.
Last but not least, la crescita del ricorso alla Der fu stimolata dall'emanazione, nel 1978, di una normativa ad hoc all'interno del Public Utility Regulatory Policies Act (PURPA).
Viceversa, nei più importanti paesi dell'Europa occidentale (Regno Unito, Francia, Italia) la produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica era affidata a grandi enti pubblici, cioè de iure o de facto verticalmente integrati, mentre nell'Europa orientale, governata da regimi comunisti, era a priori esclusa la proprietà privata dei mezzi di produzione.
Il problema dei costi degli impianti di produzione utilizzati come riserva non turbava pertanto i sonni della stragrande maggioranza del top management delle aziende elettriche europee, che potevano ribaltarli automaticamente sulle tariffe degli utenti.
Di conseguenza, non furono costretti a spremersi le meningi per individuare soluzioni alternative.
Morale della favola. La Der, essendo già rodata, in USA non ha incontrato difficoltà nel suo utilizzo quando la produzione rinnovabile è diventata significativa, rendendo più complesso ed essenziale il bilanciamento della domanda e dell'offerta di energia elettrica.
Difficoltà che ha invece causato in Europa ritardi nella diffusione della Der.
Lo conferma per l'Italia uno studio del 2024 di Simona Benedettini ("Clienti attivi e servizi di demand response: proposte per il mercato elettrico italiano"), che individua le condizioni richieste per rendere la Der operativa nel nostro paese.
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Come spesso accade, la domanda di una soluzione meno onerosa promosse la ricerca di uno strumento in grado di soddisfare questo obiettivo, strumento individuato nella stipula di contratti con consumatori che, ricevendo un adeguato compenso, si impegnavano a ridurre su richiesta la propria domanda elettrica per un determinato intervallo temporale.
La Der ebbe successo perché era la classica misura "win-win", che diminuiva i costi per i produttori elettrici e garantiva alla controparte un ritorno economicamente vantaggioso.
Il suo conseguente rapido sviluppo è stato facilitato dalla contestuale comparsa sul mercato degli integratori, che gestivano come unica domanda virtuale aziende e cittadini con consumi individuali e/o competenze insufficienti per esercitare in modo autonomo la Der; ma anche dall'invenzione di dispositivi ad hoc, attivabili attraverso la rete elettrica, che garantivano la risposta automatica della domanda.
Last but not least, la crescita del ricorso alla Der fu stimolata dall'emanazione, nel 1978, di una normativa ad hoc all'interno del Public Utility Regulatory Policies Act (PURPA).
Viceversa, nei più importanti paesi dell'Europa occidentale (Regno Unito, Francia, Italia) la produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica era affidata a grandi enti pubblici, cioè de iure o de facto verticalmente integrati, mentre nell'Europa orientale, governata da regimi comunisti, era a priori esclusa la proprietà privata dei mezzi di produzione.
Il problema dei costi degli impianti di produzione utilizzati come riserva non turbava pertanto i sonni della stragrande maggioranza del top management delle aziende elettriche europee, che potevano ribaltarli automaticamente sulle tariffe degli utenti.
Di conseguenza, non furono costretti a spremersi le meningi per individuare soluzioni alternative.
Morale della favola. La Der, essendo già rodata, in USA non ha incontrato difficoltà nel suo utilizzo quando la produzione rinnovabile è diventata significativa, rendendo più complesso ed essenziale il bilanciamento della domanda e dell'offerta di energia elettrica.
Difficoltà che ha invece causato in Europa ritardi nella diffusione della Der.
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G.B. Zorzoli - AIEE - Associazione Italiana Economisti dell'Energia
Guarda tutti i contenuti AIEE - Associazione Italiana Economisti dell'Energia sul sito La Termotecnica News
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