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Misurare l'economia circolare nell'industria

È sempre più importante per l'industria pensare alla economia circolare. Essenziale però poterla misurare per valutare le proprie performance circolari e poterle comparare con quelle di altre realtà.



- Il principio dell'efficienza

- Perché misurare la circolarità

- Soggetti nazionali e internazionali

- La situazione degli standard

- Il caso studio ENEL

- Aspetti ricorrenti all'interno dei modelli Si stima che lo sviluppo delle pratiche aziendali per l'Economia Circolare possa generare in Italia un risparmio economico complessivamente pari a oltre 100 miliardi di euro annui. Si tratta di un potenziale economico però raggiungibile al 2030 ed in tutti i macro-settori industriali.

Ad oggi, o per meglio dire al termine del 2021, i risparmi già conseguiti sono pari a 14,4 miliardi di euro, ossia "solo" il 14% circa del potenziale totale. Si tratta di dati provenienti dal lavoro, sempre encomiabile, espresso nel Report di Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, dove si chiariscono i molteplici aspetti di questa materia.

I macro-settori Food & Beverage ed Impiantistica industriale, ad esempio, risultano quelli più avanzati nella transizione verso la
circolarità, beneficiando anche di maggiori risparmi economici già conseguiti, rispettivamente con 5,4 e 1,2 miliardi di euro.

Nell'ottica di queste previsioni, viene definito Food & beverage il settore che include l'insieme delle aziende che si occupano del commercio all'ingrosso di prodotti alimentari (frutta, carne, prodotti caseari, zucchero, caffè, ecc.) e di bevande.

Il principio dell'efficienza

Occorre del resto notare come la transizione verso le energie rinnovabili e l'efficientamento energetico possono contribuire solo in parte (55%) ad una riduzione delle emissioni globali di gas serra.

Le strategie di Economia Circolare applicate all'industria porterebbero ad una riduzione delle emissioni nei rispettivi comparti pari, nel complesso, al 45%, che si aggiunge alla precedente accorciando in modo significativo i tempi necessari al raggiungimento della neutralità climatica al 2050 (Figura 1).

E ciò perché l'Economia Circolare valorizza il principio dell'efficienza, non solo per le scelte energetiche ma anche nell'uso o riutilizzo razionale, e appropriato, di tutte le risorse durante tutte le fasi del ciclo produttivo e del ciclo di vita di beni e servizi.

Ma per il conseguimento di azioni concrete e per il raggiungimento di risultati misurabili nella transizione verso un'Economia Circolare, la misurazione della circolarità rappresenta un requisito essenziale. È quindi evidente l'importanza di adottare sistemi di misura dell'Economia Circolare, identificandone così i vantaggi e le azioni da intraprendere.

Cercheremo di descrivere alcune delle metodologie di misurazione utilizzate a livello mondiale, europeo e nazionale fornendo una visione di sintesi delle variabili e degli aspetti ricorrenti.

Perché misurare la circolarità

La misura della circolarità di prodotti e servizi consente diverse cose. Prima di tutto di comunicare in modo trasparente e attendibile i risultati, ma anche valutare l'efficienza nell'uso delle risorse.

Le imprese possono anche essere supportate nella definizione di strategie per il miglioramento della circolarità, principalmente per monitorare i progressi verso gli obiettivi di sostenibilità, quantificare i profili di rischio e le performance finanziarie conseguibili, ma anche per attuare e valutare il processo di transizione da un modello lineare ad uno circolare.

Inoltre è importante identificare componenti di valore nei processi e tracciare i flussi di materia ed energia. Il quadro che segue non ha la pretesa di essere esaustivo, ma identifica le principali metodologie di misurazione dell'Economia Circolare adottate a livello nazionale e internazionale.

La descrizione delle metodologie di misurazione ha infatti lo scopo di aiutare nella comprensione di quali meccanismi e aspetti dovrebbero essere considerati e dovrebbero guidare la costruzione di un modello di misurazione della circolarità.

Il caso studio ENEL

Il colosso energetico Enel ha sviluppato una propria metodologia interna, con l'obiettivo di definire un indicatore che fornisca una misura della circolarità del prodotto o dell'asset considerato. In Enel questo modello è utilizzato per misurare la circolarità degli acquisti aziendali, dei prodotti che si offrono ai clienti o di specifici progetti.

A partire dal CirculAbility Model, che rappresenta l'approccio integrato di Gruppo, sono stati poi declinati gli approcci
specifici a livello di divisione.

Tale indicatore tiene in considerazione i cinque pilastri dell'Economia Circolare (figura 5), in particolare l'indice di circolarità, definito da Enel è calcolato a partire da due componenti:

prima di tutto la circolarità di flusso, che intende misurare la circolarità nell'utilizzo delle risorse, nell'ottica di valorizzare lo sforzo compiuto per ridurre l'impiego di materie non rinnovabili utilizzate e i rifiuti generati (la formula utilizzata tiene conto di tutte le componenti di materiali e di energia nelle fasi di input ed output), mentre l'altra componente, per circolarità di utilizzo, tiene conto del fattore di utilizzo dei materiali, sia mediante l'estensione della vita utile (es. progettazione modulare, O&M predittivo, etc.) sia tenendo in considerazione l'applicazione dei principi di sharing (condivisione) e "product as a service".

Tra le difficoltà incontrate nella definizione del modello, Enel sottolinea la scarsa misurabilità di alcuni aspetti della circolarità, i cui benefici sono poco tangibili come l'estensione della vita utile di un prodotto o tutte le attività di sharing.

In allegato, è possibile scaricare il pdf completo dell'articolo.
Massimo Gozzi, Commissione Energia Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano - Ordine Ingegneri Milano
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